A piedi o in bici, non tutti sanno che...a cura di Paola Capra, Alessandra Suglia - DorsPubblicato il 16 Dicembre 2013Aggiornato il 16 Maggio 2018Sintesi di studi/review IL TRASPORTO ATTIVO PRATICATO DA ADULTI E BAMBINI, SU TRAGITTI MEDIO LUNGHI, PUÒ AVERE EFFETTI POSITIVI SULL’IPERTENSIONE, SUL DIABETE DI TIPO II E PUÒ RIDURRE IL RISCHIO DI TUTTE LE CAUSE DI MORTE; NON SI PUÒ DIRE ALTRETTANTO RISPETTO ALLA RIDUZIONE DELL’OBESITÀ Gli autori Lucinda E. Saunders (1), Judith M. Green (1), Mark P. Petticrew (1), Rebecca Steinbach (1), Helen Roberts (2) (1) Faculty of Public Health and Policy, London School of Hygiene and Tropical Medicine, London, United Kingdom(2) General and Adolescent Paediatrics Unit, UCL Institute of Child Health, London, United Kingdom La sintesi è tratta dalla revisione sistematica: Saunders LE, Green JM, Petticrew MP, Steinbach R and Roberts H. What are the health benefits of active travel? A systematic review of trials and cohort studies. PLOS One 2013; 8 (8): e69912. L’accesso all’articolo è libero e gratuito (www.plosone.org) Qual è l’argomento dello studio Il trasporto attivo - inteso come usare la bici o le proprie gambe come mezzo di trasporto - è considerata un’azione che un individuo sano potrebbe praticare quotidianamente, per fare attività fisica e ottenerne dei benefici per la sua salute. Il trasporto attivo è visto da decisori politici e professionisti come una risposta al problema del sovrappeso e dell’obesità e come soluzione ad altri obiettivi sanitari e sociali, per esempio, diminuire la congestione del traffico sulle strade e l’emissione di carbonio. Per questo la sanità pubblica sta investendo in azioni di advocacy nei confronti dei decisori perché adottino politiche efficaci per ridurre l’uso dell’auto e per aumentare il trasporto attivo. Tuttavia, a livello scientifico, mancano evidenze chiare e robuste sull’efficacia del trasporto attivo per ridurre l’obesità e per migliorare la salute. Quali sono i risultati dello studio Relazione tra trasporto attivo e obesità Le evidenze che supportano l’efficacia delle forme di trasporto attivo per ridurre l’obesità sono limitate. In particolate nessuno degli studi rivolti alla popolazione adulta ha come esito primario l’obesità. Cinque studi rivolti ai bambini hanno come esito primario l’obesità: solo uno riferisce una relazione tra trasporto attivo e obesità, anche se lo studio ha dei limiti metodologici e un alto numero di individui che hanno abbandonato (circa il 56%), nella fase di follow up. Gli altri quattro non riferiscono alcuna relazione significativa tra trasporto attivo e obesità. Relazione tra trasporto attivo e altri esiti di salute Per altri esiti di salute – come la riduzione del rischio in tutte le cause di mortalità, l’ipertensione e il diabete di tipo II – gli spostamenti attivi, in particolare quelli che avvengono su lunghe distanze, producono effetti positivi, ma limitati. Nella pratica, questo studio è importante perché Alcuni dati Dal 2009 al 2012, il 31% del campione di popolazione italiana adulta, intervistato nello studio Passi, si definisce sedentario. E il comportamento è più frequente tra i 50 e i 69 anni, tra le donne, tra le persone con molte difficoltà economiche, tra chi ha un titolo di studio basso o assente e tra i cittadini stranieri. Nelle indagini nazionali e piemontesi Okkio alla salute del 2012 i bambini da 8 a 9 anni confermano numeri elevati rispetto all’inattività fisica e ai comportamenti sedentari: in sintesi praticano poco sport, guardano la tv e giocano con la playstation per oltre 2 ore al giorno. Inoltre solo una minoranza si reca a scuola a piedi o in bicicletta. Negli ultimi 30 – 40 anni si è assistito a un aumento dei casi di obesità e nel contempo a una riduzione degli spostamenti a piedi o in bici. Il sovrappeso e l’obesità sono oggi il quinto fattore di rischio per ogni causa di morte e sono responsabili per una proporzione significativa dell’impatto del diabete (44%), dei casi di ischemia cardiaca (23%) e di alcune forme di cancro (dal 7% al 41%). I dati nazionali e piemontesi attualmente disponibili per adulti e bambini confermano l’emergenza del problema. Raccomandazioni per i decisori I decisori dovrebbero supportare e promuovere il trasporto attivo in qualsiasi forma, perchè si tratta di interventi di contrasto alla sedentarietà e che hanno degli effetti sulla salute e sull’ambiente. La provincia di Treviso – con il rapporto sulla mobilità sostenibile in provincia di Treviso 2010 - ha stimato il costo di attuazione e di gestione di azioni di mobilità sostenibile; In riferimento alla fascia di età compresa tra 5 e 18 anni, e ai giovani adulti e agli adulti (dai 19 ai 64 anni), i percorsi casa – scuola – casa e i percorsi casa – università/lavoro - casa sono considerati le principali forme quotidiane di trasporto attivo. Queste forme si confermano utili per i motivi elencati al primo punto, ma occorre attuarli tenendo conto delle precisazioni che seguono: la fascia di età compresa tra i 5 e i 18 anni dovrebbe praticare un minimo di 420 minuti di attività fisica a settimana per avere dei benefici sulla salute: questo è quanto dicono le raccomandazioni Oms. I percorsi a piedi o in bicicletta casa – scuola – casa, che durano in media 15 minuti, sono anch’essi utili per contrastare la sedentarietà e per ridurre l’inquinamento atmosferico. Tuttavia da soli sono insufficienti per raggiungere i livelli di attività fisica raccomandati e devono essere integrati con altre azioni; i giovani adulti e gli adulti devono praticare un minimo di 150 minuti di attività fisica a settimana per avere benefici sulla salute: questo è quanto dicono ancora le raccomandazioni. I percorsi a piedi o in bicicletta casa – università/lavoro – casa, della durata minima di 10 minuti, possono essere considerati un contributo già sufficiente per queste fasce di età per raggiungere i livelli di attività fisica raccomandata. Questioni aperte e indicazioni per le ricerche future Gli studi inclusi in questa revisione non danno una definizione univoca di che cosa si intende per trasporto attivo: per esempio alcuni studi considerano il trasporto attivo equivalente a più di 20 minuti al giorno, altri a meno di 30 minuti o a più di 30 minuti. Alcuni infine lo esprimono in M.E.T. (Metabolic Equivalent of Task) che è l’unità di misura impiegata per descrivere l’intensità di uno sforzo fisico ed è basata sui multipli di consumo di ossigeno a riposo. La mancanza di una definizione univoca può essere riconducibile alle caratteristiche del contesto dell’ambiente costruito e dell’ambiente naturale - livello di congestione del traffico e conseguente rischio di incidenti, livelli di inquinamento atmosferico, conformazione del territorio, clima – che condizionano lo sforzo fisico richiesto per svolgere il trasporto attivo. Occorre quindi interrogarsi sulla generalizzabilità degli studi e sulla loro trasferibilità in paesi e setting diversi da quelli della propria realtà locale. L’impatto degli spostamenti attivi non è semplice da valutare soprattutto in chi svolge ogni giorno attività fisica. Ed è complessa, secondo alcuni autori, la relazione tra “active travel” e altre forme di attività fisica (sport, attività svolte nel tempo libero) per le ragioni già descritte al punto due e anche per la difficoltà a isolare gli effetti sulla salute del muoversi a piedi e in bicicletta. Nei bambini è inoltre difficile misurare l’impatto di salute dell’attività fisica in generale perché i potenziali benefici si manifestano nel tempo, anche dopo molti anni, quando, il follow up è già terminato. Come è stata realizzato lo studio La revisione sistematica Saunders 2013 è la prima che raccoglie e analizza tutti gli studi prospettici di coorte e di intervento (principalmente studi randomizzati controllati o studi controllati senza randomizzazione), con l’obiettivo di ricostruire un quadro generale delle evidenze relative agli effetti che le forme di trasporto attivo hanno sulla salute. Gli studi non hanno limiti temporali, linguistici e tematici e sono indirizzati a tutte le fasce di età. Sono state consultate 11 banche dati ed è stata condotta anche una ricerca manuale; i criteri di inclusione per la selezione degli articoli sono: studi prospettici, che esaminano nel tempo la relazione tra trasporto attivo ed esiti di salute o che valutano, sempre in un arco temporale medio lungo gli effetti di un intervento di trasporto attivo; il trasporto attivo (inteso usare la bici o le proprie gambe come mezzo di trasporto) misurato in una popolazione sana (per esempio utilizzando misure autoriferite o l’uso del pedometro); l’inclusione di esiti di salute. Sono stati selezionati 24 studi realizzati in 12 paesi di cui sei indirizzati alla fascia di età 6-18 anni. Per approfondire: Rapporto nazionale PASSI 2012. Attività fisicaRapporto PASSI. Dati della Regione PiemonteOKkio alla salute 2012. Dati nazionaliOKkio alla salute 2012. Dati della Regione Piemonte World health organization. Obesity and overweightWorld health organization. Global recommandations on physical activity for health, 2010 TAG ARTICOLODECISORI; OBESITA'; P.R.P. 2014-2018; TRASPORTO ATTIVO; WALKING;