Il progetto - che ha avuto il sostegno economico della Cassa di Risparmio di Cuneo - si propone di costruire un “welfare di comunità” integrando welfare locale e welfare pubblico: l’idea base è che la sinergia tra pubblico e privato - in termini di condivisione di differenti competenze e risorse presenti sul territorio - facilita l’individuazione di soluzioni rispetto ai bisogni sociali, in un'ottica innovativa a vantaggio della collettività.
È sera, Massimo ha voglia di tornare casa, ha travasato il vino da un’autoclave ad un'altra insieme al suo collega Elidon. Ora tocca pulirla, quell’autoclave, ove oltre al vino era stato insufflato del gas inerte per fa sì che il vino non subisse un processo di ossidazione.
Horus fa l’imbianchino, lavora per il suo amico e connazionale Memir che è in Italia da più anni di lui. Non è assunto, è lavoratore autonomo, così è più facile lasciarlo a casa quando non c’è lavoro.
L’Anaao ha condotto una survey destinata ai medici al fine di comprendere quante aggressioni interessino la categoria. Il trend è in aumento ma l’80% delle aggressioni non viene denunciato. I medici più colpiti sono gli psichiatri, seguono gli gli operatori del pronto soccorso. L’analisi è stata condotta da gennaio a febbraio 2020, ha interessato 2059 soggetti. Il 56,10% di coloro che hanno risposto è di sesso femminile, a dimostrazione di come il problema aggressioni sia più sentito tra i medici donna (nel 2018 era il 53%). L’indagine ha visto la partecipazione di 19 regioni con percentuali di risposte variabili e picchi in Lombardia, Campania, Veneto, evidenziando un chiaro mutamento rispetto all’ultimo sondaggio del 2018. Solo il 21% delle risposte di oggi proviene dalle regioni del sud e delle isole, rispetto al 70% del 2018, mentre il 57% arriva dalle regioni del nord ed il 22% da quelle del centro. Questo dimostra che la violenza sugli operatori sanitari, per lungo tempo attribuita prevalentemente a regioni del sud Italia ed alle isole dove le situazioni socio-economiche e sanitarie sono più complesse, è ormai diventato fenomeno largamente diffuso su scala nazionale. Il 55,44% dei rispondenti ha affermato di essere stato personalmente vittima di violenza, in valore assoluto 1137 medici rispetto agli 832 del 2018, nel 76,52% dei casi di carattere solamente verbale. Per quanto riguarda le discipline interessate dal fenomeno, l’86% degli psichiatri dichiara di aver subito aggressioni, il 77% dei medici di medicina d’urgenza, un trend decisamente in crescita in tali servizi, il 60% dei chirurghi, il 54% dei medici del territorio, il 40% degli anestesisti. Il dato preoccupante è che il 79,26% degli operatori vittime di violenza non ha presentato denuncia, e che il 66% afferma di essere a conoscenza di episodi di aggressione ai danni di operatori, ciò dimostra che il fenomeno continua ad essere sottostimato. Il 23% afferma inoltre di essere venuto a conoscenza di casi da cui è scaturita invalidità permanente o decesso conseguenti ad episodi di violenza ai danni di operatori. Alla domanda sulla conoscenza delle leggi attualmente vigenti in termini di prevenzione delle aggressioni, solo il 37% risponde in maniera affermativa.
Nella fase attuale di emergenza sanitaria scaturita dalla diffusione del contagio da Coronavirus, DoRS ha svolto una ricerca in rete per individuare gli strumenti messi a disposizione, in questo frangente, dagli enti, italiani e internazionali, che si occupano di sicurezza nei luoghi di lavoro.
Christian lavorava all’interno di un’importante fondazione culturale, doveva ultimare i lavori di stuccatura delle pareti in cartongesso già installate nei giorni precedenti. A questo scopo aveva allestito un piano di lavoro a circa undici metri da terra, costituito da due assi in legno affiancate lunghe due metri e larghe cinquanta centimetri.
Sul sito del Progamma SPoTT è disponibile il Report “Il termovalorizzatore di Torino ha un impatto sulla salute? I risultati del Programma SPOTT a tre anni dall’avvio dell’impianto” che contiene il racconto delle attività svolte dal 2013 al 2020 e dei risultati raggiunti.
Erano i primi giorni di dicembre, la giornata era fredda. Quell’anno aveva cominciato a nevicare presto. Nella cava presso cui lavorava Lorenzo con suo fratello Flavio ed altri tre colleghi si coltivava la preziosa pietra di Luserna
Infortuni e malattie professionali hanno un costo elevato per il lavoratore, il datore di lavoro, i governi e la società. Nell'estate del 2019, l'Agenzia europea per la sicurezza e la salute sul lavoro ha pubblicato un'analisi del peso economico di infortuni e malattie sul lavoro in cinque paesi dell'Unione europea: Finlandia, Germania, Paesi Bassi, Italia e Polonia.
La chiamata dei Vigili del Fuoco arrivò nella mattinata di una fredda giornata di gennaio quando Massimo fu ritrovato riverso sul bordo di una vasca che conteneva residui di vernici. Massimo lavorava alla pulizia con cloruro di metilene; i vapori inalati determinarono un avvelenamento acuto causando la sua morte.