Occhio al codice, gennaio 2011La promozione dei sostituti del latte materno attraverso i sistemi sanitari è un boccone molto ambito dalle aziende di settore, perché incisiva e efficace. In questo numero potrai scoprire le violazioni del Codice più comuni, quali dovrebbero essere invece le buone pratiche e infine le "buone notizie" riguardo la protezione e promozione dell'allattamento al seno
L’INRAN, l’ente pubblico italiano per la ricerca in materia di alimenti e nutrizione, ha condotto uno studio sull’estragolo, sostanza naturale presente nei semi di finocchio. Già nel 2001 l’estragolo era stato riconosciuto come sostanza cancerogena e genotossica a livello europeo, tanto da bandirne l’aggiunta come aromatizzante agli alimenti trasformati. Ora questo studio conferma che le tisane al finocchio, comprese quelle "per bambini", contengono quantità di estragolo tali da renderle non raccomandabili sotto i 4 anni di età, per le donne in gravidanza e le donne in allattamento. Le tisane al finocchio sono spesso commercializzate come "rimedio naturale" per le coliche dei lattanti e per aumentare la produzione di latte della mammaL’INRAN, l’ente pubblico italiano per la ricerca in materia di alimenti e nutrizione, ha condotto uno studio sull’estragolo, sostanza naturale presente nei semi di finocchio. Già nel 2001 l’estragolo era stato riconosciuto come sostanza cancerogena e genotossica a livello europeo, tanto da bandirne l’aggiunta come aromatizzante agli alimenti trasformati. Ora questo studio conferma che le tisane al finocchio, comprese quelle "per bambini", contengono quantità di estragolo tali da renderle non raccomandabili sotto i 4 anni di età, per le donne in gravidanza e le donne in allattamento. Le tisane al finocchio sono spesso commercializzate come "rimedio naturale" per le coliche dei lattanti e per aumentare la produzione di latte della mamma.
Venerdì 14 gennaio 2001 il British Medical Journal ha pubblicato un articolo che mette in dubbio la raccomandazione dell'OMS di allattare esclusivamente al seno per 6 mesi. I media, in Italia e altrove, hanno ripreso questo articolo e ne stanno diffondendo il discutibile messaggio in un modo che potrebbe confondere le madri e le famiglie con una conseguente riduzione della percentuale di donne che allatta esclusivamente al seno per 6 mesi, periodo raccomandato anche in Italia dal Ministero della Salute e da numerose associazioni professionali. Il quotidiano La Stampa, per esempio, titola “Troppe poppate fanno male” quando non esiste nessuna ricerca e nessun ricercatore al mondo, nemmeno gli autori dell'articolo britannico, che possano dimostrare danni da allattamento al seno.Venerdì 21/1/2011 l'OMS ha smentito i contenuti dell'articolo e ha ribadito "allattamento esclusivo per i primi 6 mesi"