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» Tipologia : Dati

Fine corsa: le associazioni dei professionisti della salute per l’endgame del tabacco in Italia
Manifesto per un programma di interventi efficaci per ridurre il fumo e arrivare in 25 anni all’eradicazione del tabagismo. Società scientifiche, professionisti della salute, esponenti della società civile invitano lo Stato italiano e i ministeri competenti a dotarsi di una strategia di fine corsa (endgame) per il tabacco.
Regione Lombardia, ASL Milano 1. Banca dati sul disagio psichico

La monografia, pubblicata a ottobre 2014  a cura dell’Osservatorio epidemiologico e dei registri specializzati, vuole essere uno strumento di indagine sul disagio psichico rilevato sul territorio . di una Asl lombarda che copre 73 Comuni.


La banca dati, al 2012, include  85.000 soggetti, di cui 22 mila adulti con diagnosi psichiatrica, per un tasso di disturbi psichiatrici sul territorio pari  a 28,9 per 1000.


La banca analizza i risultati relativi alla distribuzione complessiva dei disturbi mentali suddivisi per singole categorie diagnostico-psichiatriche, i costi medi di assistenza e il carico complessivo di patologia in termini di comorbidità.


Oltre ai dati relativi a viste specialistiche (ricoveri, prescrizioni) la banca dati raccoglie informazioni sui bisogni di salute dei pazienti psichiatrici sia a livello medico (ospedaliero e ambulatoriale) sia socio-sanitario (istituti di riabilitazione, residenze sanitarie per anziani).


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Meno morti e meno incidenti sulle strade del Piemonte

Nel 2013 si conferma la riduzione della dimensione regionale del problema degli incidenti stradali: i morti (259) sono stati l’8,8% in meno rispetto al 2012, mentre gli incidenti (11.252) sono diminuiti del 7,4%. E' quanto emerge dal Rapporto annuale 2014 sull’incidentalità stradale in Piemonte, pubblicato dal Centro di Monitoraggio Regionale della Sicurezza Stradale (CMRSS).


Contro la violenza sulle donne
L’Organizzazione Mondiale della Sanità considera la violenza di genere come una priorità per la sanità pubblica e una violazione dei diritti umani. Il 25 novembre è stato designato come “Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne”.
Nuovi dati sulla relazione tra l’uso dei telefoni cellulari e i tumori cerebrali

Lo studio CERENAT, pubblicato recentemente, porta ulteriori prove a favore dell'associazione tra l'uso del cellulare e l'insorgenza di tumori cerebrali. Nel luglio del 2011 l'Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro aveva classificato i campi elettromagnetici a radiofrequenza emessi dai telefoni cellulari come possibili cancerogeni per l'uomo


Dal 2011, in Italia sono triplicati gli orti urbani

"Nelle città capoluogo raggiunto il record di 3,3 milioni di metri quadrati di terreno adibiti alla coltivazione a uso domestico, all'impianto di orti o al giardinaggio ricreativo. Per aiutare i tanti neofiti è nata una rete di personal trainer dell'orto grazie alla fondazione Campagna Amica promossa dalla Coldiretti". Da Redattore sociale, 21 agosto 2014.


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Il processo alla sigaretta elettronica: un anno dopo
Un aggiornamento della letteratura scientifica sull’efficacia della sigaretta elettronica nei processi di disassuefazione e sulla normativa relativa alle regole per il commercio, alla protezione dei minori e alla nuova direttiva europea.
Come riportano i quotidiani le notizie di femminicidio? Un'analisi di lessico e sintassi attraverso tecniche di text mining
L’analisi del linguaggio usato negli articoli dei quotidiani dimostra come le vittime di femminicidio vengano ulteriormente penalizzate. In primo piano è sempre posto l’uomo autore del delitto, togliendo centralità alla vittima, soprattutto se straniera, a testimonianza di una distorta percezione del problema nella società.
Purché ci sia la salute

Essere in buona salute è una condizione cruciale per qualsiasi persona. Può dipendere da molti fattori ma soprattutto dalle possibilità economiche e dall’istruzione. La relazione tra reddito e salute è stata oggetto di un'infografica presentata al recente salone del libro di Torino nel ambito del progetto Piemonte Visual Storython.


La nuova newsletter del Centro di Monitoraggio Regionale della Sicurezza Stradale: in calo la mortalità in Europa nel 2013

Il Centro di Monitoraggio Regionale della Sicurezza Stradale con questo nuovo numero della newsletter periodica inaugura la collaborazione con Dors e con gli enti che si occupano del tema della sicurezza stradale e della prevenzione degli incidenti stradali.


Promozione della salute nei luoghi di lavoro: una metanalisi dell'efficacia degli interventi

Il posto di lavoro è considerato un ottimo contesto in cui fare promozione della salute perché sono presenti reti sociali naturali ed è possibile raggiungere un gran numero di persone. La metanalisi di Rongen, et al. riporta che l’effetto complessivo dei programmi di promozione della salute nei luoghi di lavoro è significativo ma moderato.


Quanto la salute influenza l’uscita dal mondo del lavoro

In Europa, soprattutto nei paesi del Nord, si assiste ad un paradosso: benchè la popolazione sia più sana e il lavoro più automatizzato, aumenta il numero di lavoratori che lasciano il proprio lavoro per problemi di salute. I problemi mentali ne sono una delle cause principali. Queste le conclusioni più importanti della revisione di van Rijn pubblicata recentemente.


Il capitale sociale nell’Italia di oggi: una risorsa importante, ma non equamente distribuita

Il capitale sociale, definito come l’aspettativa individuale circa la propensione degli altri ad assumere un comportamento cooperativo, ha un effetto causale positivo piuttosto marcato sulla salute del singolo. Questo effetto è tanto maggiore quanto più alto è il capitale sociale comunitario nella regione di residenza , cioè il livello medio di capitale sociale dell’individuo nella regione


Il rapporto sul Benessere Equo e Sostenibile (BES) del 2013, pubblicato da ISTAT e CNEL, tenta di analizzare la disponibilità di capitale sociale tra i cittadini residenti sul territorio italiano, misurando le reti sociali e il livello di fiducia e di partecipazione alla vita politica ed economica. Emerge un Paese dove prevalgono reti "corte" e legami "stretti", rappresentati dalla famiglia e dalle reti parentali. Al di là di queste reti, sembra sussistere una scarsa fiducia nella società più ampia e nelle sue forme di organizzazione (istituzioni) e rappresentanza (partiti).


Le disuguaglianze geografiche e sociali che esistono nella disponibilità di queste risorse, la frammentazione e precarizzazione di alcuni spazi aggregativi quali il lavoro e di supporto quali la famiglia, evidenziano l’urgenza di sviluppare nel lavoro sociale e più in generale nelle politiche rivolte al territorio, la capacità, di individuare ed interagire con le risorse di rete disponibili (volontariato, associazionismo, reti di prossimità).


A questo scopo possono servire interventi ‘ad ampio spettro’ in grado di sviluppare il senso di appartenenza alla comunità locale e in grado di offrire occasioni di incontro e scambio soprattutto per i soggetti più deboli (donne sole, anziani, disoccupati. ecc.), che spesso hanno perso i tradizionali riferimenti di rete e sono a rischio di isolamento sociale.


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Il capitale sociale: una risorsa per il benessere delle persone e della comunità

Il contributo intende


1) fornire una definizione approfondita del concetto di capitale sociale,


2) illustrare il dibattito scientifico in corso sulla relazione tra capitale sociale e salute,


3) illustrare una proposta di misurazione del capitale sociale


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Gli effetti della partecipazione sui giovani italiani. L'indagine "Forme in trasformazione della partecipazione"

Lo studio, realizzato nel 2011 da Arciragazzi e dal centro di ricerca CEVAS , ha tentato di misurare le ricadute dei processi di partecipazione e di cittadinanza sui giovani.


I giovani che hanno avuto esperienza in contesti partecipativi presentano rispetto ai loro coetanei che non hanno avuto tale possibilità:



  • maggiore speranza nel futuro e nella possibilità di cambiamento

  • minore propensione a richiedere raccomandazioni e favoritismi

  • minore propensione ad aderire a modelli identitari di tipo autoritario e a manifestare atteggiamenti xenofobi o populistici

  • aumento dell'impegno politico

  • maggiore senso di autoefficacia

  • aumento del successo scolastico

  • riduzione di alcuni comportamenti a rischio per la salute (minori ubriacature, minore sedentarietà)


Il rapporto offre spunti utili a quanti si occupano di promuovere partecipazione a livello sociale e a chi è coinvolto in progetti di prevenzione e promozione della salute rivolti ai ragazzi.


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FATTI E CIFRE SUL FUMO DI TABACCO IN PIEMONTE. Bollettino 2013

Il Bollettino Fumo è redatto dall'Osservatorio Epidemiologico delle Dipendenze - Regione Piemonte ASL TO3 – S.C. a D.U. Servizio Sovrazonale di Epidemiologia.


Puoi scaricare il volume completo cliccando qui
o leggere il QUADRO DI SINTESI


Il quadro complessivo per quanto attiene alle conseguenze sulla salute collegate al fumo evidenzia come il problema rimanga tuttora rilevante in Piemonte pur in presenza di una diminuzione della proporzione dei fumatori e delle conseguenze del fumo in termini di morbosità e mortalità, diminuzione che però si è arrestata negli anni più recenti per tutti e tre gli indicatori.


Nella popolazione generale (Indagini ISTAT) si osserva fino al 2005 una tendenza alla riduzione della proporzione di fumatori, che scende dal 36% nel 1980 sia in Piemonte sia in Italia a, rispettivamente, il 24% e il 23% nel 2005, e si arresta negli anni successivi: nel 2011 i fumatori sono il 25% in Piemonte e il 24% in Italia. La diminuzione fino al 2005 ha riguardato esclusivamente gli uomini, mentre tra le donne si assiste ad una sostanziale stabilità nel corso dell’intero periodo. Nel 2011, in Piemonte, la proporzione di uomini fumatori (30%) continua ad essere superiore a quella delle donne fumatrici (20%).


In relazione al titolo di studio, un buon indicatore di posizione sociale, si nota che la riduzione del tabagismo ha interessato nel tempo tutti i livelli di istruzione, ma con un decremento meno importante al diminuire del titolo di studio: confrontando i dati piemontesi del 2011 con quelli del 1980, si ha una riduzione del 60% tra i laureati, del 44% tra i diplomati, del 26% tra i soggetti con licenza di scuola media e del 32% tra coloro che hanno al massimo la licenza elementare.


In base ai dati dell’indagine PASSI, nel 2011 il 19% dei piemontesi di età compresa tra 18 e 69 anni dichiarava di aver smesso di fumare da più di 6 mesi e l’1% aveva smesso da meno di sei mesi. Inoltre il 36% riferiva di aver tentato di smettere nell’ultimo anno. L’89% dei fumatori che hanno tentato di smettere dichiarava di aver smesso di fumare da solo. Tra coloro che negli ultimi 12 mesi erano stati dal medico o da un operatore sanitario, il 45% riferiva che in tali occasioni gli erano state poste domande sul proprio comportamento tabagico, percentuale che sale al 67% tra i fumatori.


Nello studio ESPAD condotto tra gli studenti di 15-19 anni il 60% degli studenti della regione Piemonte ha provato, almeno una volta nella vita, a fumare e il 23%, nell’ultimo anno, ha fumato quotidianamente almeno una sigaretta. Il fumare almeno una sigaretta al giorno, che ha riguardato il 24% della popolazione studentesca maschile ed il 21,3% di quella femminile, è direttamente correlato all’età, raggiungendo il 38% tra i 19enni e il 30% tra le 19enni. Nel corso degli anni 2009-2012 la prevalenza di coloro che hanno fumato almeno una sigaretta nella vita evidenzia un graduale decremento, passando dal 64% al 60%, così come la prevalenza di chi fuma quotidianamente passa dal 28% al 23%.


A causa del fumo di tabacco nel 2010 in Piemonte sono morte 5.554 persone, di età superiore ai 34 anni, il 19% di tutti i decessi fra gli uomini e il 4% fra le donne. Sono avvenuti prima dei 75 anni (mortalità precoce) 2.267 decessi. In questa fascia di età i decessi dovuti al fumo costituiscono il 22% dei decessi fra gli uomini e il 9% fra le donne. In coerenza con gli andamenti della prevalenza dei fumatori, la frazione della mortalità attribuibile al fumo fra gli uomini tende a ridursi nel tempo almeno fino al 2006, per poi stabilizzarsi negli anni successivi, mentre tende ad aumentare fra le donne pur in presenza di alcune oscillazioni.


Sia il numero assoluto sia la proporzione dei ricoveri attribuibili al fumo di tabacco diminuisce negli anni: nel 1996 i ricoveri erano 39.923, il 7% del totale; nel 2011 erano 21.307, il 4% del totale tra gli adulti di età superiore a 34 anni, il 6% se si considerano solo gli uomini. Tale riduzione si osserva soprattutto negli uomini, mentre è di minor entità nelle donne. La maggior parte di questi ricoveri (n=14.227) si concentra nella popolazione al di sotto dei 75 anni di età.


Nel periodo 2005-2010 sono progressivamente aumentate le ASL che dichiarano di avere trattato soggetti per tabagismo come sostanza primaria e il numero di soggetti trattati presso i Dipartimenti di Patologia delle Dipendenze è anch’esso aumentato da 624 a 1.618.