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Approvato anche il quarto vaccino per la prevenzione della Covid 19

Sono quattro, per ora, i vaccini approvati dall' Agenzia Europea per il farmaco (EMA). Si tratta del vaccino Comirnaty (BNT162b2) della Pfizer-BioNTec, del mRNA-1273 sviluppato da Moderna, ChAdOx1 nCoV-19 prodotto AstraZeneca e di Ad26.COV2.S sviluppato dalla Johnson & Johnson.


Vaccinazione anti-covid 19 per le persone con gravi problemi di salute mentale: una priorità di salute pubblica

Le persone con problemi gravi di salute mentale hanno un rischio maggiore di essere contagiati dal COVID-19 e hanno tassi di ospedalizzazione, morbilità e mortalità più alti, a causa di fattori sfavorevoli: la poli-assunzione farmacologica, le precarie condizioni generali di salute, le malattie fisiche concomitanti, il ridotto accesso alle cure sanitarie, e gli aspetti inerenti l'ambiente e lo stile di vita come ad esempio basso livello socio-economico, sovraffollamento abitativo, fumo, obesità (cfr. tabella all’interno dell’articolo Barriers and Enablers to Coronavirus Disease 2019 (COVID-19) Access for People With Serious Mental Illness (SMI)).


Alla luce di queste caratteristiche di vulnerabilità è importante che queste persone diventino un gruppo prioritario rispetto alla somministrazione di un vaccino anti Covid. Gli autori dell'articolo evidenziano chiaramente che il rischio aumentato di esiti gravi a seguito di un'infezione da Covid 19 e la presenza di barriere strutturali inerenti l'accesso al vaccino creano il "dovere etico" del dare priorità alle persone con patologie psichiatriche gravi, al pari di altre categorie fragili come gli anziani e le persone affette da malattie cronico-degenerative o da gravi problemi di salute fisica, in linea con le indicazioni della statunitense National Academies of Sciences, Engineering, and Medicine (Framework For Equitable Allocation Of COVID-19 Vaccine, december 2020).


 


Prevenzione e contrasto alla violenza di genere: minori, migranti e rifugiati

Un tratto che spesso caratterizza le storie di giovani migranti e rifugiate è la volontà di superare la violenza e le esperienze traumatiche vissute, al fine di migliorare la propria condizione e quella della loro famiglia, lavorando e acquisendo autonomia. Le donne e ragazze migranti e rifugiate, nonostante le incredibili sfide affrontate, in ragione delle numerose barriere che ostacolo il loro accesso a determinati servizi, assumono ruoli di leader e diventano punti di riferimento all’interno delle loro comunità, nei centri informali e nelle occupazioni.


Attraverso l’empowerment di donne e ragazze - tramite programmi di life-skills e il miglioramento dell’accesso alle informazioni e ai servizi disponibili – l’UNICEF mitiga il rischio di violenza rafforzando la consapevolezza delle giovani su come riconoscere e affrontare eventuali casi di rischio. L’UNICEF ha inoltre realizzato e diffuso una campagna di sensibilizzazione e materiale aggiuntivo al fine di promuovere l’accesso ai servizi di protezione e di diffondere informazioni chiave.


 Il lavoro di prevenzione della violenza richiede anche uno stretto lavoro con le istituzioni al fine di supportare lo sviluppo di politiche, leggi e protocolli di risposta alla violenza di genere, e attraverso l’implementazione di strategie per generare un cambiamento delle norme.


Tra le note condivise con le istituzioni, un manuale sull’identificazione delle minori straniere non accompagnate in Bulgaria, Grecia, Italia e o ancora una ricerca sulla violenza sessuale contro uomini e ragazzi nella rotta del Mediterraneo Centrale che ha consentito la diffusione e generazione di conoscenze sul tema. Tra le attività recentemente condotte anche il rafforzamento della risposta dei servizi nell’ambito dell’emergenza COVID-19 in Italia.


Adolescenti e covid: come prevenire e curare l’ansia e la depressione

Come stanno i ragazzi e le ragazze in epoca di pandemia? Adolescenti e preadolescenti in questo periodo di isolamento forzato e di pressione psicologica sono più preda di depressione, ansia e sono anche più esposti alla violenza domestica. Gli esperti di salute mentale hanno registrato  tassi di depressione e suicidio in aumento fra i giovani. Nell’articolo vengono descritti i dati e i risultati delle principali ricerche e degli studi che si sono occupati del fenomeno nell’ultimo periodo e vengono fornite alcune raccomandazioni, evinte dalla letteratura scientifica internazionale, per migliorare la salute mentale degli adolescenti.


Suggerimenti per la comunicazione delle prove di efficacia

Ciò che si chiede alla letteratura scientifica è affidabilità, onestà, competenza.  Le evidenze scientifiche devono essere presentate in forma accessibile, comprensibile, utile e valutabile. Evitare certezze ingiustificate e presentazioni di parte, utilizzare narrazioni chiare; sforzarsi di informare e non di persuadere.


Le strategie di prevenzione basate sull’empowerment sono in grado di contrastare il fumo di tabacco?

Il concetto di empowerment per la salute non è stato fino ad ora reso sufficientemente operativo: è il momento di fare il punto. Presentiamo una sintesi di una revisione sistematica di letteratura realizzata da un gruppo di ricercatori italiani e recentemente pubblicata sulla rivista scientifica Global Health Promotion.


Non voltiamo la testa. Resistere e combattere la violenza sulle donne

Il 25 novembre si celebra la Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne. Per sensibilizzare l’opinione pubblica e le istituzioni al problema e trovare soluzioni per il contrasto e il cambiamento è stata promossa l’iniziativa “The Global 16 Days Campaign” e   UN Women,  organo delle Nazioni Unite dedicato all'uguaglianza di genere e all'emancipazione delle donne, ha pubblicato  un decalogo intitolato Agire: 10 modi per aiutare a porre fine alla violenza contro le donne, anche durante una pandemia.


Gli effetti della pandemia sulle persone anziane: isolamento e “ageismo”.

Durante la pandemia di COVID-19, le persone anziane hanno dovuto fare i conti con le conseguenze derivanti dall’isolamento e dall’emarginazione di cui sono stati oggetto in maniera diffusa. Molti studi e ricerche hanno indagato il fenomeno, elaborando delle raccomandazioni, inerenti interventi mirati, con l’obiettivo di facilitare la loro inclusione.


Il dilemma delle pubblicazioni scientifiche al tempo della pandemia

La pandemia da Sars Cov 2 ha avuto come conseguenza, tra le tante nefaste, anche una vasta produzione di articoli scientifici che non hanno seguito il lungo e articolato iter delle normali pubblicazioni su riviste tradizionali, ma sono stati diffusi su repository in modalità preprint, ovvero non sottoposti al processo di peer review  e messi immediatamente a disposizione della comunità scientifica.


Investire nella salute di mamme e bambini per costruire società resilienti.

Nella fase post pandemia da COVID-19, sarà necessario reinvestire nella salute materna, neonatale e infantile, come suggerisce un articolo pubblicato su Lancet Public Health. Dors ne propone una sintesi.


Proposte del NIHM per diffondere interventi efficaci per la salute mentale in tempo di pandemia
 

L'impatto creato dalla pandemia di covid 19 sulle strutture sociali ed economiche e sui sistemi sanitari sta avendo conseguenze pesanti per la salute mentale della popolazione, come già segnalava il Direttore Generale delle Nazioni Unite il 13 maggio, raccomandando 3 azioni chiave:
- adottare un approccio globale a livello di società per promuovere e proteggere la salute mentale
- assicurare la disponibilità diffusa e reale dei servizi di emergenza psichiatrica e di supporto psicosociale
- facilitare il recupero dalla pandemia sviluppando servizi di salute mentale efficaci ed efficienti nel futuro.


Ma tali raccomandazioni rischiano di restare inascoltate dai governi dei Paesi a basso e medio reddito in cui ad oggi il 90% circa delle persone con problemi di salute mentale non ricevono alcun tipo di intervento.


Quali soluzioni può fornire la ricerca?
Il NIHM - National Institute of Mental Health ha promosso e sostiene una rete di "hubs di ricerca" con l'obiettivo di affrontare i problemi dei Paesi a basso e medio reddito per favorire l'implementazione sostenibile ed evidence-based dei servizi di salute mentale. I cosiddetti “NIMH Scale-Up Hubs” sono interdisciplinari, comprendono persone con esperienze e competenze diversificate, impegnate nella ricerca sull'accessibilità, l'adozione, la qualità, i costi e l'efficacia dei servizi di salute mentale, attraverso l'aumento delle collaborazioni e degli apprendimenti condivisi, lo sviluppo di competenze locali di ricerca, la creazione di relazioni con gli stakeholder della comunità, le istituzioni e le associazioni locali.  


Gli Hubs hanno sviluppato e diffuso strategie creative e innovative per coinvolgere intere comunità nella realizzazione ed erogazione di programmi/interventi di promozione della salute mentale e prevenzione del disagio psichico rivolti all'intero ciclo di vita, con un'attenzione alle raccomandazioni delle Nazioni Unite, alle evidenze di efficacia, alla replicabilità/trasferibilità, e utilizzando vari canali/strumenti tra cui piattaforme digitali.



Ecco alcune esperienze in vari Paesi:



- in Pakistan  gli insegnanti stanno insegnando ai bimbi delle scuole primarie e secondarie a riconoscere e gestire problemi emozionali e comportamentali attraverso un programma educativo on line, integrato nel curriculum scolastico
-  In Uganda i genitori di bambini con problemi comportamentali stanno effettuando una formazione insieme agli operatori sanitari per costruire modalità comunicative e relazionali comuni
-  In India vengono realizzati interventi nel setting comunità per la prevenzione del suicidio tra studenti e giovani operai, in cui gli operatori sanitari vengono formati per riconoscere tempestivamente segnali di rischio e collaborare con i servizi locali di salute mentale 


-  In Tailandia viene effettuata una formazione per i professionisti impegnati nelle cure domiciliarie per aiutare i caregivers che si occupano di familiari over60 affetti da demenza, attraverso interventi di tipo psicologico, educativo, fisico


 Rahman A, Naslund JA, Betancourt TS, Black CJ, Bhan A, Byansi W, Chen H, Gaynes BN, Restrepo CG, Gouveia L, Hamdani SU, Marsch LA, Petersen I, Bahar OS, Shields-Zeeman L, Ssewamala F, Wainberg ML. The NIMH global mental health research community and COVID-19. Lancet Psychiatry. 2020 Oct;7(10):834-836. 


 


Il suicidio e la pandemia di covid19: quanto impatta la pandemia sul rischio suicidario? E quali strategie per arginare il fenomeno?

Il suicidio rappresenta un problema di sanità pubblica rilevante. Secondo l’IASP - International Association for Suicide Prevention, affiliata all’OMS: “Ogni anno il suicidio è tra le prime 20 principali cause di morte a livello globale per le persone di tutte le età, e la terza causa di morte tra i ragazzi di 15 – 19 anni. È responsabile di oltre 800.000 morti, il che equivale ad un suicidio ogni 40 secondi” .  L’attuale pandemia di covid19 rischia di impattare pesantemente sul fenomeno, e ci obbliga perciò a mantenere sempre alta l’attenzione alle conseguenze in termini di salute pubblica e a cercare strategie di protezione del benessere della comunità tutta.


La salute mentale: un tema tanto importante quanto sottovalutato

In occasione del 10 ottobre, Giornata mondiale della salute mentale, l’Organizzazione Mondiale della Sanità esorta i governi ad aumentare gli investimenti nel campo della salute mentale.


Scuola: i dati sui contagi durante il lockdown e le regole per il nuovo anno

Gli studi che hanno indagato il contagio da SARS-CoV-2 nelle scuole sono pochi data la loro chiusura allo scoppiare dei primi focolai della pandemia nella maggior parte dei paesi. In questo articolo ne presentiamo i risultati e illustriamo le regole definite in Italia e in Piemonte per la ripresa delle lezioni.


Emergenza COVID-19 ed Evidence-based Medicine: una nuova sfida

Nelle emergenze di sanità pubblica, le prove, gli interventi e le decisioni procedono simultaneamente con conoscenze e raccomandazioni in continuo mutamento. Gli approcci ideali della politica e della pratica basata sull'evidenza non sono risultati idonei ad affrontare le incertezze che sorgono nelle situazioni in continua evoluzione.


Organizzazione Mondiale della Sanità: 16 giorni di attivismo contro la violenza di genere


Il 25 novembre è la Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne e l'inizio dei 16 giorni di attivismo contro la violenza di genere. I 16 giorni di attivismo terminano il 10 dicembre (Giornata internazionale dei diritti umani) e durante questo periodo l'Organizzazione Mondiale della Sanità evidenzierà 16 fatti chiave sul partner intimo e sulla violenza sessuale contro le donne.


 

Lo studio multinazionale dell'OMS sulla salute delle donne e la violenza domestica contro le donne ha indicato che la violenza da partner intimi è diffusa in molte società. Lo studio ha mostrato che i tassi di violenza fisica e / o sessuale da parte di un partner intimo variavano dal 15% in Giappone, al 70% in Etiopia e Perù, con la maggior parte dei siti che riporta tassi tra il 29 e il 62%.

 

l partner intimo e la violenza sessuale possono provocare problemi fisici, sessuali, riproduttivi e di salute mentale a breve e lungo termine. Sebbene anche i maschi possano essere vittime, le femmine ne sono colpite in modo sproporzionato. Le strategie di prevenzione includono:


• insegnare abilità relazionali sane e sicure
• rafforzare il sostegno economico alle famiglie
• sfidare le norme sociali che promuovono l'autorità maschile sulle donne
• offrire empowerment e istruzione agli astanti
• eliminare le disuguaglianze di genere nell'occupazione e nell'istruzione
• creare ambienti protettivi



E tu, ci credi?

Monitorare le conversazioni sui social media è uno dei metodi più efficaci per intercettare in tempo reale i rumors, combattere la disinformazione e ridurre lo stigma relativi al Covid-19 individuando le azioni più efficaci per favorire l'accesso da parte delle persone a informazioni corrette e basate sull'evidenza scientifica. 


Le priorità di ricerca per mitigare/contrastare gli effetti della pandemia sulla salute mentale della popolazione: il Position Paper britannico

Gli effetti psicologici, sociali e neuro-scientifici della pandemia di Covid-19, indagati da un gruppo di ricerca e studio britannico, sono la base concreta per individuare le priorità e le strategie immediate e a lungo termine necessarie per orientare la ricerca e l’azione nel campo della salute mentale.


Inquinamento dell'aria e Covid 19

L’associazione tra inquinamento dell’aria e covid 19 è oggetto di grande attenzione. Ad oggi (14 luglio) inserendo su pubmed la stringa di ricerca “Covid 19 AND pollution”  si ottengono 167 risultati, una letteratura ampia pubblicata nel giro di pochi mesi.


L'Health literacy: un'arma contro la disinformazione all'epoca del Covid-19

La straordinaria diffusione della disinformazione durante la pandemia è stata e continua ad essere impressionante. E' riconosciuto, ormai da tempo, quanto una buona comunicazione e una buona salute viaggino di pari passo. E' necessario quindi, investire in interventi e strategie quali l'health literacy, utili a contrastare la cattiva informazione e a facilitare l'accesso a una comunicazione basata sulle evidenze.


Affrontare la violenza contro i bambini, le donne e le persone anziane durante la pandemia

Diversi paesi colpiti da COVID-19 hanno visto aumentare i livelli di violenza che si verificano in casa, tra cui la violenza contro i bambini, la violenza intima dei partner e la violenza contro gli anziani. I paesi devono anche affrontare sfide crescenti nel mantenere il sostegno e l'assistenza ai sopravvissuti alla violenza. Il documento indica le azioni chiave che il settore sanitario può intraprendere nell'ambito di una risposta multisettoriale per prevenire o mitigare la violenza interpersonale sulla base delle linee guida dell'OMS esistenti.


Marketing, norme e educazione: il giusto mix per comunicare la salute

L’epidemia di COVID-19 ha dato il via, in modo rapidissimo, ad una delle più grandi campagne sul cambiamento dei comportamenti nella storia della comunicazione della salute. Quali approcci comunicativi sono stati utilizzati? Che cosa funziona e per chi? Una riflessione dal dipartimento di Marketing Sociale della Griffith University, Australia.


 


Come la comunità reagisce di fronte alle emergenze

La pandemia di coronavirus e le sue conseguenze hanno acceso i riflettori sulla necessità di proteggere la salute mentale delle persone, con un focus sulle strategie di sviluppo della resilienza come elemento cruciale per la gestione dello stress psico-sociale a livello individuale e sociale.


CARE: una nuova risorsa per ripartire dall’equità

CARE – Catalogo di Azioni orientate all’Equità è una banca dati in cui si possono trovare esempi di interventi realizzati in Italia, in Europa e in altri paesi con caratteristiche simili al nostro.


Un mondo a rischio

Importanza e mancanza della preparedness, la prontezza all'azione, durante la pandemia da Covid 19


La faticosa ripresa delle persone ospedalizzate per l'infezione da coronavirus

L'autore, medico dello Stato del Massachussets, mette in evidenza la difficile ripresa delle persone che, a causa del contagio da Covid19, devono essere sottoposte a ricovero e a cure intensive lunghe e invasive. Accanto a malati asintomatici o con sintomi lievi ve ne sono altri in cui invece l'infezione ha un decorso acuto e spesso comporta mesi di riabilitazione in un ambiente non familiare, sottoposti alle cure di persone sconosciute con mascherine al volto, senza la possibilità di ricevere visite dall'esterno. Le conseguenze psicologiche di un'infezione grave da coronavirus in regime di ospedalizzazione e isolamento sono serie. 
Dal punto di vista emotivo e fisico è doloroso e faticoso anche per chi resta a casa, con una prospettiva di lunga separazione e dall'esito incerto: ad esempio, in circa i 2/3 delle donne rimaste a casa coi figli piccoli permangono sintomi depressivi anche dopo un anno dal ricovero del compagno/marito in un reparto di terapia intensiva. 
 


Dhruv Chullar. The challenges of post-COVID19 care, The New Yorker, Medical Dispatch, 23 aprile 2020


Il rischio di "normalizzare" la pratica medica ai tempi del coronavirus

L'autore descrive nel dettaglio la prassi medica di questi mesi, a partire dalla sua esperienza lavorativa all'interno dell'Ospedale Generale di Boston, e inquadra l'anormalità del lavoro con i pazienti covid e il senso di smarrimento del personale ospedaliero, evidenziando il forte rischio di virare verso una sorta di "adattamento normalizzante" per rendere meno dolorosa e più gestibile la prassi medica attuale.


Le Conclusioni dell'articolo: "È la nostra nuova normalità. Ma perdiamo qualcosa se permettiamo a noi stessi di diventare indifferenti alla situazione considerandola normale.  All'inizio della pandemia ero nervoso ma eccitato all'idea di occuparmi d qualcosa di nuovo, come fosse una sfida: adesso i casi critici sono diventati routine, comuni, parte di un modello e conformi alla procedura: invio le etichette in laboratorio, prenoto le radiografie, intubo il malato. Da inizio gennaio ci sono state nel Paese più di 3000 morti dovute al Covid, un'intera galassia di persone spazzata via da una piaga pericolosa e sconosciuta, per la quale noi medici non eravamo attrezzati. Normalizzare la situazione significa essere "compiacenti", "condiscendenti" con un sistema organizzativo che non sostiene e una cultura professionale che impedisce di mettersi in discussione. La "normalizzazione" della cura in questa situazione estrema è pericolosa tanto quanto il virus".


Clayton Dalton. The risk of normalizing the coronavirus. What do we lose when we become numb to mass death?  The New Yorker, Medical Dispatch, 7 maggio 2020


SIEP: Risorse in rete su Coronavirus e salute mentale

Pagina curata dalla SIEP, Società Italiana di Psicologia Psichiatrica, che presenta una ricca selezione di link su tematiche inerenti la salute mentale durante la pandemia. Le sezioni comprendono: I suggerimenti sviluppati dal Dipartimento di Salute Mentale della WHO come supporto per il benessere psicologico e mentale durante la pandemia da coronavirus; le indicazioni dei Centri per il Controllo e la prevenzione delle Malattie (CDC) sulle modalità per gestire lo stress associato alla pandemia da coronavirus, con approfondimenti per i genitori, per gli operatori e per chi ha terminato il periodo di quarantena; un elenco di risorse per gli psichiatri compilato dall'APA Committee on Psychiatric Dimensions of Disasters e dall'APA Council on International Psychiatry. Le risorse riguardano non solo l’impatto fisico del coronavirus, ma anche i problemi psicosociali e di salute mentale e le possibili risposte. Le risorse includono anche una sezione sulla telepsichiatria; i suggerimenti dell'American Psychological Society su come gestire il sovraccarico informativo sulla pandemia; le risorse messe a disposizione dal Consiglio Nazionale dell'Ordine degli Psicologi  fornisce una serie di risorse utili per affrontare l’emergenza da coronavirus; le informazioni dell'organizzazione MIND su come mantenere il proprio benessere;  il parere e le indicazioni del presidente SIP; il parere e le indicazioni del presidente SIPS; informazioni generali, situazione epidemiologica e approfondimenti tematici sul coronavirus in Italia e nel mondo.


 


"Mamma mi parli del Coronavirus?"

Da chi ricevono le informazioni sul Covid - 19 i bambini? Come possiamo parlare con loro della situazione attuale? Quali bisogni informativi hanno i più piccoli? E' sufficiente dire loro di stare a casa e lavarsi le mani? Uno recente studio della Edge Hill University, sollecita la riflessione su questo tema.


Covid 19 e sicurezza nei luoghi di lavoro: una rassegna degli strumenti

Nella fase attuale di emergenza sanitaria scaturita dalla diffusione del contagio da Coronavirus, DoRS ha svolto una ricerca in rete per individuare gli strumenti messi a disposizione, in questo frangente, dagli enti, italiani e internazionali, che si occupano di sicurezza nei luoghi di lavoro.


Incertezza, paura e cambio di comportamenti: come prevenire comunicando?

La gigantesca mole di informazioni sul Covid 19 che da qualche mese a questa parte accompagna le nostre giornate rappresenta un evento senza precedenti nella storia della comunicazione pubblica.


Dall'emergere dell'epidemia e lungo tutto il suo sviluppo, la necessità di fornire alla popolazione informazioni chiare, validate e oneste si è fatta sempre più evidente, così come è stato espresso nell’editoriale pubblicato a febbraioscorso sul Lancet che si concludeva così: “E’ possibile che non ci sia un modo di prevenire il Covid 19 in questo mondo globalizzato, ma un'informazione corretta e verificata rappresenta sicuramente la più efficace prevenzione contro la malattia del panico”.


Abbasso l'infodemia!

Bere acqua bollente distrugge il virus? Mangiare aglio previene l’infezione da Covid 19?
A tutti noi sarà successo in queste settimane di leggere notizie come queste. Come difendersi dalla disinformazione? Come evitare di contribuire all'infodemia?


Impatto della pandemia da Covid-19 sulle donne: Policy brief del segretario generale dell’ONU

Considerazioni, sul blog della Società italiana di Diritto internazionale e di Diritto dell’Unione europea, in merito al policy brief presentato dal Segretario Generale delle Nazioni Unite il 9 aprile 2020.  Vengono individuati  cinque ambiti in cui la pandemia produrrà un impatto specifico sulle donne, aggravando le disuguaglianze di genere e creando nuovi problemi. In particolare si fa riferimento all’ambito economico, di salute, al lavoro di cura non retribuito, alla violenza di genere e a particolari contesti di fragilità, conflitto o altre emergenze.


Per quanto attiene alla violenza di genere,  dal documento si evince che il Covid-19 ha generato un aumento significativo dei casi di violenza contro le donne, anche in conseguenza dell’adozione da parte di molti Stati di misure di limitazione degli spostamenti e della libertà di movimento. La pandemia in corso ha, oltre ad avere aggravato situazioni preesistenti di rischio, diminuito le possibilità di reazione a situazioni di violenza. Il problema è trasversale e globale. Il policy brief del Segretario Generale indica  come gli Stati devono porre in essere soluzioni adeguate anche in situazioni di emergenza. Tra le misure di risposta alla diffusione del Covid-19 vanno incluse le case-rifugio, considerate servizi essenziali, l’aumento degli spazi a disposizione per l’accoglienza delle vittime di violenza, il potenziamento dei servizi già disponibili (compresa la possibilità di segnalare situazioni di violenza online o in luoghi sicuri e accessibili, come le farmacie o i supermercati).


Staiano F. L'impatto della pandemia da Covid-19 sulle donne: considerazioni sul policy brief del segretario generale dell'ONU. SIDIblog, 3 maggio 2020


Covid -19: consideriamo (anche) l'Health Literacy

Il ruolo e l'importanza dell'health literacy non sono mai stati così evidenti come nel momento storico che stiamo vivendo.


Tra infodemia, fake news, complottismo, dati epidemiologici giornalieri, vademecum comportamentali, la "capacità di accedere, comprendere, valutare e utilizzare le informazioni di salute" rappresenta una competenza necessaria e fondamentale per sapersi muovere nell'attuale spazio comunicativo, un universo complesso, magmatico e spesso disorientante.


COVID-19 e violenza contro le donne: Considerazioni e raccomandazioni dell'OMS
Il documento dell'OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) richiama l'attenzione sui diversi modi in cui la pandemia COVID-19 e le misure restrittive, come rimanere confinati a casa, possano esacerbare il rischio di violenza domestica contro le donne. Sottolinea l'importanza di garantire che vengano mantenuti i servizi di supporto e assistenza medica per donne e bambini colpiti da tale violenza e che cosa possono fare gli operatori dei servizi sanitari. Fornisce raccomandazioni su quali misure possano essere adottate da governi, operatori sanitari, membri della comunità e altri per mitigare tale violenza e i suoi impatti. Fornisce inoltre suggerimenti per affrontare lo stress a casa e le azioni che le donne  e i loro familiari possono intraprendere.

Sarà vero? Il fact checking ai tempi del Covid 19

Il Direttore Generale dell'OMS ha dichiarato che rispetto al nuovo Coronavirus "Non stiamo combattendo solo un'epidemia, stiamo combattando anche un'infodemia".


In questa situazione di sovraffollamento informativo diventa sempre più complicato rintracciare fonti affidabili e credibili ed evitare di inciampare in notizie non sottoposte a verifiche o addirittura in vere e proprie fake news.


Considerazioni sulla salute mentale e psicosociale durante l'epidemia da COVID-19

L'OMS e le autorità sanitarie pubbliche di tutto il mondo stanno agendo per contenere l'epidemia da COVID-19. Tuttavia, questo momento di crisi sta generando stress in tutta la popolazione. Le considerazioni presentate in questo documento sono state sviluppate dal  WHO Department of Mental Health and Substance Use, come una serie di messaggi che possono essere utilizzati nelle comunicazioni per supportare il benessere mentale e psicosociale in diversi gruppi target durante l'epidemia.


Cassetta degli strumenti per la sanità pubblica e l'azione comunitaria a contrasto del coronavirus

La pagina riporta collegamenti a strumenti utili tratti da fonti autorevoli — l'Organizzazione Mondiale della Sanità e i Centri statunitensi per il controllo e la prevenzione delle malattie — e the Community Tool Box, utilizzata da quasi 6 milioni di persone in tutto il mondo. The Community Tool Box è un servizio del Center for Community Health and Development, dell'Università del Kansas. Le risorse sono organizzate in:


Strumenti per l'azione della sanità pubblica (Comunicare la minaccia e la risposta, Protezione e cura di te e della tua famiglia, Guida per gli operatori sanitari, Guida per scuole, luoghi di lavoro e luoghi comunitari) e Strumenti per l'azione comunitaria. L’area comunità è articolata per fasi operative: coinvolgimento/partecipazione (engagement), analisi dei bisogni (assessment), programmazione/pianificazione (planning), azione/attività, valutazione. In particolare, si segnalano:


- le indicazioni concrete e operative inerenti azioni di protezione e “cura” per ii cittadini e i loro familiari (fonte: CDC)
- le indicazioni di gestione per il sistema scuola e luoghi di lavoro (fonte: CDC)
- la sezione per gli operatori sanitari (comprensiva di un corso on line su aspetti clinici: prevenzione e controllo delle infezioni) – fonte WHO


Salute mentale: Fact sheet dell'Organizzazione Mondiale della Sanità (2019)

La salute mentale dovrebbe essere vista come una preziosa fonte di capitale umano o di benessere nella società. Abbiamo tutti bisogno di una buona salute mentale per progredire, prenderci cura di noi stessi e interagire con gli altri, quindi è vitale non solo rispondere ai bisogni delle persone con disturbi mentali definiti, ma anche proteggere e promuovere la salute mentale di tutte le persone e riconoscerne l'intrinseco valore.


Dopo aver fornito una definizione del valore della salute mentale, vengono citate le influenze esercitate su di essa (caratteristiche individuali, circostanze sociali e ambiente in cui si vive).


Vengono poi analizzati i legami tra i disturbi mentali e le principali malattie non trasmissibili (NCD). I disturbi mentali influenzano e, a loro volta, sono influenzati dai maggiori NCD: possono essere un precursore o una conseguenza di condizioni croniche come malattie cardiovascolari, diabete o cancro. I fattori di rischio per queste malattie, come il comportamento sedentario e l'uso dannoso di alcol, sono anche fattori di rischio per disturbi mentali e legano fortemente i due. Nella pratica clinica, tuttavia, tali interazioni e comorbilità sono abitualmente trascurate. La mortalità prematura e la disabilità potrebbero essere ridotte se ci si concentrasse maggiormente sulla lotta alla comorbilità. Le persone con disturbi mentali muoiono mediamente vent'anni anni prima della popolazione generale. La grande maggioranza di questi decessi non è dovuta a una causa specifica (come il suicidio) ma piuttosto ad altre cause, in particolare le malattie non trasmissibili che non sono state adeguatamente identificate e gestite.


 I disturbi mentali sono una delle sfide più significative per la salute pubblica nella Regione europea dell'OMS, in quanto sono la principale causa di disabilità e la terza causa principale del carico complessivo della malattia (misurato come anni di vita adattati per disabilità), dopo le malattie cardiovascolari e i tumori. Nella Regione Europea si calcola che 44.3 milioni di persone soffrano di depressione e 37.3 di problemi d'ansia.


La promozione e la protezione della salute fisica e mentale richiedono una risposta multisettoriale, che a sua volta richiede un approccio dell'intero governo. che vada oltre il settore sanitario, e che comprenda l'assistenza sociale, l'educazione e l'ambiente.Vi è un'ampia variazione tra il numero degli operatori del settore fra uno stato e l'altro così come vi è un'enorme differenza sugli investimenti che ogni paese fa per il settore della salute mentale e  sui servizi ad esso dedicati.


Gli obiettivi del piano d'azione europeo per la salute mentale 2013-2020 sono stati e sono: migliorare il benessere mentale della popolazione e ridurre il carico di disturbi mentali, con particolare attenzione ai gruppi vulnerabili, ai fattori che determinano l'esposizione e al comportamento a rischio; rispetto dei diritti delle persone con problemi di salute mentale e pari opportunità per raggiungere la massima qualità della vita e affrontare lo stigma e la discriminazione; istituzione di servizi accessibili, sicuri ed efficaci in grado di soddisfare le esigenze mentali, fisiche e sociali delle persone e le aspettative delle persone con problemi di salute mentale e delle loro famiglie.


 


 


 


 


 


Un intervento psicologico raccomandato durante la pandemia da Coronavirus

L'articolo descrive un intervento di sanità pubblica specificamente ideato per fronteggiare la crisi causata dall'epidemia di coronavirus in Cina: si tratta di un MODELLO di intervento psicologico sperimentato all'interno del West China Hospital, che fa uso delle moderne tecnologie (piattaforma internet e smartphone), prevede un'èquipe multiprofessionale (medici, psichiatri, psicologi, operatori sociali), e viene RACCOMANDATO in forza dei significativi risultati ottenuti.


E’ efficace l’ipnoterapia nell’indurre la cessazione al fumo di sigaretta?

L’intervento di ipnosi, se inserito in aggiunta ad altri trattamenti (comportamentali o farmacologici), dimostra un effetto statisticamente significativo nella cessazione al fumo per almeno 6 mesi rispetto ad altri interventi singoli. 


La necessità di interventi di salute mentale durante la pandemia da Coronavirus

In situazioni di epidemie virali a livello mondiale, come quella che stiamo vivendo adesso a seguito della massiccia diffusione del 2019-nCoV (nuovo coronavirus), i disturbi mentali gravi e i problemi comuni di salute mentale sono presenti in maniera massiccia e affliggono soprattutto le persone contagiate (o con sospetto di contagio) e gli operatori sanitari che lavorano all'interno di ospedali/reparti dedicati. È pertanto necessario sviluppare e fornire urgentemente e tempestivamente strumenti e servizi specifici per supportare queste persone.


L’integrità nella scienza e la Cochrane Collaboration

I problemi nati a seguito della crisi della Cochrane Collaboration sembrano rendere incerto il suo futuro e mettere in crisi la centralità delle prove in medicina.


Health literacy: facciamo il punto

Dors traduce con l'autorizzazione della IUHPE, il Position Statement sull'Health Literacy, una vera e propria chiamata all'azione per chi si occupa di promozione della salute.