Direttamente da “la gazzetta della prolattina” (evoluzione digitale della storica rivista di aggiornamento scientifico de La Leche League Italia L’Allattamento Moderno, pubblicata fin dal 1993) pubblichiamo il link alla prima traduzione italiana certificata, approvata dall’ABM stessa, del Protocollo n.2 - Linee guida per la dimissione dall’ospedale del neonato allattato e a termine e della madre nutrice: “Il protocollo del ritorno a casa”, revisionato nel 2014.Autori : Amy Evans, Kathleen A. Marinelli, Julie Scott Taylor, e The Academy of Breastfeeding Medicine.I Protocolli dell’Academy of Breastfeeding Medicine rappresentano uno strumento di riferimento internazionale per la gestione di problemi medici che possono avere un impatto sulla buona riuscita dell’allattamento.
I materiali cartacei, fotografici e video distribuiti e raccolti durante l'evento.
Il video è un esempio di media advocacy per sostenere l’efficacia della pratica del teatro sociale e di comunità nei processi di costruzione sociale della salute, come valore (Costituzionale) e bene comune.
Che cos'è il teatro sociale e di comunità? fa bene alla salute? fa bene alle comunità locali? Produce capitale e impresa sociale?
“Teatro e Salute, la scena della cura” (Ananke, 2011) di Alessandra Rossi Ghiglione è un libro che parla di un sapere antico sull’uomo, raccoglie riflessioni di esperti, racconta di alcune interessanti esperienze e ricerche e fornisce un’aggiornata e stimolante bibliografia critica per ambiti tematici.
"L’ascolto del territorio. Esperienze di democrazia partecipativa" (Aracne, 2014) di Gian Luigi Bulsei e Noemi Podestà. Il libro illustra quattro interessanti esperienze di partecipazione locale dei cittadini realizzate in Piemonte.
Leggi la recensione e l'intervista agli autori
La banca dati nazionale Pro.Sa., che raccoglie progetti e interventi di prevenzione e promozione della salute, al 3 novembre 2014 contiene:
23 progetti che contengono il termine "teatro"
Il coinvolgimento della comunità è considerato un approccio strategico per promuovere la salute dei cittadini. Una revisione sistematica (Milton 2012) finanziata dal National Institute for Health and Clinical Excellence (NICE) prova ad esplorare questo rapporto.
Il convegno cerca di mettere in luce la pluralità dei modelli teorici della Salute Mentale, avvalendosi dei contributi emersi dai “tavoli” di ricerca e formazione promossi dal Dipartimento di Prevenzione dell’ASL TO 1 e supportati dal Centro Regionale di Documentazione per la Promozione della Salute. L’ intenzione è quella di attivare, tra tutti i soggetti implicati, una attenta riflessione in merito alla scelta degli interventi da adottare per la Prevenzione, con lo scopo di ridurre al minimo il rischio di effetti iatrogeni e di alimentare maggiormente la cultura della Promozione e della Salutogenesi.Oltre al convegno, si svolgeranno alcuni "eventi satellite" nei giorni successivi, sul territorio cittadino.
Scarica la locandina dei seminari del 14 ottobre:
Salute 2020 ha come obiettivo il miglioramento della salute per tutti e la riduzione delle diseguaglianze, attraverso una più efficace leadership e governance per la salute fondate sulla partecipazione (partecipatory governance). Il documento ribadisce che la salute è un diritto e un bene individuale e collettivo, ma soprattutto che è la maggior risorsa per la società e la comunità locale in un tempo in cui le politiche di austerità la stanno minacciando. Avverte, inoltre, che si migliora la salute per tutti solo se si riducono le diseguaglianze sociali.
Il documento si focalizza sui principali problemi di salute odierni, individua quattro ambiti prioritari di azione politica:
Leggi l'approfondimento a cura di DoRS
Accedi al documento Health 2020 (OMS, 2013), disponibile anche in lingua italiana
Il National Collaborative on Childhood Obesity Research (NCCOR) ha implementato una banca dati on-line a libero accesso di strumenti per la valutazione dei comportamenti individuali e delle caratteristiche del contesto ambientale in merito all'alimentazione e all'attività fisica.
Vai alla banca dati di strumenti di valutazione.
Gli Obiettivi di Sviluppo del Millennio (OSM) si sarebbero dovuti conseguire entro il 2015. Sebbene siano stati fatti molti passi avanti, c’è ancora tanto “lavoro rimasto a metà”. Ecco alcuni esempi:
Proteggendo, promuovendo e sostenendo l’allattamento, TU puoi contribuire a ognuno degli OSM in modo concreto. L’allattamento esclusivo ed una alimentazione complementare adeguata sono interventi chiave per migliorare la sopravvivenza dei bambini, e possono potenzialmente salvare circa il 20% dei bambini sotto i 5 anni.
Materiali in formato PDF
Il Governo brasiliano ha istituito una Politica Nazionale di Partecipazione Sociale e il Sistema Nazionale di Partecipazione Sociale per "rafforzare e articolare i meccanismi e le istanze democratiche del dialogo e dell’azione congiunta fra amministrazione pubblica federale e la società civile".Leggi l'approfondimento a cura di Maurizio Marino.
Il documento analizza gli interventi attuati a livello nazionale tesi alla prevenzione del suicidio e propone interventi mirati all'implementazione di politiche e strategie.
Secondo i dati del primo rapporto mondiale dell'OMS sulla prevenzione del suicidio , oltre 800 000 persone muoiono ogni anno per questa causa, una persona ogni 40 secondi. Circa il 75% dei suicidi si verifica in Paesi a basso e medio reddito. Il Rapporto vuole essere un appello all’azione nel tentativo di risolvere un grave problema di salute pubblica che finora è stato oggetto di tabù.Le pratiche suicidarie sono diffuse in tutto il mondo e possono essere compiute a qualsiasi età. A livello globale, i tassi di suicidio sono più alti nelle persone oltre i 70 anni di età. In alcuni Paesi, tuttavia, i tassi più elevati si riscontrano tra i giovani. Sempre a livello globale, il suicidio è la seconda causa di morte tra i giovani di età compresa fra i 15 e i 29 anni. In generale, la percentuale di uomini che muoiono per suicidio è superiore a quella delle donne. In particolare, nei Paesi a più alto reddito, il numero di uomini morti per questa causa è tre volte superiore rispetto a quello delle donne. Gli uomini più vulnerabili al fenomeno risultano essere gli ultracinquantenni. Nei Paesi a basso e medio reddito, i giovani adulti e le donne anziane fanno registrare un più alto tasso di suicidi rispetto ai loro omologhi nei Paesi ad alto reddito. Donne oltre i 70 anni hanno una probabilità doppia di morire per suicidio rispetto alle donne di età compresa tra i 15 e i-29 anni.
I suicidi sono prevenibili. Avvelenamento da pesticidi, impiccagione e armi da fuoco sono tra i più comuni metodi utilizzati per suicidarsi. Evidenze da Australia, Canada, Giappone, Nuova Zelanda, Stati Uniti e alcuni Paesi europei, rivelano che limitare l'accesso ad alcuni di questi mezzi può aiutare a prevenire il suicidio. Altre misure efficaci comprendono la segnalazione responsabile del suicidio attraverso i media. evitando di comunicare la notizia con un linguaggio sensazionalistico e non descrivendo esplicitamente i metodi utilizzati per attuarlo, l’identificazione precoce e la gestione dei disturbi mentali e da uso di sostanze, un follow-up da parte degli operatori sanitari (attraverso contatti regolari, telefono e visite a domicilio) verso le persone che hanno tentato il suicidio in quanto risultano a maggiore rischio di nuovi tentativi.. Un'altra chiave per ridurre i decessi per suicidio consiste in un impegno da parte dei governi nazionali alla creazione e all’attuazione di un piano coordinato di azione. Attualmente, solo 28 Paesi sono noti per avere strategie nazionali di contrasto alle azioni suicidarie.
L’OMS raccomanda che i Paesi coinvolgano vari settori governativi al fine di uno sviluppo di una risposta coordinata globale. Un grande impegno deve essere profuso non solo nel settore sanitario, ma anche. nell'ambito dell'istruzione, dell'occupazione, etc. e misure efficaci devono essere adottate anche a partire dal livello locale e su piccola scala
Nel Piano d'azione per la salute mentale dell'OMS 2013-2020, gli Stati Membri si sono impegnati a lavorare verso l'obiettivo globale di ridurre il tasso di suicidi del 10% entro il 2020.
http://apps.who.int/iris/bitstream/10665/131056/1/9789241564779_eng.pdf?ua=1&ua=1 (documento)
http://www.who.int/mediacentre/factsheets/fs398/en/ (fact sheet)
Il documento, pubblicato dalla Regione Lombardia quale esito del lavoro di un Gruppo di Approfondimento Tecnico istituito dalla Direzione Generale Sanità vuole essere una“cassetta degli attrezzi” fornita ai cittadini nella convinzione che una riflessione sul linguaggio della promozione della salute possa contribuire a diffondere la cultura della salute in generale e della salute mentale in particolare.
Il glossario, che spiega cinquantaquattro termini correlati alla salute mentale, presenta anche quattro allegati: la Carta di Ottawa, la Relazione approvata a Helsinki nel 2005 dai ministri della sanità dell’Unione Europea, l’elenco delle istituzioni di riferimento della rete degli ‘Health Promoting Hospitals’ (HPH) e delle conferenze HPH tenutesi tra il 2006 e il 2011.
I professionisti della salute utilizzano il web 2.0? I blog, i social network e le piattaforme di condivisione in che modo possono essere utili agli operatori della promozione della salute? Una recente indagine pubblicata sull'Health Marketing Quarterly offre qualche risposta a queste domande.
I farmer market (o "mercato del contadino") sono mercati locali dove i contadini vendono i propri prodotti direttamente ai consumatori.I community garden (o "orto in comune") sono appezzamenti di terra coltivati da un gruppo di persone.La revisione di McCormack ipotizza effetti indiretti di queste attività sul conusmo di frutta e verdura. Leggi la sintesi della revisione a cura di Alessandra Suglia.RiferimentoArneson McCormack L, et al., "Review of the nutritional implication of farmers' markets and community gardens: a call for evaluation and research efforts" in Journal of the American Dietetic Association, 110 (2010), 399-408.
il progetto regionale Teatro e salute mentale, promosso e finanziato dall’Assessorato Sanità della Regione Emilia-Romagna a partire dal 2008, gestito e coordinato dai Dipartimenti di Salute Mentale e Dipendenze Patologiche di Bologna, Reggio Emilia, Ferrara, Piacenza, Forlì, Modena, Parma, Rimini, Imola, Cesena in stretta collaborazione con l’Istituzione Gian Franco Minguzzi della Provincia di Bologna, prevede attività laboratoriali, produzioni di spettacoli teatrali, momenti di formazione per operatori del settore, azioni di sensibilizzazione rivolte a studenti e cittadini e incontri formali ed informali fra attori, associazioni di familiari. Esso rappresenta la realizzazione e prosecuzione di un impegno, già avviato negli anni passati, dai DSM della regione sul tema della contaminazione tra arte e salute per la promozione della salute mentale.
Leggi l'approfondimento a cura di Rita Longo
La terapia comunitaria è uno strumento che:
Questo tipo di terapia intende promuovere la resilienza delle persone, in quanto idea di fondo è che ognuno debba avere l'opportunità di mettere in atto dei cambiamenti, grazie al supporto rappresentato dalle narrazioni delle esperienze (pratiche ed emotive) degli altri membri della comunità; altri riferimenti teorici sono la corrente umanistica (cfr. C. Rogers e A. Maslow, anni' 50 e '60), l'empowerment (cfr. Wallerstein, 2006), l'approccio saluto genico, il modello delle coping skills.
Leggi l'approfondimento a cura di Norma De Piccoli e Rita Longo
I Vulnerabili è uno spettacolo teatrale educativo dedicato alla sicurezza stradale dei giovani, ideato e portato in scena da Filippo Tognazzo e prodotto e promosso dalla compagnia teatrale professionale veneta Zelda. Lo spettacolo rientra all’interno di “Educare a teatro", un progetto più ampio di prevenzione mediata dal teatro, interamente dedicato alle giovani generazioni. Obiettivo dello spettacolo è diffondere – a partire da coloro che presto diventeranno guidatori di auto - la “cultura della sicurezza stradale”, puntando sul senso di responsabilità individuale nell’adozione di comportamenti responsabili alla guida che possono rendere evitabili morti e feriti da incidente (il cosiddetto “fattore umano”). La formula innovativa è quella dello spettacolo partecipato, dove il pubblico (insegnanti e studenti) esce dalla propria “passività” ed è coinvolto in maniera diretta, chiamato sul palco per interagire e dialogare con l’attore-conduttore “sperimentare” le conseguenze dei propri comportamenti e azioni (sul tema della sicurezza stradale, con una certa attenzione al binomio guida - alcol), e riflettere sul concetto di responsabilità verso se stessi e verso l’altro.
Leggi l'approfondimento a cura di Rita Longo e Federica Bittante
La banca dati nazionale Pro.Sa., che raccoglie progetti e interventi di prevenzione e promozione della salute, al 24 luglio 2014 contiene:
25 progetti che contengono il termine "empowerment"
105 progetti che contengono il termine "partecipazione"
6 progetti che contengono il termine "capitale sociale"
Al 24 luglio 2014 nella bibllioteca del DoRS sono contenuti:
24 titoli attinenti al tema dell'empowerment
34 titoli attinenti al tema della partecipazione
5 titoli attinenti al tema del capitale sociale
Il Comune di Bologna adotta il primo regolamento basato su un patto di collaborazione tra cittadini e Amministrazione per la cura e la rigenerazione dei beni comuni urbani.
Leggi l'approfondimento a cura di Alessandro Coppo
Il Ministero della Salute ha messo a disposizione una banca dati che contiene le informazioni che i fabbricanti e gli importatori dei prodotti del tabacco comunicano sugli ingredienti utilizzati nella fabbricazione di tali prodotti con le relative quantità, suddivisi in base alla marca ed al tipo.
Il teatro può essere una pratica di benessere e salute per (ri)generare legami e capitale sociale.
Il teatro sociale di comunità nasce in Piemonte proprio come metodologia che intende incontrare le comunità e i territori nelle loro differenze di identità, risorse e bisogni e promuovere azioni performative in grado di comunicarli e di farli incontrare tra loro costruendo appuntamenti festivi, riti ma anche percorsi continuativi. La salute di una comunità ha molte radici, una delle quali è il capitale sociale di un territorio: il teatro sociale di comunità promuove legami, fa crescere il desiderio di partecipazione e cittadinanza attiva, valorizza nell’ottica del baratto e del dono reciproco le molte risorse che le persone e le comunità possiedono. E lo fa in tre modi: 1) costruisce attraverso i laboratori teatrali esperienze di espressione dei vissuti, di raccolta delle storie di vita, di messa in gioco del corpo e delle emozioni; 2) realizza spettacoli e performance capaci di comunicare alcune questioni sensibili al tema salute/benessere e di far partecipare in modo attivo le persone comuni ai processi di sensibilizzazione, 3) progetta e “mette in scena” feste e riti capaci di aggregare e di rendere visibili, attraverso i segni dell’arte, i valori e gli orizzonti di una comunità.
Su queste idee si è svolto tra il 9 e l'11 ottobre 2013 a Torino e a Cuneo il FORUM 2013 TEATRO, SALUTE & BENESSERE. La salute come rito e bene comune che nutre le persone e il capitale sociale per riflettere, sperimentare e condividere la relazione tra teatro e salute.
Sintesi in italiano della campagna americana di successo Above The Influence che introduce la nuova serie di prodotti editoriali proposti da DoRS denominata "Occhio alla campagna!".Si tratta di una campagna multimediale di prevenzione, avviata nel 2005 che ha l'obiettivo di ridurre l'uso di alcol e droghe tra gli adolescenti americani (12-18 anni), accrescendo la loro percezione dei rischi, motivandoli a non cedere alle pressioni degli amici che già ne fanno uso e incoraggiandoli ad avere un effetto dissuasivo sui loro pari. Oltre alle pubblicità sulla televisione nazionale e su internet, la campagna comunica quotidianamente con gli adolescenti attraverso diversi social media, quali Tumblr, Instagram e Facebook.
Il Centro canadese si occupa di ricerca e progettazione sul tema dell'attività fisica. Pubblica, mensilmente e settimanalmente, approfondimenti e sintesi di evidenze per i professionisti e i decisori. Visita il sito www.centre4activeliving.ca/.
La biblioteca DoRS è fornita di un repertorio variegato di pubblicazioni sul tema dell'empowerment e della partecipazione. Consulta il catalogo direttamente alla pagina dedicata.
Norma De Piccoli (a cura di), Salute e qualità della vita nella società del benessere – Prospettive interdisciplinari. Carocci editore. 2014. I temi principali affrontati dal volume sono la salute, il benessere, la qualità della vita e la felicità, letti e riflettuti con una prospettiva interdisciplinare.
Leggi la recensione e l'intervista all'autrice
Bottaccioli F. Epigenetica e Psiconeuroendocrinoimmunologia. La rivoluzione in corso nelle scienze della vita. Editore: Edra - Masson. 2014. Il libro ricostruisce, in termini scientifici e filosofici, le caratteristiche fondamentali della rivoluzione che sta avvenendo sotto i nostri occhi nelle basi della biologia molecolare (Epigenetica) e della fisiopatologia (Psiconeuroendocrinoimmunologia).
Leggi la recensione.
Dors pubblica, nella sua versione completa, il manuale “Esperienze e strumenti per la promozione dell’attività fisica nei luoghi di lavoro” realizzato dalla Regione Piemonte - con la Rete Attività fisica Piemonte e Dors - nell’ambito del Piano regionale della prevenzione 2013. Leggi l'articolo su dors/pubblicazioni/quaderni e scarica il manuale completo.
L’ipertrofia della funzione del farmaco, rispetto alle altre dimensioni essenziali della relazione interpersonale e terapeutica, è sotto gli occhi di tutti. Fare in modo che il farmaco perda il suo alone (pseudoscientifico) di onnipotenza e sia semplicemente utile, per un periodo di tempo circoscritto, deve tornare ad essere un obiettivo qualificante per la psichiatria di comunità italiana affinché rimanga consapevole che il pieno esercizio dei diritti di cittadinanza, compreso quello alla guarigione, non ha nulla a che fare con i recettori della serotonina o della dopamina.Il seminario è rivolto a operatori (di qualsiasi professionalità), pazienti e familiari, nella convinzione che tutti i punti di vista siano ugualmente importanti e che sia necessario creare occasioni di dialogo e di confronto.Sono stati richiesti i crediti ECM.
L’allattamento al seno rappresenta un importante investimento per la salute materno-infantile. Le ragioni per controindicare l’allattamento o per sospenderlo devono essere motivate su basi scientifiche molto solide. Raccomandando un allattamento esclusivo per 6 mesi e poi complementare fino a i 2 anni ed oltre, può succedere che in questo lungo periodo una donna debba sottoporsi ad esami radiologici con mezzo di contrasto Un gruppo di studio ad hoc, formato da membri delle società scientifiche più direttamente coinvolte nella problematica (Società Italiana di Radiologia Medica, Società Italiana di Pediatria, Società Italiana di Neonatologia) e del Ministero della Salute (Tavolo Tecnico per la Promozione dell’Allattamento al Seno) ha effettuato una revisione della letteratura disponibile sulla sicurezza per il bambino in seguito alla somministrazione di mezzi di contrasto in corso di indagini radiologiche alla madre che allatta. Scarica le rassicuranti conclusioni e la relativa bibliografia in formato pdf
I programmi di recupero urbano sono “uno strumento per trasformare tessuti urbani consolidati e degradati al fine di favorire una più equilibrata distribuzione dei servizi e delle infrastrutture e migliorare la qualità ambientale e architettonica dello spazio urbano, eliminando le condizioni di abbandono e di degrado edilizio, ambientale e sociale che investono le aree urbanizzate”.
L’elaborazione e la realizzazione di programmi complessi di recupero urbano è affidata ai Comuni che integrano tali interventi di riqualificazione fisica di quartieri degradati con azioni di sviluppo locale. Questi percorsi prevedono il coinvolgimento e la partecipazione di diversi soggetti pubblici, privati e del terzo settore.
Le azioni di recupero e di riqualificazione urbana possono essere un’opportunità concreta per promuovere sani stili di vita in particolare nei gruppi socialmente svantaggiati.
L'elaborazione a cura di Alessandra Suglia fornisce un approfondimento sul contributo che la sanità pubblica e la comunità locale possono fornire ai processi locali di riqualificazione urbana, oltre ad illustrare alcune esperienze italiane.
Il co-housing è un modello di vita sociale che tende ad aumentare le opportunità relazionali (capitale sociale); favorisce la crescita dei bambini in contesti con altri adulti di riferimento altre ai genitori, e promuove l’autonomia e il ruolo attivo degli anziani (equità nella salute); investe su valori quali la solidarietà e la condivisione come strumenti per contrastare l’isolamento e la solitudine e le patologie ad esse spesso correlate (prevenzione disagio psicologico); privilegia l’adozione di metodi di costruzione ispirati alla bio-architettura (sostenibilità ambientale); stimola la partecipazione collettiva alla progettazione e realizzazione di spazi individuali e comuni (cittadinanza attiva); tende a ridurre costi e consumi per i singoli e la collettività (decrescita).
Il contributo a cura di Rita Longo descrive le opportunità del cohousing analizzando il contesto internazionale, il co-housing in Italia e una particolare esperienza torinese.
Il 20 gennaio 2014 l’EFSA ha pubblicato sul suo sito una revisione, realizzata da un gruppo di ricercatori olandesi, con l'obiettivo di stabilire quali siano gli ingredienti essenziali per i latti formulati per l’infanzia, iniziali e di proseguimento (http://www.efsa.europa.eu/en/supporting/pub/551e.htm).
L'indagine ha cercato di misurare, in termini di nutrizione e salute, le conseguenze dell’aggiunta o la modificazione di proteine, prebiotici, probiotici, acidi grassi di vario tipo, colesterolo, ferro, iodio, selenio etc. I risultati mostrano che non esiste nessuna documentazione scientifica che formule addizionate con questi ingredienti facciano meglio di quelle non addizionate
Il gruppo di lavoro ha svolto un'interessante ricerca di letteratura di articoli su problemi di denutrizione infantile (generica o specifica per qualche micronutriente) in Europa. Secondo quest'analisi, sembra non vi sia in Europa la necessità di fare aggiunte ai latti formulati per dare risposta a presunti problemi di denutrizione, perchè l’aggiunta di ingredienti alla formula di base dei latti artificiali è inutile, salvo per eventuali sottogruppi di popolazione particolarmente vulnerabili. E' significativa la bassa qualità della ricerca in questo campo, viste le percentuali di articoli esclusi dai ricercatori olandesi.
Active Living by Design Community Action Model è un modello di progettazione di interventi di promozione dell’attività fisica nella comunità locale, fondato sulla valorizzazione delle risorse proprie del territorio, della Robert Wood Johnson Foundation coordinato dalla University of North Carolina School of Public Health. Questo modello propone strategie di intervento per promuovere cambiamenti nel breve, medio e lungo termine volti al sostegno di uno stile di vita attivo, attivando e coordinando le risorse già presenti sul territorio.
Leggi l'approfondimento a cura di Elena Barbera e Alessandra Suglia.
Eriksson M., Lindström B. “A salutogenic interpretation of the Ottawa Charter”, in Health Promotion International, March 2008, Vol. 23 No. 2, 190-199.
Gli autori rilevano come per molti anni l’approccio biomedico ha considerato la salute come derivante dall’eliminazione dei fattori di rischio per le malattie, mentrel’approccio salutogenico si focalizza sulle risorse individuali e sui processi che promuovono la salute. Benché l’approccio salutogenico teorizzato da Antonovsky si armonizzi bene con i principi della Carta di Ottawa, esso è stato, secondo gli autori, sino ad ora poco sfruttato in tutte le sue potenzialità.
Leggi il contributo a cura di Andrea Pierò, Mariella Di Pilato, Rita Longo e Claudio Tortone
I gruppi di cammino costituiscono una risorsa importante per la comunità. L'ASL di Bergamo ha organizzato a questo proposito un convegno nel 2012 allo scopo di far incontrare una rappresentanza di cittadini “camminatori” con decisori politici, esperti, operatori e walking leader per riflettere sull'impatto delle esperienze di cammino su benessere, salute e socializzazione. L'attivazione e l’auto-gestione di gruppi di adulti camminatori nelle comunità locali costituiscono inoltre un'inedita risorsa in termini di capitale sociale.
“Il progetto – racconta la dr.ssa Giuliana Rocca, animatrice del progetto promosso dall’ASL - ci consente di raggiungere alcuni traguardi importanti dal punto di vista della salute globale: il primo è la promozione del senso di appartenenza ad una comunità e del senso di responsabilità rispetto ai risultati di benessere (ciascuno è attore e promotore di cambiamento…). Un secondo traguardo è la riduzione della conflittualità e delle logiche individualistiche, con il prevalere di comportamenti come la solidarietà e la cooperazione. Un terzo traguardo è rappresentato dallo sviluppo della rete locale, che può incrementare la capacità dei cittadini di accedere alle risorse della comunità, migliorando così il rapporto tra individuo e comunità locale.”
Il Glossario della Promozione della Salute dell'O.M.S. è stato realizzato dal WHO Collaborating Centre for Health Promotion, Dipartimento di Sanità Pubblica e Medicina di Comunità, dell'Università di Sideney come documento preparatorio della quarta Conferenza internazionale sulla Promozione della Salute tenutasi a Jakarta, Indonesia, nel 1997. Alcune delle voci che vengono affrontate offrono un valido orientamento a chi opera nell'ottica di consente alle persone di esercitare un maggior controllo sulla propria salute e di migliorarla, secondo la linea già tracciata dalla Carta di Ottawa.
Advocacy per la salute Una combinazione di azioni individuali e sociali volte ad ottenere impegno politico, sostegno alle politiche, consenso sociale e sostegno dei sistemi sociali per un particolare obiettivo o programma di salute.
Azioni della comunità per la salute Gli sforzi collettivi compiuti dalle comunità per incrementare il controllo sui determinanti di salute e per migliorare, di conseguenza, la salute.
Empowerment per la salute Il processo attraverso il quale le persone acquisiscono un maggiore controllo rispetto alle decisioni e alle azioni che riguardano la propria salute.
Abilitare Agire in partnership con singoli individui o gruppi, per permettere loro di promuovere e tutelare la propria salute, attraverso la mobilitazione di risorse umane e materiali.
Partnership per la promozione della salute Accordo volontario tra due o più partner per lavorare in modo cooperativo rispetto ad un insieme di risultati di salute condivisi.
Capitale sociale Il capitale sociale rappresenta il livello di coesione sociale che esiste all’interno delle comunità. In particolare, si riferisce ai processi che si instaurano tra le persone, che stabiliscono reti, norme e fiducia sociale e che facilitano il coordinamento e la cooperazione per il raggiungimento di un beneficio reciproco.
Reti sociali Le relazioni e i legami sociali tra gli individui che permettono di accedere al supporto sociale per la salute o di renderlo disponibile.
Il marketing sociale si occupa dell'elaborazione di strategie per influenzare i gruppi ad accettare, rifiutare, modificare o abbandonare un comportamento in modo volontario allo scopo di ottenere un vantaggio per i gruppi stessi. Il Community-based social marketing (CBSM) è un modello che, oltre ad utilizzare gli elementi classici del marketing, considera la comunità come agente di cambiamento. Il CBSM vede l’impegno diretto e il coinvolgimento dell’individuo come elementi imprescindibili per promuovere un cambiamento; comprende, sì, l’utilizzo di incentivi per promuovere il comportamento desiderato, ma si occupa soprattutto di agire a livello di norme sociali allo scopo di creare l’ambiente ideale dove il comportamento del singolo diventa coerente con gli stimoli veicolati dal contesto.
Leggi il commento critico e accedi al materiale di approfondimento.
La literacy (tradotta in italiano col termine un po’ riduttivo "alfabetizzazione") indica la capacità di un individuo di leggere e scrivere e le abilità di calcolo. Quando la literacy entra nell’ambito della comunicazione di massa si parla di media literacy, ovvero la competenza nel saper leggere, decodificare ed elaborare informazioni veicolate dai mass media. Da più fonti emerge la necessità di fare in modo che le persone siano in grado di utilizzare i media e le informazioni veicolate da essi in maniera critica e creativa. I media hanno infatti la capacità di influenzare i valori, i comportamenti così come gli stili di vita, diffondendo stereotipi sulla vita, la salute e la malattia. Leggi la fact sheet DoRS a cura di Eleonora Tosco.
La partecipazione della comunità nel processo di progettazione consente di perseguire gli obiettivi in modo concertato, allocare le risorse con efficienza ed efficacia, costruire le competenze, riorientare i servizi, avviare processi democratici, offrire nuove opportunità per pensare in modo creativo e innovativo i processi di pianificazione e sviluppo. Questo documento richiama concetti teorici, metodi e strumenti per coinvolgere attivamente la comunità nella realizzazione di interventi di promozione della salute con un’attenzione particolare alla promozione di una sana alimentazione e di una corretta attività fisica.Scarica la fact sheet DoRS a cura di Alessandra Suglia
L’Empowerment nei servizi sanitari e sociali: tra istanze individuali e necessità collettive è un libro (a cura di Nicoli MA, Pellegrino V - Il Pensiero Scientifico Editore, 2011) che rappresenta la sintesi di una elaborazione pratico-teorica sul tema dell’empowerment ed è attraversato da una prospettiva che tende a considerare la comunità di riferimento di un servizio sanitario non tanto come “bacino di utenza”, ma come attore sociale carico di risorse e capacità. Un contesto potenzialmente denso di partecipazione ed empowerment per ripensare lo “spazio comune”, come luogo di cura del bene comune a partire dalle istanze individuali.Leggi la recensione.
Simonelli I, Simonelli F, Atlante concettuale della salutogenesi: modelli e teorie di riferimento per generare salute, Milano, Franco Angeli, 2010. Il volume, rivolto a policy makers, a operatori sanitari e sociali, a docenti ed educatori e, in generale, a tutti i promotori di salute, illustra l'approccio salutogenico ripercorrendone il quadro teorico- concettuale.Leggi la recensione.
Collaborare. Metodi partecipativi per il sociale di Ennio Ripamonti, edito da Carocci Editore (2011), è un libro che, oltre a fornire metodi operativi utili per costruire processi partecipativi nel lavoro sociale, definisce in modo chiaro e dettagliato la cornice di senso in cui si inseriscono gli approcci che prevedono il coinvolgimento della comunità. Si tratta dunque di un'utile bussola per chi è impegnato a dare avvio o a intervenire in progetti di prevenzione e promozione della salute, rigenerazione urbana e di cittadinanza attiva.Leggi la recensione.
“Il Sistema Sanitario e l’Empopwerment” è il titolo del numero monografico de "I quaderni di monitor," che presenta le conclusioni di un programma di ricerca corrente triennale voluto dall’Agenzia Nazionale per i Servizi Sanitari Regionali (AGENAS) il cuiobiettivo era la costruzione di una rete di conoscenze regionale/nazionale e l'individuazione e diffusione di iniziative esemplari di empowerment.Leggi la recensione.
il sito "Cittalia", strumento informativo dell'omonima fondazione, raccoglie una ricca banca dati di progetti e iniziative di interesse per chi è impegnato a costruire processi partecipativi e empowerment nello sviluppo delle comunità cittadine. Tra gli argomenti che interessano lapromozione della salute si segnalano la mobilità sostenibile, la corretta alimentazione, l'attività fisica e il controllo degli agenti inquinanti.
Leggi la scheda di approfondimento
Investimenti che funzionano per la promozione dell’attività fisica, nato come complemento alla Carta di Toronto per la promozione dell'attività fisica, è un documento che identifica gli ambiti in cui realizzare le azioni volte ad aumentare i livelli di attività fisica tra la popolazione, i settori in cui è necessario intervenire e i campi di intervento, che hanno già dato prova della loro potenzialità. Aumentare la partecipazione dell’intera popolazione all’attività fisica è una delle principali priorità per la salute. Gli interventi di promozione dell’attività fisica, rivolti all’intera comunità e a tutte le fasce d’età risultano avere un maggiore successo rispetto ai singoli programmi. Questi devono essere orientati a promuovere la partecipazione attiva e a valorizzarne le risorse già presenti sul territorio.
DoRS mette a disposizione una bibliografia e sitografia italiana coerente con i principi descritti nel documento
Il capitale sociale, definito come l’aspettativa individuale circa la propensione degli altri ad assumere un comportamento cooperativo, ha un effetto causale positivo piuttosto marcato sulla salute del singolo. Questo effetto è tanto maggiore quanto più alto è il capitale sociale comunitario nella regione di residenza , cioè il livello medio di capitale sociale dell’individuo nella regione
Il rapporto sul Benessere Equo e Sostenibile (BES) del 2013, pubblicato da ISTAT e CNEL, tenta di analizzare la disponibilità di capitale sociale tra i cittadini residenti sul territorio italiano, misurando le reti sociali e il livello di fiducia e di partecipazione alla vita politica ed economica. Emerge un Paese dove prevalgono reti "corte" e legami "stretti", rappresentati dalla famiglia e dalle reti parentali. Al di là di queste reti, sembra sussistere una scarsa fiducia nella società più ampia e nelle sue forme di organizzazione (istituzioni) e rappresentanza (partiti).
Le disuguaglianze geografiche e sociali che esistono nella disponibilità di queste risorse, la frammentazione e precarizzazione di alcuni spazi aggregativi quali il lavoro e di supporto quali la famiglia, evidenziano l’urgenza di sviluppare nel lavoro sociale e più in generale nelle politiche rivolte al territorio, la capacità, di individuare ed interagire con le risorse di rete disponibili (volontariato, associazionismo, reti di prossimità).
A questo scopo possono servire interventi ‘ad ampio spettro’ in grado di sviluppare il senso di appartenenza alla comunità locale e in grado di offrire occasioni di incontro e scambio soprattutto per i soggetti più deboli (donne sole, anziani, disoccupati. ecc.), che spesso hanno perso i tradizionali riferimenti di rete e sono a rischio di isolamento sociale.
Spazio Comune è un sistema di laboratori di promozione della cittadinanza attiva che coinvolge persone provenienti dal terzo settore, dall’Università, dai servizi di welfare, dall’impegno politico nelle amministrazioni locali, da professionisti impegnati in ambito sociosanitario, urbanistico ed economico, da famiglie protagoniste di cittadinanza attiva. Il processo di costruzione di questa iniziativa ha beneficiato del sostegno della Fondazione “Volontariato e Partecipazione” di Lucca e della rivista Animazione Sociale.
L'iniziativa muove dall’ipotesi che l'attuale crisi dei legami sociali e della partecipazione politica possano essere utilmente affrontate, se si dispone di ipotesi di lettura adeguate per comprendere le trasformazioni in atto e se si promuovono intenzionali azioni di ricostruzione, in forme anche nuove, di legami sociali dotati di senso. Leggi l'approfondimento a cura di boris Zobel.
In gioco è la definizione di una nuova concezione di welfare che sappia rispondere a forme di fragilità emergenti e che rimetta al centro valori costituzionali come la salute e il benessere, come peraltro indicato dal documento di orientamento dell'O.M.S. Health 2020: a European policy framework supporting action across government and society for health and well-being.
Un labororatorio interessante in tal senso è stato il convegno Educarci al welfare bene comune, tenutori a Torino l'8 e 9 novembre 2013. Claudio Tortone e Claudia Alonzi hanno curato una rassegna sull'evento e sui contributi che si rifanno a questa esperienza.
GoodGym è un’organizzazione londinese che dal 2007 propone ai suoi membri un programma di palestra itinerante per mantenersi in forma, facendo volontariato nella propria comunità. La “palestra buona” offre programmi di allenamento fisico sia individuali sia di gruppo. Chi sceglie i programmi individuali fa jogging, almeno una volta a settimana, fino all’abitazione del proprio “personal trainer” – che di solito è una persona anziana over 65 anni che vive sola - per portargli qualcosa di utile: medicine, giornali o una spesa leggera. Si creano così nuove relazioni tra persone che vivono nella stessa città e possono condividere momenti di compagnia, esperienze di vita e informazioni. E questi appuntamenti ricaricano la motivazione del runner per continuare a correre.I programmi di gruppo invece – le groups run – prevedono la partecipazione a progetti di riqualificazione del territorio, come realizzare un orto in una scuola, ripulire un’area disagiata, aiutare in un trasloco.
L'iniziativa dunque, oltre a promuovere l'attività fisica, favorisce le alleanze tra i portatori di interesse del settore pubblico e del terzo settore, incoraggia la partecipazione attiva dei destinatari, valorizza le risorse della comunità locale e crea capitale sociale.
Leggi l'approfondimento a cura di Alessandra Suglia
L'organizzazione mondiale della sanità ha creato una banca dati di video realizzati, in tutto il mondo, nell'ambito di campagne di comunicazione per la prevenzione degli incidenti stradali. La ricerca dei video si può effettuare per argomento (per esempio: dispositivi di protezione per i bambini, cinture di sicurezza, guida in stato di ebbrezza, uso del casco), per lingua, per area geografica.
Il documento dell'O.M.S. Alcohol in the European Union. Consumption, harm and policy approaches fa il punto sulle strategie che la letteratura scientifica ha identificato come efficaci o promettenti per ridurre gli incidenti e le morti alcol-correlate.
Un capitolo è dedicato agli approcci basati sulla comunità (community-based) che si basano su modalità di progettazione bottom-up che “curano” e sollecitano la partecipazione attraverso un processo di condivisione di problemi e di cambiamenti auspicabili, da parte delle persone appartenenti ad un specifico contesto. Questo approccio, piuttosto che focalizzarsi sul singolo individuo o su un ristretto gruppo ad alto rischio, sposta la sua attenzione ad un livello comunitario e sociale. In generale gli interventi di comunità tesi a ridurre i problemi alcol-correlati consistono in: interventi informativi/educativi, azioni di rinforzo sulle norme esistenti, mobilitazione della popolazione per creare iniziative di prevenzione, ecc. I setting di intervento possono essere: una comunità scolastica, l’ambito del commercio al dettaglio e dei ristoranti o luoghi dove le bevande alcoliche vengono consumate, località di vacanza, comunità nel suo complesso, ecc
Gli studi si sono spesso scontrati con la difficoltà ad avere accesso a dati di buona qualità e a confrontare comunità di intervento con comunità di controllo. Per questo motivo il livello di evidenza di tali interventi è piuttosto debole.
Il contributo propone alcune raccomandazioni:
E' possibile accedere ad una sintesi in italiano del documento completo sul sito dors.
Il progetto prevede l’intervento all’interno di gruppi formali e informali di adolescenti utilizzando come modello l'educazione tra pari. La proposta si colloca all'interno di un orizzonte di pensiero che riconosce gli adolescenti quali soggetti primari nella promozione del proprio benessere. Tra i vari modelli che rientrano nel panorama dell’educazione tra pari, il presente progetto si ispira al modello elaborato e sperimentato nel territorio di Varese, e definito, nel testo del 2002 di A. Pellai, empowered peer education. Questa metodologia è sembrata essere la più idonea a favorire lo sviluppo delle potenzialità e delle competenze personali e sociali dei ragazzi, e si differenzia dalla maggior parte degli interventi in particolare per le modalità e i criteri di scelta dei ragazzi peer e dei temi su cui lavorare. In questo senso il progetto non è nato con l’obiettivo di incidere su specifici comportamenti a rischio sotto l’aspetto sanitario o sociale, ma vuole promuovere il protagonismo dei ragazzi per sviluppare la loro consapevolezza e competenza, per essere promotori del loro benessere all’interno della scuola e del territorio.
La scheda del progetto e i materiali ad esso collegati sono contenuti nella banca dati Pro.Sa.
E’ sempre esistita la necessità di un dialogo crescente e costante tra la scuola e la sanità, per fare in modo che le iniziative scolastiche fossero rilevanti per i giovani e che gli obiettivi dell’iniziativa avessero un’elevata possibilità di essere raggiunti.
Dors, con l’autorizzazione della IUHPE e in collaborazione con gli Uffici Scolastici Regionali (URS) di Piemonte e Lombardia, mette a disposizione la traduzione in italiano di un documento, rivolto ai politici, ai professionisti del mondo della sanità e della scuola e alle organizzazioni non-governative, per fornire alcune idee pratiche e semplici su come facilitare e migliorare il dialogo tra sanità e scuola. Il documento, intitolato Facilitare il dialogo tra il settore sanitario e quello scolastico per favorire la promozione e l’educazione alla salute nella scuola(Facilitating dialogue between the health and education sectors to advance school health promotion and education), rappresenta una cornice operativa che aiuta ad esplorare soprattutto quali siano i risultati realistici per la salute a scuola, facendo in modo che le iniziative risultino rilevanti.
La promozione della salute a scuola è efficace se comprende processi partecipativi e di inclusione. Un primo livello di partecipazione riguarda la cura delle relazioni tra la scuola, le istituzioni, gli enti locali e le associazioni. Una partnership con i diversi portatori di interesse rafforza la scuola che promuove salute e fornisce agli studenti e al personale un contesto e un supporto per le loro azioni. Un secondo livello riguarda l'orientamento della scuola a mantenere una comunità scolastica democratica che si traduce in un aumento del livello di benessere percepito. Infine è stato osservato che la partecipazione regolare del personale scolastico e degli studenti nella pianificazione e nell’implementazione delle attività di prevenzione nelle scuole è correlata a un cambiamento anegli studenti a favore di una migliore e sana alimentazione e un maggior livello di attività fisica.
Dors, con l’autorizzazione della IUHPE, in collaborazione con gli URS di Piemonte e Lombardia e l’Università degli Studi di Perugia, ha tradotto in italiano il documento Promuovere la salute a scuola. Dall’evidenza all’azione (Promoting Health in Schools from Evidence to Action) mettendolo a disposizione attraverso il link sul sito IUHPE.
Il 4 e il 5 luglio 2013 si è svolta a Vienna una conferenza ministeriale organizzata dall'OMS Europa, nell’ambito della strategia Health 2020, dedicata ad alimentazione e malattie non comunicabili. L'evento si è concluso con l'adozione di una nuova Dichiarazione di impegni finalizzati ad orientare le politiche di promozione della salute dei 25 Stati membri. Il documento propone di rafforzare la governance, le alleanze e le reti per formulare strategie di empowerment delle comunità attraverso:
Scarpe blu. Come educare i bambini a muoversi in città in sicurezza e autonomia è il libro scritto di Raffaela Mulato e Stephan Riegger - 2013 edizioni la meridiana partenze – per insegnanti, educatori, genitori, studenti e bambini. Dors ha intervistato gli autori che, in primavera, saranno a Torino per presentare il loro libro. Leggi l'intervista. Scarica due esempi di strumenti prodotti nell'ambito dei progetti moving school 21, di cui Scarpe blu fa parte.Gli appelli alla scuola, agli enti locali e alle famiglie.Le raccomandazioni "per fare" formulate durante la tavola rotonda di Conegliano (TV), 21 settembre 2013.
Dors pubblica il terzo e ultimo capitolo del manuale "Esperienze e strumenti per la promozione dell’attività fisica nei luoghi di lavoro", un prodotto che la Regione Piemonte - con la Rete Attività fisica Piemonte e Dors - ha realizzato, nell’ambito del Piano regionale della prevenzione 2013. Leggi l'articolo su dors/pubblicazioni/quaderni e scarica il capitolo tre.
La bicicletta è sempre più usata da bambini ed adolescenti nei momenti di svago ma anche come mezzo di trasporto per andare a scuola; è possibile imparare ad andare in bicicletta per sapersi muovere con destrezza in mezzo al traffico cittadino e per evitare incidenti con auto e motoveicoli? Una revisione canadese affronta la questione e Dors ne cura una sintesi offrendo indicazioni e consigli pratici per decisori e professionisti sanitari.
Con la sigaretta elettronica? Forse, ma il dibattito scientifico riguardante questo argomento è tutt’oggi in corso sia in Italia sia all’estero. In attesa dei risultati dei trial clinici avviati, Dors mette a disposizione un rapporto con la documentazione al momento disponibile. Sigarette elettroniche: ragionevoli dubbi
Linea Guida realizzata dal Network Italiano per l'Evidence Based Prevention, e pubblicata sul sito del Sistema Nazionale Linee Guida.
Pubblicazione promossa dal CCM che contiene indicazioni utili al controllo del fumo in ambiente sanitario
Il sito presenta il concorso letterario “Storie di guarigione”, seconda edizione.(http://www.storiediguarigione.net/finalita-del-concorso-letterario/ )
Possono partecipare tutti coloro che abbiano avuto un'esperienza personale e diretta con il disagio mentale, con una evoluzione favorevole delle proprie condizioni, verso la guarigione.
Gli studi sull’evoluzione a lungo termine dei disturbi schizofrenici che sono stati condotti a livello internazionale negli ultimi 20 anni hanno mostrato che le percentuali di guarigione arrivano al 50% (e anche oltre), nel caso in cui il periodo di valutazione sia sufficientemente lungo.
Oltre ai risultati delle ricerche scientifiche, si sono andate accumulando, negli ultimi decenni, centinaia di testimonianze di persone che hanno attraversato e superato l’esperienza schizofrenica. Alcune riviste scientifiche internazionali ne hanno promosso la conoscenza e la diffusione. Si sono moltiplicati i libri scritti da persone che hanno saputo attraversare e superare queste esperienze.
È stato proprio per facilitare la moltiplicazione dei racconti autobiografici di coloro che sono “sopravvissuti” all’esperienza psicotica che — qualche anno fa — è stato organizzatoo, a Biella, questo concorso letterario nazionale, in ricordo di Emanuele Lomonaco (che è stato il Direttore dei Servizi di Salute Mentale del Biellese, nel nord del Piemonte).
Le opere dovranno essere inviate in copia cartacea o su CD, con raccomandata
a/r e scheda di iscrizione compilata, entro il 28/02/2014 a:
PREMIO LETTERARIO
“STORIE DI GUARIGIONE”
c/o Biblioteca Città Studi
Corso G. Pella 2
13900 Biella (BI)
Le schede PEARL sono prodotte dal Cochrane Primary Health Care e finanziate dal New Zealand Guidelines Group per aiutare gli operatori di sanità pubblica e i medici di medicina generale a prendere decisioni sugli interventi e sui trattamenti sulla base delle evidenze.
Dors ha curato la traduzione della Scheda PEARL numero 357 dal titolo: Evidenza limitata dell’efficacia dell’esercizio fisico nella cessazione dell’abitudine al fumo.Leggi la PEARLVersione originale in lingua inglese: Limited evidence for exercise in smoking cessation
Il Bollettino Fumo è redatto dall'Osservatorio Epidemiologico delle Dipendenze - Regione Piemonte ASL TO3 – S.C. a D.U. Servizio Sovrazonale di Epidemiologia.
Puoi scaricare il volume completo cliccando quio leggere il QUADRO DI SINTESI
Il quadro complessivo per quanto attiene alle conseguenze sulla salute collegate al fumo evidenzia come il problema rimanga tuttora rilevante in Piemonte pur in presenza di una diminuzione della proporzione dei fumatori e delle conseguenze del fumo in termini di morbosità e mortalità, diminuzione che però si è arrestata negli anni più recenti per tutti e tre gli indicatori.
Nella popolazione generale (Indagini ISTAT) si osserva fino al 2005 una tendenza alla riduzione della proporzione di fumatori, che scende dal 36% nel 1980 sia in Piemonte sia in Italia a, rispettivamente, il 24% e il 23% nel 2005, e si arresta negli anni successivi: nel 2011 i fumatori sono il 25% in Piemonte e il 24% in Italia. La diminuzione fino al 2005 ha riguardato esclusivamente gli uomini, mentre tra le donne si assiste ad una sostanziale stabilità nel corso dell’intero periodo. Nel 2011, in Piemonte, la proporzione di uomini fumatori (30%) continua ad essere superiore a quella delle donne fumatrici (20%).
In relazione al titolo di studio, un buon indicatore di posizione sociale, si nota che la riduzione del tabagismo ha interessato nel tempo tutti i livelli di istruzione, ma con un decremento meno importante al diminuire del titolo di studio: confrontando i dati piemontesi del 2011 con quelli del 1980, si ha una riduzione del 60% tra i laureati, del 44% tra i diplomati, del 26% tra i soggetti con licenza di scuola media e del 32% tra coloro che hanno al massimo la licenza elementare.
In base ai dati dell’indagine PASSI, nel 2011 il 19% dei piemontesi di età compresa tra 18 e 69 anni dichiarava di aver smesso di fumare da più di 6 mesi e l’1% aveva smesso da meno di sei mesi. Inoltre il 36% riferiva di aver tentato di smettere nell’ultimo anno. L’89% dei fumatori che hanno tentato di smettere dichiarava di aver smesso di fumare da solo. Tra coloro che negli ultimi 12 mesi erano stati dal medico o da un operatore sanitario, il 45% riferiva che in tali occasioni gli erano state poste domande sul proprio comportamento tabagico, percentuale che sale al 67% tra i fumatori.
Nello studio ESPAD condotto tra gli studenti di 15-19 anni il 60% degli studenti della regione Piemonte ha provato, almeno una volta nella vita, a fumare e il 23%, nell’ultimo anno, ha fumato quotidianamente almeno una sigaretta. Il fumare almeno una sigaretta al giorno, che ha riguardato il 24% della popolazione studentesca maschile ed il 21,3% di quella femminile, è direttamente correlato all’età, raggiungendo il 38% tra i 19enni e il 30% tra le 19enni. Nel corso degli anni 2009-2012 la prevalenza di coloro che hanno fumato almeno una sigaretta nella vita evidenzia un graduale decremento, passando dal 64% al 60%, così come la prevalenza di chi fuma quotidianamente passa dal 28% al 23%.
A causa del fumo di tabacco nel 2010 in Piemonte sono morte 5.554 persone, di età superiore ai 34 anni, il 19% di tutti i decessi fra gli uomini e il 4% fra le donne. Sono avvenuti prima dei 75 anni (mortalità precoce) 2.267 decessi. In questa fascia di età i decessi dovuti al fumo costituiscono il 22% dei decessi fra gli uomini e il 9% fra le donne. In coerenza con gli andamenti della prevalenza dei fumatori, la frazione della mortalità attribuibile al fumo fra gli uomini tende a ridursi nel tempo almeno fino al 2006, per poi stabilizzarsi negli anni successivi, mentre tende ad aumentare fra le donne pur in presenza di alcune oscillazioni.
Sia il numero assoluto sia la proporzione dei ricoveri attribuibili al fumo di tabacco diminuisce negli anni: nel 1996 i ricoveri erano 39.923, il 7% del totale; nel 2011 erano 21.307, il 4% del totale tra gli adulti di età superiore a 34 anni, il 6% se si considerano solo gli uomini. Tale riduzione si osserva soprattutto negli uomini, mentre è di minor entità nelle donne. La maggior parte di questi ricoveri (n=14.227) si concentra nella popolazione al di sotto dei 75 anni di età.
Nel periodo 2005-2010 sono progressivamente aumentate le ASL che dichiarano di avere trattato soggetti per tabagismo come sostanza primaria e il numero di soggetti trattati presso i Dipartimenti di Patologia delle Dipendenze è anch’esso aumentato da 624 a 1.618.
Istituto Superiore di Sanità, Roma, 13 febbraio 2014Scarica il programma
Il progetto intende promuovere un’iniziativa coordinata dal dipartimento di Salute Mentale della Asl di Asti. Obiettivo finale del progetto è di fornire strumenti metodologici e operativi per la definizione di un modello che preveda il coinvolgimento dei principali stakeholder in qualità di valutatori per contribuire al miglioramento della performance e della qualità dei servizi psichiatrici. Ulteriore ricaduta del progetto è l’individuazione, documentazione e diffusione delle buone pratiche esistenti nei servizi psichiatrici regionali.
L’uso dei cosiddetti “latti di crescita” non apporta alcun valore aggiunto rispetto a una dieta bilanciata nel soddisfare il fabbisogno nutrizionale dei bambini nella prima infanzia nell’Unione europea. Non si individua infatti “alcun ruolo unico” degli alimenti per la prima infanzia (comunemente denominati “latti di crescita”) nella dieta dei bambini di età compresa tra uno e tre anni, che non risultano quindi più efficaci degli altri alimenti che costituiscono la dieta normale di tali bambini nell’apportare sostanze nutritive. I risultati sono contenuti nel parere scientifico dell’EFSA relativo al fabbisogno e ai livelli di assunzione attraverso la dieta di sostanze nutritive di lattanti e bambini nella prima infanzia nell’Unione europea, richiesto dalla Commissione europea. http://www.efsa.europa.eu/it/press/news/131025.htm
E' disponibile un pieghevole che informa sulla normativa italiana in merito alla commercializzazione dei sostituti del latte materno, elaborato da IBFAN Italia. Da scaricare e diffondere!