Il libro Venere siamo noi, a cura dell'associazione La consapevolezza di Venere racconta cinque storie di donne uscite dalla violenza. La storia di donne, tra le altre, che La Consapevolezza di Venere ONLUS ha ascoltato e sostenuto, aiutandole a ritrovare le proprie risorse, la dignità e la consapevolezza di sé. Accanto a ciascuna storia, gli approfondimenti psicologici, legali, economici, che hanno accompagnato il loro percorso verso una vita migliore.
Il ricavato delle vendite servirà a finanziare progetti di sostegno a donne vittime di violenza.
Food Game è un programma triennale rivolto agli studenti delle scuole superiori del territorio di ATS Milano – Città Metropolitana, che ha l’obiettivo di sensibilizzare gli studenti delle scuole secondarie di 2° grado sui temi quali la sana alimentazione, la promozione dell’attività fisica e del consumo sostenibile attraverso la modalità del “gioco in squadre” – in cui i ragazzi e le ragazze diventano attivi e collaborativi “ideatori di azioni di salute” - e l’utilizzo di canali social dedicati.
La Fondazione lombarda Soleterre sta seguendo 91 persone, beneficiarie del Fondo Nazionale per il supporto psicologico Covid-19: ex pazienti, operatori sanitari impegnati nella prima linea, persone che hanno perso un familiare, persone che hanno perso il lavoro o la casa a causa della pandemia, donne che durante il lockdown hanno visto esplodere episodi di violenza domestica. Tra i sintomi "trasversali" di disagio psicologico piu' comuni emersi ci sono depressione (il 23% in misura moderata e il 40% in misura grave); ansia (il 37% in misura moderata e il 32% in misura grave); rabbia (il 25% in misura moderata e il 23% in misura grave); alterazioni del sonno (il 17% in misura moderata e il 22% in misura grave) e uso di sostanze (37% in misura grave).
Il presidente della Fondazione avverte: “Si potrebbe ipotizzare, come inizia ad emergere in letteratura, una sindrome da stress Covid-19 caratterizzata da effetti duraturi del trauma relazionale che si riattiva ad ogni ondata in cui il virus riprende forza e trasforma radicalmente il mondo in cui tutti noi viviamo. Dai primi dati emersi un terzo dei pazienti mostra disturbi da stress post traumatico gravi o molto gravi che significa vivere con ricorrenti e involontari ricordi spiacevoli dell'evento traumatico, che spesso non lasciano dormire la notte, che agiscono come se l'evento traumatico si stesse ripresentando. Tali sintomi minacciano la concentrazione e attivano sensi di colpa che si dirigono su se' o sugli altri. Il tutto con un persistente stato emotivo negativo”.
In occasione della Giornata Mondiale della Salute Mentale, la Società Italiana di Epidemiologia Psichiatrica ha tenuto un incontro di presentazione del Rapporto SIEP sui punti di forza e di debolezza dei 20 sistemi di cura per la Salute Mentale dell'Italia, analizzati attraverso la lente degli indicatori SIEP, calcolati sui dati ufficiali del Ministero della Salute.
I dati svelano punti di forza e di debolezza dei 20 sistemi di cura per la Salute Mentale del nostro Paese.
Dalla pagina è possibile guardare la videoregistrazione della presentazione e scaricare le slide
La pandemia Covid-19 ha avuto un profondo impatto sui nostri sistemi di vita e, più in generale, sull'organizzazione economica e politica del nostro Paese. La significativa perdita di vite umane, l'interruzione delle attività economiche, il blocco, sono una indubbia minaccia per il nostro benessere. Piuttosto importante è stato l'impatto del confino sulle famiglie e in modo marcato sulle donne, favorendo le forme più disparate di abuso. In questo scenario, la violenza di genere non si aggiunge alla lista degli effetti sulla vita, ma piuttosto esprime quella dimensione della vita - spesso lasciata nell'ombra - che riflette percorsi di uguaglianza soffocata e diritti spesso negati alle donne. In effetti, la violenza di genere è un'espressione della disuguaglianza tra donne e uomini resa chiara dall'epidemia di COVID-19. Pertanto, la lotta contro la violenza di genere rimane una sfida per il ventunesimo secolo. Il documento si propone di esplorare due questioni chiave: la disuguaglianza di genere e l'interconnessione tra la riproduzione e la sfera di produzione, concentrandosi sulle disuguaglianze e le vulnerabilità preesistenti nelle esperienze di vita delle donne.
MOFFA, G. & CHIRIVÌ, M. (2020). La violenza di genere confinata tra le pareti domestiche durante il lockdown. Culture e Studi del Sociale, 5 (2), 559-567.
La pandemia COVID-19 e le relative misure di contenimento - principalmente allontanamento e isolamento fisico - stanno avendo conseguenze dannose sulla salute mentale della popolazione generale in tutto il mondo. In particolare, la frustrazione, la solitudine e le preoccupazioni per il futuro sono reazioni comuni e rappresentano fattori di rischio ben noti per diversi disturbi mentali, tra cui ansia, disturbi affettivi e da stress post-traumatico. La stragrande maggioranza degli studi disponibili è stata condotta in Cina, dove è iniziata la pandemia. L'Italia è stata duramente colpita dalla pandemia e il contesto socio-culturale è completamente diverso dai paesi dell'Est. Pertanto, vi è la necessità di studi metodologicamente rigorosi volti a valutare l'impatto del COVID-19 e delle misure di quarantena sulla salute mentale della popolazione italiana. I risultat dello studioi aiuteranno a sviluppare interventi appropriati per la gestione delle conseguenze psicosociali della pandemia. La "sperimentazione COVID-IT-salute mentale" è una sperimentazione nazionale, multicentrica, trasversale, senza scopo di lucro, basata sulla popolazione che ha i seguenti obiettivi: a) valutare l'impatto della pandemia COVID-19 e delle sue misure di contenimento sulla salute mentale della popolazione italiana; b) identificare le principali aree a cui mirare con interventi di supporto a lungo termine per le diverse categorie di persone esposte alla pandemia. I dati saranno raccolti attraverso una piattaforma web utilizzando strumenti di valutazione convalidati. I partecipanti saranno suddivisi in quattro gruppi: a) Gruppo 1: gruppo di quarantena COVID-19. Questo gruppo include la popolazione generale che è messa in quarantena ma non isolata, cioè quelle non direttamente esposte al contagio né in contatto con individui positivi al COVID-19; b) Gruppo 2: gruppo positivi al COVID-19, che comprende persone isolate esposte direttamente / indirettamente al virus; c) Gruppo 3: gruppo di personale sanitario COVID-19, che comprende professionisti sanitari di prima e seconda linea; d) Gruppo 4 - COVID-19 salute mentale, che include gli utenti dei servizi di salute mentale e tutti coloro a cui era già stato diagnosticato un disturbo mentale. I servizi di salute mentale in tutto il mondo non sono ancora preparati a gestire le conseguenze a breve e lungo termine della pandemia. È necessario avere un quadro chiaro dell'impatto che questo nuovo fattore di stress avrà sulla salute mentale e sul benessere al fine di sviluppare e diffondere interventi appropriati per la popolazione generale e per gli altri gruppi a rischio.
Giallonardo V, Sampogna G, Del Vecchio V, et al. The Impact of Quarantine and Physical Distancing Following COVID-19 on Mental Health: Study Protocol of a Multicentric Italian Population Trial. Front Psychiatry. 2020;11:533. Published 2020 Jun 5. doi:10.3389/fpsyt.2020.00533
L'articolo illustra la cosiddetta "vittimizzazione secondaria“, ovvero quelle situazione in cui le donne diventano vittima una seconda volta: nei tribunali, nei percorsi legali e sanitari, nella rappresentazione dei media, nel contesto sociale, nel giudizio delle scelte di vita. E sono questi ostacoli che vanno esaminati e superati, i nodi sciolti, affinché le donne vittime possano uscire in maniera più semplice dalla spirale della violenza maschile ed è su questi che si concentra il progetto biennale “Never Again”.
"Never again” è il progetto biennale, finanziato dalla Commissione europea, che prenderà il via il 25 novembre in occasione della giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne. Nato per iniziativa dell’Università Vanvitelli di Napoli – capofila -, vede la partecipazione di Alley-Oop Il Sole 24 Ore, Prodos Consulting, D.iRe-Donne in rete contro la violenza, l’associazione teatrale M.A.S.C. e Maschile Plurale, econ la partnership di molte istituzioni quali la presidenza del Consiglio dei Ministri – Dipartimento delle Pari opportunità, la Scuola Superiore della Magistratura e il Consiglio Nazionale Forense.
Fonte: Chiara Di Cristofaro,Violenza di genere, perché le donne non devono più essere vittime due volte, Il Sole 24 Ore, 1 ottobre 2020
Rendere visibile e valorizzare il patrimonio e la ricchezza progettuale dei promotori della salute rimangono gli obiettivi di uno strumento rinnovato, che pone l’attenzione ai fattori di trasferibilità e ai determinanti sociali delle disuguaglianze di salute. Un strumento formativo, certificativo e decisionale.
Il progetto B.E.S.T.® diventa una buona pratica di welfare territoriale condiviso con lo scopo dicontrastare le disuguaglianze nell’accesso ai servizi di cura e salute, rivolgendosi in particolare alle famiglie con figli con bisogni educativi speciali associati a svantaggio socio-economico e linguistico di una circoscrizione/area di Milano.
Questo mese inauguriamo un ciclo di interviste ad autori e autrici dell'Osservatorio Impatto Covid-19 piemontese per diffondere e rendere accessibili, anche alla comunità non scientifica, i risultati dei loro lavori.
Abbiamo chiesto a Mara Grasso di leggere il libro di Glenn Laverack - Salute Pubblica. Potere, empowerment e pratica professionale - e condividere con noi le riflessioni che ne sono scaturite.
Il 3 agosto scorso sono stati presentati i primi risultati dell'indagine di sieroprevalenza dell’infezione da virus SARS-CoV-2 realizzata dal Ministero della Salute e l'Istat, con la collaborazione della Croce Rossa Italiana.
Dors pubblica, a corredo del documento con i risultati provvisori dell'indagine, il commento del Professor Giuseppe Costa del Servizio di Epidemiologia dell'ASL TO relativo ai dati piemontesi.
Registrazione del Webinar "Covid-19: gli effetti della pandemia, dell'isolamento sociale e del lockdown sulla salute mentale degli italiani" che si è tenuto lunedì 27 luglio 2020; evento moderato dall'onorevole Beatrice Lorenzin e organizzato da Edra in partnership con il Centro Studi Americani.
«Oggi si stima che i 264 milioni di persone affette da depressione nel mondo siano raddoppiati: siamo passati dal 6% del totale di persone con depressione, al 13%. Questo perché siamo di fronte a un impatto senza precedenti nella storia recente sulla struttura economica e sociale globale, paragonabili forse solo al periodo dell'immediato dopoguerra». Così, Ranieri Guerra, Assistant Director-General for Strategic Initiatives dell'Oms, ha commentato il tema del webinar ". Poi ha aggiunto: «Per quanto concerne il mondo della salute mentale, l'Oms ha un sito dedicato con indicatori, articoli, problematiche da tutto il mondo, che ci fa capire cosa è accaduto e a cosa dobbiamo essere preparati».
Guerra ha evidenziato che «a oggi siamo a 16milioni e mezzo di casi registrati e 700mila morti classificati nel mondo (sicuramente sottostimati). Le soluzioni per l'Italia, dove lo studio della patologia è stato particolarmente dettagliato e ha accompagnato le operazioni di contenimento e controllo, sono state innovative, complesse e articolate, sia per la gestione della patologia in sè, sia per quanto riguarda la sociopatologia, inevitabilmente collegata con le rigide misure di controllo, quarantena e isolamento, con la sospensione delle relazioni sociali, scolastiche e comunitarie, che hanno allo stesso tempo permesso di mettere in sicurezza il capitale umano del Paese, con gli eccellenti risultati di contenimento che si continuano a osservare». Poi la previsione di una nuova possibile ondata: «Questo è il bimestre a bassissima circolazione del virus in cui dobbiamo lavorare di più per prepararci all'arrivo dell'autunno, il periodo delle elezioni regionali, dell'inizio delle scuole e dell'influenza stagionale, oltre che, naturalmente, della ripresa auspicata delle attività ordinarie. In Italia non siamo stati investiti dalla ondata di ritorno della prima fase epidemica. La capacità del servizio sanitario di identificare e tracciare casi e contatti è migliorata enormemente come la competenza clinica e la disponibilità di equipaggiamenti, farmaci e presidi. Mi auguro che continui così, anche se guardando alla situazione globale, non possiamo essere così ottimisti come altri colleghi in Italia». Il professor Alberto Siracusano, direttore Uoc Psichiatria e Psicologia clinica - Fondazione Policlinico Tor Vergata di Roma, ha paragonato il Covid-19 a «una bomba nucleare le cui radiazioni hanno colpito le persone in modo diverso. Chi era più vicino ed è stato colpito subito e direttamente dalla malattia; chi invece era più lontano, oggi presenta gli effetti di questa radiazione». Poi ha parlato degli effetti su bambini e giovani, molti dei quali oggi sfidano tutte le regole sulla sicurezza: «Questa "ignoranza" dipende da noi che non siamo stati in grado di trasmettere dei principi educativi relativi alla sicurezza», e ha concluso: «I rischi per il benessere psichico potranno derivare oltre che dal deficit economico, dalla povertà vitale, perdita qualitativa dei sistemi affettivi e valoriali». Sempre di fragilità nei ragazzi e nei bambini ha parlato Ernesto Caffo, professore ordinario di Neuropsichiatria infantile - Università di Modena e Reggio Emilia e presidente di Telefono Azzurro: «È stata un'esperienza complessa quella che bambini e i ragazzi hanno vissuto e, per molti già in difficoltà, il lockdown ha portato grande sofferenza che sta emergendo ora e che si può tradurre in violenza verso i coetanei e disagio, abuso di alcolici o di altre sostanze». Armando Piccinni, presidente Fondazione Brf, professore straordinario Unicamillus Roma ha citato uno studio condotto proprio sui più giovani: «Come fondazione abbiamo messo in piedi uno studio con diverse province toscane in collaborazione con il Miur su studenti dalla prima media alla quinta liceo, sulle dipendenze comportamentali, soprattutto sulla dipendenza digitale. I dati lasciano senza parole: un fenomeno che emerge in particolare è la food addiction. Chi aveva questa tendenza, l'ha incrementata durante il lockdown. C'è stato un incremento anche dell'uso di sostante stupefacenti e di alcool, tema connesso a violenza domestica».
Il periodo del lockdown ha influito positivamente sul numero totale degli omicidi, ma non sugli omicidi con vittime di sesso femminile. È uno dei dati più significativi che emerge dal report elaborato dal Servizio analisi criminale della direzione della Polizia criminale.
Il documento analizza l’andamento dei reati riconducibili alla violenza di genere nel periodo compreso tra gennaio e giugno 2020, confrontato con l’analogo periodo dell’anno precedente. Sono stati esaminati, in particolare, i cosiddetti reati spia relativi alla violenza di genere e i delitti potenzialmente riconducibili a liti familiari, soprattutto se consumati in ambito domestico. L’incidenza degli atti persecutori rivolti contro le donne ha avuto un andamento costante pari al 76% nello scorso anno, mentre nel 2020 si è passati dal 76% di gennaio, al 71% ad aprile e maggio, per poi risalire al 73% a giugno.
Oscillante nel 2020 anche la percentuale di donne vittime di maltrattamenti da parte di familiari e conviventi: dall’82% di gennaio il dato scende al 78% del mese di maggio, risalendo all’82% nel mese di giugno, mentre nel 2019 si attestava sull’83% in maniera pressoché costante.
Le violenze sessuali, dopo il periodo di lockdown, risultano in aumentano a maggio e ancora di più a giugno, restando sempre al di sotto dei dati registrati a gennaio e febbraio 2020.
Anche i reati di minaccia, lesione personale e percosse in ambito familiare restano inferiori rispetto ai dati del 2019: durante il periodo del lockdown si registra un’importante flessione, addirittura un dimezzamento nei mesi di marzo e aprile rispetto all’analogo periodo dell’anno precedente, ma i reati tornano a crescere nei mesi di maggio (10.828) e giugno (10.662).
Un approfondimento riguarda i dati sugli omicidi volontari che si confermano in calo del 19% rispetto a quelli dell’anno scorso (da 161 a 131). Le vittime di sesso femminile, però, aumentano (da 56 a 59) e, se nel 2019 costituivano il 35% degli omicidi totali, nel 2020 l’incidenza si attesta al 45%.
Stesso trend per quanto riguarda gli omicidi in ambito familiare/affettivo che, seppur in diminuzione rispetto all’anno scorso (da 73 a 69), presentano un aumento dell’incidenza sul totale degli omicidi (da 45% a 53%). Anche le vittime di sesso femminile aumentano (da 45 a 53) e cresce l’incidenza (dal 62% nel 2019 al 77% nel 2020). Crescono, infine, gli omicidi commessi da partner o ex partner (da 32 a 36) e l’incidenza di donne uccise in questo modo (da 71% nel 2019 al 68% nel 2020). (Fonte: Ministero dell'Interno)
Abstract
Il Rapporto, a cura del Ministero della Salute, pubblicato il 30 luglio 2020, è l’analisi a livello nazionale dei dati rilevati attraverso il Sistema Informativo per la Salute Mentale (SISM) riferiti all’anno 2018. Ha lo scopo di offrire uno strumento conoscitivo per i diversi soggetti istituzionali responsabili della definizione ed attuazione delle politiche sanitarie del settore psichiatrico, per gli operatori e per i cittadini utenti del Servizio Sanitario Nazionale.
Sintesi dei risultati principali: Gli utenti psichiatrici assistiti dai servizi specialistici nel corso del 2018 ammontano a 837.027 unità. Gli utenti sono di sesso femminile nel 53,8% dei casi, mentre la composizione per età riflette l’invecchiamento della popolazione generale, con un’ampia percentuale di pazienti al di sopra dei 45 anni (68,3%). In entrambi i sessi risultano meno numerosi i pazienti al di sotto dei 25 anni (soprattutto nelle femmine) mentre la più alta concentrazione si ha nella classe 45-54 anni (25,0% nei maschi; 23,1% nelle femmine); le femmine presentano, rispetto ai maschi, una percentuale più elevata nella classe > 75 anni (7,5% nei maschi e 12,3% nelle femmine).Nel 2018 i pazienti che sono entrati in contatto per la prima volta durante l’anno con i Dipartimenti di Salute Mentale ammontano a 323.707 unità di cui il 93,4% ha avuto un contatto con i servizi per la prima volta nella vita. LE PATOLOGIE I tassi relativi ai disturbi schizofrenici, ai disturbi di personalità, ai disturbi da abuso di sostanze e al ritardo mentale sono maggiori nel sesso maschile rispetto a quello femminile, mentre l’opposto avviene per i disturbi affettivi, nevrotici e depressivi. In particolare per la depressione il tasso degli utenti di sesso femminile è quasi doppio rispetto a quello del sesso maschile (29,2 per 10.000 abitanti nei maschi e 48,6per 10.000 abitanti nelle femmine).L’ATTIVITÀ DEI SERVIZI PSICHIATRICI Le prestazioni erogate nel 2018 dai servizi territoriali ammontano a 11.039.492. Complessivamente il 76,3% degli interventi è effettuato in sede, l’8,2%a domicilio e il resto in una sede esterna. Gli operatori prevalenti sono rappresentati da medici (32,5%) ed infermieri (44,2%);il 31,0% degli interventi è rappresentato da attività infermieristica al domicilio e nel territorio, il 24,9% da attività psichiatrica, il 13,7% da attività di riabilitazione e risocializzazione territoriale, il 6,5% da attività psicologica-psicoterapica e da attività di coordinamento; la quota restante riguarda attività rivolta alla famiglia e attività di supporto. DIMISSIONI OSPEDALIERE Nel 2018 si registrano 107.662 dimissioni dalle strutture psichiatriche ospedaliere (pubbliche e private), per un totale di 1.374.710 giornate di degenza con una degenza media di 12,8 giorni. Nel 2018 sono stati registrati 7.407 trattamenti sanitari obbligatori nei SPDC che rappresentano il 7,6% dei ricoveri avvenuti nei reparti psichiatrici pubblici (97.207). ACCESSI IN PRONTO SOCCORSO Nel 2018 il numero complessivo di accessi al Pronto Soccorso per patologie psichiatriche ammonta a 617.326, che costituiscono il 3,0% del numero totale di accessi al pronto soccorso a livello nazionale. Il 13,3% del totale degli accessi in Pronto Soccorso per problemi psichiatrici esita in ricovero, di cui oltre la metà nel reparto di psichiatria. Inoltre il 26,2% dei ricoveri per problemi psichiatrici registra una diagnosi di Schizofrenia e altre psicosi funzionali. Il 74,2% del totale degli accessi in Pronto Soccorso per problemi psichiatrici esita a domicilio. IL CONSUMO DEI FARMACI Sono state considerate le seguenti categorie di farmaco: antidepressivi, antipsicotici e litio, erogati in regime di assistenza convenzionata e in distribuzione diretta. In regime di assistenza convenzionata: per gli Antidepressivi, la spesa lorda complessiva è di oltre 372 milioni di euro con un numero di confezioni superiore a 36 milioni. Per la categoria degli Antipsicotici la spesa lorda complessiva è superiore a 77 milioni di euro con un numero di confezioni che supera i 5,5 milioni. Per la categoria Litio la spesa lorda complessiva è di circa 3,4 milioni di euro con un numero di confezioni pari a 843.953. In distribuzione diretta: per la categoria degli Antidepressivi la spesa lorda complessiva è pari a circa1,2milioni di euro con un numero di confezioni pari a 565.099. Per la categoria degli Antipsicotici la spesa lorda complessiva è pari a circa 82 milioni di euro con un numero di confezioni pari a circa 6,5milioni. Per la categoria Litio la spesa lorda complessiva è di 58.497 euro con un numero di confezioni pari a 28.092.
Con riferimento all’anno 2018 il costo medio annuo per residente dell’assistenza psichiatrica, sia territoriale che ospedaliera, è pari a € 78,1 calcolato dividendo il costo complessivo dell’assistenza psichiatrica per la popolazione adulta residente nel 2018. Per quanto riguarda l’assistenza psichiatrica territoriale il costo complessivo ammonta a 3.740.597 (in migliaia di euro), di cui 1.764.288 (in migliaia di euro) per l’assistenza ambulatoriale e domiciliare, 441.699 (in migliaia di euro) per l’assistenza semiresidenziale e 1.534.610 (in migliaia di euro) per l’assistenza residenziale. Per quanto riguarda l’assistenza psichiatrica ospedaliera, la remunerazione teorica delle prestazioni di ricovero ospedaliero è nel 2018 pari a 215.597 (in migliaia di euro). IL PERSONALE La dotazione complessiva del personale all’interno delle unità operative psichiatriche pubbliche, nel 2018, risulta pari a 26.216 unità. Di queste il 18,9% è rappresentato da medici (psichiatri e con altra specializzazione), il 6,3% da psicologi, il personale infermieristico rappresenta la figura professionale maggiormente rappresentata (45,1%), seguita dagli OTA/OSS con il 10,4%, dagli educatori professionali e tecnici della riabilitazione psichiatrica pari al 7,1% e dagli assistenti sociali con il 4,1%.LE STRUTTURE - Nel 2018 il sistema informativo salute mentale ha rilevato dati di attività di 1.374 servizi territoriali, 2.220 strutture residenziali e 879 strutture semiresidenziali che si riferiscono a circa il 95% dei DSM. Nel 2018 il numero dei SPDC attivi è pari a 323 con complessivi 4.113 posti letto per ricoveri ordinari e 302 posti letto per ricoveri in day hospital; le strutture ospedaliere in convenzione che erogano attività di assistenza psichiatrica sono pari a 18 con un totale di posti letto per degenza ordinaria pari a 797 e a 15 posti per day hospital. Per il totale Italia, l’offerta per i posti letto in degenza ordinaria, è di 9,7 ogni 100.000 abitanti maggiorenni
I gruppi di cammino riprendono lentamente a incontrarsi, con i dovuti accorgimenti per camminare in sicurezza. Questa guida aiuta a ripartire dalla progettazione e dalla valutazione delle esperienze in corso o da avviare.
La rivista La Salute Umana del Centro Sperimentale per la Promozione della Salute dell’Università di Perugia lancia una call per raccogliere e mappare innovazione educative nell’ambito della promozione della salute a scuola a partire dall’emergenza sanitaria ed educative. Posticipo della scadenza al 10 dicembre.
La SIP (Società Italiana di Psichiatria) ha prospettato un aumento, nei prossimi mesi, di trecentomila persone affette da disturbi mentali. Il più diffuso è lo stress post traumatico a seguito della pandemia da Covid-19. Analizziamo come gli esperti del settore suggeriscano di affrontare questo stato di crisi.
Il mondo post covid non sarà più quello di prima. Anche la promozione della salute deve cambiare. È necessario pensare a politiche della salute innovative, prioritariamente nell’area della prevenzione e della promozione della salute. Per avviarsi senza indugio su questo percorso può essere utile cominciare a fare un elenco di cosa abbiamo imparato dalla pandemia.
Nel “Manifesto per riabitare l’Italia” sono contenute e approfondite ventotto parole chiave considerate come alfabeto ideale per poter tornare ad un'immagine aggregata del Paese, delle tante Italie che da una parte sono svuotate e dall’altra non reggono più ai fenomeni di concentrazione avvenuti nei decenni.
Come promuovere la partecipazione giovanile anche ai tempi del lockdown? E’ possibile proseguire con i progetti già avviati con i ragazzi pur restando a casa? Benedetta Chiavegatti, assistente sanitaria del servizio Igiene degli Alimenti e della Nutrizione e responsabile del programma "Food Game" di Ats Città Metropolitana di Milano, ci racconta la sua esperienza in merito.
Durante eventi epidemici vi è un elevato rischio di sviluppare disturbi d’ansia, depressione, comportamenti auto-ed etero-aggressivi. Le misure di contrasto si associano a maggior rischio di abuso di alcool e sostanze, violenza domestica, e abusi sui minori. Aumentano inoltre vari fattori di rischio psicosociale come stress economico, disoccupazione, lutto, perdita del ruolo e del lavoro, rottura delle relazioni. Viene qui proposto un programma strutturato, manualizzato, basato su interventi fondati su evidenze e su una metodologia di valutazione standardizzata con strumenti integrabili nella routine clinica dei Dipartimenti di Salute Mentale. Il programma, elaborato sulla base di principi e modelli proposti dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, dall’Inter Agency Standing Committee e dal West China Hospital, ha carattere globale poiché è diretto sia alla popolazione generale che alle persone ad alto rischio, come i soccorritori e le persone con particolare vulnerabilità bio-psico-sociale.
Istituto Superiore di Sanità. Indicazioni di un programma di intervento dei Dipartimenti di Salute Mentale per la gestione dell’impatto dell’epidemia COVID-19 sulla salute mentale. Versione del 6 maggio 2020.Gruppo di lavoro ISS Salute mentale ed emergenza COVID-19 2020, iv, 23 p. Rapporto ISS COVID-19 n. 23/2020
L’Anaao ha condotto una survey destinata ai medici al fine di comprendere quante aggressioni interessino la categoria. Il trend è in aumento ma l’80% delle aggressioni non viene denunciato. I medici più colpiti sono gli psichiatri, seguono gli gli operatori del pronto soccorso. L’analisi è stata condotta da gennaio a febbraio 2020, ha interessato 2059 soggetti. Il 56,10% di coloro che hanno risposto è di sesso femminile, a dimostrazione di come il problema aggressioni sia più sentito tra i medici donna (nel 2018 era il 53%). L’indagine ha visto la partecipazione di 19 regioni con percentuali di risposte variabili e picchi in Lombardia, Campania, Veneto, evidenziando un chiaro mutamento rispetto all’ultimo sondaggio del 2018. Solo il 21% delle risposte di oggi proviene dalle regioni del sud e delle isole, rispetto al 70% del 2018, mentre il 57% arriva dalle regioni del nord ed il 22% da quelle del centro. Questo dimostra che la violenza sugli operatori sanitari, per lungo tempo attribuita prevalentemente a regioni del sud Italia ed alle isole dove le situazioni socio-economiche e sanitarie sono più complesse, è ormai diventato fenomeno largamente diffuso su scala nazionale. Il 55,44% dei rispondenti ha affermato di essere stato personalmente vittima di violenza, in valore assoluto 1137 medici rispetto agli 832 del 2018, nel 76,52% dei casi di carattere solamente verbale. Per quanto riguarda le discipline interessate dal fenomeno, l’86% degli psichiatri dichiara di aver subito aggressioni, il 77% dei medici di medicina d’urgenza, un trend decisamente in crescita in tali servizi, il 60% dei chirurghi, il 54% dei medici del territorio, il 40% degli anestesisti. Il dato preoccupante è che il 79,26% degli operatori vittime di violenza non ha presentato denuncia, e che il 66% afferma di essere a conoscenza di episodi di aggressione ai danni di operatori, ciò dimostra che il fenomeno continua ad essere sottostimato. Il 23% afferma inoltre di essere venuto a conoscenza di casi da cui è scaturita invalidità permanente o decesso conseguenti ad episodi di violenza ai danni di operatori. Alla domanda sulla conoscenza delle leggi attualmente vigenti in termini di prevenzione delle aggressioni, solo il 37% risponde in maniera affermativa.
Sono numerosi i metodi di analisi e i test resi disponibili durante i mesi in cui il nostro sistema sanitario sta affrontando l'emergenza della pandemia Covid-19. Dors tenta di rispondere in modo divulgativo alle domande più frequenti su test e risultati.
Durante il lockdown sono state 5.031 le telefonate al numero 1522, il 73% in più sullo stesso periodo del 2019. Le donne che hanno chiesto aiuto sono 2.013 (+59%).
Esploriamo il variegato mondo dell’ortoterapia e degli ambiti di intervento collaterali, attraverso un excursus storico e l’analisi di alcune esperienze internazionali e locali. Il valore riabilitativo e terapeutico di questa pratica è stata affiancata da orientamenti incentrati sulla promozione del benessere psichico e fisico a livello di individuo e comunità. Tale sinergia ha permesso di ampliare i contesti applicativi e soprattutto di sviluppare uno sguardo complessivo in cui ambiente e natura sono in relazione con il genere umano.
La promozione della salute può essere più importante che mai nei momenti di crisi come quello generato dalla pandemia da covid 19. Abbiamo condotto una ricerca rapida di letteratura per provare a capire come.
Nelle situazioni di crisi come quella che il mondo sta affrontando attualmente con la diffusione del Covid-19 emerge l’importanza della comunicazione del rischio come strumento per gestire l’emergenza e orientarsi nell’incertezza.
Disporre di dati quanto più precisi e completi e appliccare le migliori tecniche di analisi è oggi il bisogno piu' sentito per supportare scientificamente le scelte dei decisori. Analizziamo gli aspetti di gestione dei dati personali e presentiamo la Survey appena promossa da Ministero e Istat per gestire questa fase di emergenza.
Opuscolo del Consiglio Nazionale Ordine degli Psicologi. La guida fornisce consigli e informazioni utili sviluppando in particolare i seguenti punti: Gestire lo stress e sviluppare resilienza; Riscoprire le proprie risorse; Dare dignità a ogni aspetto della giornata; Gestire le emozioni negative; Aprire la mente all’altro… vicino; Applicare il minimalismo digitale; Lavorare da casa, come riorganizzare le proprie abitudini quotidiane; Non dimenticare l’attività fisica; Socializza, adesso hai tempo per farlo; Ascoltare i bambini; Gli adolescenti; E gli anziani; Un occhio di riguardo alla coppia; Non dimenticare il tempo per il riposo; Provare ad imparare nuove abitudini; Non vivere solo di Coronavirus; Riflettere sulla gestione della paura; Ma anche smettere di pensare ad essa; Sforzarsi di trovare qualche aspetto positivo; Dove posso trovare supporto psicologico?
Sezione del sito del CNOP Consiglio Nazionale dell'Ordine degli Psicologi che contiene utile materiale divulgativo e scientifico per la gestione dello stress e del'ansia. In particolare : un pieghevole vademecum multilingue; l'accesso alla Biblioteca Digitale Mondiale dell'Unesco; una guida anti-stress per i cittadini; materiali prodotti dalle associazioni e società scientifiche; materiali prodotti dagli Ordini territoriali.
Facciamo il punto su due aspetti di gestione dei trattamenti di dati personali nell’emergenza Covid-19: l’uso dei dati per la ricerca epidemiologica a supporto delle decisioni delle autorità e la tracciatura dei movimenti delle persone affette e dei loro contatti tramite app. PARTE PRIMA: LE APP - aggiornamento con l'autorizzazione del Garante Privacy per l'APP Immuni
L’OMS lo scorso 14 aprile ha aggiornato la strategia globale per rispondere alla pandemia da COVID-19. Il documento ha l’obiettivo di aiutare a guidare la risposta a livello nazionale e subnazionale. Dors ha tradotto e contestualizzato all’Italia le 6 condizioni che l’OMS considera necessarie per passare alla fase 2.
La Ministra per le Pari Opportunità e la Famiglia, il presidente della Federazione degli Ordini dei Farmacisti Italiani (FOFI), il presidente di Federfarma e il presidente di Assofarm hanno firmato questa mattina un protocollo d’intesa per potenziare l’informazione per le donne vittime di violenza domestica e/o stalking durante l’emergenza Coronavirus.
L’obiettivo è essere accanto alle donne in questo momento, fornendo loro tutte le informazioni necessarie per chiedere aiuto e denunciare la violenza in sicurezza. Le farmacie presenti sul territorio nazionale riceveranno materiale informativo che consentirà alle donne di accedere alle prime indicazioni utili per prevenire ed affrontare in modo efficace eventuali situazioni di violenza o stalking da parte maschile. A questo scopo sono state predisposte delle linee guida informative, che saranno rese disponibili nelle farmacie. In particolare, sarà rafforzata la diffusione, anche attraverso l’esposizione di un cartello, del numero verde antiviolenza 1522, attivo h24, già oggetto in queste settimane di una campagna di comunicazione promossa dal Dipartimento per le Pari Opportunità della Presidenza del Consiglio dei Ministri.
Campagna social “Libera puoi”, promossa dal Dipartimento per le Pari opportunità a sostegno delle donne vittime di violenza durante l'emergenza causata dall’epidemia da Covid19. L’obiettivo è promuovere il numero 1522, attivo h24, e far conoscere l’app “1522”, disponibile su IOS e Android, che consente alle donne di chattare con le operatrici e chiedere aiuto e informazioni in sicurezza, senza correre il rischio ulteriore di essere ascoltate dai loro aggressori.
Sono due i progetti messi in campo dalla Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli IRCCS per dare supporto psicologico agli operatori sanitari impegnati nella lotta contro il Coronavirus. “Resilienza Covid19” è un progetto ideato da psichiatri e da psicologi del Gemelli per dare supporto a tutti gli operatori sanitari italiani, attraverso una linea telefonica dedicata (attiva 7 giorni su 7 dalle 9 alle 18) o via email. “Non sei solo” è invece il progetto ideato dal Servizio di Psicologia Clinica del Gemelli per supportare il personale sanitario del Policlinico, impegnato nell’emergenza Covid19.
Indagine del Consiglio Nazionale delle Ricerche su atteggiamenti e comportamenti della popolazione nell'emergenza Covid-19 in relazione al "distanziamento sociale". Lo scopo è di analizzare gli atteggiamenti e i comportamenti della popolazione dovuti al "distanziamento sociale", per valutarne le conseguenze e i correttivi nel breve e medio periodo, per arginare l'insorgenza di stati critici a livello psicofisico prodotti dall'assenza di lavoro e socialità. Da un team di studiosi è stato sviluppato un questionario on line.
L’attività è articolata in quattro aree d’indagine. La prima riguarda le informazioni socio-anagrafiche dei rispondenti. La seconda, Interazione e devianza nel distanziamento/avvicinamento sociale, rileva i mutamenti nell’interazione sociale e le conseguenti forme di devianza e disagio dovute sia al distanziamento sia al contatto protratto degli individui conviventi. La terza, Fiducia e opinioni, riguarda la valutazione dell’operato pubblico e i livelli di fiducia relazionale e sistemica. La quarta, Emozioni e disagio, analizza la valutazione del sé, le emozioni primarie e gli stereotipi connessi all’emergenza sanitaria.
I Centri Antiviolenza della rete D.i.Re si sono organizzati per rispondere all’emergenza COVID-19 e alle disposizioni emanate dal governo con l’istituzione della zona rossa a livello nazionale, in modo da non lasciare sole le donne che hanno subito violenza.
Per aiutare la popolazione a reagire il Consiglio nazionale dell’ordine degli psicologi (Cnop) ha promosso l’iniziativa #psicologionline: i cittadini tramite un apposito motore di ricerca (accessibile dal sito Cnop) possono trovare lo psicologo o psicoterapeuta più vicino e prenotare un teleconsulto gratuito (via telefono o piattaforma di videochiamata). In caso di necessità verranno programmati interventi a distanza più strutturati. Oltre 4mila professionisti dislocati in tutta Italia hanno già aderito al progetto.
Anche la Società psicanalitica italiana (Spi) ha messo a disposizione un servizio di ascolto e consulenza di psicologia psicanalitica (da 1 a 4 teleconsulti gratuiti) per problematiche connesse all’emergenza coronavirus. I Centri psicoanalitici associati alla Spi, presenti su tutto il territorio nazionale (Roma, Milano, Bologna, Genova, Torino, Firenze, Pavia, Padova, Napoli, Palermo) forniranno per il progetto i nominativi dei professionisti disponibili per l’ascolto tramite telefono o piattaforma di videochiamata.(Fonte: Ministero Salute)
Questo modello sì è dimostrato utile nel miglioramento della pratica lavorativa degli operatori della prevenzione negli ambienti di lavoro e della loro motivazione, nel rafforzamento del loro ruolo e nella formazione.
L'attuale diffusione del coronavirus rende necessaria la prescrizione della quarantena di massa, per motivi di sanità pubblica. Diventa necessaria la rapida produzione di sintesi di evidenze per i policy makers, e di indicazioni per gli operatori e la popolazione al fine di adottare la modalità più corretta per arginare l’impatto psicologico negativo.
È un progetto dell’ASL3 Liguria in linea con i principi delle Scuole che promuovono salute. Gli operatori sanitari facilitano insegnanti e genitori nel percorso di ricerca-azione proposto a scuola ai bambini con ausilio di materiali didattico-educativi.
Per contrastare la disinformazione e la cattiva comunicazione è necessario fare riferimento a fonti informative accreditate e scientificamente attendibili. Dors propone una lista di risorse e documenti in cui reperire corrette e aggiornate evidenze sul tema
In collaborazione con il Dipartimento per le Pari Opportunità (DPO), il CNR e le Regioni, l’Istat ha condotto la prima indagine sui 281 Centri antiviolenza (CAV) che svolgono attività a sostegno delle donne maltrattate e dei loro figli.
Nel 2017 si sono rivolte ai Centri antiviolenza 43.467 donne (15,5 ogni 10mila donne); il 67,2% ha iniziato un percorso di uscita dalla violenza (10,7 ogni 10mila). Tra le donne che hanno iniziato tale percorso, il 63,7% ha figli, minorenni nel 72,8% dei casi. Le donne straniere costituiscono il 27% di quelle prese in carico.
Le modalità per entrare in contatto con i centri sono di vario tipo: il 95,3% dei Centri mette a disposizione il numero telefonico 1522, che accoglie le richieste di aiuto e sostegno delle vittime di violenza e stalking, il 97,6% dei Centri garantisce una reperibilità h24. In alternativa si può andare presso i singoli Centri, aperti mediamente 5 giorni a settimana per circa 7 ore al giorno. L’89,7% dei Centri è aperto 5 o più giorni a settimana.
I servizi offerti sono molteplici, dall’accoglienza (99,6%) al supporto psicologico (94,9%), dal supporto legale (96,8%) all’accompagnamento nel percorso verso l’autonomia abitativa (58,1%) e lavorativa (79,1%) e in generale verso l’autonomia (82,6%). Meno diffusi, il servizio di sostegno alla genitorialità (62,5%), quello di supporto ai figli minori (49,8%) e quello di mediazione linguistica (48,6%). L’82,2% dei Centri effettua la valutazione del rischio di recidiva della violenza sulla donna.
Per gestire le situazioni di emergenza l’85,8% dei Centri antiviolenza è collegato con una casa rifugio. (Fonte Istat)
https://www.istat.it/it/archivio/234874