Prove crescenti suggeriscono che durante la pandemia di COVID-19, l'ansia e la depressione durante il periodo perinatale sono aumentate. Lo scopo dello studio è stimare la prevalenza del rischio di depressione e ansia materna tra le donne che frequentano 18 centri sanitari in Italia durante la pandemia SARS-COV-2 e indagare i rischi psicosociali e i fattori protettivi associati. Si è articolato in una fase retrospettiva (2019, 2020 e primi nove mesi del 2021) e in una fase prospettica (iniziata a novembre 2021 e tuttora in corso), che hanno esaminato rispettivamente 12.479 e 2349 donne, per un totale di 14.828 donne nel periodo perinatale. Per valutare il rischio di ansia e depressione, sono stati utilizzati il General Anxiety Disorder-7 (GAD-7), l'Edinburgh Postnatal Depression Scale (EPDS) e un modulo ad hoc per raccogliere le variabili sociodemografiche. Nello studio prospettico, l'età media delle donne è di 31 (range 18-52) anni. I risultati hanno mostrato che la percentuale di donne con punteggio EPDS ≥9 è aumentata dall'11,6% nel 2019 al 25,5% nel periodo che va da novembre 2021 ad aprile 2022. Nei modelli di regressione logistica, le variabili associate al rischio di depressione a un livello ≤ 0,01 include avere problemi economici (OR 2,16) e non poter contare sul sostegno di parenti o amici (OR 2,36). Avere lo status professionale di casalinga è un rischio minore (OR 0,52). Quelli associati al rischio di ansia includono l'essere italiani (OR 2.97), avere un'istruzione inferiore a quella della scuola secondaria (OR 0.47), avere alcuni o molti problemi economici (OR 2.87), non poter contare sul sostegno di parenti o amici (OR 2.48), e non aver frequentato un corso prenatale (OR 1.41). I dati di questa indagine potrebbero essere utili per determinare l'impatto della pandemia SARS-COV-2 sulle donne e per stabilire un programma di screening con criteri comuni e uniformemente applicati che siano coerenti con i programmi nazionali e internazionali di salute mentale delle donne.
Camoni, L.; Mirabella, F.; Gigantesco, A.; Brescianini, S.; Ferri, M.; Palumbo, G.; Calamandrei, G.; on behalf of the Perinatal Mental Health Network. The Impact of the COVID-19 Pandemic on Women’s Perinatal Mental Health: Preliminary Data on the Risk of Perinatal Depression/Anxiety from a National Survey in Italy. Int. J. Environ. Res. Public Health 2022, 19, 14822. https://doi.org/10.3390/ijerph192214822
La chiusura delle scuole durante la prima fase della pandemia di COVID-19 ha avuto un impatto negativo sul benessere psicologico degli studenti. Ma non in che modo ha inciso la chiusura prolungata? Una revisione sistematica affronta il tema.
La violenza sessuale è un problema di salute pubblica che colpisce gli adolescenti a livello globale. Non è stata finora condotta alcuna metanalisi dei programmi di prevenzione della violenza sessuale adolescenziale. Obiettivo dei ricercatori è stato condurre una revisione sistematica e una metanalisi per valutare l'efficacia dei programmi psicosociali per prevenire la violenza sessuale durante l'adolescenza. Gli articoli sottoposti a revisione sono stati ricercati fino a dicembre 2021. Gli studi inclusi erano studi clinici randomizzati che valutavano l'efficacia di un programma di prevenzione psicosociale mirato alla violenza sessuale e somministrato ad adolescenti di età compresa tra 10 e 19 anni. L'evidenza ha suggerito che i programmi di prevenzione erano associati alla riduzione della violenza sessuale adolescenziale, specialmente quando implementati a scuola con gli adolescenti più grandi.
Piolanti A, Jouriles EN, Foran HM. Assessment of Psychosocial Programs to Prevent Sexual Violence During Adolescence: A Systematic Review and Meta-analysis. JAMA Netw Open. 2022;5(11):e2240895. doi:10.1001/jamanetworkopen.2022.40895
È stato condotto un case study con un gruppo di donne vittime di violenza di genere (n = 39) con l'obiettivo di valutare un intervento psicoterapeutico misto. I risultati mostrano che le terapie miste con messaggi di testo mobili combinate con le terapie di gruppo faccia a faccia hanno migliorato significativamente la salute di queste donne. Gli stati d'animo e i sintomi della depressione sono stati misurati con un questionario sulla salute personale e si sono evoluti positivamente. La maggior parte delle donne ha affermato che i messaggi hanno aiutato a migliorare il loro umore (91,6%), la propria salute generale (83,3%) e che le ha fatte sentire più connesse al proprio ambiente sociale (80,6%). È stato inoltre osservato che l'aderenza ai farmaci per ogni donna è migliorata. Con terapie miste e telefoni cellulari, i professionisti dei servizi sociali possono incorporare la tecnologia nelle pratiche quotidiane e offrire un'attenzione personalizzata e una consulenza quotidiana alle vittime della violenza di genere.
García Y, Ferrás C. Blended Therapies and Mobile Phones for Improving the Health of Female Victims of Gender Violence. Healthcare. 2022; 10(3):445. https://doi.org/10.3390/healthcare10030445
Viene descritto il progetto elaborato da un gruppo di infermieri del Servizio territoriale per la salute mentale di Torino.
Il fitwalking, che tradotto significa “camminare per il benessere” si concretizza come un’attività gestita da tutor specificatamente formati, e come valore aggiunto portatori di competenze cliniche e assistenziali. Qualche anno fa l’ASL Città di Torino ha formato tutor capaci di investire sulla salute.
Le persone affette da disturbi della salute mentale, presentano inevitabilmente un aumentato del tasso di mortalità e una maggiore prevalenza delle patologie fisiche croniche, rispetto alla popolazione generale. Questi fenomeni risultano correlati sia all’assunzione prolungata di farmaci sia alla presenza di altri fattori di rischio quali: stili di vita non salutari (fumo, alcool, dieta, sedentarietà); inadeguata cura di sé; scarsa integrazione sociale e affettiva; difficoltà a riconoscere, cercare ed ottenere aiuto medico; bassa compliance ai trattamenti.
Si è dimostrato infatti, che esiste una stretta correlazione tra disturbi psichiatrici come la schizofrenia e lo sviluppo di una disfunzione metabolica.
Il movimento promuove un migliore funzionamento, dal punto di vista organico, e incide positivamente sulla qualità di vita, sullo stato di salute e sul benessere globale delle persone. Gli studi sottolineano che gli effetti benefici vengono potenziati dallo svolgimento di un’attività fisica costante, regolare e crescente in termini di intensità e durata. Altri dati evidence based dimostrano anche che l’attività fisica nei pazienti con diagnosi di spettro psichiatrico ha impatto positivo sia su stati depressivi o di deflessione dell’umore, sia sui livelli di stress, ansia, frustrazione e relazioni interpersonali. Si rende quindi necessario impostare programmi di prevenzione e cura attraverso un insieme di attività, azioni ed interventi attuati con il fine di promuovere e conservare lo stato di salute ed evitare l’insorgenza di malattie o ritardarne le complicanze, secondo la triade terapeutica “farmaco-dieta-esercizio fisico” prevista dalla letteratura scientifica nei casi di molte malattie croniche definite esercizio-sensibili.
L’indagine ha evidenziato un significativo miglioramento dei parametri antopometrici, valori ematochimici e del funzionamento globale e sociale del paziente, in linea con i risultati di molti studi presenti in letteratura. Le persone che hanno smesso di praticare l’attività fisica, come progettata, sono state accompagnate ad un’attività di fitwalking con attività fisica più moderata, con un taglio quasi esclusivamente socializzante e di contatto con la natura.
Roberto Brisichella, Mirella Dalia, Federica Favario, Anna Myszka, Marco Pastore. “Fitwalking, camminata che cura”. Promozione della salute attraverso l’attività fisica nell’ambito del servizio di salute mentale. L’infermiere, 2022;59:4, 8 - 13
In tutto il mondo sono principalmente le donne che si prendono cura della casa e dei figli, senza percepire danaro. Spesso hanno anche un lavoro e il duplice carico di impegni che si devono assumere può incidere sul loro benessere fisico e psicologico. Uno studio per la prima volta valuta gli effetti del lavoro domestico sulla salute mentale di uomini e donne, considerando le differenze di genere.
Obiettivo della revisione sistematica era di indagare i ruoli della salute mobile, o mHealth, nella salute psicosociale delle donne in gravidanza e delle madri. A tale scopo è stata condotta una ricerca sistematica in database e letteratura grigia
Sono state condotte due ricerche per includere articoli di ricerca originali pubblicati in inglese fino al 15 novembre 2021.
La maggior parte degli studi ha riportato risultati contrastanti sui ruoli degli interventi di mHealth nella salute psicosociale delle donne in gravidanza e delle madri; mHealth ha migliorato l'autogestione, l'accettazione della gravidanza/maternità e il supporto sociale, mentre sono stati osservati risultati contrastanti per ansia e sintomi depressivi, stress percepito, benessere mentale, coping e autoefficacia.
Le donne incinte e le madri provenienti da popolazioni vulnerabili hanno beneficiato dell'uso della mHealth per migliorare la propria salute psicosociale.
I risultati suggeriscono che la mHealth ha il potenziale per migliorare l'autogestione, l'accettazione della gravidanza/maternità e il supporto sociale. La mHealth può anche essere uno strumento utile per raggiungere le donne incinte e le madri vulnerabili con ostacoli all'informazione sanitaria e facilitare l'accesso ai servizi sanitari. Tuttavia, l'elevata eterogeneità ha limitato la certezza dell'evidenza di questi risultati. Pertanto, gli studi futuri dovrebbero identificare il contesto in cui la mHealth potrebbe essere più efficace.
Sakamoto JL, Carandang RR, Kharel M, Shibanuma A, Yarotskaya E, Basargina M, et al. (2022). Effects of mHealth on the psychosocial health of pregnant women and mothers: A systematic review. BMJ Open, 12(2), e056807.
Il Report vuole ispirare e orientare l’incontestabile e urgente trasformazione necessaria per garantire a tutti una migliore salute mentale, promuovendo un approccio multisettoriale, e rivolgendosi principalmente ai decision-makers del settore sanità, quali i ministri della salute e altri partner del settore che si occupano dello sviluppo delle politiche inerenti la salute mentale e della programmazione/gestione dei sistemi e servizi di salute mentale.
La depressione postpartum (PPD) è uno dei disturbi più comuni dopo il parto. Questa revisione sistematica e metanalisi mirava a valutare l'efficacia degli interventi psicologici nella prevenzione della PPD nelle donne non depresse. Sono state seguite le linee guida PRISMA. Sono stati selezionati studi randomizzati controllati (RCT) condotti con donne in gravidanza o postpartum (fino a 12 mesi) che non erano depresse al basale. Sono state incluse 4958 partecipanti provenienti da quattro continenti. Gli interventi psicologici hanno pochissima efficacia nel prevenire la PPD nelle donne non depresse, sebbene questa efficacia sia maggiore negli interventi incentrati sulle donne primipare. Sono necessari ulteriori RCT con un basso rischio di bias e interventi più efficaci.
Martin-Gomez C, Moreno-Peral P, Bellon JA, Conejo-Ceron S, Campos-Paino H, Gomez-Gomez I, et al. (2022). Effectiveness of psychological interventions in preventing postpartum depression in non-depressed women: A systematic review and meta-analysis of randomized controlled trials. Psychological Medicine, 1-13
L'insonnia è un problema comune nella società moderna. È associata a una ridotta qualità della vita e a menomazioni nella salute fisica e mentale. L'ascolto della musica è ampiamente usato come aiuto per dormire, ma non è chiaro se possa effettivamente migliorare l'insonnia negli adulti. Questa Cochrane Review è un aggiornamento di una revisione pubblicata nel 2015.
Sono stati inclusi 13 studi (otto studi nuovi a questo aggiornamento) che comprendono 1007 partecipanti. Gli studi hanno esaminato l'effetto dell'ascolto quotidiano di musica preregistrata, per 25-60 minuti, per un periodo da tre giorni a tre mesi.
I risultati della metanalisi suggeriscono che l'ascolto della musica può avere un effetto benefico da moderato a grande sulla qualità del sonno in diverse popolazioni che hanno sintomi di insonnia. Le misure soggettive di questi risultati suggeriscono che i partecipanti possono sperimentare miglioramenti nella latenza di insorgenza del sonno, nel tempo di sonno totale e nell'efficienza del sonno con l'intervento musicale con ampi intervalli di confidenza che vanno da piccole a grandi dimensioni di effetto. Poiché gli studi riportano informazioni limitate sulla natura dei problemi di sonno dei partecipanti, non è possibile trarre conclusioni in merito all'effetto sui sottotipi di insonnia come difficoltà con l'inizio del sonno, mantenimento del sonno o sonno non ristoratore.
Jespersen KV, Pando-Naude V, Koenig J, Jennum P, Vuust P. Listening to music for insomnia in adults. Cochrane Database of Systematic Reviews 2022, Issue 8. Art. No.: CD010459.
Il passaggio alla menopausa è spesso accompagnato da sintomi psico-vegetativi, inclusi sintomi di stress e ansia. Identificare lo stress e l'ansia e intervenire tempestivamente può avere un enorme impatto sulla salute pubblica. Gli operatori sanitari come ostetrici-ginecologi o medici di famiglia svolgono un ruolo fondamentale nella diagnosi, prevenzione e trattamento di sintomi o disturbi di stress e ansia, poiché spesso rappresentano il principale contatto medico delle donne durante la transizione alla menopausa. Tuttavia, spesso non si sentono sicuri nell'identificare e curare i problemi di salute mentale. Lo scopo di questa revisione era riassumere le conoscenze attuali (dal 2010) provenienti da studi randomizzati controllati, revisioni sistematiche e meta-analisi sulle opzioni diagnostiche e terapeutiche e fornire algoritmi decisionali clinici. La letteratura recente suggerisce trattamenti farmacologici, cognitivo comportamentali (sono disponibili diversi interventi psicologici per la riduzione dello stress).e complementari. La scelta su quale trattamento utilizzare dovrebbe essere discussa con la paziente.
Stute P, Lozza-Fiacco S. Strategies to cope with stress and anxiety during the menopausal transition. Maturitas. 2022 Aug 3;166:1-13. doi: 10.1016/j.maturitas.2022.07.015. Epub ahead of print. PMID: 35964446.
L'affaticamento da "compassione" è il risultato di fattori di stress unici inerenti al lavoro di cura. La fatica della "compassione" ha evidenti costi emotivi e fisici e un impatto significativo sull'assunzione e sulla fidelizzazione del personale.
La revisione è la prima a valutare la letteratura quantitativa sull'affaticamento da "compassione" negli infermieri di salute mentale. La ricerca sull'affaticamento da "compassione" negli infermieri di salute mentale non ha tenuto conto finora, in modo accurato, del rapporto di cura unico tra infermiere e paziente. L'istruzione basata sulle competenze, una forte leadership dell'infermiere di salute mentale, culture organizzative positive, supervisione clinica e riflessione insieme a strategie individuali di cura di sé possono mitigare l'affaticamento della "compassione".
Sono urgentemente necessarie risorse per l'istruzione e lo sviluppo della forza lavoro che affronti la fatica della "compassione" negli infermieri di salute mentale. Sono necessari interventi che affrontino le esigenze fisiche, cognitive ed emotive del lavoro di cura per garantire che gli infermieri di salute mentale abbiano la capacità di fornire un'assistenza compassionevole sostenibile ai pazienti.
Marshman C, Hansen A, Munro I. Compassion fatigue in mental health nurses: A systematic review. J Psychiatr Ment Health Nurs. 2022 Aug;29(4):529-543. doi: 10.1111/jpm.12812. Epub 2021 Dec 28. PMID: 34874593.
Recentemente è stata pubblicata una serie di studi sugli interventi universali di mindfulness a scuola, come risultato di otto anni di lavoro coordinati da un gruppo di ricerca britannico, nell’ambito del Progetto Myriad (My Resilience in Adolescence – La mia resilienza in adolescenza) rivolto a comprendere come promuovere la salute mentale e il benessere di adolescenti. Il progetto, finanziato da Wellcome Trust, ha coinvolto complessivamente 85 scuole del Regno Unito, con oltre 650 insegnanti e un campione rappresentativo di oltre 8.000 ragazze e ragazzi di età compresa tra 11 e 16 anni.
I risultati del progetto sono stati analizzati e commentati in sette articoli scientifici pubblicati il 12 luglio sulla rivista scientifica British Medical Journal – Evidence Based Mental Health.
Gli studi sono stati articolati in modo da esaminare: a) il confronto tra gli effetti di un intervento di mindfulness in classe e la programmazione usuale comprendente lezioni su temi psicologici; b) l’impatto a un anno dall’intervento sul benessere psicologico, includendo aspetti emotivi e cognitivi; c) gli effetti differenziati nei sottogruppi (insegnanti, adolescenti in buona salute psicologica e adolescenti con difficoltà psicologiche clinicamente rilevanti) e il ruolo di altri mediatori; d) un eventuale beneficio differenziale dell’intervento durante la pandemia.
Applicato alle scuole, il programma di Mindfulness del progetto Myriad è stato rivolto all’insegnamento della consapevolezza, dell’accettazione di sé e della resilienza attraverso una serie di sessioni psicoeducative tenute in classe e di esercizi da praticare a casa. I contenuti sono stati adattati in modo da affrontare l’adolescenza nella sua evoluzione tipica e nella psicopatologia. L’obiettivo era di introdurre ragazze e ragazzi ad abilità di controllo dell’attenzione e di autoregolazione emotiva, cognitiva e comportamentale, attraverso indicazioni da applicare nella vita quotidiana.
Le conclusioni generali che si possono trarre dal complesso dei risultati prodotti dal Progetto Myriad sugli interventi di mindfulness sono che: a) hanno potenzialmente dei benefici per alcune fasce di età adolescenziale ma non per la prima adolescenza; 2) possono portare a benefici cognitivi ed emotivi; 3) hanno un’efficacia di breve durata; 4) hanno un effetto iatrogeno negli adolescenti con disturbi psicopatologici e quindi sono controindicati per questi ragazzi e ragazze.
Metitieri T. Mindulness, gli interventi a scuola sono realmente efficaci? I risultati del Progetto Myriad, Valigia Blu, 26 luglio 2022
Ricerche precedenti allo studio suggerivano che l'allenamento alla consapevolezza (MT) fosse efficace nel migliorare la salute mentale nei giovani. MT si propone di lavorare migliorando il controllo esecutivo in contesti carichi di affettività. Tuttavia, non è chiaro se la MT migliori tale controllo nei giovani. MT sembra mitigare le difficoltà di salute mentale durante i periodi di stress, ma qualsiasi effetto attenuante contro le difficoltà legate al COVID rimane non esaminato. Obiettivo dello studio era valutare se la MT (intervento) rispetto alla psicoeducazione (Psy-Ed; controllo), implementata nelle classi del doposcuola 1.migliora il controllo esecutivo affettivo; 2. mitiga gli impatti negativi sulla salute mentale della pandemia di COVID-19. Lo studio ha visto coinvolti 460 studenti di età compresa tra 11 e 16 anni: MT (N=235), Psy-Ed (N=225). I risultati non hanno fornito prove che la versione di MT utilizzata i abbia migliorato il controllo esecutivo affettivo dopo l'allenamento o mitigato le conseguenze negative sulla salute mentale della pandemia COVID-19 rispetto a Psy-Ed. Non sono stati segnalati eventi avversi. Non ci sono quindi prove che la MT migliori il controllo affettivo o la salute mentale dei giovani durante i periodi di stress.
Un ampio corpus di prove sperimentali nelle scienze empiriche mostra che scrivere di esperienze di vita può essere benefico per la salute mentale e fisica. Mentre i dati empirici riguardanti i benefici per la salute degli interventi di scrittura sono stati raccolti in numerosi studi di psicologia e biomedicina, questa letteratura è rimasta quasi del tutto scollegata dagli studi umanistici e neuropsicologici cognitivi. In questo articol si esamina la letteratura sugli interventi di scrittura psicologici e biomedici e si collegano questi risultati alle opinioni della filosofia, della neuropsicologia cognitiva e della narratologia.Si sostiene, in particolare, che il concetto narratologico di conflitto può essere applicato per risolvere modelli di risultati empirici apparentemente contrastanti negli studi psicologici. Più in generale,si afferma che una prospettiva interdisciplinare possa fornire una base teorica più ampia per comprendere i processi psicologici, alla base dei benefici per la salute della scrittura autobiografica e fornire indicazioni per la ricerca futura in psicologia e biomedicina.
Valtonen J. The Health Benefits of Autobiographical Writing: An Interdisciplinary Perspective. J Med Humanit. 2021 Dec;42(4):1-19.
La revisone con metanalisi indaga se gli interventi artistici siano efficaci nel ridurre lo stigma relativo alla salute mentale tra i giovani e, in tal caso, quali forme d'arte specifiche, durata e componenti legati allo stigma abbiano successo. METODI: Cinquantasette studi hanno soddisfatto i criteri di inclusione (n = 41.621). Gli interventi che utilizzano più forme d'arte sono efficaci nel migliorare il comportamento nei confronti delle persone con problemi di salute mentale. Nessuno studio ha riportato esiti negativi o danni non intenzionali. Non sono stati segnalati studi da paesi a basso e medio reddito. Gli autori concordano sul fatto che glii interventi artistici sono efficaci nel ridurre lo stigma relativo alla salute mentale, seppure in piccola misura. Gli interventi che impiegano più forme d'arte insieme rispetto agli studi che impiegano film, teatro o giochi di ruolo sono probabilmente più efficaci nel ridurre lo stigma relativo alla salute mentale.
Gaiha SM, Salisbury TT, Usmani S, Koschorke M, Raman U, & Petticrew M. (2021). Effectiveness of arts interventions to reduce mental-health-related stigma among youth: A systematic review and meta-analysis. BMC Psychiatry, 21(1), 364.
Un numero senza precedenti di persone in tutto il mondo sta subendo uno sfollamento forzato a causa di eventi naturali o causati dall'uomo. Più del 50% dei rifugiati nel mondo sono bambini o adolescenti. Oltre alle sfide di stabilirsi in un nuovo paese, molti hanno assistito o vissuto eventi traumatici. Pertanto, i bambini e gli adolescenti rifugiati sono a rischio di sviluppare problemi di salute mentale come il disturbo da stress post-traumatico e richiedono un sostegno adeguato ed efficace all'interno delle comunità.
Obietti della revisione: Valutare l'efficacia e l'accettabilità degli interventi comunitari (solo RCT) rispetto ai controlli (nessun trattamento, lista d'attesa, trattamento alternativo) per prevenire e curare i problemi di salute mentale (depressione grave, ansia, disturbo da stress post-traumatico, disagio psicologico) e il miglioramento della salute mentale nei bambini e negli adolescenti rifugiati nei paesi ad alto reddito.
Sebbene gli interventi basati sulla comunità possano essere efficaci per la salute mentale in varie popolazioni, non sono state trovate prove che suggeriscano che tali interventi possano promuovere la salute mentale o prevenire o curare le condizioni di salute mentale tra i bambini e gli adolescenti rifugiati nei paesi ad alto reddito. Alcune delle maggiori lacune nell'evidenza includono l'assenza di RCT statisticamente in grado di rilevare effetti moderati, valutazioni di interventi per il trattamento di condizioni di salute mentale diagnosticate e valutazioni che includano esiti relativi all'accettabilità degli interventi.
Soltan F, Cristofalo D, Marshall D, Purgato M, Taddese H, Vanderbloemen L, Barbui C, Uphoff E. Community‐based interventions for improving mental health in refugee children and adolescents in high‐income countries. Cochrane Database of Systematic Reviews 2022, Issue 5. Art. No.: CD013657. DOI: 10.1002/14651858.CD013657.pub2. Accessed 29 July 2022.
Un recente studio americano ha coinvolto più di 10.000 adolescenti di età compresa tra i 10 e i 13 anni, vittime di esperienze di cyber-bullismo. E' emersa una correlazione con il rischio di suicidio, in particolare quando agli episodi di cyber-bullismo si affiancavano altre situazioni, ad esempio il perpetrarsi anche offline degli atti aggressivi da parte dei pari.Lo studio suggerisce pertanto che identificare le esperienze di cyber-bullismo in maniera tempestiva può aiutare i professionisti sanitari a stratificare il rischio suicidario e impostare in maniera adeguata le strategie di prevenzione del suicidio in adolescenza.
Arnon S, Brunstein Klomek A, Visoki E, et al. Association of Cyberbullying Experiences and Perpetration With Suicidality in Early Adolescence. JAMA Netw Open. 2022;5(6):e2218746.
Uno studio pilota dell'Università di Seattle ha valutato la fattibilità e adeguatezza di un programma basato sul coaching di gruppo, mirato alla riduzione dello stress e all'aumento delle competenze di resilienza, realizzato all'interno di un ospedale durante la pandemia di COVID-19.
Oggetto dello studio è stato il follow up del programma, da settembre 2020 ad aprile 2021, a cui hanno partecipato 153 operatori ospedalieri, sanitari e non, che al termine del programma hanno espresso elevati livelli di soddisfazione, capacità di tenere a mente quanto appreso, motivazione alla frequenza. Inoltre, le misurazioni effettuate attraverso scale validate hanno dato come risultato un aumento di resilienza percepita, e una riduzione di stress, ansia, burn-out.
Pertanto, programmi validati di rinforzo/sviluppo delle competenze di resilienza possono migliorare gli esiti di salute mentale negli operatori che lavorano in ospedale.
Nello specifico si tratta del Promoting Resilience in Stress Management Program (PRISM), un programma standardizzato di coaching di gruppo di 6 settimane, sviluppato orginariamento per adolescenti e giovani adulti con malattie croniche, adattato agli operatori sanitari e allo staff ospedaliero ("PRISM at Work") * e alla situazione pandemica (erogato attraverso video).
Yi-Frazier JP, O’Donnell MB, Adhikari EA, et al. Assessment of Resilience Training for Hospital Employees in the Era of COVID-19. JAMA Netw Open. 2022;5(7):e2220677
In una recente intervista pubblicata su JAMA, Sterling Ransone Jr, presidente dell' Accademia americana dei medici di famiglia (American Academy of Family Physicians), ha evidenziato la situazione critica in cui si trova la popolazione rispetto ai problemi di salute mentale, a partire da fonti e dati ufficiali.
Secondo quanto riportato su un documento strategico/Statement della Casa Bianca di marzo 2022 incentrato sulla "crisi nazionale nella salute mentale" (https://www.whitehouse.gov/briefing-room/statements-releases/2022/03/01/fact-sheet-president-biden-to-announce-strategy-to-address-our-national-mental-health-crisis-as-part-of-unity-agenda-in-his-first-state-of-the-union/), negli USA 2 persone su 5 presentano sintomi ansioso-depressivi, e 1 studente di scuola media superiore su 3 riferisce una persistente tristezza o senso di disperazione: i tassi di depressione e ansia erano già elevati prima della pandemia di COVID-19, ma - si legge nello Statement "il trauma, il dolore, i lutti e l'isolamento hanno portato la popolazione a un punto di rottura".
Vari studi hanno infatti documentato che dopo il picco pandemico sono aumentate le visite effettuate nei dipartimenti di salute mentale in situazioni di urgenza, soprattutto per quanto riguarda i giovani e le persone appartenenti a comunità etniche minoritarie, e si è abbassata l'età dei giovani che necessitano di un ricovero in reparto psichiatrico.
Ecco perchè enti autorevoli quali l' American Academy of Pediatrics, l' American Academy of Child & Adolescent Psychiatry, e il Children’s Hospital Association hanno dichiarato la salute mentale una emergenza nazionale.
Tra le cause identificate:
-il divario tra le risorse professionali presenti e la richiesta di assistenza/cure di salute mentale da parte soprattutto dei giovani (negli USA si stima che ci siano 14 psichiatri specializzati nell'età evolutiva per 100.000 adolescenti, e in alcuni Stati neppure uno psichiatra)
- la scarsa integrazione tra settori diversi della medicina e i diversi professionisti
- la scarsa attenzione alla prevenzione in ambito comunitario
Tra le possibili azioni da intraprendere, secondo l'APA - American Psychological Association:
- ampliamento della forza lavoro dei professionisti della salute mentale in termini di numero e di tipologia - telemedicina - migliore integrazione dei professionisti clinici della salute mentale all'interno delle èquipe di cure primarie e dei contesti comunitari quali ad esempio le scuole, secondo il Collaborative Care Model - realizzazione di iniziative rivolte alla popolazione community-based, a scopo preventivo e in risposta ai bisogni locali - modifiche a livello organizzativo per supportare meglio i clinici all'interno del luogo di lavoro
- programmi formativi e tirocini sul campo per gli studenti universitario per aumentare le conoscenze rispetto alle diverse sfaccettature della salute mentale in età evolutiva: viene citato ad es. CAPIE, il programma di eccellenza dell'Università californiana San Diego / cattedra di psichiatria del bambino e dell'adolescente (che prevede tra le varie cose un project work nel setting comunitario e la creazione di una mentorship intergenerazionale) https://psychiatry.ucsd.edu/education-training/medical-student-high-school-programs/child-adolescent-psychiatry-inclusive-excellence/about/index.html)
- sostegno ai medici di famiglia e ai professionisti delle cure primarie nella gestione dei problemi comuni di salute mentale (ad es. ansia generalizzata, depressione, insonnia, problemi comportamentali), che durante la pandemia si sono già trovati ad intensificare del 71% la quantità del tempo dedicato ai loro pazienti per problematiche di salute mentale, spesso correlate a problemi fisici quali ad esempio ridotta attenzione in situazioni di cardiopatie e patologie croniche
- cure integrate di salute mentale, con l'integrazione tra medici di base e psichiatri per le situazioni complesse quali ad esempio la schizofrenia, anche al fine di decongestionare i servizi sanitari
Kuehn BM. Clinician Shortage Exacerbates Pandemic-Fueled “Mental Health Crisis”. JAMA. 2022;327(22):2179–2181. doi:10.1001/jama.2022.8661
Un'indagine ha coinvolto 866 medici afferenti alla salute mentale, alle cure primarie e agli ambulatori specialistici a cui è stato chiesto di valutare la qualità dell'assistenza/cura realizzata attraverso la tele-medicina; gli interventi video in remoto sono stati percepiti come validi, e utilizzati in maniera preferenziale rispetto alle telefonate, soprattutto con utenti con problemi di salute mentale.
Gli autori concludono con l'invito a realizzare maggiori ricerche sull'impatto e l'efficacia della modalità di intervento tele-medica e sulle possibilità di miglioramento.
Connolly SL, Miller CJ, Gifford AL, Charness ME. Perceptions and Use of Telehealth Among Mental Health, Primary, and Specialty Care Clinicians During the COVID-19 Pandemic. JAMA Netw Open. 2022;5(6):e2216401.
Il conflitto Russia Ucraina ripropone un tema noto: l'alto rischio di conseguenze sulla salute mentale dei tanti uomini, donne e bambini coinvolti e la necessità di garantire cure e supporto adeguati da parte dei paesi che li ospitano. Dati aggiornati e alcuni spunti di rilessione li offre una revisione sistematica del 2022.
La revisione indaga l’associazione – in specifico il legame causa-effetto - tra l’attività fisica e il rischio di depressione in età adulta.
Sono stati inclusi 15 studi prospettici (o di coorte) che hanno coinvolto più di 2 milioni di persone, che hanno evidenziato un’associazione “curvilinea” inversa tra l’attività fisica e l’insorgenza della depressione, con un aumento del rischio nei casi di livelli di attività più bassi: gli adulti che seguivano le raccomandazioni inerenti l’attività fisica avevano un più basso rischio di depressione rispetto agli adulti che non svolgevano alcun tipo di movimento fisico, e il rischio si riduceva in maniera significativa anche con dosi di attività fisica relativamente basse.
Inoltre, una stima sulla prevalenza dell’ esposizione tra le coorti considerate ha consentito di dire che: se gli adulti meno attivi avessero adottato le raccomandazioni inerenti i livelli ottimali di attività fisica, si sarebbe potuto prevenire/evitare l’11,5% di casi di depressione.
La review e meta-analisi sistematica conclude evidenziando i benefici significativi a livello di salute mentale derivanti dall’essere fisicamente attivi, anche con livelli di attività un po' ridotti rispetto alle raccomandazioni di sanità pubblica, ed esortando gli operatori a promuovere l’attività fisica per migliorare il benessere mentale.
Pearce M, Garcia L, Abbas A, et al. Association Between Physical Activity and Risk of Depression: A Systematic Review and Meta-analysis. JAMA Psychiatry. Published online April 13, 2022.
Il ruolo delle arti nella guarigione ha una lunga storia. Dai primi segni rupestri e dai rituali di performance di guarigione, le arti sono state utilizzate per rappresentare, comunicare ed elevare l'esperienza umana. In riconoscimento del potere delle arti di migliorare il benessere, l'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha pubblicato un rapporto sulle prove per le arti nel miglioramento della salute e del benessere (Fancourt e Finn, 2019). Inoltre, l'OMS ha lanciato ufficialmente il proprio programma artistico e sanitario, organizzando eventi, sostenendo la ricerca e sensibilizzando (Arti e Salute).
Nell’editoriale, gli studi sono stati organizzati con un'enfasi sui benefici della pratica artistica per gli individui e i gruppi in contesti specifici come scuole, musei, ospedali, strutture per l'assistenza agli anziani e centri comunitari. Sono presenti anche studi che combinano diverse forme di pratiche artistiche . La raccolta di studi afferma il valore delle arti nell'affrontare e comunicare i problemi di salute e nel migliorare la qualità della vita, rafforzando ulteriormente così la necessità di quadri nazionali, come quelli sviluppati nel Regno Unito (Arts for Health and Wellbeing) e in Australia (National Arts and Wellbeing, Health Framework), per migliorare il profilo delle arti e della salute e promuovere una migliore integrazione della pratica artistica tra strutture e agenzie. Data la gamma di metodi utilizzati, la raccolta offre anche importanti tabelle di marcia su come misurare l'impatto delle arti sul benessere e rafforza la necessità di dedicare fondi a ulteriori ricerche in questo settore.
Karkou V, Sajnani N, Orkibi H, Groarke JM, Czamanski-Cohen J, Panero ME, Drake J, Jola C, Baker FA. Editorial: The Psychological and Physiological Benefits of the Arts. Front Psychol. 2022 Mar 8
Gli infermieri in burnout continuano ad aumentare con conseguenti impatti negativi sull'ambiente di lavoro infermieristico, sui risultati sui pazienti e sul mantenimento di infermieri qualificati. I leader infermieristici sono essenziali nello sviluppo e nella promozione di ambienti di lavoro positivi che mantengano una forza lavoro autorizzata e motivata. La ricerca indica che gli stili di leadership positivi e relazionali possono migliorare la soddisfazione sul lavoro, l'impegno organizzativo e la fidelizzazione degli infermieri riducendo contemporaneamente l'esaurimento emotivo e il burnout.
Hall VP, White KM, Morrison J. The Influence of Leadership Style and Nurse Empowerment on Burnout. Nurs Clin North Am. 2022 Mar;57(1):131-141.
Una pubblicazione WHO contenente la descrizione e sintesi di due recenti review sistematiche che indagano quali caratteristiche e tipologie di spazi verdi e spazi blu urbani siano maggiormente efficaci nel promuovere/migliorare la salute mentale della popolazione.
La prima review sistematica ha incluso 134 studi (55 studi trasversali/longitudinali, 67 studi sperimentali, 12 studi qualitativi, con vari tipi di target ad es. bambini, anziani, studenti, impiegati, popolazione generale, campioni clinici, studenti) e conferma in generale la correlazione positiva in termini di beneficio tra spazi verdi - progettati ad hoc e informali/spontanei - urbani e periferici e la salute mentale, a breve e a lungo termine, in particolare per quel che riguarda la dimensione affettivo-emotiva, lo stress fisiologico, la percezione di benessere soggettivo. Questo risultato vale per qualsiasi tipo di verde (parchi, boschi, giardini, orti urbani, viali alberati, prati, ecc.): i confronti effettuati non permettono di individuare se un particolare tipo di spazio verde o specifiche caratteristiche degli spazi sono migliori di altri/e. Alcuni studi evidenziano che fattori quali l'accessibilità e l'esposizione/luminosità, le differenze geografiche/contestuali e individuali/gruppali potrebbero giustificare i risultati così eterogenei. D'altro canto, segnalano comunque che gli spazi verdi, di qualsiasi tipo essi siano, possono contribuire a migliorare la qualità di vita e il benessere psico-fisico delle comunità cittadine, in particolare dei gruppi vulnerabili, contrastando contemporaneamente l'urbanizzazione crescente e i cambiamenti climatici. Gli autori incoraggiano a effettuare nuove ricerche per individuare e incrociare tipologie di bisogni e di target, e tipologia di spazio verde, per poter formulare della Raccomandazioni che orientino i programmi politici (una progettazione evidence-based) e le prassi operative (specifici esiti di salute per specifici target).
La seconda review review ha incluso 25 studi (7 studi trasversali/longitudinali, 12 studi sperimentali e 6 studi qualitativi), di cui il più "vecchio" risale al 2013. Le categorie di spazi blu urbani studiati: l'ambiente costiero (sabbioso e roccioso), le acque interne (fiumi, laghi, stagni, canali, ma anche le lagune e i bacini di acque salmastre), l'ambiente marino (ad esempio la barriera corallina). Gli studi hanno rilevato effetti benefici degli spazi blu urbani, sia a livello di benessere generale, sia in particolare - come per gli spazi verdi urbani - a livello di stress fisiologico e stato affettivo-emotivo, anche a livello terapeutico. Per quanto riguarda le tipologie, è meno facile individuare delle evidenti associazioni positive tra salute mentale e acque interne, rispetto all'ambiente costiero. Tra le caratteristiche individuate: la prospettiva visiva "aperta", la fluidità dell'acqua, la percezione di sicurezza.
Il contatto con la natura può avere degli effetti positivi enormi sulla salute mentale delle persone, secondo un numero sempre maggiore di studi e ricerche. Di contro, il degrado ambientale, inclusi il cambiamento climatico e l'inquinamento, rappresentano una grave minaccia al nostro benessere e al nostro equilibrio emotivo. A partire da un documento preliminare dell'Institute for European Environmental Policy - IEEP (Istituto europeo di politica ambientale) e dell' Institute for Global Health - ISGlobal (Istituto per la Salute Mondiale) di Barcellona, questo Policy Brief fornisce Raccomandazioni di decision-makers che spingono a riflettere sui legami tra la salute mentale e la regolamentazione dello stato dell'ambiente naturale da parte dei programmi politici, in particolare nel contesto della crisi pandemica di COVID-19.
Gli autori si chiedono se gli interventi musicali (ascolto e produzione musica) producono dei cambiamenti positivi a livello di qualità di vita associata allo stato di salute.
La review e metanalisi sistematica di 26 studi ha coinvolto 779 persone, per le quali gli interventi che utilizzavano la musica erano associati a cambiamenti statisticamente e clinicamente significativi attraverso rilevazioni pre e post intervento, sia quando gli interventi musicali affiancavano il trattamento principale sia quando rappresentavano la terapia principale.
Questi risultati confermano le conclusioni di precedenti review.
McCrary JM, Altenmüller E, Kretschmer C, Scholz DS. Association of Music Interventions With Health-Related Quality of Life: A Systematic Review and Meta-analysis. JAMA Netw Open. 2022;5(3)
Gli autori si chiedono quali siano gli esiti e i fattori moderatori a livello di depressione che possono essere associati a interventi psicologici denominati "task-shared", cioè effettuati da operatori non professionisti, nei Paesi a medio e basso reddito. I risultati evidenziano che questo tipo di interventi è associato in maniera significativa a una ampia riduzione - anche a livello di gravità - della sintomatologia depressiva, e a un aumento della capacità reattiva e della possibilità di remissione. Viene perciò consigliato l'utilizzo di questo tipo di interventi, con l'accortezza dell'adattamento in base alle caratteristiche individuali.
Karyotaki E, Araya R, Kessler RC, et al. Association of Task-Shared Psychological Interventions With Depression Outcomes in Low- and Middle-Income Countries: A Systematic Review and Individual Patient Data Meta-analysis. JAMA Psychiatry. Published online March 23, 2022.
I fattori socio-economici sono associati a un aumento della prevalenza della depressione, ma poco si sa della loro associazione con la prognosi - legame che potrebbe aiutare a migliorare la gestione clinica di questo disturbo.
Perciò, la Review sistematica indaga l'esistenza di una associazione/correlazione tra i fattori socio-economici e gli esiti degli interventi terapeutici per la depressione.
Sono stati inclusi 9 studi che hanno coinvolto 4.864 partecipanti con svantaggio socio-economico per condizione lavorativa e abitativa, rilevando una prognosi peggiore - a prescindere dal tipo di trattamento e nonostante gli adeguamenti/aggiustamenti terapeutici in base ai fattori prognostici. Poco significativa, invece, la correlazione con il livello di istruzione e le difficoltà economiche.
Ne deriva che le informazioni sullo stato occupazionale e sulla situazione abitativa delle persone affette da depressione può orientare il trattamento e facilitare il ricorso a un supporto di tipo professionale; inoltre, approcciare i bisogni legati alla casa e al lavoro può aiutare i pazienti a impegnarsi maggiormente all'interno di un percorso terapeutico e a raggiungere risultati migliori in termini di recovery.
Buckman JEJ, Saunders R, Stott J, et al. Socioeconomic Indicators of Treatment Prognosis for Adults With Depression: A Systematic Review and Individual Patient Data Meta-analysis. JAMA Psychiatry. Published online March 09, 2022. doi:10.1001/jamapsychiatry.2022.0100
Durante la pandemia di COVID-19 lo stress psicologico del periodo perinatale è aumentato. Una revisione sistematica (81 studi, 132.917 partecipanti comprendenti donne incinte o che avevano appena partorito) ha evidenziato l'aumento della prevalenza del disturbo ansioso-depressivo dal 20 al 64% durante la pandemia (Iyengar U, Jaiprakash B, Haitsuka H, Kim S, 2021). Uno studio statunitense trasversale su larga scala ha confermato questi risultati, rilevando livelli clinici di depressione al 36% nelle donne nel periodo perinatale (in gravidanza o con un bimbo fino a 6 mesi: fonte ISS-Epidentro), più elevati rispetto alla prevalenza stimata pre-pandemia dall'11 al 17%. I cambiamenti inerenti la cura/assistenza pre e perinatale, conclusa la mancanza di supporto durante il parto e nella successiva fase di recupero, possono aver contribuito ad aumentare la percezione dello stress. Le donne che hanno partorito durante la pandemia hanno reagito al parto/nascita con una risposta elevata ad uno stress acuto, correlata all'aumento di sintomi da disturbo post traumatico da stress e problemi riguardanti l'allattamento e l'attaccamento (sviluppo del legame, emotivamente significativo, con la figura principale di accudimento: teoria di Bowlby, 1983).
L'articolo esamina le possibili conseguenze sulla salute mentale delle donne e lo sviluppo del bebè durante il periodo perinatale, ed evidenzia le disuguaglianze provocate da "barriere strutturali" (quali, ad esempio, la ridotta accessibilità ai servizi da parte di donne con status socio-economico svantaggiato o appartenenti a minoranze etniche e linguistiche) da eliminare per ridurre lo stress psicologico delle neo mamme e migliorare la salute mentale materno-infantile.
Shuffrey LC, Thomason ME, Brito NH. Improving Perinatal Maternal Mental Health Starts With Addressing Structural Inequities. JAMA Psychiatry. Published online March 09, 2022. doi:10.1001/jamapsychiatry.2022.0097
Sebbene siano riconosciuti gli impatti negativi del COVID-19 sulla salute mentale globale dei giovani e dei giovani adulti, è stata prestata meno attenzione ai giovani LGBTQ, una popolazione storicamente trascurata nell'assistenza sanitaria, nelle politiche e nella ricerca, nonostante l'evidenza di elevati bisogni di salute mentale insoddisfatti. Sfortunatamente, è probabile che la pandemia abbia effetti negativi di vasta portata sulla salute e sul benessere delle persone LGBTQ.
Prima del COVID-19, i giovani LGBTQ sopportavano un carico sproporzionato di problemi di salute mentale, con la loro identità sessuale e di genere come fattori di rischio per vittimizzazione, traumi, discriminazione e abusi. Inoltre, i giovani LGBTQ, in particolare i giovani non binari e transgender, sono a rischio più elevato di depressione, suicidio, uso di sostanze e ansia. Le misure di controllo del COVID-19, come blocchi, lavoro da casa, chiusura delle scuole e apprendimento a distanza, potrebbero aver esacerbato questi disturbi mentali. Sebbene le conoscenze sull'impatto a lungo termine del COVID-19 sulla salute mentale dei giovani LGBTQ siano ancora in evoluzione, la ricerca preliminare suggerisce che i giovani LGBTQ siano colpiti in modo sproporzionato dalla pandemia. Inoltre, i giovani LGBTQ che vivono in case senza supporto sono vulnerabili agli abusi, non si sentono sicuri di esprimersi o sono tagliati fuori dai coetanei. Dall'inizio della pandemia di COVID-19, oltre il 50% dei giovani delle minoranze sessuali e di genere negli Stati Uniti ha segnalato un aumento di ansia o sintomi depressivi. I fattori che possono determinare tali risultati sono l'isolamento dai sistemi di supporto, l'assenza di supporto familiare e le interruzioni dei servizi sanitari. La mancanza di sostegno familiare è particolarmente allarmante dato che i giovani LGBTQ che subiscono il rifiuto dei genitori sono a maggior rischio di suicidio e depressione. Sebbene si sappia meno sui giovani transgender, la ricerca prima di COVID-19 suggerisce che i giovani transgender sperimentino tassi più elevati di rifiuto dei genitori rispetto ai giovani cisgender.
Inoltre, i giovani con identità intersezionali, come i neri, gli indigeni e le persone di colore (BIPOC), le persone con uno status socioeconomico basso e i giovani LGBTQ senza fissa dimora, sono particolarmente vulnerabili durante la pandemia. Anche i giovani LGBTQ BIPOC e con uno status socioeconomico basso possono avere accesso ridotto ai servizi a causa delle barriere risultanti dalla combinazione della loro identità sessuale e di genere, etnia e status socioeconomico. È quindi urgente affrontare il bilancio sproporzionato di COVID-19 sui giovani LGBTQ.
Fondamentalmente, la pandemia ha interrotto i servizi di salute mentale in un momento in cui la necessità di tali servizi è aumentata, con i giovani e i servizi scolastici particolarmente colpiti.
Operatori sanitari, ricercatori, insegnanti, responsabili politici e membri della comunità hanno tutti un ruolo nel sostenere la salute mentale dei giovani LGBTQ. In primo luogo, gli operatori sanitari hanno bisogno di una formazione sulle cure e sui problemi unici che i giovani LGBTQ potrebbero dover affrontare a causa dell'impatto della pandemia di COVID-19. La formazione dovrebbe essere intersezionale e includere argomenti come lo sviluppo dell'identità, un linguaggio non stigmatizzante e le preoccupazioni e le esigenze specifiche dei giovani LGBTQ. Gli operatori sanitari dovrebbero continuare a fornire servizi di telemedicina riservati ai giovani che non hanno accesso ai servizi di persona pur riconoscendo i potenziali problemi di privacy per i giovani che vivono in ambienti non sicuri o scomodi. In secondo luogo, i dirigenti scolastici e gli amministratori devono fornire e promuovere spazi sicuri e inclusivi per i giovani LGBTQ quando tornano a scuola, inclusa la fornitura di salute mentale di persona e di servizi online. In terzo luogo, le politiche e gli interventi basati sull'evidenza dovrebbero includere il linguaggio e le questioni specifiche per LGBTQ e aumentare l'accesso ai servizi convenienti e affermativi. È anche essenziale affrontare le barriere strutturali, comprese le istituzioni e le politiche prevenute e discriminatorie.
Infine, nella ricerca sanitaria continua a persistere un divario di conoscenze sulle questioni relative ai giovani LGBTQ. Gli studi dovrebbero essere progettati in modo migliore per catturare in modo accurato e completo la salute e il benessere dei giovani LGBTQ. La salute mentale dei giovani LGBTQ è una questione globale e la ricerca dovrebbe riflettere e indagare sulle esperienze dei giovani LGBTQ nei paesi a basso e medio reddito. I ricercatori dovrebbe collaborare con le popolazioni LGBTQ e gli esperti di salute LGBTQ e fornire opzioni per rivelare l'orientamento sessuale e di genere durante la raccolta di dati sociodemografici. Gli studi dovrebbero mirare a comprendere in modo completo le esigenze diverse e in evoluzione dei giovani LGBTQ mentre affrontano la pandemia; una migliore ricerca informa meglio le politiche per migliorare la salute e il benessere dei giovani LGBTQ. Bisogna creare spazi che promuovano la resilienza e l'azione per i giovani LGBTQ nelle comunità e istituzioni.
Ormiston CK, Williams F. LGBTQ youth mental health during COVID-19: unmet needs in public health and policy. Lancet (London, England). 2022 Feb;399(10324):501-503.
La transfobia e lo stigma continuano a minare la salute mentale di adolescenti con diversi orientamenti sessuali (lett. GENDER DIVERSE).
Uno studio clinico randomizzato ha esaminato l’utilità di interventi video volti alla riduzione della transfobia e dello stigma associato alla depressione e al rinforzo della motivazione trattamentale nei giovani: i brevi video “a contenuto sociale”, di 110 secondi circa, sono interpretati da un protagonista transgender che racconta la propria storia di gestione della depressione e “superamento” attraverso la ricerca di aiuto.
Lo studio ha coinvolto 1.098 adolescenti, rilevando nel solo gruppo sperimentale (oggetto dell’intervento) un cambiamento significativo nell’ atteggiamento verso i giovani transgender. In entrambi i gruppi, inoltre, si è verificata una riduzione significativa dello stigma associato alla depressione. Sembra perciò che i video brevi di contenuto sociale siano efficaci nel ridurre gli atteggiamenti transfobici e lo stigma della depressione tra gli adolescenti, nonché nell’aumentare la motivazione alla ricerca di aiuto professionale. Personificare, individuare e e dare un volto/una voce all’esperienza di giovani transgender fa sì che gli altri adolescenti – soprattutto di orientamento cisgender od eterosessuale – possano sviluppare capacità empatiche verso le vite dei giovani pari spesso marginalizzati e stigmatizzati.
Transgender: aggettivo "che descrive una persona il cui senso di identità personale e di genere non corrisponde al proprio sesso di nascita, o che non è conforme alle nozioni convenzionali di sesso e genere (dizionario Oxford Language)
Cisgender: persona che si sente a proprio agio con il sesso e il genere che gli sono stati attribuiti alla nascita
Amsalem D, Halloran J, Penque B, Celentano J, Martin A. Effect of a Brief Social Contact Video on Transphobia and Depression-Related Stigma Among Adolescents: A Randomized Clinical Trial. JAMA Netw Open. 2022;5(2):e220376. doi:10.1001/jamanetworkopen.2022.0376
La rivista Horizon – The EU Research & Innovation Magazine ha pubblicato un articolo in cui si evidenzia che numerosi studi hanno osservato un forte aumento dei tassi di depressione, ansia, solitudine e tentativi di suicidi tra i giovani europei, a causa di coprifuoco e chiusure dovute alla pandemia di Covid-19.
Nell’articolo, inoltre, vengono illustrati brevemente alcuni progetti finanziati dall’UE che si occupano di tale emergenza.
La prevalenza in costante aumento dei disturbi mentali nei bambini e negli adolescenti si presenta come una sfida per la salute pubblica, soprattutto in considerazione del peso sanitario, sociale ed economico dei disturbi mentali. Gli interventi scolastici volti a migliorare l'alfabetizzazione sulla salute mentale e a ridurre lo stigma hanno il potenziale per prevenire i disturbi mentali e promuovere il benessere mentale, riducendo così il carico dei disturbi mentali. La revisione ha identificato e sintetizzato prove sull'efficacia degli interventi scolastici progettati per migliorare l'alfabetizzazione sulla salute mentale e ridurre lo stigma. Sono stati inclusi studi randomizzati controllati (RCT) che hanno valutato l'efficacia o il rapporto costo-efficacia dell'intervento scolastico volto a migliorare l'alfabetizzazione sulla salute mentale e ridurre lo stigma per bambini e giovani di età compresa tra 4 e 18 anni. Sono stati identificati 21 studi che descrivono 20 interventi di salute mentale unici a livello scolastico. Nel complesso, ci sono prove moderate che suggeriscono che gli interventi di salute mentale a scuola possono essere efficaci nel migliorare l'alfabetizzazione sulla salute mentale e ridurre lo stigma definito come atteggiamenti e convinzioni riguardo ai disturbi mentali. Tuttavia, ci sono meno prove della loro efficacia a lungo termine, poiché la maggior parte degli studi non includeva follow-up.
Ma KKY, Anderson JK, Burn AM. Review: School-based interventions to improve mental health literacy and reduce mental health stigma - a systematic review. Child Adolesc Ment Health. 2022 Jan 10.
Le revisioni della letteratura su come l'uso dei social media influenzi la salute mentale degli adolescenti si sono accumulate a un ritmo senza precedenti negli ultimi tempi. Tuttavia, manca ancora un'integrazione di livello superiore delle prove. La revisione degli studi pubblicati tra il 2019 e la metà del 2021 vuole colmare questa lacuna. La ricerca ha prodotto venticinque recensioni: sette metanalisi, nove revisioni sistematiche e nove narrative. I risultati hanno mostrato che la maggior parte degli studi ha interpretato le associazioni tra l'uso dei social media e la salute mentale come "deboli" o "incoerenti", mentre alcune hanno qualificato le stesse associazioni come "sostanziali" e "dannose". Vengono riassunte le lacune identificate negli studi, fornendo una spiegazione per le interpretazioni divergenti e suggerendo diverse strade per la ricerca futura.
Patti M. Valkenburg, Adrian Meier, Ine Beyens, Social media use and its impact on adolescent mental health: An umbrella review of the evidence, Current Opinion in Psychology, Volume 44, 2022,Pages 58-68,
Dal 2020 non è stato attuato alcun intervento sistematico di prevenzione interno alle scuole rispetto alla salute mentale, che erano e rimangono un luogo di esacerbazione del rischio di disturbi mentali e condotte suicidarie per studenti e studentesse più vulnerabili.
Quella che vediamo ripetuta in questi giorni è una vera e propria ridefinizione del tema, successiva alla sua semplificazione, che sta producendo una narrazione irresponsabile sui suicidi nei più giovani non priva di conseguenze.
Gli errori nella copertura mediatica in tema di suicidio ne determinano l’incremento, inducendo emulazione (quando ne vengono forniti tutti i dettagli) e normalizzazione (quando viene presentato come una via accettabile di risoluzione dei problemi).
Fonte: Metitieri T. La salute mentale dei giovani e i danni del sensazionalismo mediatico.“valigia blu” 18 gennaio 2022
Il Ministero della Salute danese ha sviluppato delle linee guida nazionali per una vasta serie di condizioni psichiatriche, le quali si basano su revisioni sistematiche e meta-analisi: l’attività dei servizi è perciò orientata dall’Evidence-based Medicine (EBM).
Nelle linee guida nazionali vengono raccomandati alcuni trattamenti, descritti in maniera dettagliata, e articolati in programmi per specifici gruppi di popolazione (bambini, adolescenti, ….)
Attualmente ci sono 15 programmi riguardanti la schizofrenia, il disturbo bipolare, sintomi ansiosi, depressione, disturbi del comportamento alimentare, il disturbo post traumatico da stress, il disturbo ossessivo-compulsivo, il disturbo dell’attenzione e dell’iperattività (ADHD), raccomandati per adulti, adolescenti e bambini con problematiche psichiatriche, e organizzati in cosiddetti “pacchetti” a livello delle singole regioni, con caratteristiche e durata specifiche.
Questi interventi sono erogati dal settore salute mentale del servizio sanitario pubblico, che decide le metodologie organizzative in base alla situazione locale (ad esempio setting di gruppo o individuale, collaborazione con il settore privato, attivazione del servizio di cure primarie e/o del medico di base per i casi di depressione lieve, ecc), e si occupa del monitoraggio e della valutazione inserendo i dati – prettamente qualitativi - su una piattaforma nazionale. Tra il 2010 e il 2020 il numero di pazienti in trattamento presso i servizi è aumentato del 28% grazie all’accesso facilitato dalle indicazioni delle linee guida.
Nordentoft M, Krantz MF, Hageman I. Right-Based Mental Health Care—Advantages of Tax-Financed Universal Mental Health Care: Lessons From Denmark. JAMA Psychiatry. 2022;79(1):7–8. doi:10.1001/jamapsychiatry.2021.3167