Lo studio è basato sui dati che provengono dalle cartelle cliniche dei pazienti inviati dall’INAIL Lombardia all'Azienda Ospedaliera San Carlo Borromeo per una valutazione diagnostica finalizzata a documentare la condizione clinica dei soggetti che dichiarano di avere subito comportamenti di costrittività lavorativa.
I dati si riferiscono a tutti pazienti per cui è stata effettuata una valutazione diagnostica nel corso del 2009 e nei primi quattro mesi del 2010.
Lo studio si propone di evidenziare l’esistenza di fattori di resilienza in grado di proteggere circa lo sviluppo di gravi disturbi d’ansia e depressivi in seguito a situazioni di costrittività lavorativa.
Viene proposta una definizione concettuale e vengono passate in rassegna le principali risorse di resilienza individuate dalla letteratura.
Viene inoltre evidenziato il valore specifico della dimensione di senso, come risorsa di resilienza nei contesti organizzativi a partire dal lavoro di ricerca e di intervento condotto nell’ambito dell’Ambulatorio per la Valutazione e il Controllo dello Stress Lavorativo.
Vengono infine prese in considerazione le linee di sviluppo di modelli di intervento orientati alla promozione del benessere nei luoghi di lavoro, evidenziando la necessità di implementare il raccordo tra ricerca e esperienza applicativa.
Progetto attivato nelle prime e seconde classi della suola primaria in provincia di Terni finalizzato alla ricerca di strategie per educare e trovare in se stessi le risorse per affrontare le difficoltà. Gli insegnanti, al fine di sviluppare il progetto, hanno partecipato a incontri di formazione riguardanti la resilienza tenuti da esperti della materia e dal personale dell'ASL territoriale.
Il manuale tratta i temi della promozione della salute mentale attraverso un approccio salutogenico.
Pubblicato su iniziativa del Reparto Salute Mentale del CNESPS dell'ISS con la collaborazione del CCM, è utilizzabile nelle scuole medie superiori ma adattabile anche al contesto del terzo anno della scuola secondaria di primo grado.
È articolato in diciotto unità cui si aggiungono le appendici, una raccolta di moduli per le esercitazioni e una selezione di strumenti auto-compilati utili per valutare l'efficacia pratica del programma, per un numero di sessioni che può andare da17 a24, ciascuna della durata di 60-90 minuti; vengono proposte esercitazioni e role play da eseguire in piccoli gruppi di studenti.
Il manuale costituisce lo strumento principale di un progetto imperniato sull'insegnamento della capacità di definire obiettivi realistici e stimolanti, di affrontare e risolvere problemi, di comunicare in modo più efficace ed assertivo, di sviluppare l'autodisciplina, di migliorare le abilità di negoziazione e di cooperazione e di migliorare la capacità di controllo degli impulsi.
"La guida - ha detto Antonella Gigantesco, ricercatrice dell'ISS e responsabile del progetto - è destinato a tutti gli studenti, non solo a quelli che soffrono di un disturbo mentale o sono a rischio di soffrirne. Può essere utile anche per chi sta bene, che in questo modo potrà realizzare più pienamente le sue potenzialità e potrà diventare più capace di aiutare, se lo vorrà, chi soffre di un disagio mentale".
La pubblicazione si ispira a vari programmi di insegnamento di abilità sociali di provata efficacia e i capitoli che la compongono sono stati oggetto di valutazione da parte degli studenti, sia in termini di utilità che di gradimento.
Riferimenti:
Gigantesco A, Morosini P. Definizione di obiettivi e soluzione di problemi: manuale di mutuoautoaiuto per la promozione della salute mentale, del benessere psicologico e dell'intelligenza emotiva nella scuola. Reparto Salute Mentale, Centro Nazionale di Epidemiologia, Sorveglianza e Promozione della Salute, Istituto Superiore di Sanità (a cura di); Centro Nazionale per la Prevenzione e il Controllo delle Malattie, Ministero del Lavoro, della Salute e delle Politiche Sociali, (in collaborazione con), Roma, 2009
Il documento, dopo avere fatto il punto sui disturbi mentali nel mondo, sottolinea come sia importante la promozione della salute mentale e ne sintetizza i determinanti, le strategie e gli interventi.
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L’iniziativa, organizzata dal comitato StopOPG, ha l'obiettivo di portare all'attenzione di cittadini e istituzioni la situazione degli Ospedali Psichiatrici Giudiziari, attraverso un “viaggio” di Marco Cavallo, il cavallo azzurro, simbolo della Legge 180 che ha dato il via al processo di cambiamento culturale e alla trasformazione dell’istituzione manicomiale e del concetto di malattia mentale.
Il volume, rivolto a policy makers, a operatori sanitari e sociali, a docenti ed educatori e, in generale, a tutti i promotori di salute, illustra l'approccio salutogenico ripercorrendone il quadro teorico- concettuale. L'approccio salutogenico costituisce un importante orizzonte dal quale attingere per rendere fertili politiche, strategie e interventi finalizzati a migliorare la salute generale della popolazione.
L'atlante è suddiviso in quattro aree principali:
Il portale, voluto da istituzioni, operatori della salute mentale, artisti e compagnie, critici d'arte e cittadini, vuole essere uno spazio scenico per fare conoscere e coordinare le attività teatrali finalizzate alla promozione della salute mentale. Il portale vuole essere di riferimento per coloro che nutrono interessi per il teatro e si offre come luogo d’incontro tra le realtà presenti che abbiano come oggetto l’arte e come percorso il ‘prendersi cura’. "Teatralmente.it" è stato realizzato grazie al supporto economico della Regione Emilia Romagna che, con il progetto "Teatro e Salute Mentale", finanzia i progetti teatrali dei Dipartimenti di Salute Mentale.
Il progetto PROMO aveva lo scopo di identificare le buone pratiche in materia di salute mentale per i gruppi socialmente emarginati in Europa. Il focus era sull’erogazione dell’assistenza sanitaria e sociale per le persone con problemi di salute mentale appartenenti a uno dei sei gruppi seguenti: disoccupati di lunga durata, senza fissa dimora, prostitute di strada, richiedenti asilo/rifugiati, immigrati irregolari, comunità nomadi. Il progetto è stato condotto nelle due aree più svantaggiate delle capitali dei seguenti 14 paesi dell'Unione Europea: Austria, Belgio, Repubblica Ceca, Francia, Italia, Germania, Ungheria, Irlanda, Paesi Bassi, Polonia, Portogallo, Spagna, Svezia e Regno Unito. Il presente documento riassume i principali risultati in materia di prestazione di servizi per questi gruppi e le opinioni degli esperti circa la qualità dell'assistenza fornita loro.
L’articolo, dopo avere spiegato in che cosa consista la promozione della salute mentale, spiega perché investire nella sua promozione nei luoghi di lavoro e illustra alcuni approcci pratici e innovativi per la sua applicazione in ambito innovativo.
L’articolo illustra le caratteristiche, le applicazioni ed i vantaggi del quadro teorico ‘Family Resilience’ basato su nove processi chiave: dare un significato alle avversità, prospettive positive, trascendenza e spiritualità, flessibilità, connessione, risorse sociali ed economiche, chiarezza, espressione emozionale aperta e problem-solving collaborativo. Il costrutto ‘Family Resilience’si propone come un grande potenziale per l’intervento, la prevenzione, la ricerca e le politiche sociali mirate a rafforzare le famiglie. Sono presentati esempi di possibili applicazioni.
La letteratura sottolinea le difficoltà (viaggiare all’interno di un container, contrattare un lavoro senza avere il permesso di soggiorno, non poter contare su nessuna figura di riferimento…) che gli immigrati sono costretti ad affrontare e non considera, invece, le competenze individuali, di gruppo, di comunità e culturali che queste persone possiedono o divengono, col tempo, capaci di attivare. Inoltre, la popolazione immigrata, proprio per il fatto di iniziare ad affrontare le difficoltà nel momento in cui decide di emigrare, è indicata per studiare come e quando si sviluppano i processi di resilienza e come questi possano essere interpretati nell’ambito delle differenti culture. Il lavoro prende in considerazione il modo in cui il concetto di resilienza si è sviluppato nel tempo, con lo scopo di arrivare a formulare un modello che consideri i processi di resilienza propri degli immigrati.
La resilienza viene studiata come un aspetto sia universale sia dotato di specificità culturale dello sviluppo positivo dei bambini e dei giovani, legato all’esposizione a livelli significativi di avversità. In questo lavoro si tratteggia brevemente la storia della ricerca sulla resilienza e si discute quindi un’interpretazione emergente della resilienza come costrutto ecologico socialmente negoziato. Alla resilienza contribuisce l’abilità dell’ambiente del bambino di facilitare la crescita, compresi i meccanismi ambientali che influenzano l’espressione dei geni. Per spiegare questa interazione si introducono due concetti, la ricerca e la negoziazione. Quanto meglio i giovani sono in grado di muoversi per procurarsi le risorse di cui hanno bisogno per la salute mentale, tanto più probabile che lo sviluppo sia soddisfacente. Analogamente, quanto più sono in grado di negoziare per ottenere che queste risorse siano rese disponibili in modi culturalmente rilevanti, tanto più facilmente le risorse contribuiranno a uno sviluppo positivo. Si esplorano sette aspetti della resilienza con le loro interazioni complesse. Si presentano anche dati quantitativi provenienti da uno studio condotto in undici paesi con metodi misti per illustrare i fattori multipli che influenzano le ricerche e le negoziazioni dei giovani per ottenere le risorse necessarie ad alimentare la resilienza. Il lavoro si conclude con una discussione sulle implicazioni per la ricerca e per la pratica clinica di questa interpretazione della resilienza. (Fonte Franco Angeli)
Le risposte umane allo stress e ai traumi variano ampiamente. Alcune persone sviluppano disturbi psicologici trauma-correlati, come il disturbo da stress post-traumatico (PTSD) e la depressione, altri sviluppano sintomi psicologici da lievi a moderati che si risolvono rapidamente, altri ancora non segnalano nuovi sintomi psicologici in risposta allo stress traumatico. La variabilità individuale nel modo in cui gli animali e gli esseri umani rispondono a stress e a traumi dipende da numerosi fattori protettivi, genetici, cognitivi, psicologici, neurobiologici.
Atti del 9° convegno nazionale S.I.P.C.O. (Società Italiana di Psicologia di Comunità) tenutosi a Milano dal 27 al 29 settembre 2012. Il Convegno ha avuto come obiettivo la condivisione delle idee finalizzate agli interventi nel settore della Psicologia di Comunità.
In una società degli individui, che promuove disagio anziché benessere, una delle modalità per rendere la vita degna di essere vissuta è quella di rilanciare i legami sociali, ricostruire spazi e luoghi in cui intrecciare relazioni, attivare la partecipazione e promuovere la responsabilità individuale e sociale al fine di produrre un cambiamento che risponda ai bisogni e ai desideri delle persone, delle famiglie, dei gruppi e delle comunità.
Gli psicologi di Comunità e tutti coloro che operano con lo spirito di questa disciplina devono essere attivi, favorendo una adeguata lettura della comunità e dei bisogni dei cittadini. Devono accompagnare le persone, le famiglie, le comunità nella produzione di un cambiamento finalizzato a migliorare la qualità della vita. Tutto questo attraverso quali interventi? Con quali metodologie?
Il convegno è stato dedicato a questi interrogativi.
Sito del WFMH, Federazione mondiale per la Salute mentale. WFMH è un'organizzazione internazionale fondata nel 1948 per promuovere, tra tutti i popoli e le nazioni, la prevenzione dei disturbi mentali ed emotivi, il trattamento e la cura delle persone con tali disturbi, e la promozione della salute mentale. La Federazione, che ha membri e contatti in più di 100 paesi in sei continenti, ha risposto a crisi internazionali di salute mentale attraverso l'organizzazione dell'istruzione pubblica nel campo della salute mentale. La sua composizione organizzativa e individuale comprende operatori della salute mentale di tutte le discipline, utenti dei servizi di salute mentale, familiari e cittadini interessati. L’adesione ampia e diversificata dell’ organizzazione rende possibile la collaborazione tra i governi e le organizzazioni non governative per promuovere la causa dei servizi di salute mentale, di ricerca, e le politiche di advocacy in tutto il mondo.
Dalla pagina si può accedere alle seguenti sottosezioni:
La sezione sulla salute nell'UE è stato creata per permettere un accesso affidabile a una vasta gamma di informazioni e di dati sulle questioni legate alla salute e sulle relative attività, a livello europeo, nazionale e internazionale. Il contenuto è prodotto dalla Commissione europea, dagli Stati membri dell'Unione europea e dall’Area Economica Europea (EEA).
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È possibile inoltre scaricare alcuni documenti, opuscoli e report, sul tema della salute mentale
La pagina del portale fornisce informazioni generali sulla salute mentale, documentazione internazionale, nazionale e regionale, iniziative, progetti e strumenti. Fornisce inoltre informazioni specifiche su singoli disturbi e patologie quali anoressia, bulimia, demenze, schizofrenia, sindromi da deficit di attenzione, stress post traumatico
La resilienza psicologica consiste nella capacità di fare fronte alle conseguenze di eventi gravemente stressanti o di riprendersi con successo da esse. Tale concetto, che sta suscitando un interesse crescente nell’ambito degli approcci alla salute basati sulle risorse degli individui, ha un’interessante vicenda storica e un’origine legata a differenti campi accademici e clinici. Alcuni studi sono stati infl uenzati dalla particolare caratterizzazione che nel corso della storia è stata attribuita a gruppi o a singoli che sembravano capaci di resilienza. Ci sono vantaggi e inconvenienti nel ricorrere al patrimonio storico per fare luce sui costrutti teorici attuali; infatti, gli studi sui singoli casi storici possono offrire utili squarci di comprensione, ma è indispensabile essere molto cauti nel fare ipotesi retrospettive. L’approccio più promettente è forse la ricerca su gruppi di persone che abbiano vissuto durante determinati eventi, anche se possono sorgere problemi relativi a pregiudizi nel reclutamento del campione e al lasso di tempo trascorso. L’analisi dell’andamento della ricerca sulla resilienza indica che il concetto è stato prima associato alla malattia, mentre ora è sempre più spesso riferito alla promozione della salute. Ciò potrebbe essere il rifl esso di un cambiamento culturale e politico. Il concetto di resilienza è rilevante per gli operatori della salute mentale; tuttavia, la sua utilità è circoscritta alla diagnosi e alla terapia, poiché esistono molte domande di fondo rimaste senza risposta. Ci sono tre principali aree di dibattito: la defi nizione di resilienza; il suo statuto di categoria psicologica (un tratto di personalità o una risorsa dinamica da sviluppare); la sua misurazione con suffi ciente affi dabilità e costanza. L’analisi concettuale per scoprire il modello teorico sottostante alla resilienza è ancora ad una fase iniziale. Modelli provenienti da altre scienze sociali e dalle biotecnologie, in particolare l’Ecologia Umana, la teoria salutogenica, i modelli animali, la genetica e le bioscienze potrebbero dimostrarsi i percorsi più promettenti per il futuro. (fonte Franco Angeli)
Il trauma spiega come un evento esterno laceri gli involucri dell’Io e sconvolga il mondo interno della persona. La resilienza mette in evidenza le condizioni di guarigione di un Io vulnerabile. La resilienza come fenomeno legato alle reti neuronali dimostra come il deterioramento sensoriale alteri lo sviluppo del cervello; tuttavia una riorganizzazione del contesto può riattivarne il funzionamento. La resilienza su base affettiva studia il riemergere nell’individuo di strategie di ricerca finalizzate a costruire relazioni rassicuranti di prossimità. La resilienza dei sistemi familiari mostra come una famiglia supportiva rinforzi un membro traumatizzato. La resilienza nell’adolescenza prende in considerazione i cambiamenti biologici, affettivi e sociali propri di questo delicato periodo della vita. La resilienza nell’età adulta analizza i meccanismi di difesa che impediscono o favoriscono il processo evolutivo. La resilienza nelle coppie anziane evidenzia come i disfunzionamenti di uno dei membri possano alterare l’intersoggettività della coppia e, d’altro canto, come l’empatia protegga entrambi. La resilienza nei processi culturali sottolinea l’importanza dei miti che strutturano rituali di interazione e dell’arte che modifica la rappresentazione del Sé ferito. (Fonte Franco Angeli)
Cyrulnik, partendo dal concetto di resilienza (termine mutuato dalla fisica che si riferisce alla capacità di un materiale di resistere ad urti improvvisi senza spezzarsi) descrive la capacità di superare episodi tragici e traumatizzanti basandosi sulle proprie forze e imparando a condividere le esperienze. L’autore fa comprendere come fare a non subire il proprio destino, a non soccombere agli eventi avversi, elevandosi dalla vergogna fino ad arrivare alla fierezza. In un’intervista, Cyrulnik ha dato la seguente definizione di resilienza: «E’ il modo con cui riprendiamo il nostro sviluppo umano e interiore dopo aver subito un trauma psicologico. Le persone colpite vengono emarginate oppure si auto escludono pensando che non ci sia alcuna ragione per continuare ad andare avanti. Si sentono delle vittime – e lo sono – ma lasciano che la vergogna impedisca loro un’esistenza felice»
Storicamente, le persone con problemi di salute mentale, non sono mai state molto ascoltate. Né loro né le loro famiglie sono state coinvolte nel processo decisionale sui servizi di salute mentale e continuano a essere a rischio di esclusione sociale e di discriminazione in tutti gli ambiti di vita. Nel contesto della salute mentale, l’empowerment si riferisce al livello di scelta, di influenza e di controllo che gli utenti dei servizi di salute mentale possono esercitare sugli eventi della loro vita. La chiave per l’empowerment è la rimozione delle barriere formali o informali e la trasformazione di relazioni di potere tra individui, comunità, servizi e governi. Il report specifica l’azione da intraprendere per rafforzare la responsabilizzazione dell’utente e del caregiver e delinea gli obiettivi del Partnership Project on User Empowerment in Mental Health del WHO Regional Office for Europe e della Commissione Europea.
CONTEXTUS, promossa nell’ambito del Fondo Europeo per i Rifugiati, è un’iniziativa di informazione e formazione rivolta agli operatori dei centri di accoglienza e del territorio che si prefigge di creare sistemi e sinergie per favorire le possibilità di presa in carico delle persone più vulnerabili che richiedono protezione internazionale. Una sezione del sito, chiamata Vulnerabilità e Resilienza, intende fornire una raccolta di strumenti e materiali di analisi e di riflessione per approfondire l'aspetto psico-sociale della presa in carico delle persone richiedenti asilo e protezione internazionale.
La sezione Vulnerabilità e Resilienza si articola nelle seguenti rubriche:
I disturbi mentali, neurologici e da abuso di sostanze sono comuni in tutte le regioni del mondo, colpiscono ogni comunità e ogni gruppo di età indipendentemente dal reddito. Ma il 75% delle persone colpite nei paesi a basso reddito non ha accesso alle cure. The WHO Mental Health Gap Action Programme (mhGAP) mira a un aumento dei servizi per i disturbi mentali, neurologici e da abuso di sostanze specialmente nei paesi con un reddito medio-basso. Il programma afferma che con la cura, l’assistenza psico-sociale e farmacologica, decine di milioni di persone possono essere trattate contro la depressione, la schizofrenia e l’epilessia, prevenendo il suicidio e permettendo loro di condurre una vita normale, anche laddove le risorse sono scarse.
Vi sono evidenze che la solidità psicologica (Hardiness) è una risorsa importante per la resilienza allo stress.
Vi è uno strumento autocompilato breve, affidabile e valido per misurare la “Hardiness”, la versione a 15 item della Dispositional Resilience Scale (DRS-15), che non è tuttavia disponibile in italiano. Gli obiettivi dello studio sono stati creare una versione italiana della DRS-15 e valutarne le sue proprietà psicometriche nel contesto italiano. La versione italiana della DRS-15 è stata prodotta con una procedura basata su traduttori multipli bilingui. Tale versione è stata somministrata a un campione non clinico di 150 adulti, unitamente a misure di salute e benessere psicologico.
La versione italiana della DRS-15 costituisce uno strumento valido, affidabile e di facile utilizzo per valutare la resilienza allo stress in contesti clinici e di ricerca.
Il sito ha come obiettivo di fornire strumenti e pratiche per migliorare la salute mentale degli individui nei luoghi di lavoro. La risorsa usa l’approccio Comprehensive Workplace Health Promotion (CWHP). CWHP è un processo continuo che guarda al miglioramento ambientale (fisico, psicologico, organizzativo, economico, alla crescita e all’empowerment personali). Il portale è diviso in due sezioni. La prima parte fornisce informazioni sulla salute mentale in generale e sulla salute mentale nei luoghi di lavoro, affrontando tematiche come l’equilibrio vita-lavoro, il mobbing e lo stress. La seconda parte fornisce informazioni per la creazione di luoghi di lavoro ‘mentalmente sani’ usando un approccio globale di promozione della salute nei luoghi di lavoro. Le informazioni di questa sezione sono suddivise in otto elementi. Ogni elemento fornisce una visione d'insieme delle problematiche relative al lavoro di promozione della salute mentale e fornisce ulteriori informazioni, strumenti e studi di casi che arricchiscono la sezione e migliorano la fruibilità dei contenuti.
Il documento presenta gli atti della Conferenza sulla salute mentale e il benessere nei luoghi di lavoro – Protezione e inclusione in tempi di cambiamento, svoltasi a Berlino il 17/18 marzo 2009, organizzata dall’Ufficio regionale europeo dell’OMS, di concerto con l’Alleanza tedesca per la salute mentale, il Ministero federale tedesco per la salute e la Direzione generale per la Salute e i Consumatori della Commissione europea.
Politici, ricercatori, rappresentanti di associazioni, sindacalisti, datori di lavoro provenienti da venti Paesi della Regione europea hanno discusso i modi su come rispondere alle sfide della salute mentale e il benessere della moderna vita lavorativa, su come superare le barriere all’occupazione delle persone con problemi di salute mentale e sulle loro opportunità di integrazione alla luce della crisi economica globale.
L’OMS presenta il progetto The Mental Health: Evidence and Research (MER). Ha come obiettivo di colmare il divario tra ciò che è necessario e ciò che è attualmente disponibile per ridurre il carico dei disturbi mentali in tutto il mondo e per promuovere la salute mentale. Il team MER trasforma questo obiettivo in azione attraverso i seguenti progetti principali:
I tre progetti hanno lo scopo di aumentare l’informazione e la base di conoscenze sulla salute mentale. Queste informazioni possono essere a loro volta utilizzate per rafforzare i sistemi di cura di salute mentale che si tradurrà in una migliore assistenza e servizi per l’individuo e la comunità. Cliccando sui link corrispondenti ai progetti si otterranno informazioni dettagliate su ciascuno.
Il documento spiega come si dovrebbero affrontare le questioni della salute mentale in ambito lavorativo. In una campagna europea (work. in tune with life. move Europe), l’ European Network for Workplace Health Promotion (ENWHP) si è occupato di promuovere la salute mentale nei luoghi di lavoro.
Questa campagna si propone di sensibilizzare sul tema i datori di lavoro e i dipendenti e spiega come e perché:
• promuovere la salute mentale sul luogo di lavoro
• comprendere e prevenire i problemi che causano stress e problemi di salute mentale
• supportare gli impiegati che sviluppano problemi di salute mentale
• sviluppare politiche efficaci per reintegrare e assumere persone che hanno avuto problemi di salute mentale
Il report è scritto in particolare per i datori di lavoro e i manager. Offre consigli pratici sulla gestione e il sostegno delle persone che stanno vivendo situazioni di stress, di angoscia e problemi di salute mentale in generale e vuole essere una fonte di aiuto pratico in ambito lavorativo. Vuole fornire inoltre consigli e informazioni per i dipendenti e le modalità per valutare i costi relativi della salute mentale nelle aziende.
La Commissione europea, di concerto con l’Oms Europa, vuole mettere in comune le esperienze presenti in tutta l’Unione Europea in tema di salute mentale. Gli ambiti sui cui vuole intervenire sono:
• prevenzione del suicidio e della depressione
• salute mentale tra i giovani e nel mondo della scuola
• salute mentale sul lavoro
• salute mentale tra gli anziani
• lotta contro la stigmatizzazione e l'esclusione sociale.
Il documento sottolinea il diritto di ogni individuo di godere di buona salute mentale e riconosce questa condizione come essenziale per tutta la società.
Il patto europeo prende le mosse da una serie di documenti di consenso. Tra gli altri:
• il documento sulla salute mentale nei giovani
• il documento sulla salute mentale nei posti di lavoro
• il documento sulla salute mentale negli anziani
Il documento è suddiviso nelle seguenti aree
Di ogni area sono specificate strategie, indirizzi operativi di supporto e criteri di valutazione per misurarne l’efficacia nel corso del tempo.
Aspetti centrali del documento sono:
Le conclusioni fanno emergere la necessità di rafforzare la ricerca e la formazione nel campo della salute mentale
Il link permette l’accesso alle sezioni tematiche di Who Mind:
Il documento analizza le numerose evidenze che dimostrano come la salute mentale influenzi una vasta gamma di outcome sia negli individui sia nella comunità. Questi includono sani stili di vita, salute fisica migliore; miglioramenti nel recupero delle malattie, meno limitazioni nella vita quotidiana; conseguimento dell’istruzione superiore, una maggiore produttività, occupazione e guadagni, migliori relazioni con gli adulti e con i bambini; maggiore coesione sociale e, in generale, una migliore qualità della vita. Questi risultati non sono solo o necessariamente una conseguenza della mancanza di malattie mentali, ma sono associati con la presenza della salute mentale positiva, a volte indicata come 'benessere'
Capitolo contenuto nel volume “Health assets in a global context: Theory, methods, action”. Gli autori, Lindström ed Eriksson, sviluppano l’approccio salutogenico e i costrutti teorici ad esso correlati con specifico riferimento alla salute mentale.
Il focus del testo è rappresentato dai concetti e dai modelli che contribuiscono alla salute positiva. Oltre alla descrizione dei cosiddetti “concetti positivi” della salute, l’obiettivo degli autori è di individuare caratteristiche universali e modelli nell’ambito della promozione della salute che possano essere utili su scala globale. Gli autori postulano, allo stesso tempo, che molte delle tendenze post-moderne che hanno sconvolto la stabilità mentale sono caratteristiche che, direttamente o indirettamente, influenzano tutti i paesi del mondo. Le culture occidentali pongono un forte accento sul singolo individuo e sulla tutela dei diritti della persona, come indicato dalla Dichiarazione dei Diritti dell’Uomo, diversamente da altre culture che pongono un forte accento sulla realizzazione collettiva considerata più importante di quella individuale. Dal punto di vista della promozione della salute questo può fare una differenza enorme poiché l’enfasi sul collettivo o sull’individuale crea differenti prerequisiti per la salute, inclusa la salute mentale. Gli autori hanno concluso da pochi anni uno studio sistematico sulla salutogenesi che ha evidenziato una forte correlazione tra la salute mentale e la qualità della vita nelle popolazioni e negli individui che hanno sviluppato un forte senso di coerenza - il meccanismo chiave nel modello salutogenico. Il modello è stato testato in circa 32 differenti paesi in 33 lingue su più di 200.000 persone e si è constatato che il modello funziona in tutte queste diverse culture.