La parola può dare forma all’esperienza raccontandola ovvero manipolandola; la scelta che facciamo delle parole è un atto decisivo che ha delle ripercussioni nel nostro agire poiché può costituire la premessa di pratiche discriminatorie. A partire da tali presupposti l’autrice, Fabiana Fusco dell’Università di Udine, propone alcune riflessioni sull’uso di talune parole ed espressioni e sulla consapevolezza del significato che proprio quelle parole ed espressioni manifestano quando trattiamo e valutiamo certi argomenti sensibili; si parte da alcune considerazioni sul termine femminicidio per poi osservare come la violenza di genere appaia da un lato in un contesto della codificazione linguistica come un dizionario della lingua italiana e dall’altro nella stampa quotidiana nazionale.