Prevenire la violenza tra gli adolescenti è una priorità per la salute pubblica a causa della sua portata e delle conseguenze dannose a breve e lungo termine per la salute degli adolescenti e degli adulti. Nel protocollo di studio, vengono integrate le precedenti esperienze nella prevenzione della violenza promuovendo fattori protettivi contro la violenza di genere quali capacità comunicative, empatia e capacità di problem solving attraverso "Cinema Voice", un intervento educativo partecipativo basato sui punti di forza degli adolescenti.L'intervento educativo è rivolto a ragazzi e ragazze di età compresa tra 13 e 17 anni, iscritti a scuole secondarie ad Alicante (Spagna), Roma (Italia), Cardiff (Regno Unito), Iasi (Romania), Poznan (Polonia) e Matosinhos (Portogallo).Lo studio (pubblicato ad aprile 2019 su BMC Public Health) può fornire informazioni rilevanti sull'efficacia degli interventi educativi che combinano un quadro positivo di sviluppo giovanile con una consapevolezza educativa sull'importanza di raggiungere l'uguaglianza di genere e prevenire e combattere la violenza di genere. Questo è il primo studio che coinvolge sei paesi europei in un intervento educativo per promuovere attività di protezione dalla violenza tra gli adolescenti iscritti nelle scuole secondarie e può fornire gli strumenti necessari per replicare l'esperienza in altri contesti e altri paesi.
Vives-Cases C, Davo-Blanes MC, Ferrer-Cascales R, Sanz-Barbero B, Albaladejo-Blázquez N, Sánchez-San Segundo M, Lillo-Crespo M, Bowes N, Neves S, Mocanu V, Carausu EM, Pyżalski J, Forjaz MJ, Chmura-Rutkowska I, Vieira CP, Corradi C. Lights4Violence: a quasi-experimental educational intervention in six European countries to promote positive relationships among adolescents. BMCPublic Health. 2019 Apr 8;19(1):389.
Il lavoro di contrasto alla violenza maschile contro le donne ha recentemente spostato il proprio focus dalla donna vittima di violenza all’uomo maltrattante. Questo cambio di paradigma ha portato all’implementazione di programmi di trattamento rivolti agli autori di violenza e all’impegno di professionisti uomini nel contrasto alla violenza. Il presente studio ha l’obiettivo di esplorare gli affetti e le rappresentazioni di 7 professionisti della salute (3 uomini e 4 donne) che si occupano di trattare uomini autori di violenza, con un focus specifico sul genere di appartenenza. L’analisi semioticaquali-quantitativa applicata alle interviste semi-strutturate analizzate tramite il software T-LAB ha consentito di individuare la presenza di 5 cluster: 1) Riconoscimento delle emozioni; 2) Posizionamento di genere; 3) Competenze lavorative; 4) Percezione del rapporto tra i generi; e 5) Rapporto con il lavoro. I risultati sembrano confermare che il genere di appartenenza degli operatori giochi un ruolo fondamentale nell’esperienza lavorativa con gli uomini maltrattanti.
Amodeo AL, Rubinacci D, Scandurra C. Il ruolo del genere nel lavoro con gli uomini autori di violenza: Affetti e rappresentazioni dei professionisti della salute. La camera blu n°19 (2018). Gender VisionsILTEMA
Si è svolto a Torino, il 6 marzo, il convegno “Stati generali del Piemonte per il contrasto alla violenza di genere” organizzato dalla Regione Piemonte il cui scopo era di fare il punto della situazione con tutti i soggetti coinvolti nel contrasto alla violenza.
Nel 2018 il numero delle donne accolte dall'Associazione in Piemonte aumenta di diverse unità rispetto all’anno precedente. Parliamo di 786 donne accolte e prese in carico, esattamente 48 donne in più rispetto alle 738 del 2017. Ciò che però appare in tutta la sua evidenza è che le prevaricazioni e le pratiche violente subite dalle donne risultano sempre più efferate e freddamente pianificate: dati oggettivi, nonostante l’opinione pubblica, i media e sovente anche la magistratura parlino di violenze troppo spesso derubricandole a “gesti passionali”, “conflitti familiari” o "fatti occasionali, seppure deprecabili”. «Ormai da tempo ci attestiamo su questi numeri, ma quello che sta cambiando è che la violenza è sempre più brutale, come dimostrano i referti medici sempre più gravi” afferma Lella Menzio, Presidente del Telefono Rosa Piemonte.
Ecco i numeri, più nel dettaglio: 786 donne accolte, 368 accompagnamenti alla rete dell’assistenza con le agenzie del privato sociale e istituzionale dei servizi, 3.829 consulenze on line, tramite e-mail o social network.Più del 50% delle donne accolte ha tra i 31 e i 50 anni; ma il 20% è costituito da giovani donne di età inferiore ai 30 anni. Sempre devastanti le violenze segnalate: fisiche, psicologiche, sessuali, economiche; ancora una volta più del 35% delle donne accolte segnalano di essere vittime di stalking.