Chi da bambino ha vissuto situazioni di estrema difficoltà può ammalarsi di più, adottare stili di vita poco salutari e subire più ricoveri. Lo dimostrano due studi europei di cui si offre la sintesi.
Progetto dell’omonima associazione di promozione sociale di Torino, si inserisce in una cornice di senso etico e professionale in cui la salute mentale è un diritto di tutti/tutte. Un sistema integrato di azioni, pratiche e processi che garantisce maggiori accessibilità, appropriatezza ed efficacia delle risposte del territorio alle sofferenze psichiche, esercitando un’azione politica di contrasto delle disuguaglianze socioeconomiche.
L’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo sviluppo ha adottato le nuove “Linee guida sull’Uguaglianza di Genere e Empowerment di Donne, Ragazze e Bambine (2020-2024)”, presentate al Comitato Congiunto del 14/12/2020. Il documento è stato redatto dall’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo con il concorso della Direzione Generale per la Cooperazione allo Sviluppo (DGCS) del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale (MAECI).
Oltre ad inquadrare la politica di genere nel contesto internazionale, le Linee guida definiscono le priorità della Cooperazione italiana per la promozione dell’uguaglianza di genere e l’empowerment delle donne e ragazze, e si rivolgono a tutti gli attori del sistema Italia (come previsto dalla legge 125/2014), applicandosi a tutti i progetti e programmi finanziati e/o cofinanziati dall’Italia.
Il carattere innovativo delle linee guida risiede nella definizione di obiettivi concreti ed ambiziosi. In particolare, si prevedono target sul finanziamento di iniziative ad hoc (almeno 10% dei contributi volontari e 10% de delle iniziative inserite in programmazione) e sul mainstreaming, attraverso l’uso sistemico del policy gender marker del OCSE-DAC ed il potenziamento delle analisi di genere. Inoltre, un accento particolare è posto sul cambiamento istituzionale interno, attraverso la previsione di azioni per il rafforzamento delle capacità dello staff, l’individuazione di Focal point, l’adeguamento del sistema di monitoraggio e valutazione, l’adozione di indicatori di genere disaggregati.
Le Linee guida identificano quali temi prioritari dell’azione della Cooperazione italiana la violenza di genere e diritti di donne/ragazze/bambine; l’empowerment ed il settore privato; lo sviluppo agricolo, la sicurezza alimentare ed cambiamento climatico; la salute sessuale e riproduttiva; l’istruzione e la formazione professionale; l’aiuto umanitario e i contesti fragili.
La redazione del documento ha previsto un processo di consultazione multi-sakeholder, coordinato dalla DGCS del MAECI, con le Organizzazioni della Società Civile e con il gruppo di lavoro “Strategie e linee di indirizzo della cooperazione italiana allo sviluppo” del Consiglio Nazionale per la Cooperazione allo Sviluppo (CNCS), che hanno contribuito all’elaborazione del testo attraverso successive revisioni.
L’adozione delle Linee guida sull’Uguaglianza di Genere e Empowerment di Donne, Ragazze e Bambine per il prossimo quadriennio (2020/2024) rappresenta un nuovo punto di partenza per la Cooperazione Italiana e l’AICS ha già iniziato a lavorare per mettere in pratica i principi e le azioni in esse contenute. (Fonte: Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo)
Un gruppo di operatori torinesi, riscoprendo e assumendo il ruolo di cittadini attivi, ha recentemente redatto un documento nell’ambito della campagna “Torino per la salute mentale e l’equità”, che è stato condiviso tra le varie realtà del territorio e sottoposto alle forze politiche candidate alle elezioni amministrative di Torino 2021 con la richiesta di inserimento di azioni di protezione/promozione della salute mentale della comunità all’interno dell’agenda politica dei decisori in una più ampia cornice di giustizia sociale.
Dors ha tradotto in italiano i materiali per insegnanti relativi alle Scuole che Promuovono Salute e Disuguaglianze Sociali della rete SHE - Schools for Health in Europe
L’indice sull’uguaglianza di genere (gender equality index), è uno strumento che monitora le disparità tra uomo e donna nei paesi dell’Unione europea. È stato sviluppato da Eige, l’istituto europeo per l’uguaglianza di genere, e si basa sull’analisi di numerosi indicatori relativi ad alcune aree specifiche, i cosiddetti domini. Cioè ambiti della vita quotidiana in cui le donne rischiano di trovarsi in condizioni di svantaggio rispetto agli uomini. Sono in tutto sei i domini considerati dall’indice:
A questi si aggiungerà in futuro un settimo dominio, quello relativo alla violenza contro le donne. Per il quale i primi dati saranno disponibili solo nel 2023.
67,9 su 100 il punteggio dell’indice sull’uguaglianza di genere 2020 per l’Unione europea
Con ben 83,8 punti la Svezia è prima tra i paesi Ue, a distanza di circa 30 punti dalla Grecia, ultima in classifica.
La Spagna è l'unico paese del sud a superare l'indice Ue.
Mentre quasi tutti gli stati del nord, tra cui Danimarca (77,4), Finlandia (74,7) e Paesi Bassi (74,1) superano ampiamente il punteggio medio Ue (67,9), lo stesso non si può dire per nessun paese del sud né dell'est Europa, fatta eccezione per la Spagna (72).
In questo senso l'Italia si posiziona al di sotto della media con un punteggio di 63,5 su 100, distante di circa 4 punti dal dato Ue. Chiudono invece la classifica la Grecia, insieme a Ungheria (52), Romania (54,4) e Slovacchia (55,5). (Fonte Openpolis)
Nelle due ondate di coronavirus le donne italiane hanno dedicato al lavoro familiare più tempo dei loro partner. Già si partiva da una situazione di disparità. Ora la conseguenza può essere un peggioramento del divario di genere nel mercato del lavoro.
Le donne italiane, già prima della pandemia più responsabili della famiglia dei loro partner, hanno continuato a dedicare al lavoro familiare più tempo durante tutto il 2020. Questo è dovuto anche alla chiusura delle scuole, che in Italia è stata la più lunga di tutta Europa: 105 giorni dal marzo a giugno 2020 contro meno di 60 giorni in altri paesi europei.
Ha contribuito a questa situazione anche la mancanza dell’aiuto dei nonni, che prima della pandemia erano responsabili (almeno occasionalmente) della cura dei nipoti e ora non più, a causa dei rischi di contagio (Indagine Istat Multiscopo).
Anche i dati Istat per il 2020 evidenziano un peggioramento del lavoro delle donne. Il tasso di occupazione femminile è passato dal 50 al 48,6 per cento nel 2020, mentre per gli uomini è rimastoquasi invariato. L’offerta di lavoro femminile si è ridotta, come evidenziato da un tasso di inattività femminile molto più alto di quello maschile.
I dati dello studio confermano risultati di ricerche precedenti di altri Paesi che hanno analizzato l’impatto della pandemia su occupazione, disoccupazione e tassi di inattività, riportando un effetto negativo più significativo sulle donne e in particolare sulle madri. Sia fattori relativi alla domanda di lavoro (sovra-rappresentazione delle donne nei settori dei servizi più vulnerabili con contratti a tempo determinato e part-time) che fattori relativi all’offerta (difficoltà di conciliazione lavoro e famiglia dovuta alla chiusura delle scuole e aggravio del lavoro familiare) hanno contribuito a questo risultato. La situazione di emergenza che continua anche nel 2021 può provocare un potenziale peggioramento del divario di genere nel mercato del lavoro.
Del Boca D, Oggero N, Profeta P, Rossi M. Divisione del lavoro in famiglia: la pandemia pesa sulle donne. InGenere, La Voce.info, La 27esima Ora, 12 aprile 2021
Quest'anno, il tema della Giornata internazionale della donna (8 marzo), "Women in leadership: Achieving an equal future in a COVID-19 world", celebra gli enormi sforzi delle donne e delle ragazze di tutto il mondo nel plasmare un futuro e una ripresa più equi dalla pandemia COVID-19 e mette in evidenza le lacune che rimangono. Le donne sono ancora sottorappresentate nella vita pubblica e nel processo decisionale, come rivelato nel recente rapporto del Segretario generale delle Nazioni Unite. Le donne sono capi di Stato o di governo in 22 paesi e solo il 24,9% dei parlamentari nazionali sono donne. Al ritmo di progresso attuale, l'uguaglianza di genere tra i capi di governo richiederà altri 130 anni. Le donne sono anche in prima linea nella battaglia contro COVID-19, in qualità di operatori in prima linea del settore sanitario, come scienziati, medici e assistenti, ma vengono pagate l'11% in meno a livello globale rispetto ai loro colleghi maschi. Alcune delle risposte più efficienti ed esemplari alla pandemia COVID-19 sono state guidate da donne. E le donne, in particolare le giovani donne, sono in prima linea in movimenti diversi e inclusivi online e nelle strade per la giustizia sociale, il cambiamento climatico e l'uguaglianza in tutte le parti del mondo. Tuttavia, le donne sotto i 30 anni sono meno dell'1 per cento dei parlamentari nel mondo. Questo è il motivo per cui la Giornata internazionale della donna di quest'anno è un grido di battaglia per l'uguaglianza delle generazioni, per agire per un futuro uguale per tutti. Il Generation Equality Forum, la più importante convocazione per gli investimenti e le azioni sull'uguaglianza di genere, prenderà il via a Città del Messico dal 29 al 31 marzo e culminerà a Parigi nel giugno 2021. Attirerà leader, visionari e attivisti da tutto il mondo, in sicurezza su una piattaforma virtuale, per spingere verso un cambiamento trasformativo e duraturo per le generazioni a venire.
Il Parlamento Europeo ha approvato il 21 gennaio 20121 la nuova strategia UE per la parità di genere.
La strategia per la parità di genere 2020-2025, presentata a marzo 2020 dalla Commissione Europea, traccia le azioni chiave per porre fine alle discriminazioni e alla violenza di genere, per garantire pari partecipazione e opportunità nel mercato lavorativo e il raggiungimento dell’equilibrio di genere nel processo decisionale e politico.
Dati recenti dimostrano che la pandemia di covid-19 e i periodi di confinamento hanno portato ad un aumento della violenza contro le donne, del divario di genere nei lavori assistenziali non retribuiti, nonché altri potenziali impatti a lungo termine sul lavoro retribuito e sui redditi delle donne.
Vengono chieste misure vincolanti contro la violenze di genere. In particolare l’accesso a meccanismi sicuri ed efficaci per la denuncia e la risoluzione delle controversie, campagne informative, servizi di supporto per le donne vittime di violenza e azioni di risarcimento.
La Commissione propone inoltre che nel 2021 vengano poste in atto misure per raggiungere gli obiettivi della Convenzione di Istanbul, nel caso non venga applicata da alcuni Stati membri.
Per quanto attiene al mercato del lavoro, si chiede che gli stipendi e le condizioni lavorative siano uniformati fra donne e uomini.
I deputati sono poi profondamente preoccupati per il contraccolpo a sfavore dei diritti delle donne in alcuni Paesi UE, in particolare per il diritto all'aborto e l'accesso ad un'educazione sessuale completa in Polonia e per la riforma adottata in Ungheria che attacca i diritti della comunità transessuale e intersessuale. Il PE chiede che la situazione dei diritti delle donne e dell'uguaglianza di genere sia continuamente monitorata, comprese le campagne di disinformazione e le iniziative regressive in tutti i Paesi UE, e che venga messo a punto un sistema di allarme che avvisi quando questi diritti vengono negati.