Keyword : SALUTE MENTALE

Salute mentale perinatale e pandemia

Prove crescenti suggeriscono che durante la pandemia di COVID-19, l'ansia e la depressione durante il periodo perinatale sono aumentate. Lo scopo dello studio è stimare la prevalenza del rischio di depressione e ansia materna tra le donne che frequentano 18 centri sanitari in Italia durante la pandemia SARS-COV-2 e indagare i rischi psicosociali e i fattori protettivi associati. Si è articolato in una fase retrospettiva (2019, 2020 e primi nove mesi del 2021) e in una fase prospettica (iniziata a novembre 2021 e tuttora in corso), che hanno esaminato rispettivamente 12.479 e 2349 donne, per un totale di 14.828 donne nel periodo perinatale. Per valutare il rischio di ansia e depressione, sono stati utilizzati il General Anxiety Disorder-7 (GAD-7), l'Edinburgh Postnatal Depression Scale (EPDS) e un modulo ad hoc per raccogliere le variabili sociodemografiche. Nello studio prospettico, l'età media delle donne è di 31 (range 18-52) anni. I risultati hanno mostrato che la percentuale di donne con punteggio EPDS ≥9 è aumentata dall'11,6% nel 2019 al 25,5% nel periodo che va da novembre 2021 ad aprile 2022. Nei modelli di regressione logistica, le variabili associate al rischio di depressione a un livello ≤ 0,01 include avere problemi economici (OR 2,16) e non poter contare sul sostegno di parenti o amici (OR 2,36). Avere lo status professionale di casalinga è un rischio minore (OR 0,52). Quelli associati al rischio di ansia includono l'essere italiani (OR 2.97), avere un'istruzione inferiore a quella della scuola secondaria (OR 0.47), avere alcuni o molti problemi economici (OR 2.87), non poter contare sul sostegno di parenti o amici (OR 2.48), e non aver frequentato un corso prenatale (OR 1.41). I dati di questa indagine potrebbero essere utili per determinare l'impatto della pandemia SARS-COV-2 sulle donne e per stabilire un programma di screening con criteri comuni e uniformemente applicati che siano coerenti con i programmi nazionali e internazionali di salute mentale delle donne.


Camoni, L.; Mirabella, F.; Gigantesco, A.; Brescianini, S.; Ferri, M.; Palumbo, G.; Calamandrei, G.; on behalf of the Perinatal Mental Health Network. The Impact of the COVID-19 Pandemic on Women’s Perinatal Mental Health: Preliminary Data on the Risk of Perinatal Depression/Anxiety from a National Survey in Italy. Int. J. Environ. Res. Public Health 2022, 19, 14822. https://doi.org/10.3390/ijerph192214822


METEOR: una survey su burnout e salute mentale degli operatori sanitari

La pagina web METEOR presenta una survey su burnout, salute mentale, soddisfazione lavorativa e abbandono/fuga lavorativa di operatori sanitari, in particolare ospedalieri.


Obiettivi generali di METEOR:



  • Migliorare le conoscenze scientifiche sul mantenimento del posto di lavoro per gli operatori sanitari nei paesi dell'UE

  • Identificare e analizzare i principali predittori di mantenimento del lavoro in 4 paesi europei (Belgio, Paesi Bassi, Polonia e Italia)

  • Sviluppare raccomandazioni politiche basate sull'evidenza attraverso il coinvolgimento continuo delle parti interessate e workshop interattivi di co-creazione

  • Presenta tutti i risultati di quanto sopra in una cassetta degli attrezzi online facilmente accessibile e ricercabile per più parti interessate.


 



Image: Pixabay/Total shape https://totalshape.com/



 


Rapporto salute mentale (Anno 2021)

Il Rapporto è un’analisi a livello nazionale dei dati rilevati attraverso il Sistema Informativo per la Salute Mentale (SISM) riferiti all’anno 2021. Nell’introduzione è riportato l’oggetto, la finalità nonché una sintesi della dimensione del fenomeno e dei principali risultati. Nella prima parte del volume sono delineati i tratti principali dei servizi di salute mentale anche in relazione alle strategie degli organismi internazionali. Il Capitolo 2 si apre con una breve presentazione del Nuovo Sistema Informativo Sanitario (NSIS) e più specificatamente del Sistema Informativo Salute Mentale (SISM) che costituisce la principale fonte informativa utilizzata per la redazione del Rapporto. Il capitolo si conclude con una descrizione del processo di trasmissione e acquisizione dei dati al sistema informativo e delle attività del gruppo di lavoro interistituzionale SISM.


Nella seconda parte si fornisce un approfondimento concernente la completezza e la qualità dei dati rappresentati (Capitolo 4). Nei capitoli successivi si riporta una panoramica delle strutture che offrono assistenza per la salute mentale, suddivise per setting assistenziale (Capitolo 5) e del personale in servizio nelle strutture psichiatriche pubbliche e private accreditate (Capitolo 6). Successivamente sono presentati i principali dati di attività relativi alla prevalenza ed incidenza dell’utenza trattata dai servizi di salute mentale (Capitolo 7) e all’assistenza erogata nei differenti setting assistenziali (Capitoli 8, 9, 10). La seconda sezione termina con l’approfondimento riguardo il livello di continuità della cura dopo la dimissione dal ricovero (Capitolo 11) sul modello del “Continuity of care after discharge” (WHO, Mental Health Atlas – Questionnaire).


La terza parte del Rapporto ha l’obiettivo di completare il quadro delineato tramite la rilevazione del Sistema Informativo Salute Mentale (SISM), offrendo al lettore una panoramica delle evidenze emerse da ulteriori fonti informative (Capitolo 12).


La quarta parte è dedicata alla rappresentazione grafica di un selezionato numero di indicatori che descrivono le risorse a disposizione, l’utenza trattata, l’attività ospedaliera e territoriale di ogni regione.


Il volume è accompagnato da un’appendice contenente ulteriori tabelle e rappresentazioni grafiche non presenti all’interno dei capitoli.


L’UTENZA


Gli utenti psichiatrici assistiti dai servizi specialistici nel corso del 2021 ammontano a 778.737 unità. Gli utenti sono di sesso femminile nel 53,6% dei casi, mentre la composizione per età riflette l’invecchiamento della popolazione generale, con un’ampia percentuale di pazienti al di sopra dei 45 anni (67,3%). In entrambi i sessi risultano meno numerosi i pazienti al di sotto dei 25 annimentre la più alta concentrazione si ha nelle classi 45-54 anni e 55-64 anni (47,1% in entrambi i sessi); le femmine presentano, rispetto ai maschi, una percentuale più elevata nella classe > 75anni (5,6% nei maschi e 9,0% nelle femmine). Nel 2021 i pazienti che sono entrati in contatto per la prima volta durante l’anno (utenti al primo contatto) con i Dipartimenti di Salute Mentale ammontano a 289.871 unità di cui il 94,8% ha avuto un contatto con i servizi per la prima volta nella vita (first ever pari a 274.804 unità). 


LE PATOLOGIE


I tassi degli utenti trattati per gruppo diagnostico si evidenziano importanti differenze legate al genere. I tassi relativi ai disturbi schizofrenici, ai disturbi di personalità, ai disturbi da abuso di sostanze e al ritardo mentale sono maggiori nel sesso maschile rispetto a quello femminile, mentre l’opposto avviene per i disturbi affettivi, nevrotici e depressivi. In particolare per la depressione il tasso degli utenti di sesso femminile è quasi doppio rispetto a quello del sesso maschile (25,6 per 10.000 abitanti nei maschi e 43,5 per 10.000 abitanti nelle femmine)


 Il consumo dei Farmaci


Sono state considerate le seguenti categorie di farmaco: antidepressivi, antipsicotici e litio erogati in regime di assistenza convenzionata e in distribuzione diretta.


IN REGIME DI ASSISTENZA CONVENZIONATA


Per la categoria degli Antidepressivi la spesa lorda complessiva è di oltre 398 milioni di euro con un numero di confezioni pari quasi a 37 milioni. Per la categoria degli Antipsicotici la spesa lorda complessiva è superiore a 84 milioni di euro con un numero di confezioni che supera i 6 milioni. Per la categoria Litio la spesa lorda complessiva è di circa 3,8 milioni di euro con un numero di confezioni pari a 881.069. 


IN DISTRIBUZIONE DIRETTA


Per la categoria degli Antidepressivi la spesa lorda complessiva è pari a 826.631 euro con un numero di confezioni pari a 485.465. Per la categoria degli Antipsicotici la spesa lorda complessiva è pari a circa 77 milioni di euro con un numero di confezioni pari a 6,8 milioni. Per la categoria Litio la spesa lorda complessiva è di 51.701 euro con un numero di confezioni pari a 22.243.


Chiusura delle scuole nella seconda ondata di Covid-19: come ha inciso sul benessere psicologico degli studenti?

La chiusura delle scuole durante la prima fase della pandemia di COVID-19 ha avuto un impatto negativo sul benessere psicologico degli studenti. Ma non in che modo ha inciso la chiusura prolungata? Una revisione sistematica affronta il tema. 


Terapie miste e telefoni cellulari per migliorare la salute delle donne vittime di violenza di genere

È stato condotto un case study con un gruppo di donne vittime di violenza di genere (n = 39) con l'obiettivo di valutare un intervento psicoterapeutico misto. I risultati mostrano che le terapie miste con messaggi di testo mobili combinate con le terapie di gruppo faccia a faccia hanno migliorato significativamente la salute di queste donne. Gli stati d'animo e i sintomi della depressione sono stati misurati con un questionario sulla salute personale e si sono evoluti positivamente. La maggior parte delle donne ha affermato che i messaggi hanno aiutato a migliorare il loro umore (91,6%), la propria salute generale (83,3%) e che le ha fatte sentire più connesse al proprio ambiente sociale (80,6%). È stato inoltre osservato che l'aderenza ai farmaci per ogni donna è migliorata. Con terapie miste e telefoni cellulari, i professionisti dei servizi sociali possono incorporare la tecnologia nelle pratiche quotidiane e offrire un'attenzione personalizzata e una consulenza quotidiana alle vittime della violenza di genere.


García Y, Ferrás C. Blended Therapies and Mobile Phones for Improving the Health of Female Victims of Gender Violence. Healthcare. 2022; 10(3):445. https://doi.org/10.3390/healthcare10030445


Servizio di salute mentale: “Fitwalking, camminata che cura”

Viene descritto il progetto elaborato da un gruppo di infermieri del Servizio territoriale per la salute mentale di Torino.


Il fitwalking, che tradotto significa “camminare per il benessere” si concretizza come un’attività gestita da tutor specificatamente formati, e come valore aggiunto portatori di competenze cliniche e assistenziali. Qualche anno fa l’ASL Città di Torino ha formato tutor capaci di investire sulla salute.


Le persone affette da disturbi della salute mentale, presentano inevitabilmente un aumentato del tasso di mortalità e una maggiore prevalenza delle patologie fisiche croniche, rispetto alla popolazione generale. Questi fenomeni risultano correlati sia all’assunzione prolungata di farmaci sia alla presenza di altri fattori di rischio quali:  stili di vita non salutari (fumo, alcool, dieta, sedentarietà); inadeguata cura di sé;  scarsa integrazione sociale e affettiva; difficoltà a riconoscere, cercare ed ottenere aiuto medico; bassa compliance ai trattamenti.


Si è dimostrato infatti, che esiste una stretta correlazione tra disturbi psichiatrici come la schizofrenia e lo sviluppo di una disfunzione metabolica.


 Il movimento promuove un migliore funzionamento, dal punto di vista organico, e incide positivamente sulla qualità di vita, sullo stato di salute e sul benessere globale delle persone. Gli studi sottolineano che gli effetti benefici vengono potenziati dallo svolgimento di un’attività fisica costante, regolare e crescente in termini di intensità e durata. Altri dati evidence based dimostrano anche che l’attività fisica nei pazienti con diagnosi di spettro psichiatrico ha impatto positivo sia su stati depressivi o di deflessione dell’umore, sia sui livelli di stress, ansia, frustrazione e relazioni interpersonali. Si rende quindi necessario impostare programmi di prevenzione e cura attraverso un insieme di attività, azioni ed interventi attuati con il fine di promuovere e conservare lo stato di salute ed evitare l’insorgenza di malattie o ritardarne le complicanze, secondo la triade terapeutica “farmaco-dieta-esercizio fisico” prevista dalla letteratura scientifica nei casi di molte malattie croniche definite esercizio-sensibili.


L’indagine ha evidenziato un significativo miglioramento dei parametri antopometrici, valori ematochimici e del funzionamento globale e sociale del paziente, in linea con i risultati di molti studi presenti in letteratura. Le persone che hanno smesso di praticare l’attività fisica, come progettata, sono state accompagnate ad un’attività di fitwalking con attività fisica più moderata, con un taglio quasi esclusivamente socializzante e di contatto con la natura.


Roberto Brisichella, Mirella Dalia, Federica Favario, Anna Myszka, Marco Pastore. “Fitwalking, camminata che cura”. Promozione della salute attraverso l’attività fisica nell’ambito del servizio di salute mentale. L’infermiere, 2022;59:4, 8 - 13


Lavoro domestico e salute mentale: differenze di genere

In tutto il mondo sono principalmente le donne che si prendono cura della casa e dei figli, senza percepire danaro. Spesso hanno anche un lavoro e il duplice carico di impegni che si devono assumere può incidere sul loro benessere fisico e psicologico.  Uno studio per la prima volta valuta gli effetti del lavoro domestico sulla salute mentale di uomini e donne, considerando le differenze di genere. 


Raccomandazioni sugli screening per la cura della depressione e per la riduzione del rischio suicidario negli adolescenti

La Task Force del Servizio di Prevenzione degli Stati Uniti (USPSTF - United States Prevention Services Task Force) ha aggiornato le Raccomandazioni del 2014 e del 2016 a seguito di una revisione sistematica (Viswanathan M; Wallace I; Middleton JC, et alche ha analizzato i potenziali benefici/danni e l'accuratezza degli screening, e i potenziali benefici e danni delle terapie/cure per la depressione e degli interventi di contrasto del rischio suicidario, rivolti a ragazzi e adolescenti nel setting delle cure primarie.


 I risultati della revisione sono:
- una evidenza moderata riguardo a un chiaro beneficio derivante dall'effettuazione degli screening per la rilevazione di un disturbo depressivo negli adolescenti 12 - 18enni
- una evidenza insufficiente per quanto riguarda l'utilità degli screening per ridurre il rischio suicidario nei bambini di 11 anni o più giovani (che non permette di identificare benefici o danni potenziali)

Alla luce di questi risultati, l'USPSTF raccomanda perciò l'utilizzo di screening per la rilevazione di segni di disturbi depressivo maggiore negli adolescenti 12 - 18 anni. Questa Raccomandazione riguarda ragazzi e adolescenti che non hanno una diagnosi di disturbo mentale né mostrano sintomi/segni di depressione o di rischio suicidario. Inoltre, è specifica per gli screening della depressione maggiore e non è applicabile ad altri disturbi depressivi come la depressione minore o distimia.


 Esistono molti tipi di strumenti/screening usati nel setting sanitario per l'identificazione della depressione nei ragazzi e negli adolescenti; al di là delle differenze (n di items, rempo di compilazione, ecc) si raccomanda il completamento della fase diagnostica con un colloquio o intervista, così come l'effettuazione di un follow up, l'adeguata preparazione del personale clinico rispetto alla conoscenza/applicazione di cure/terapie evidence-based, l'adozione dell'approccio del "collaborative care" nel setting di cure primarie e in quello clinico.


Per quanto riguarda il rischio suicidario, l' USPSTF raccomanda l'utilizzo di screening in tutti gli adolescenti, evidenziando contemporaneamente, però, che alcuni elementi possono aiutare già a individuare i ragazzi ad elevato rischio: rischio depressivo dovuto a una combinazione di fattori genetici, biologici, ambientali (quali ad esempio storia familiare di depressione, un precedente episodio di depressione o altri problemi comportamentali o mentali), fattori individuali (ad esempio età, sesso, identità di genere, orientamento sessuale, ecc), fattori di rischio psicosociale (abuso o trascuratezza infantile, esposizione ad eventi traumatici, fenomeni di bullismo, eventi di vita avversi, esposizione precoce allo stress, relazioni genitoriali caratterizzate da insicurezza, maltrattamento).


I danni potenziali dell'utilizzo di screening per il rischio suicidario nei bambini sotto i 12 anni, e per la diagnosi di depressione maggiore nei bambini e negli adolescenti di ogni età, riguardano i risultati "falsi positivi" che comportano trattamenti non necessari e correlati costi economici, etichettamento/stiigma, carico di ansia. Gli interventi psicologici sono quelli con i probabili danni minimi, mentre alcuni interventi farmacologici (inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina) sono stati associati specificamente ad un aumento del rischio suicidario nei bambini.


Il documento si conclude con i riferimenti di ulteriori Raccomandazioni da parte di altri autorevoli enti americani, in particolare la Community Preventive Services Task Force suggerisce l'utilizzo dei programmi terapeutici e riabilitativi cognitivo-comportamentali (1), nel setting scuola, in modalità individuale e gruppale, efficaci nel ridurre i sintomi di depressione e di ansia (2), e ancora più efficaci nel ridurre il rischio di autolesionismo nei ragazzi esposti ad eventi traumatici (3); viene altresì consigliata l'adozione di un approccio di "collaborative care" per la gestione dei disturbi depressivi (4).


  1 (https://www.thecommunityguide.org/findings/mental-health-targeted-school-based-cognitive-behavioral-therapy-programs-reduce-depression-anxiety-symptoms).


 2 (https://www.thecommunityguide.org/findings/violence-psychological-harm-traumatic-events-among-children-and-adolescents-cognitive-individual).


3 (https://www.thecommunityguide.org/findings/violence-psychological-harm-traumatic-events-among-children-and-adolescents-cognitive-group).


4 (https://www.thecommunityguide.org/findings/mental-health-and-mental-illness-collaborative-care-management-depressive-disorders).


Revisione sistematica:

Viswanathan  M, Wallace  IF, Cook Middleton  J,  et al.  Screening for depression and suicide risk in children and adolescents: updated evidence report and systematic review for the US Preventive Services Task Force.   JAMA. Published online October 11, 2022.

Global Mental Health Summit

Global Mental Health Summit 2022 (GMHS) si è tenuto a Roma il 13 e il 14 ottobre, organizzato dal Ministero della Salute in collaborazione con l'Organizzazione Mondiale della Sanità e l'Istituto Superiore di Sanità.


Il GMHS ha inteso valorizzare l'approccio della salute mentale di comunità in Italia e nel mondo e, in collaborazione con l’Organizzazione Mondiale della Sanità, sviluppando l’ambizioso piano di azione tracciato a Londra nel 2018, incrementando la consapevolezza e l’impegno in tema di salute mentale sia a livello politico che nella società civile.


All’evento hanno partecipato 50 Delegazioni di Paesi, più l'Italia, e organizzazioni internazionali insieme a esperti nazionali e internazionali.


I temi principali del Summit, concepiti all’interno di una cornice che mette in risalto l’importanza dei diritti umani e della dignità delle persone affette da disturbi mentali, sono:


la centralità dell’approccio comunitario alla salute mentale


il coinvolgimento dei diretti interessati e delle loro famiglie nel processo di cura e recupero psicosociale.


 Il GHMS ha richiamato l’attenzione su differenti strategie di “capacity-building”, come l’identificazione e la condivisione di buone pratiche, comprese le nuove opportunità offerte dalla salute mentale digitale e da altre iniziative sviluppate nel corso della recente pandemia.


Salute e benessere sul luogo di lavoro: come proteggere i lavoratori più anziani dai rischi psicosociali

EuroHealthNet ha recentemente organizzato un webinar sui rischi psicosociali dei lavoratori più anziani e sulle strategie di sviluppo delle competenze di resilienza, che si affianca al policy brief sullo stesso tema. Dors aggiorna questo articolo con una sintesi delle riflessioni emerse dall’evento.


Effetti della mHealth sulla salute psicosociale delle donne in gravidanza e delle madri

Obiettivo della revisione sistematica era di indagare i ruoli della salute mobile, o mHealth, nella salute psicosociale delle donne in gravidanza e delle madri. A tale scopo è  stata condotta una ricerca sistematica in database e letteratura grigia


 Sono state condotte due ricerche per includere articoli di ricerca originali pubblicati in inglese fino al 15 novembre 2021.


La maggior parte degli studi ha riportato risultati contrastanti sui ruoli degli interventi di mHealth nella salute psicosociale delle donne in gravidanza e delle madri; mHealth ha migliorato l'autogestione, l'accettazione della gravidanza/maternità e il supporto sociale, mentre sono stati osservati risultati contrastanti per ansia e sintomi depressivi, stress percepito, benessere mentale, coping e autoefficacia.


 Le donne incinte e le madri provenienti da popolazioni vulnerabili hanno beneficiato dell'uso della mHealth per migliorare la propria salute psicosociale.


I risultati suggeriscono che la mHealth ha il potenziale per migliorare l'autogestione, l'accettazione della gravidanza/maternità e il supporto sociale. La mHealth può anche essere uno strumento utile per raggiungere le donne incinte e le madri vulnerabili con ostacoli all'informazione sanitaria e facilitare l'accesso ai servizi sanitari. Tuttavia, l'elevata eterogeneità ha limitato la certezza dell'evidenza di questi risultati. Pertanto, gli studi futuri dovrebbero identificare il contesto in cui la mHealth potrebbe essere più efficace.


Sakamoto JL, Carandang RR, Kharel M, Shibanuma A, Yarotskaya E, Basargina M, et al. (2022). Effects of mHealth on the psychosocial health of pregnant women and mothers: A systematic review. BMJ Open, 12(2), e056807.


 


Giornata Mondiale della Salute Mentale 2022

In occasione della Giornata Mondiale della Salute Mentale 2022 che si celebra il 10 ottobre, riportiamo la dichiarazione fatta in merito dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) che punta i riflettori sulla necessità di rendere la salute mentale e il benessere per tutti una priorità globale.


Ascoltare musica come rimedio dell'insonnia negli adulti

L'insonnia è un problema comune nella società moderna. È associata a una ridotta qualità della vita e a menomazioni nella salute fisica e mentale. L'ascolto della musica è ampiamente usato come aiuto per dormire, ma non è chiaro se possa effettivamente migliorare l'insonnia negli adulti. Questa Cochrane Review è un aggiornamento di una revisione pubblicata nel 2015.


Sono stati inclusi 13 studi (otto studi nuovi a questo aggiornamento) che comprendono 1007 partecipanti. Gli studi hanno esaminato l'effetto dell'ascolto quotidiano di musica preregistrata, per 25-60 minuti, per un periodo da tre giorni a tre mesi. 



 I risultati della metanalisi suggeriscono che l'ascolto della musica può avere un effetto benefico da moderato a grande sulla qualità del sonno in diverse popolazioni che hanno sintomi di insonnia.  Le misure soggettive di questi risultati suggeriscono che i partecipanti possono sperimentare miglioramenti nella latenza di insorgenza del sonno, nel tempo di sonno totale e nell'efficienza del sonno con l'intervento musicale con ampi intervalli di confidenza che vanno da piccole a grandi dimensioni di effetto. Poiché gli studi riportano informazioni limitate sulla natura dei problemi di sonno dei partecipanti, non è possibile trarre conclusioni in merito all'effetto sui sottotipi di insonnia come difficoltà con l'inizio del sonno, mantenimento del sonno o sonno non ristoratore. 


Jespersen KV, Pando-Naude V, Koenig J, Jennum P, Vuust P. Listening to music for insomnia in adults. Cochrane Database of Systematic Reviews 2022, Issue 8. Art. No.: CD010459.


 




Strategie per affrontare lo stress e l'ansia durante la transizione alla menopausa

Il passaggio alla menopausa è spesso accompagnato da sintomi psico-vegetativi, inclusi sintomi di stress e ansia. Identificare lo stress e l'ansia e intervenire tempestivamente può avere un enorme impatto sulla salute pubblica. Gli operatori sanitari come ostetrici-ginecologi o medici di famiglia svolgono un ruolo fondamentale nella diagnosi, prevenzione e trattamento di sintomi o disturbi di stress e ansia, poiché spesso rappresentano il principale contatto medico delle donne durante la transizione alla menopausa. Tuttavia, spesso non si sentono sicuri nell'identificare e curare i problemi di salute mentale. Lo scopo di questa revisione era riassumere le conoscenze attuali (dal 2010) provenienti da studi randomizzati controllati, revisioni sistematiche e meta-analisi sulle opzioni diagnostiche e terapeutiche e fornire algoritmi decisionali clinici. La letteratura recente suggerisce trattamenti farmacologici, cognitivo comportamentali (sono disponibili diversi interventi psicologici per la riduzione dello stress).e complementari. La scelta su quale trattamento utilizzare dovrebbe essere discussa con la paziente.


Stute P, Lozza-Fiacco S. Strategies to cope with stress and anxiety during the menopausal transition. Maturitas. 2022 Aug 3;166:1-13. doi: 10.1016/j.maturitas.2022.07.015. Epub ahead of print. PMID: 35964446.


Affaticamento da "compassione" negli infermieri di salute mentale: una revisione sistematica

L'affaticamento da "compassione" è il risultato di fattori di stress unici inerenti al lavoro di cura. La fatica della "compassione" ha evidenti costi emotivi e fisici e un impatto significativo sull'assunzione e sulla fidelizzazione del personale.


La revisione è la prima a valutare la letteratura quantitativa sull'affaticamento da "compassione" negli infermieri di salute mentale. La ricerca sull'affaticamento da "compassione" negli infermieri di salute mentale non ha tenuto conto finora, in modo accurato, del rapporto di cura unico tra infermiere e paziente. L'istruzione basata sulle competenze, una forte leadership dell'infermiere di salute mentale, culture organizzative positive, supervisione clinica e riflessione insieme a strategie individuali di cura di sé possono mitigare l'affaticamento della "compassione".


Sono urgentemente necessarie risorse per l'istruzione e lo sviluppo della forza lavoro che affronti la fatica della "compassione" negli infermieri di salute mentale. Sono necessari interventi che affrontino le esigenze fisiche, cognitive ed emotive del lavoro di cura per garantire che gli infermieri di salute mentale abbiano la capacità di fornire un'assistenza compassionevole sostenibile ai pazienti.


Marshman C, Hansen A, Munro I. Compassion fatigue in mental health nurses: A systematic review. J Psychiatr Ment Health Nurs. 2022 Aug;29(4):529-543. doi: 10.1111/jpm.12812. Epub 2021 Dec 28. PMID: 34874593.


Efficacia degli interventi di "Mindfulness" a scuola: I risultati del Progetto Myriad

Recentemente è stata pubblicata una serie di studi sugli interventi universali di mindfulness a scuola, come risultato di otto anni di lavoro coordinati da un gruppo di ricerca britannico, nell’ambito del Progetto Myriad (My Resilience in Adolescence – La mia resilienza in adolescenza) rivolto a comprendere come promuovere la salute mentale e il benessere di adolescenti. Il progetto, finanziato da Wellcome Trust, ha coinvolto complessivamente 85 scuole del Regno Unito, con oltre 650 insegnanti e un campione rappresentativo di oltre 8.000 ragazze e ragazzi di età compresa tra 11 e 16 anni.


I risultati del progetto sono stati analizzati e commentati in sette articoli scientifici pubblicati il 12 luglio sulla rivista scientifica British Medical Journal – Evidence Based Mental Health.


Gli studi sono stati articolati in modo da esaminare: a) il confronto tra gli effetti di un intervento di mindfulness in classe e la programmazione usuale comprendente lezioni su temi psicologici; b) l’impatto a un anno dall’intervento sul benessere psicologico, includendo aspetti emotivi e cognitivi; c) gli effetti differenziati nei sottogruppi (insegnanti, adolescenti in buona salute psicologica e adolescenti con difficoltà psicologiche clinicamente rilevanti) e il ruolo di altri mediatori; d) un eventuale beneficio differenziale dell’intervento durante la pandemia.


Applicato alle scuole, il programma di Mindfulness del progetto Myriad è stato rivolto all’insegnamento della consapevolezza, dell’accettazione di sé e della resilienza attraverso una serie di sessioni psicoeducative tenute in classe e di esercizi da praticare a casa. I contenuti sono stati adattati in modo da affrontare l’adolescenza nella sua evoluzione tipica e nella psicopatologia. L’obiettivo era di introdurre ragazze e ragazzi ad abilità di controllo dell’attenzione e di autoregolazione emotiva, cognitiva e comportamentale, attraverso indicazioni da applicare nella vita quotidiana.


Le conclusioni generali che si possono trarre dal complesso dei risultati prodotti dal Progetto Myriad sugli interventi di mindfulness sono che: a) hanno potenzialmente dei benefici per alcune fasce di età adolescenziale ma non per la prima adolescenza; 2) possono portare a benefici cognitivi ed emotivi; 3) hanno un’efficacia di breve durata; 4) hanno un effetto iatrogeno negli adolescenti con disturbi psicopatologici e quindi sono controindicati per questi ragazzi e ragazze.


Metitieri T. Mindulness, gli interventi a scuola sono realmente efficaci? I risultati del Progetto Myriad, Valigia Blu, 26 luglio 2022


 


 


Progetto Myriad (My Resilience in Adolescence)

I problemi di salute mentale sono una delle principali cause mondiali di cattiva salute, che colpiscono centinaia di milioni di persone in tutto il mondo ogni anno e causano impatti sociali ed economici significativi. Questi problemi spesso iniziano nell'adolescenza. Lo sviluppo di interventi efficaci a sostegno della salute mentale è una delle principali priorità della salute pubblica. Il progetto MYRIAD (MY Resilience In ADolescence) si è chiesto come si possa sostenere al meglio la salute mentale dei giovani di età compresa tra 11 e 16 anni. Lavori precedenti avevano dimostrato che l'allenamento alla consapevolezza (MT) è efficace negli adulti. Si voleva ricercare se fosse efficace anche negli adolescenti. In particolare, si voleva sapere se la formazione alla consapevolezza (mindfulness) nelle scuole fosse un modo efficace, conveniente e accessibile per promuovere la salute mentale e il benessere nell'adolescenza. Il progetto MYRIAD ha coinvolto più di 28.000 bambini, 650 insegnanti e 100 scuole.


Il progetto MYRIAD, testando attentamente gli effetti di un breve intervento di mindfulness sugli adolescenti, ha scoperto che non ha alcun impatto sulla prevenzione dei problemi di salute mentale o sulla promozione del benessere. Al fine di migliorare il benessere dei giovani, è probabile che si debba apportare cambiamenti sistemici più ampi nelle scuole che insegnino loro nuove abilità di coping e supportino il personale per creare ambienti in cui i giovani si sentano apprezzati e rispettati.


 


L'impatto della "mindfulness" nella prima adolescenza sulla salute mentale durante la pandemia di COVID-19

Ricerche precedenti allo studio suggerivano che l'allenamento alla consapevolezza (MT) fosse efficace nel migliorare la salute mentale nei giovani. MT si propone di lavorare migliorando il controllo esecutivo in contesti carichi di affettività. Tuttavia, non è chiaro se la MT migliori tale controllo nei giovani. MT sembra mitigare le difficoltà di salute mentale durante i periodi di stress, ma qualsiasi effetto attenuante contro le difficoltà legate al COVID rimane non esaminato. Obiettivo dello studio era valutare se la MT (intervento) rispetto alla psicoeducazione (Psy-Ed; controllo), implementata nelle classi del doposcuola 1.migliora il controllo esecutivo affettivo; 2. mitiga gli impatti negativi sulla salute mentale della pandemia di COVID-19. Lo studio ha visto coinvolti 460 studenti di età compresa tra 11 e 16 anni: MT (N=235), Psy-Ed (N=225). I risultati non hanno fornito prove che la versione di MT utilizzata i abbia migliorato il controllo esecutivo affettivo dopo l'allenamento o mitigato le conseguenze negative sulla salute mentale della pandemia COVID-19 rispetto a Psy-Ed. Non sono stati segnalati eventi avversi. Non ci sono quindi prove che la MT migliori il controllo affettivo o la salute mentale dei giovani durante i periodi di stress.


 







 


I benefici per la salute della scrittura autobiografica: una prospettiva interdisciplinare

Un ampio corpus di prove sperimentali nelle scienze empiriche mostra che scrivere di esperienze di vita può essere benefico per la salute mentale e fisica. Mentre i dati empirici riguardanti i benefici per la salute degli interventi di scrittura sono stati raccolti in numerosi studi di psicologia e biomedicina, questa letteratura è rimasta quasi del tutto scollegata dagli studi umanistici e neuropsicologici cognitivi. In questo articol si esamina la letteratura sugli interventi di scrittura psicologici e biomedici e si collegano questi risultati alle opinioni della filosofia, della neuropsicologia cognitiva e della narratologia.Si sostiene, in particolare, che il concetto narratologico di conflitto può essere applicato per risolvere modelli di risultati empirici apparentemente contrastanti negli studi psicologici. Più in generale,si afferma  che una prospettiva interdisciplinare possa fornire una base teorica più ampia per comprendere i processi psicologici, alla base dei benefici per la salute della scrittura autobiografica e fornire indicazioni per la ricerca futura in psicologia e biomedicina.


Valtonen J. The Health Benefits of Autobiographical Writing: An Interdisciplinary Perspective. J Med Humanit. 2021 Dec;42(4):1-19.


Efficacia degli interventi artistici per ridurre lo stigma relativo alla salute mentale tra i giovani

La revisone con metanalisi indaga se gli interventi artistici siano efficaci nel ridurre lo stigma relativo alla salute mentale tra i giovani e, in tal caso, quali forme d'arte specifiche, durata e componenti legati allo stigma abbiano successo. METODI: Cinquantasette studi hanno soddisfatto i  criteri di inclusione (n = 41.621). Gli interventi che utilizzano più forme d'arte sono efficaci nel migliorare il comportamento nei confronti delle persone con problemi di salute mentale. Nessuno studio ha riportato esiti negativi o danni non intenzionali. Non sono stati segnalati studi da paesi a basso e medio reddito. Gli autori concordano sul fatto che glii interventi artistici sono efficaci nel ridurre lo stigma relativo alla salute mentale, seppure in piccola misura. Gli interventi che impiegano più forme d'arte insieme rispetto agli studi che impiegano film, teatro o giochi di ruolo sono probabilmente più efficaci nel ridurre lo stigma relativo alla salute mentale.


Gaiha SM, Salisbury TT, Usmani S, Koschorke M, Raman U, & Petticrew M. (2021). Effectiveness of arts interventions to reduce mental-health-related stigma among youth: A systematic review and meta-analysis. BMC Psychiatry21(1), 364.


Interventi comunitari per il miglioramento della salute mentale nei bambini e negli adolescenti rifugiati nei paesi ad alto reddito

Un numero senza precedenti di persone in tutto il mondo sta subendo uno sfollamento forzato a causa di eventi naturali o causati dall'uomo. Più del 50% dei rifugiati nel mondo sono bambini o adolescenti. Oltre alle sfide di stabilirsi in un nuovo paese, molti hanno assistito o vissuto eventi traumatici. Pertanto, i bambini e gli adolescenti rifugiati sono a rischio di sviluppare problemi di salute mentale come il disturbo da stress post-traumatico e richiedono un sostegno adeguato ed efficace all'interno delle comunità.


Obietti della revisione: Valutare l'efficacia e l'accettabilità degli interventi comunitari (solo RCT) rispetto ai controlli (nessun trattamento, lista d'attesa, trattamento alternativo) per prevenire e curare i problemi di salute mentale (depressione grave, ansia, disturbo da stress post-traumatico, disagio psicologico) e il miglioramento della salute mentale nei bambini e negli adolescenti rifugiati nei paesi ad alto reddito.


Sebbene gli interventi basati sulla comunità possano essere efficaci per la salute mentale in varie popolazioni, non sono state trovate prove che suggeriscano che tali interventi possano promuovere la salute mentale o prevenire o curare le condizioni di salute mentale tra i bambini e gli adolescenti rifugiati nei paesi ad alto reddito. Alcune delle maggiori lacune nell'evidenza includono l'assenza di RCT statisticamente in grado di rilevare effetti moderati, valutazioni di interventi per il trattamento di condizioni di salute mentale diagnosticate e valutazioni che includano esiti relativi all'accettabilità degli interventi.


Soltan F, Cristofalo D, Marshall D, Purgato M, Taddese H, Vanderbloemen L, Barbui C, Uphoff E. Community‐based interventions for improving mental health in refugee children and adolescents in high‐income countries. Cochrane Database of Systematic Reviews 2022, Issue 5. Art. No.: CD013657. DOI: 10.1002/14651858.CD013657.pub2. Accessed 29 July 2022.


Interventi per la salute mentale basati sulla tecnologia per le vittime di violenza domestica durante la pandemia





La violenza domestica è una minaccia alla dignità umana e alla salute pubblica. L'evidenza mostra che la violenza domestica erode la salute personale e pubblica, generando problemi e sfide per la salute mentale per tutta la vita. Ad aggravare ulteriormente la situazione, il COVID-19 e la povertà conseguente alla pandemia non solo hanno peggiorato la violenza domestica, ma hanno anche interrotto i servizi di salute mentale per le vittime di violenza domestica. Le soluzioni sanitarie basate sulla tecnologia possono superare i vincoli fisici posti dalla pandemia e offrire un supporto tempestivo per affrontare i problemi di salute mentale delle vittime di violenza. Esiste però una carenza di ricerca in letteratura. Per colmare il gap di ricerca, lo studio ha  esaminato soluzioni basate sulla tecnologia per migliorare la salute mentale.  La ricerca si è concentrata su quattro temi: violenza domestica, salute mentale, interventi basati sulla tecnologia, e COVID-19. I risultati mostrano che è stata proposta un'ampia gamma di soluzioni basate sulla tecnologia per affrontare la salute mentale delle vittime di violenza domestica durante la pandemia di COVID-19.In termini di livelli di influenza sociale ed ecologica, la maggior parte degli interventi è stata sviluppata a livello individuale, in contrapposizione a quello comunitario o a livello sociale, ponendo di fatto la responsabilità sanitaria sulle vittime piuttosto che sul governo e sui funzionari sanitari. Inoltre, la maggior parte degli articoli non ha affrontato i rischi associati all'utilizzo di interventi basati sulla tecnologia (ad es. problemi di privacy) o alla navigazione nell'ambiente online (ad es. cyberstalking). Nel complesso, i  risultati evidenziano la necessità di maggiori sforzi di ricerca sul tema Sebbene gli interventi basati sulla tecnologia abbiano un grande potenziale di risoluzione di problemi di salute mentale delle vittime di violenza domestica, i rischi associati a queste soluzioni sanitarie dovrebbero essere ampiamente riconosciuti e affrontati.

  


 Su Z, Cheshmehzangi A, McDonnell D, Chen H, Ahmad J, Šegalo S, da Veiga CP. Technology-Based Mental Health Interventions for Domestic Violence Victims Amid COVID-19. Int J Environ Res Public Health. 2022 Apr 3;19(7):4286. doi: 10.3390/ijerph19074286. PMID: 35409967; PMCID: PMC8998837.


 








 

Esperienze di cyber-bullismo e rischio di suicidio in pre-adolescenza

Un recente studio americano ha coinvolto più di 10.000 adolescenti di età compresa tra i 10 e i 13 anni, vittime di esperienze di cyber-bullismo. E' emersa una correlazione con il rischio di suicidio, in particolare quando agli episodi di cyber-bullismo si affiancavano altre situazioni, ad esempio il perpetrarsi anche offline degli atti aggressivi da parte dei pari.
Lo studio suggerisce pertanto che identificare le esperienze di cyber-bullismo in maniera tempestiva può aiutare i professionisti sanitari a stratificare il rischio suicidario e impostare in maniera adeguata le strategie di prevenzione del suicidio in adolescenza.


Arnon S, Brunstein Klomek A, Visoki E, et al. Association of Cyberbullying Experiences and Perpetration With Suicidality in Early Adolescence. JAMA Netw Open. 2022;5(6):e2218746.


 


Un libro di riflessioni “in divenire” sull’impatto della pandemia di COVID-19 a livello sistemico

Dors propone il lavoro del gruppo “Psicologi In Divenire” che parla dell'impatto del covid-19 sulla popolazione vulnerabile attraversando gli anni della pandemia e concentrandosi sulle dinamiche di sofferenza che hanno riguardato – e continuano a influenzare – tutti i livelli, dall’individuale al familiare, dall’istituzionale all’organizzativo e al sociale/comunitario.


WHO: Rapporto mondiale sulla salute mentale

La salute mentale è di fondamentale importanza per tutti, ovunque. In tutto il mondo i bisogni di salute mentale sono elevati ma le risposte sono insufficienti e inadeguate. Il Rapporto mondiale sulla salute mentale, attingendo alle ultime prove disponibili, mettendo in mostra esempi di buone pratiche da tutto il mondo e dando voce all'esperienza vissuta dalle persone, mette in evidenza perché e dove il cambiamento è più necessario e come può essere raggiunto al meglio. Invita tutte le parti interessate a lavorare insieme per approfondire il valore e l'impegno dato alla salute mentale, rimodellare gli ambienti che influenzano la salute mentale e rafforzare i sistemi che si prendono cura della salute mentale.


Le condizioni di salute mentale sono molto comuni in tutti i paesi del mondo. La maggior parte delle società e la maggior parte dei sistemi sanitari e sociali trascura la salute mentale e non fornisce assistenza e supporto alle persone. Il risultato è che milioni di persone in tutto il mondo ne soffrono in silenzio, subiscono violazioni dei diritti umani o ne risentono negativamente nella loro vita quotidiana. Il Rapporto sostiene una trasformazione della salute mentale e dimostra che ciò è possibile. Utilizzando i risultati della ricerca e della pratica, esplora diverse opzioni per approfondire il valore e l’impegno che diamo per la salute mentale, per rimodellare ambienti che influenzano la salute mentale e sviluppare e rafforzare la comunità e i servizi di salute mentale. Utilizzando esempi di cambiamento positivo da tutto il mondo, il Rapporto mostra che ogni Paese, indipendentemente dalla sua situazione, ha molte opportunità per migliorare notevolmente la salute mentale per adulti e bambini.


 


La salute mentale: crisi nazionale, non solo in America

 


In una recente intervista pubblicata su JAMA, Sterling Ransone Jr, presidente dell' Accademia americana dei medici di famiglia (American Academy of Family Physicians), ha evidenziato la situazione critica in cui si trova la popolazione rispetto ai problemi di salute mentale, a partire da fonti e dati ufficiali.


Secondo quanto riportato su un documento strategico/Statement della Casa Bianca di marzo 2022 incentrato sulla "crisi nazionale nella salute mentale" (https://www.whitehouse.gov/briefing-room/statements-releases/2022/03/01/fact-sheet-president-biden-to-announce-strategy-to-address-our-national-mental-health-crisis-as-part-of-unity-agenda-in-his-first-state-of-the-union/), negli USA 2 persone su 5 presentano sintomi ansioso-depressivi, e 1 studente di scuola media superiore su 3 riferisce una persistente tristezza o senso di disperazione: i tassi di depressione e ansia erano già elevati prima della pandemia di COVID-19, ma - si legge nello Statement "il trauma, il dolore, i lutti e l'isolamento hanno portato la popolazione a un punto di rottura". 


Vari studi hanno infatti documentato che dopo il picco pandemico sono aumentate le visite effettuate nei dipartimenti di salute mentale in situazioni di urgenza, soprattutto per quanto riguarda i giovani e le persone appartenenti a comunità etniche minoritarie, e si è abbassata l'età dei giovani che necessitano di un ricovero in reparto psichiatrico.


Ecco perchè enti autorevoli quali l' American Academy of Pediatrics, l' American Academy of Child & Adolescent Psychiatry, e il Children’s Hospital Association hanno dichiarato la salute mentale una emergenza nazionale.


 Tra le cause identificate:


-il divario tra le risorse professionali presenti e la richiesta di assistenza/cure di salute mentale da parte soprattutto dei giovani (negli USA si stima che ci siano 14 psichiatri specializzati nell'età evolutiva per 100.000 adolescenti, e in alcuni Stati neppure uno psichiatra)


- la scarsa integrazione tra settori diversi della medicina e i diversi professionisti


- la scarsa attenzione alla prevenzione in ambito comunitario


 


Tra le possibili azioni da intraprendere, secondo l'APA - American Psychological Association:



- ampliamento della forza lavoro dei professionisti della salute mentale in termini di numero e di tipologia
- telemedicina
- migliore integrazione dei professionisti clinici della salute mentale all'interno delle èquipe di cure primarie e dei contesti comunitari quali ad esempio le scuole, secondo il Collaborative Care Model
- realizzazione di iniziative rivolte alla popolazione community-based, a scopo preventivo e in risposta ai bisogni locali
- modifiche a livello organizzativo per supportare meglio i clinici all'interno del luogo di lavoro


- programmi formativi e tirocini sul campo per gli studenti universitario per aumentare le conoscenze rispetto alle diverse sfaccettature della salute mentale in età evolutiva: viene citato ad es. CAPIE, il programma di eccellenza dell'Università californiana San Diego / cattedra di psichiatria del bambino e dell'adolescente (che prevede tra le varie cose un project work nel setting comunitario e la creazione di una mentorship intergenerazionale) https://psychiatry.ucsd.edu/education-training/medical-student-high-school-programs/child-adolescent-psychiatry-inclusive-excellence/about/index.html)


- sostegno ai medici di famiglia e ai professionisti delle cure primarie nella gestione dei problemi comuni di salute mentale (ad es. ansia generalizzata, depressione, insonnia, problemi comportamentali), che durante la pandemia si sono già trovati ad intensificare del 71% la quantità del tempo dedicato ai loro pazienti per problematiche di salute mentale, spesso correlate a problemi fisici quali ad esempio ridotta attenzione in situazioni di cardiopatie e patologie croniche


 - cure integrate di salute mentale, con l'integrazione tra medici di base e psichiatri per le situazioni complesse quali ad esempio la schizofrenia, anche al fine di decongestionare i servizi sanitari


Kuehn BM. Clinician Shortage Exacerbates Pandemic-Fueled “Mental Health Crisis”. JAMA. 2022;327(22):2179–2181. doi:10.1001/jama.2022.8661


 


 


Qualità della telemedicina durante la pandemia di COVID-19

Un'indagine ha coinvolto 866 medici afferenti alla salute mentale, alle cure primarie e agli ambulatori specialistici a cui è stato chiesto di valutare la qualità dell'assistenza/cura realizzata attraverso la tele-medicina; gli interventi video in remoto sono stati percepiti come validi, e utilizzati in maniera preferenziale rispetto alle telefonate, soprattutto con utenti con problemi di salute mentale. 


Gli autori concludono con l'invito a realizzare maggiori ricerche sull'impatto e l'efficacia della modalità di intervento tele-medica e sulle possibilità di miglioramento.


 Connolly SL, Miller CJ, Gifford AL, Charness ME. Perceptions and Use of Telehealth Among Mental Health, Primary, and Specialty Care Clinicians During the COVID-19 PandemicJAMA Netw Open. 2022;5(6):e2216401.


 


Salute mentale e cambiamenti climatici: Policy Brief

Il mondo sta affrontando un'incredibile crisi climatica. Il cambiamento climatico esacerba molti fattori di rischio sociali, ambientali ed economici per problemi di salute mentale e benessere psicosociale. Eppure, nonostante questo impatto, in molti paesi esistono anche grandi divari tra i bisogni di salute mentale e la disponibilità e l'accessibilità dei sistemi e dei servizi di salute mentale per affrontarli. In risposta a queste sfide, l'OMS ha sviluppato un documento politico che descrive le interconnessioni tra cambiamento climatico e salute mentale e fornisce cinque raccomandazioni chiave sui potenziali approcci per affrontare gli impatti sulla salute mentale della crisi climatica: integrare le considerazioni sul clima con i programmi di salute mentale; integrare il sostegno alla salute mentale con l’azione climatica; costruire su impegni globali; sviluppare approcci basati sulla comunità per ridurre le vulnerabilità; colmare il grande gap di finanziamento esistente per la salute mentale e il supporto psicosociale.


Un approccio olistico alla salute mentale

Il 4 e 5 maggio 2022 si è svolta la prima riunione della WHO European & pan european Mental Health Coalition (https://www.euro.who.int/en/health-topics/health-policy/european-programme-of-work/flagship-initiatives/the-pan-european-mental-health-coalition), a cui hanno partecipato circa 150 persone; si tratta di una coalizione promossa dall’OMS a settembre dello scorso anno, per affrontare la drammatica situazione della salute mentale e orientare i Paesi EU attraverso proposte di azioni (work package) e individuazione di strategie/processi per rispondere ai bisogni di salute mentale inascoltati/irrisolti.


 La MH Coalition è inoltre una delle 4 iniziative del Programma di lavoro dell’Europa, rappresentando una strategia per perseguire il benessere tra tutti i Paesi EU.


 Il dott. Hans P. Kluge, direttore dell’OMS sezione Europa, ha aperto i lavori con una dichiarazione chiara e incisiva.


https://www.euro.who.int/en/media-centre/sections/statements/2022/statement-first-meeting-of-the-whoeurope-mental-health-coalition-from-debate-to-action


 Le condizioni riguardanti la salute mentale sono altamente preoccupanti:
- Depressione e ansia continuano ad essere i principali fattori che contribuiscono al burden disease
- circa 130.000 persone si suicidano ogni anno nella Regione Europea
- solo una parte delle persone in situazioni di sofferenza psichica ricevono un aiuto adeguato da parte dei servizi sanitari
- c’è una evidente assenza di interventi preventivi e aumenta sempre più lo stigma nei confronti della malattia mentale


 La pandemia e la guerra Russia – Ucraina stanno aggravando la situazione, portando conseguenze senza precedenti sulla salute mentale di milioni di persone.


E’ aumentata la richiesta di servizi di salute mentale e contemporaneamente si sono ridotte le possibilità di accesso, anche a causa dell’ enorme flusso di migranti e rifugiati con bisogni e situazioni che metteranno ancora più a dura prova il sistema, nonostante la mobilitazione di esperti in supporto psicosociale da parte delle autorità nazionali dei Paesi limitrofi.


 Ma la salute mentale è un’area complessa e pervasiva, di cui i sistemi sanitari devono occuparsi con uno sguardo globale, tenendo conto della necessità di:
- enti che si occupino di educazione e istruzione, organizzazioni del lavoro, organismi internazionali locali e non governativi che creino e rinforzino strutture, sistemi, politiche, in maniera congiunta
- individui competenti e con esperienza di problemi di salute mentale che possano guidare, orientare e dar forma a riforme e modifiche in tutti i segmenti della società
- dati basati su indicatori condivisi che misurino ogni singolo aspetto


 Le azioni programmate (working package) e i processi della Coalizione serviranno per suggerire opportunità agli Stati Membri, per raggiungere l’obiettivo di salute principale: una copertura sanitaria universale, con la salute mentale come nucleo centrale. Ecco perché la MH Coalition è una delle 4 iniziative del Programma di lavoro dell’Europa, rappresentando una strategia per perseguire il benessere tra tutti i Paesi EU.


 


Pandemia, neurosviluppo e salute mentale di bambini e ragazzi










 

Indagine per capire gli effetti della pandemia sul neurosviluppo e sulla salute mentale di bambini e adolescenti e gli effetti delle misure governative, attuate per contenere l'emergenza.


La ricerca è durata un anno e proseguirà per altri due, coinvolgendo fino a 35.000 minorenni dai 6 ai 18 anni ..Per realizzarla sono stati ascoltati oltre 90 esperti tra neuropsichiatri infantili, pediatri, assistenti sociali, psicologi, pedagogisti e docenti.


Tra le emergenze segnalate:  disturbi del comportamento alimentare, ideazione suicidaria (tentato suicidio e suicidio), autolesionismo, alterazioni del ritmo sonno-veglia e ritiro sociale. In ambito educativo disturbi dell’apprendimento, dell’attenzione e del linguaggio, disturbi della condotta e della regolazione cognitiva ed emotiva, oltre a paura del contagio, stato di frustrazione e incertezza rispetto al futuro, generando insicurezza e casi di abbandono scolastico. È stato inoltre riportato un aumento delle richieste d’aiuto per l’uso di sostanze psicoattive, cannabinoidi e alcool, mentre i minori migranti non accompagnati hanno manifestato difficoltà nella gestione dell’isolamento e della quarantena nelle strutture di accoglienza.


Gli esperti hanno definito questo stato di cose una vera e propria “emergenza salute mentale”. Vi è stato un aumento esponenziale delle  richieste di aiuto che hanno fatto emergere carenze e ritardi strutturali. Bambini, ragazzi e famiglie si sono trovati spesso costretti a rivolgersi ai privati con impegni economici rilevanti e difficilmente sostenibili, che hanno aumentato le disuguaglianze. Allo stesso tempo il lockdown ha fatto scoprire il potenziale della telemedicina applicata alla salute mentale.


Occorre investire rapidamente in formazione degli operatori e in tecnologie specifiche per assistere bambini e ragazzi. I problemi connessi al neurosviluppo e alla salute mentale, che hanno ricevuto insufficienti risposte, rischiano di subire un processo di cronicizzazione di disagio mentale su vastissima scala.


L’Organizzazione Mondiale della Sanità ribadisce la centralità della salute mentale nella vita degli individui. In particolare, in relazione all’attuale periodo storico, viene sottolineato che la salute mentale necessita di una considerazione al pari di quella fisica. Sono considerate fondamentali le azioni di programmazioneprevenzione e cura che superino frammentarietà regionale e locale. L'offerta di servizi deve rispondere, quindi, ad una vision globale che si declini a livello territoriale tramite una rete ben strutturata e coordinata tra tutti i sistemi che si occupano di infanzia, adolescenza e famiglia, inclusi il settore educativo e il terzo settore in una logica di welfare circolare e sussidiario. La fase post-pandemica può essere utilizzata come occasione di miglioramento del sistema di monitoraggio, prevenzione, cura e assistenza delle persone di minore età, fortemente messi sotto sforzo negli ultimi mesi.



 


Associazione tra attività fisica e rischio di depressione

La revisione indaga l’associazione – in specifico il legame causa-effetto - tra l’attività fisica e il rischio di depressione in età adulta.


Sono stati inclusi 15 studi prospettici (o di coorte) che hanno coinvolto più di 2 milioni di persone, che hanno evidenziato un’associazione “curvilinea” inversa tra l’attività fisica e l’insorgenza della depressione, con un aumento del rischio nei casi di livelli di attività più bassi: gli adulti che seguivano le raccomandazioni inerenti l’attività fisica avevano un più basso rischio di depressione rispetto agli adulti che non svolgevano alcun tipo di movimento fisico, e il rischio si riduceva in maniera significativa anche con dosi di attività fisica relativamente basse.


Inoltre, una stima sulla prevalenza dell’ esposizione tra le coorti considerate ha consentito di dire che: se gli adulti meno attivi avessero adottato le raccomandazioni inerenti i livelli ottimali di attività fisica, si sarebbe potuto prevenire/evitare l’11,5% di casi di depressione.


 La review e meta-analisi sistematica conclude evidenziando i benefici significativi a livello di salute mentale derivanti dall’essere fisicamente attivi, anche con livelli di attività un po' ridotti rispetto alle raccomandazioni di sanità pubblica, ed esortando gli operatori a promuovere l’attività fisica per migliorare il benessere mentale.


Pearce M, Garcia L, Abbas A, et al. Association Between Physical Activity and Risk of DepressionA Systematic Review and Meta-analysis. JAMA Psychiatry. Published online April 13, 2022.


Rapporto salute mentale

 


Il Rapporto rappresenta un’analisi a livello nazionale dei dati rilevati attraverso il Sistema Informativo per la Salute Mentale (SISM) riferiti all’anno 2020.


In sintesi:


Sono 728.338 le persone con problemi di salute mentale assistite dai servizi specialistici. I pazienti di sesso femminile sono il 53,6%.


La composizione per età: un’ampia percentuale di pazienti al di sopra dei 45 anni (69,0%). In entrambi i sessi risultano meno numerosi i pazienti al di sotto dei 25 anni mentre la più alta concentrazione si ha nelle classi 45-54 anni e 55-64 anni (46,8% in entrambi i sessi); le femmine presentano, rispetto ai maschi, una percentuale più elevata nella classe > 75 anni (6,7% nei maschi e 10,7% nelle femmine).


Nel 2020 i pazienti che sono entrati in contatto per la prima volta durante l’anno con i Dipartimenti di Salute Mentale sono 253.164, di cui il 91,8% ha avuto un contatto con i servizi per la prima volta nella vita.


Negli uomini le patologie maggiormente segnalate sono disturbi schizofrenici, ai disturbi di personalità, ai disturbi da abuso di sostanze e al ritardo mentale;


nelle donne disturbi affettivi, nevrotici e depressivi, in quest’ultimo caso il doppio rispetto agli uomini;


8.299.120 di prestazioni erogate nel 2020, il 79,6% in sede, 8,9% a domicilio;


pari a 10.594.206 le giornate di presenza presso strutture residenziali, 1.032.170 gli accessi alle strutture semiresidenziali;


84.491 le dimissioni dalle strutture psichiatriche ospedaliere pubbliche e private;


1.130.499 giornate di degenza;


al 13,5% le riammissioni non programmate entro 30 giorni nei Servizi Psichiatrici di Diagnosi e Cura, riammissioni non programmate a 7 giorni il 7,5%;


5.398 i trattamenti sanitari obbligatori nei SPDC, ovvero il 7,1% dei ricoveri nei reparti psichiatrici;


421.208 gli accessi in Pronto Soccorso, il 3,2% del totale degli accessi al pronto soccorso e il 53% esita in ricovero;


nel 2020 spesi 391 milioni di euro in assistenza convenzionata per antidepressivi, 77 milioni per antipsicotici, 3,6 milioni per Litio.


 


 


La danza contro la depressione

Nel Bergamasco è andato in scena uno spettacolo per sensibilizzare sulle malattie mentali e il disagio ideato dalla scienziata Annamaria Cattaneo, responsabile del Laboratorio di Psichiatria Biologica dell’Istituto IRCCS Fatebenefratelli di Brescia, e dalla coreografa bulgara Zvetomira Todorova.     


Sii è affrontato il tema della salute mentale attraverso il balletto classico e contemporaneo, in uno show che ha tratteggiato temi importanti quali la depressione in gravidanza e in adolescenza, il cyber bullismo e l'emarginazione. 


L’evento ha previsto una prima parte dedicata agli esperti del settore medico scientifico  che, dal palco, hanno approfondito le diverse aree di competenza.


I benefici psicologici e fisiologici delle arti

Il ruolo delle arti nella guarigione ha una lunga storia. Dai primi segni rupestri e dai rituali di performance di guarigione, le arti sono state utilizzate per rappresentare, comunicare ed elevare l'esperienza umana. In riconoscimento del potere delle arti di migliorare il benessere, l'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha pubblicato un rapporto sulle prove per le arti nel miglioramento della salute e del benessere (Fancourt e Finn, 2019). Inoltre, l'OMS ha lanciato ufficialmente il proprio programma artistico e sanitario, organizzando eventi, sostenendo la ricerca e sensibilizzando (Arti e Salute). 


 Nell’editoriale, gli studi sono stati organizzati con un'enfasi sui benefici della pratica artistica per gli individui e i gruppi in contesti specifici come scuole, musei, ospedali, strutture per l'assistenza agli anziani e centri comunitari. Sono presenti anche studi che combinano diverse forme di pratiche artistiche . La raccolta di studi afferma il valore delle arti nell'affrontare e comunicare i problemi di salute e nel migliorare la qualità della vita, rafforzando ulteriormente così la necessità di quadri nazionali, come quelli sviluppati nel Regno Unito (Arts for Health and Wellbeing) e in Australia (National Arts and Wellbeing, Health Framework), per migliorare il profilo delle arti e della salute e promuovere una migliore integrazione della pratica artistica tra strutture e agenzie. Data la gamma di metodi utilizzati, la raccolta offre anche importanti tabelle di marcia su come misurare l'impatto delle arti sul benessere e rafforza la necessità di dedicare fondi a ulteriori ricerche in questo settore.


Karkou V, Sajnani N, Orkibi H, Groarke JM, Czamanski-Cohen J, Panero ME, Drake J, Jola C, Baker FA. Editorial: The Psychological and Physiological Benefits of the Arts. Front Psychol. 2022 Mar 8


Spazi verdi e blu e salute mentale: nuove prove e prospettive di azione

Una pubblicazione WHO contenente la descrizione e sintesi di due recenti review sistematiche che indagano quali caratteristiche e tipologie di spazi verdi e spazi blu urbani siano maggiormente efficaci nel promuovere/migliorare la salute mentale della popolazione. 


La prima review sistematica ha incluso 134 studi (55 studi trasversali/longitudinali, 67 studi sperimentali, 12 studi qualitativi, con vari tipi di target ad es. bambini, anziani, studenti, impiegati, popolazione generale, campioni clinici, studenti) e conferma in generale la correlazione positiva in termini di beneficio tra spazi verdi - progettati ad hoc e informali/spontanei - urbani e periferici  e la salute mentale, a breve e a lungo termine, in particolare per quel che riguarda la dimensione affettivo-emotiva, lo stress fisiologico, la percezione di benessere soggettivo. Questo risultato vale per qualsiasi tipo di verde (parchi, boschi, giardini, orti urbani, viali alberati, prati, ecc.): i confronti effettuati non permettono di individuare se un particolare tipo di spazio verde o specifiche caratteristiche degli spazi sono migliori di altri/e. Alcuni studi evidenziano che fattori quali l'accessibilità e l'esposizione/luminosità, le differenze geografiche/contestuali e individuali/gruppali potrebbero giustificare i risultati così eterogenei. D'altro canto, segnalano comunque che gli spazi verdi, di qualsiasi tipo essi siano, possono contribuire a migliorare la qualità di vita e il benessere psico-fisico delle comunità cittadine, in particolare dei gruppi vulnerabili, contrastando contemporaneamente l'urbanizzazione crescente e i cambiamenti climatici. Gli autori incoraggiano a effettuare nuove ricerche per individuare e incrociare tipologie di bisogni e di target, e tipologia di spazio verde, per poter formulare della Raccomandazioni che orientino i programmi politici  (una progettazione evidence-based) e le prassi operative (specifici esiti di salute per specifici target).


La seconda review review ha incluso 25 studi (7 studi trasversali/longitudinali, 12 studi sperimentali e 6 studi qualitativi), di cui il più "vecchio" risale al 2013. Le categorie di spazi blu urbani studiati: l'ambiente costiero (sabbioso e roccioso), le acque interne (fiumi, laghi, stagni, canali, ma anche le lagune e i bacini di acque salmastre), l'ambiente marino (ad esempio la barriera corallina). 
Gli studi hanno rilevato effetti benefici degli spazi blu urbani, sia a livello di benessere generale, sia in particolare - come per gli spazi verdi urbani - a livello di stress fisiologico e stato affettivo-emotivo, anche a livello terapeutico. Per quanto riguarda le tipologie, è meno facile individuare delle evidenti associazioni positive tra salute mentale e acque interne, rispetto all'ambiente costiero. Tra le caratteristiche individuate: la prospettiva visiva "aperta", la fluidità dell'acqua, la percezione di sicurezza. 


 


 


 


Salute mentale e ambiente: riportare la natura nella vita delle persone

Il contatto con la natura può avere degli effetti positivi enormi sulla salute mentale delle persone, secondo un numero sempre maggiore di studi e ricerche. Di contro, il degrado ambientale, inclusi il cambiamento climatico e l'inquinamento, rappresentano una grave minaccia al nostro benessere e al nostro equilibrio emotivo. A partire da un documento preliminare  dell'Institute for European Environmental Policy - IEEP (Istituto europeo di politica ambientale) e dell' Institute for Global Health  - ISGlobal (Istituto per la Salute Mondiale) di Barcellona, questo Policy Brief fornisce Raccomandazioni di decision-makers che spingono a riflettere sui legami tra la salute mentale e la regolamentazione dello stato dell'ambiente naturale da parte dei programmi politici, in particolare nel contesto della crisi pandemica di COVID-19.


 


Salute mentale, i dati 2020 sui pazienti e sui servizi di assistenza

Sono 728.338 le persone con problemi di salute mentale assistite dai servizi specialistici nel corso del 2020. I pazienti di sesso femminile sono il 53,6%.


La composizione per età riflette l’invecchiamento della popolazione generale, con un’ampia percentuale di pazienti al di sopra dei 45 anni (69,0%). In entrambi i sessi risultano meno numerosi i pazienti al di sotto dei 25 anni mentre la più alta concentrazione si ha nelle classi 45-54 anni e 55-64 anni (46,8% in entrambi i sessi); le femmine presentano, rispetto ai maschi, una percentuale più elevata nella classe > 75 anni (6,7% nei maschi e 10,7% nelle femmine).


Nel 2020 i pazienti che sono entrati in contatto per la prima volta durante l’anno con i Dipartimenti di Salute Mentale sono 253.164, di cui il 91,8% ha avuto un contatto con i servizi per la prima volta nella vita.


Questi alcuni dati contenuti nel Rapporto sulla salute mentale 2020, rilevazione, istituita dal decreto del Ministro della salute 15 ottobre 2010, e che costituisce, a livello nazionale, la più ricca fonte di informazioni sugli interventi sanitari e socio-sanitari dell’assistenza alle persone adulte con problemi di salute mentale e alle loro famiglie. (Fonte Ministero della Salute)


Adulti con depressione: interventi per migliorare i risultati in termini di recovery

 


I fattori socio-economici sono associati a un aumento della prevalenza della depressione, ma poco si sa della loro associazione con la prognosi - legame che potrebbe aiutare a migliorare la gestione clinica di questo disturbo.


Perciò, la Review sistematica indaga l'esistenza di una associazione/correlazione tra i fattori socio-economici e gli esiti degli interventi terapeutici per la depressione.


Sono stati inclusi 9 studi che hanno coinvolto 4.864 partecipanti con svantaggio socio-economico per condizione lavorativa e abitativa, rilevando una prognosi peggiore - a prescindere dal tipo di trattamento e nonostante gli adeguamenti/aggiustamenti terapeutici in base ai fattori prognostici. Poco significativa, invece, la correlazione con il livello di istruzione e le difficoltà economiche.


Ne deriva che le informazioni sullo stato occupazionale e sulla situazione abitativa delle persone affette da depressione può orientare il trattamento e facilitare il ricorso a un supporto di tipo professionale; inoltre, approcciare i bisogni legati alla casa e al lavoro può aiutare i pazienti a impegnarsi maggiormente all'interno di un percorso terapeutico e a raggiungere risultati migliori in termini di recovery.


Buckman JEJ, Saunders R, Stott J, et al. Socioeconomic Indicators of Treatment Prognosis for Adults With Depression: A Systematic Review and Individual Patient Data Meta-analysis. JAMA Psychiatry. Published online March 09, 2022. doi:10.1001/jamapsychiatry.2022.0100


Rimuovere gli ostacoli nell'accesso ai servizi per migliorare la salute mentale materno-infantile

Durante la pandemia di COVID-19 lo stress psicologico del periodo perinatale è aumentato. Una revisione sistematica (81 studi, 132.917 partecipanti comprendenti donne incinte o che avevano appena partorito) ha evidenziato l'aumento della prevalenza del disturbo ansioso-depressivo dal 20 al 64% durante la pandemia (Iyengar  U, Jaiprakash  B, Haitsuka  H, Kim  S, 2021). Uno studio statunitense trasversale su larga scala ha confermato questi risultati, rilevando livelli clinici di depressione al 36% nelle donne nel periodo perinatale (in gravidanza o con un bimbo fino a 6 mesi: fonte ISS-Epidentro), più elevati rispetto alla prevalenza stimata pre-pandemia dall'11 al 17%. I cambiamenti inerenti la cura/assistenza pre e perinatale, conclusa la mancanza di supporto durante il parto e nella successiva fase di recupero, possono aver contribuito ad aumentare la percezione dello stress. Le donne che hanno partorito durante la pandemia hanno reagito al parto/nascita con una risposta elevata ad uno stress acuto, correlata all'aumento di sintomi da disturbo post traumatico da stress e problemi riguardanti l'allattamento e l'attaccamento (sviluppo del legame, emotivamente significativo, con la figura principale di accudimento: teoria di Bowlby, 1983).


L'articolo esamina le possibili conseguenze sulla salute mentale delle donne e lo sviluppo del bebè durante il periodo perinatale, ed evidenzia le disuguaglianze provocate da "barriere strutturali" (quali, ad esempio, la ridotta accessibilità ai servizi da parte di donne con status socio-economico svantaggiato o appartenenti a minoranze etniche e linguistiche) da eliminare per ridurre lo stress psicologico delle neo mamme e migliorare la salute mentale materno-infantile.


Shuffrey LC, Thomason ME, Brito NH. Improving Perinatal Maternal Mental Health Starts With Addressing Structural Inequities. JAMA Psychiatry. Published online March 09, 2022. doi:10.1001/jamapsychiatry.2022.0097


Salute mentale dei giovani LGBTQ durante il COVID-19

Sebbene siano riconosciuti gli impatti negativi del COVID-19 sulla salute mentale globale dei giovani e dei giovani adulti, è stata prestata meno attenzione ai giovani LGBTQ, una popolazione storicamente trascurata nell'assistenza sanitaria, nelle politiche e nella ricerca, nonostante l'evidenza di elevati bisogni di salute mentale insoddisfatti. Sfortunatamente, è probabile che la pandemia abbia effetti negativi di vasta portata sulla salute e sul benessere delle persone LGBTQ.


Prima del COVID-19, i giovani LGBTQ sopportavano un carico sproporzionato di problemi di salute mentale, con la loro identità sessuale e di genere come fattori di rischio per vittimizzazione, traumi, discriminazione e abusi. Inoltre, i giovani LGBTQ, in particolare i giovani non binari e transgender, sono a rischio più elevato di depressione, suicidio, uso di sostanze e ansia. Le misure di controllo del COVID-19, come blocchi, lavoro da casa, chiusura delle scuole e apprendimento a distanza, potrebbero aver esacerbato questi disturbi mentali. Sebbene le conoscenze sull'impatto a lungo termine del COVID-19 sulla salute mentale dei giovani LGBTQ siano ancora in evoluzione, la ricerca preliminare suggerisce che i giovani LGBTQ siano colpiti in modo sproporzionato dalla pandemia. Inoltre, i giovani LGBTQ che vivono in case senza supporto sono vulnerabili agli abusi, non si sentono sicuri di esprimersi o sono tagliati fuori dai coetanei. Dall'inizio della pandemia di COVID-19, oltre il 50% dei giovani delle minoranze sessuali e di genere negli Stati Uniti ha segnalato un aumento di ansia o sintomi depressivi. I fattori che possono determinare tali risultati sono l'isolamento dai sistemi di supporto, l'assenza di supporto familiare e le interruzioni dei servizi sanitari. La mancanza di sostegno familiare è particolarmente allarmante dato che i giovani LGBTQ che subiscono il rifiuto dei genitori sono a maggior rischio di suicidio e depressione. Sebbene si sappia meno sui giovani transgender, la ricerca prima di COVID-19 suggerisce che i giovani transgender sperimentino tassi più elevati di rifiuto dei genitori rispetto ai giovani cisgender.


 Inoltre, i giovani con identità intersezionali, come i neri, gli indigeni e le persone di colore (BIPOC), le persone con uno status socioeconomico basso e i giovani LGBTQ senza fissa dimora, sono particolarmente vulnerabili durante la pandemia. Anche i giovani LGBTQ BIPOC e con uno status socioeconomico basso possono avere accesso ridotto ai servizi a causa delle barriere risultanti dalla combinazione della loro identità sessuale e di genere, etnia e status socioeconomico.  È quindi urgente affrontare il bilancio sproporzionato di COVID-19 sui giovani LGBTQ.


 Fondamentalmente, la pandemia ha interrotto i servizi di salute mentale in un momento in cui la necessità di tali servizi è aumentata, con i giovani e i servizi scolastici particolarmente colpiti.


Operatori sanitari, ricercatori, insegnanti, responsabili politici e membri della comunità hanno tutti un ruolo nel sostenere la salute mentale dei giovani LGBTQ. In primo luogo, gli operatori sanitari hanno bisogno di una formazione sulle cure e sui problemi unici che i giovani LGBTQ potrebbero dover affrontare a causa dell'impatto della pandemia di COVID-19. La formazione dovrebbe essere intersezionale e includere argomenti come lo sviluppo dell'identità, un linguaggio non stigmatizzante e le preoccupazioni e le esigenze specifiche dei giovani LGBTQ. Gli operatori sanitari dovrebbero continuare a fornire servizi di telemedicina riservati ai giovani che non hanno accesso ai servizi di persona pur riconoscendo i potenziali problemi di privacy per i giovani che vivono in ambienti non sicuri o scomodi. In secondo luogo, i dirigenti scolastici e gli amministratori devono fornire e promuovere spazi sicuri e inclusivi per i giovani LGBTQ quando tornano a scuola, inclusa la fornitura di salute mentale di persona e di servizi online. In terzo luogo, le politiche e gli interventi basati sull'evidenza dovrebbero includere il linguaggio e le questioni specifiche per LGBTQ e aumentare l'accesso ai servizi convenienti e affermativi. È anche essenziale affrontare le barriere strutturali, comprese le istituzioni e le politiche prevenute e discriminatorie. 


Infine, nella ricerca sanitaria continua a persistere un divario di conoscenze sulle questioni relative ai giovani LGBTQ. Gli studi dovrebbero essere progettati in modo migliore per catturare in modo accurato e completo la salute e il benessere dei giovani LGBTQ. La salute mentale dei giovani LGBTQ è una questione globale e la ricerca dovrebbe riflettere e indagare sulle esperienze dei giovani LGBTQ nei paesi a basso e medio reddito. I ricercatori dovrebbe collaborare con le popolazioni LGBTQ e gli esperti di salute LGBTQ e fornire opzioni per rivelare l'orientamento sessuale e di genere durante la raccolta di dati sociodemografici. Gli studi dovrebbero mirare a comprendere in modo completo le esigenze diverse e in evoluzione dei giovani LGBTQ mentre affrontano la pandemia; una migliore ricerca informa meglio le politiche per migliorare la salute e il benessere dei giovani LGBTQ. Bisogna creare spazi che promuovano la resilienza e l'azione per i giovani LGBTQ nelle  comunità e istituzioni.


Ormiston CK, Williams F. LGBTQ youth mental health during COVID-19: unmet needs in public health and policy. Lancet (London, England). 2022 Feb;399(10324):501-503. 


Video brevi “sociali” riducono gli atteggiamenti transfobici e lo stigma negli adolescenti

La transfobia e lo stigma continuano a minare la salute mentale di adolescenti con diversi orientamenti sessuali (lett. GENDER DIVERSE).


 Uno studio clinico randomizzato ha esaminato l’utilità di interventi video volti alla riduzione della transfobia e dello stigma associato alla depressione e al rinforzo della motivazione trattamentale nei giovani: i brevi video “a contenuto sociale”, di 110 secondi circa, sono interpretati da un protagonista transgender che racconta la propria storia di gestione della depressione e “superamento” attraverso la ricerca di aiuto.


Lo studio ha coinvolto 1.098 adolescenti, rilevando nel solo gruppo sperimentale (oggetto dell’intervento) un cambiamento significativo nell’ atteggiamento verso i giovani transgender. In entrambi i gruppi, inoltre, si è verificata una riduzione significativa dello stigma associato alla depressione. Sembra perciò che i video brevi di contenuto sociale siano efficaci nel ridurre gli atteggiamenti transfobici e lo stigma della depressione tra gli adolescenti, nonché nell’aumentare la motivazione alla ricerca di aiuto professionale. Personificare, individuare e e dare un volto/una voce all’esperienza di giovani transgender fa sì che gli altri adolescenti – soprattutto di orientamento cisgender od eterosessuale – possano sviluppare capacità empatiche verso le vite dei giovani pari spesso marginalizzati e stigmatizzati.


 Transgender:  aggettivo "che descrive una persona il cui senso di identità personale e di genere non corrisponde al proprio sesso di nascita, o che non è conforme alle nozioni convenzionali di sesso e genere (dizionario Oxford Language)


 Cisgender: persona che si sente a proprio agio con il sesso e il genere che gli sono stati attribuiti alla nascita


 Amsalem D, Halloran J, Penque B, Celentano J, Martin A. Effect of a Brief Social Contact Video on Transphobia and Depression-Related Stigma Among AdolescentsA Randomized Clinical TrialJAMA Netw Open. 2022;5(2):e220376. doi:10.1001/jamanetworkopen.2022.0376


 


La generazione del Covid: gli effetti della pandemia sulla salute mentale dei giovani

La rivista Horizon – The EU Research & Innovation Magazine ha pubblicato un articolo in cui si evidenzia che numerosi studi hanno osservato un forte aumento dei tassi di depressione, ansia, solitudine e tentativi di suicidi tra i giovani europei, a causa di coprifuoco e chiusure dovute alla pandemia di Covid-19.


 


Nell’articolo, inoltre, vengono illustrati brevemente alcuni progetti finanziati dall’UE che si occupano di tale emergenza.


 



  • Il progetto di ricerca RISE si concentra sulla prevenzione dei problemi legati alla salute mentale dei bambini ed evidenzia come siano i comportamenti di tipo aggressivo quelli più facili da osservare. Eppure la maggior parte dei giovani non si comporta male ma, invece, nasconde i propri sentimenti, difficili da osservare e facilmente trascurati. Ciò significa che i tassi segnalati di problemi di salute mentale tra i giovani europei sono probabilmente una sottostima.


 



  • Il progetto PROSOCIAL ha realizzato e somministrato questionari a più di 600 adolescenti a Rotterdam chiedendo loro lo stato del loro umore e le esperienze quotidiane. I risultati hanno mostrato che con il progredire della pandemia, i tassi di tensione aumentavano mentre il vigore diminuiva. Queste tendenze non si sono attenuate nemmeno durante la tregua dai blocchi e da altre restrizioni, ad esempio durante l'estate. Prima della pandemia c'era circa il 10-20% dei bambini che soffrivano di problemi di malattia mentale. Ora, negli ultimi due anni, sembra che salirà al 20-25%.


 



  • Il progetto HEY BABY, invece, mira a valutare i percorsi di promozione della resilienza per le famiglie, affette da un enorme stress dovuto anche agli effetti economici del Covid, tra cui la riduzione del reddito e la perdita di posti di lavoro. HEY BABY ha anche rivelato un relativo aumento globale della violenza in famiglia, sia nei confronti del partner che nei bambini. Tutto ciò aggrava direttamente i problemi di malattia mentale dei minori, causando inoltre l'aumento del cyberbullismo.


 



  • Il progetto UPRIGHT si basa sull’assunto che la resilienza può essere insegnata, soprattutto ai giovani prima che incontrino problemi seri. Ciò consentirebbe a bambini e adolescenti di prosperare meglio nella maggior parte delle situazioni ed evitare lo sviluppo di malattie mentali come risposta a eventi stressanti.


Effetti della pandemia sulle disuguaglianze sanitarie e sulla salute mentale





Scopo dell'articolo è esaminare gli effetti della pandemia di COVID-19 sulle disuguaglianze sanitarie e sui disturbi mentali e analizzare le politiche pubbliche più efficaci per contenerli. Il COVID-19, oltre a causare la peggiore crisi sanitaria dalla seconda guerra mondiale, ha generato una grave recessione economica e un aumento della disoccupazione. Le classi socioeconomiche più povere sono state le più colpite dalle infezioni e dai decessi causati dal virus SARS-CoV-2 a causa delle disuguaglianze nelle condizioni lavorative, abitative e dell'area di residenza, fattori psicosociali e accesso ineguale all'assistenza sanitaria. La crisi pandemica, oltre a causare problemi psichiatrici e neurologici nelle persone ricoverate in ospedale, sembra aver aumentato il rischio di problemi psicologici attraverso vari meccanismi come il distanziamento sociale, la perdita di una persona cara, la disoccupazione e le difficoltà economiche. In molti paesi, tuttavia, nel 2020 non si è registrato un aumento significativo dei suicidi e si sono addirittura registrate tendenze temporali decrescenti. È possibile che la crisi, oltre a creare stress e isolamento sociale, abbia promosso reciprocità, aiuto interpersonale e maggiore motivazione a prendersi cura della propria salute. Le politiche più efficaci per ridurre la mortalità da COVID-19 hanno il potenziale di limitare il la maggior parte degli effetti negativi della pandemia sulle disuguaglianze sanitarie e sulla salute mentale. Grazie a vigorosi interventi preventivi sul territorio, basati su testare, rintracciare, isolare, i Paesi che hanno gestito al meglio la pandemia hanno evitato lockdown prolungati e ripetuti, tutelato la salute pubblica e l'economia. Tuttavia, sono necessarie misure di protezione sociale più vigorose a favore delle popolazioni più colpite dalla crisi sanitaria e dai suoi effetti socioeconomici. Questa pandemia offre l'opportunità di apprendere lezioni sulla tutela della salute pubblica e sottolinea la necessità di adottare un modello sindemico orientato alla prevenzione.

 

De Vogli, Roberto & Buio, Maria & De Falco, Rossella. (2021). Effects of the COVID-19 pandemic on health inequalities and mental health: effective public policies. Epidemiologia e prevenzione. 45. 588-597.

 






 

Impatto della perdita perinatale sulla salute mentale: una revisione sistematica con metanalisi





La perdita perinatale può rappresentare un rischio significativo per la salute mentale materna. Esistono dati limitati sulla forza dell'associazione tra perdita perinatale e successivi disturbi comuni di salute mentale (CMHD) come ansia, depressione e sintomi post-traumatici (PTS). Una revisione sistematica e una metanalisi hanno identificato studi con gruppi di controllo, pubblicati tra gennaio 1995 e marzo 2020 che riportano esiti di salute mentale convalidati a seguito di perdita perinatale. Sono stati identificato 29 studi provenienti da 17 Paesi, che rappresentano un campione di perdita perinatale (n = 31.072) e un gruppo di controllo di donne che non hanno subito perdite (n = 1.261.517). Sono state confrontate le probabilità di un aumento della CMHD in entrambi i gruppi.  I risultati confermano che i livelli di ansia e depressione a seguito di perdita perinatale sono significativamente elevati rispetto ai controlli "nessuna perdita". Sono stati segnalati anche tassi elevati di depressione e ansia per coloro che hanno subito la perdita durante le fasi successive della gravidanza. Valutare la salute mentale dopo la perdita è una priorità per la salute materna.

 

Herbert D, Young K, Pietrusińska M, MacBeth A. The mental health impact of perinatal loss: A systematic review and meta-analysis. J Affect Disord. 2022 Jan 15;297:118-129. 

 





 










 

Interventi scolastici per migliorare l'alfabetizzazione e ridurre lo stigma sulla salute mentale: una revisione sistematica

La prevalenza in costante aumento dei disturbi mentali nei bambini e negli adolescenti si presenta come una sfida per la salute pubblica, soprattutto in considerazione del peso sanitario, sociale ed economico dei disturbi mentali. Gli interventi scolastici volti a migliorare l'alfabetizzazione sulla salute mentale e a ridurre lo stigma hanno il potenziale per prevenire i disturbi mentali e promuovere il benessere mentale, riducendo così il carico dei disturbi mentali. La revisione ha identificato e sintetizzato prove sull'efficacia degli interventi scolastici progettati per migliorare l'alfabetizzazione sulla salute mentale e ridurre lo stigma. Sono stati inclusi studi randomizzati controllati (RCT) che hanno valutato l'efficacia o il rapporto costo-efficacia dell'intervento scolastico volto a migliorare l'alfabetizzazione sulla salute mentale e ridurre lo stigma per bambini e giovani di età compresa tra 4 e 18 anni. Sono stati identificati 21 studi che descrivono 20 interventi di salute mentale unici a livello scolastico. Nel complesso, ci sono prove moderate che suggeriscono che gli interventi di salute mentale a scuola possono essere efficaci nel migliorare l'alfabetizzazione sulla salute mentale e ridurre lo stigma  definito come atteggiamenti e convinzioni riguardo ai disturbi mentali. Tuttavia, ci sono meno prove della loro efficacia a lungo termine, poiché la maggior parte degli studi non includeva follow-up. 


Ma KKY, Anderson JK, Burn AM. Review: School-based interventions to improve mental health literacy and reduce mental health stigma - a systematic review. Child Adolesc Ment Health. 2022 Jan 10. 


L'uso dei social media e il suo impatto sulla salute mentale degli adolescenti: una revisione

Le revisioni della letteratura su come l'uso dei social media influenzi la salute mentale degli adolescenti si sono accumulate a un ritmo senza precedenti negli ultimi tempi. Tuttavia, manca ancora un'integrazione di livello superiore delle prove. La revisione degli studi pubblicati tra il 2019 e la metà del 2021 vuole colmare questa lacuna. La ricerca ha prodotto venticinque recensioni: sette metanalisi, nove revisioni sistematiche e nove narrative. I risultati hanno mostrato che la maggior parte degli studi ha interpretato le associazioni tra l'uso dei social media e la salute mentale come "deboli" o "incoerenti", mentre alcune hanno qualificato le stesse associazioni come "sostanziali" e "dannose". Vengono riassunte le lacune identificate negli studi, fornendo una spiegazione per le interpretazioni divergenti e suggerendo diverse strade per la ricerca futura.


Patti M. Valkenburg, Adrian Meier, Ine Beyens, Social media use and its impact on adolescent mental health: An umbrella review of the evidence, Current Opinion in Psychology, Volume 44, 2022,
Pages 58-68,


 


La salute mentale dei giovani e i danni dei media

Dal 2020 non è stato attuato alcun intervento sistematico di prevenzione interno alle scuole rispetto alla salute mentale, che erano e rimangono un luogo di esacerbazione del rischio di disturbi mentali e condotte suicidarie per studenti e studentesse più vulnerabili.


Quella che vediamo ripetuta in questi giorni è una vera e propria ridefinizione del tema, successiva alla sua semplificazione, che sta producendo una narrazione irresponsabile sui suicidi nei più giovani non priva di conseguenze.


Gli errori nella copertura mediatica in tema di suicidio ne determinano l’incremento, inducendo emulazione (quando ne vengono forniti tutti i dettagli) e normalizzazione (quando viene presentato come una via accettabile di risoluzione dei problemi).


Fonte: Metitieri T. La salute mentale dei giovani e i danni del sensazionalismo mediatico.“valigia blu” 18 gennaio 2022


Cure universali gratuite per la salute mentale in Danimarca, grazie alle linee guida nazionali

Il Ministero della Salute danese ha sviluppato delle linee guida nazionali per una vasta serie di condizioni psichiatriche, le quali si basano su revisioni sistematiche e meta-analisi: l’attività dei servizi è perciò orientata dall’Evidence-based Medicine (EBM).


Nelle linee guida nazionali vengono raccomandati alcuni trattamenti, descritti in maniera dettagliata, e articolati in programmi per specifici gruppi di popolazione (bambini, adolescenti, ….)


Attualmente ci sono 15 programmi riguardanti la schizofrenia, il disturbo bipolare, sintomi ansiosi, depressione, disturbi del comportamento alimentare, il disturbo post traumatico da stress, il disturbo ossessivo-compulsivo, il disturbo dell’attenzione e dell’iperattività (ADHD), raccomandati per adulti, adolescenti e bambini con problematiche psichiatriche, e organizzati in cosiddetti “pacchetti” a livello delle singole regioni, con caratteristiche e durata specifiche.


Questi interventi sono erogati dal settore salute mentale del servizio sanitario pubblico, che decide le metodologie organizzative in base alla situazione locale (ad esempio setting di gruppo o individuale, collaborazione con il settore privato, attivazione del servizio di cure primarie e/o del medico di base per i casi di depressione lieve, ecc), e si occupa del monitoraggio e della valutazione inserendo i dati – prettamente qualitativi - su una piattaforma nazionale.
Tra il 2010 e il 2020 il numero di pazienti in trattamento presso i servizi è aumentato del 28% grazie all’accesso facilitato dalle indicazioni delle linee guida.


Nordentoft M, Krantz MF, Hageman I. Right-Based Mental Health Care—Advantages of Tax-Financed Universal Mental Health CareLessons From DenmarkJAMA Psychiatry. 2022;79(1):7–8. doi:10.1001/jamapsychiatry.2021.3167