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GoodGym. Una palestra itinerante per mantenersi in forma

GoodGym è un’organizzazione londinese che dal 2007 propone ai suoi membri un programma di palestra itinerante per mantenersi in forma, facendo volontariato nella propria comunità. La “palestra buona” offre programmi di allenamento fisico sia individuali sia di gruppo. Chi sceglie i programmi individuali fa jogging, almeno una volta a settimana, fino all’abitazione del proprio “personal trainer” – che di solito è una persona anziana over 65 anni che vive sola - per portargli qualcosa di utile: medicine, giornali o una spesa leggera. Si creano così nuove relazioni tra persone che vivono nella stessa città e possono condividere momenti di compagnia, esperienze di vita e informazioni. E questi appuntamenti ricaricano la motivazione del runner per continuare a correre.
I programmi di gruppo invece – le groups run – prevedono la partecipazione a progetti di riqualificazione del territorio, come realizzare un orto in una scuola, ripulire un’area disagiata, aiutare in un trasloco.


L'iniziativa dunque, oltre a promuovere l'attività fisica, favorisce le alleanze tra i portatori di interesse del settore pubblico e del terzo settore, incoraggia la partecipazione attiva dei destinatari,  valorizza le risorse della comunità locale e crea capitale sociale.


Leggi l'approfondimento a cura di Alessandra Suglia


Gli interventi di comunità per la prevenzione degli incidenti e delle morti alcol-correlate


Il documento dell'O.M.S. Alcohol in the European Union. Consumption, harm and policy approaches fa il punto sulle strategie che la letteratura scientifica ha identificato come efficaci o promettenti per ridurre gli incidenti e le morti alcol-correlate.


Un capitolo è dedicato agli approcci basati sulla comunità (community-based) che si basano su modalità di progettazione bottom-up che “curano” e sollecitano la partecipazione attraverso un processo di condivisione di problemi e di cambiamenti auspicabili, da parte delle persone appartenenti ad un specifico contesto. Questo approccio, piuttosto che focalizzarsi sul singolo individuo o su un ristretto gruppo ad alto rischio, sposta la sua attenzione ad un livello comunitario e sociale. In generale gli interventi di comunità tesi a ridurre i problemi alcol-correlati consistono in: interventi informativi/educativi, azioni di rinforzo sulle norme esistenti, mobilitazione della popolazione per creare iniziative di prevenzione, ecc. I setting di intervento  possono essere: una comunità scolastica, l’ambito del commercio al dettaglio e dei ristoranti o luoghi dove le bevande alcoliche vengono consumate, località di vacanza, comunità nel suo complesso, ecc


Gli studi si sono spesso scontrati con la difficoltà ad avere accesso a dati di buona qualità e a confrontare comunità di intervento con comunità di controllo. Per questo motivo il livello di evidenza di tali interventi è piuttosto debole.


Il contributo propone alcune raccomandazioni:



  • Gli interventi di comunità funzionano meglio quando mobilitano differenti settori della comunità.

  • Per evitare che gli effetti positivi di un intervento di comunità si affievoliscano o spariscano del tutto nel tempo, a conclusione del progetto occorrerebbe prevedere le risorse per mettere “a regime” alcuni interventi di prevenzione, fatti in cooperazione con autorità locali.

  • E’ auspicata una relazione consistente e coordinata tra iniziative locali e nazionali e bisognerebbe porre attenzione nel trasferire specifici programmi sviluppati in un determinato contesto ad altri contesti, poiché il successo di un intervento può essere legato a diversi fattori contesto-specifici (ad es. la consapevolezza di certe comunità, determinate tipologie di consumi, ecc


E' possibile accedere ad una sintesi in italiano del documento completo sul sito dors.