L’attività fisica che fa (del) bene
a cura di Alessandra Suglia, DoRS

L’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) raccomanda, per la fascia di età compresa fra i 18 e i 64 anni, di svolgere, nel corso di una settimana, almeno 150 minuti di attività fisica aerobica di intensità moderata oppure almeno 75 minuti a settimana di attività fisica aerobica vigorosa o una combinazione equivalente di attività fisica moderata e vigorosa.

Gli adulti che svolgono attività fisica, secondo i livelli raccomandati, ottengono benefici in termini di salute fisica e di benessere psicologico e sociale.
Lo potrebbero testimoniare gli iscritti a GoodGym, un’organizzazione londinese che dal 2007 propone ai suoi membri un programma di palestra itinerante per mantenersi in forma, facendo volontariato nella propria comunità.

La “palestra buona” offre programmi di allenamento fisico sia individuali sia di gruppo. Chi sceglie i programmi individuali fa jogging, almeno una volta a settimana, fino all’abitazione del proprio “personal trainer” – che di solito è una persona anziana over 65 anni che vive sola - per portargli qualcosa di utile: medicine, giornali o una spesa leggera. Si creano così nuove relazioni tra persone che vivono nella stessa città e possono condividere momenti di compagnia, esperienze di vita e informazioni. E questi appuntamenti ricaricano la motivazione del runner per continuare a correre.
I programmi di gruppo invece – le groups run – prevedono la partecipazione a progetti di riqualificazione del territorio, come realizzare un orto in una scuola, ripulire un’area disagiata, aiutare in un trasloco.

Questo progetto ha coinvolto, nel 2012, oltre 1000 volontari.
L'esperienza di GoodGym non nasce con l'obiettivo prioritario di aumentare i livelli di attività fisica dei partecipanti: di fatto non sappiamo se questi sono più attivi da quando si sono iscritti alla palestra alternativa. Tuttavia questo progetto, che è stato ideato per contrastare l'isolamento delle persone anziane che vivono sole e per promuovere il volontariato, contribuisce anche a rendere più attivo lo stile di vita dei suoi iscritti.

GoodGym è quindi un progetto che “sa” di pratica promettente perché favorisce le alleanze tra i portatori di interesse del settore pubblico e del terzo settore, perché incoraggia la partecipazione attiva dei destinatari, perché valorizza le risorse della comunità locale e perché crea capitale sociale.

La Carta di Toronto per la promozione dell’attività fisica, e il documento che la integra, Investimenti che funzionano per la promuovere l’attività fisica, considerano i fattori che caratterizzano GoodGym tra gli investimenti migliori per promuovere attività fisica e salute con azioni concrete, lungimiranti e a basso costo.

Esistono esperienze simili a quella di GoodGym anche in Italia? Ci piacerebbe conoscerle: invitiamo i lettori a segnalarcele per condividerle e valorizzarle (utilizza lo spazio inserisci un commento).



Per saperne di più

- www.goodgym.org
- Spaggiari O, GoodGym: la palestra che fa del bene, 2013. In www.vita.it


Per approfondimenti

- I livelli di attività fisica raccomandati dall’Organizzazione mondiale della sanità (articolo DoRS)
- Il capitale sociale: una risorsa per il benessere delle persone e della comunità (articolo DoRS)


TAG ARTICOLO