Violenza di genere

Per violenza di genere si intendono tutti gli atti di violenza, fisica, sessuale e psicologica, compresi lo stalking, lo stupro e il femminicidio, verso persone discriminate in base al sesso. È ritenuta una violazione dei diritti umani secondo la Dichiarazione di Vienna (Conferenza Mondiale dei Diritti Umani, 1993).

Il punto 18, in particolare, recita: “I diritti umani delle donne e delle bambine sono parte inalienabile, integrale e indivisibile dei diritti umani universali.[…] La violenza di genere e tutte le forme di molestia e sfruttamento sessuale, incluse quelle derivanti da pregiudizi culturali e da traffici internazionali, sono incompatibili con la dignità e il valore della persona umana e devono essere eliminate. Questo obiettivo può essere conseguito attraverso strumenti legislativi e attraverso un'azione nazionale e una cooperazione internazionale in campi come lo sviluppo economico e sociale, l'educazione, la tutela della maternità e della salute, i servizi sociali. I diritti umani delle donne dovrebbero costituire parte integrante delle attività delle Nazioni Unite nel campo dei diritti umani, inclusa la promozione di tutti gli strumenti sui diritti umani riguardanti le donne”.

Secondo l’indagine Istat del 2014 “La violenza contro le donne dentro e fuori la famiglia”, quasi una donna su tre, in Italia, è stata vittima di una violenza sessuale o fisica. Questo tipo di violenza viene perpetrato nel 62,7% dei casi da ex partner e in percentuale notevolmente minore da sconosciuti (4,6%). Il partner rimane il soggetto più pericoloso. Negli ultimi cinque anni oltre un milione di donne hanno subito violenza da partner o ex. Le donne separate o divorziate sono quelle che subiscono violenza in misura maggiore. Anche le donne disabili e con problemi di salute hanno probabilità maggiori della media di subire violenza. Un capitolo a parte merita la violenza assistita. È aumentata infatti, nel corso degli ultimi cinque anni, la percentuale di bambini che hanno assistito a episodi di violenza sulla propria madre, talvolta anche al suo assassinio, con gravi ripercussioni psicologiche a discapito della loro formazione e della loro vita da adulti.

Alcuni segnali positivi per contrastare la violenza di genere ci sono: le denunce fatte dalle donne per tali reati sono cresciute in modo sensibile negli ultimi anni, sono nati i centri antiviolenza e le forze dell’ordine sono più pronte ad accogliere la donna denunciante e a supportarla nella denuncia. Anche i media, a differenza di alcuni anni fa, parlano della problematica dandole una risonanza maggiore rispetto al passato, specie per quanto concerne il fenomeno del femminicidio.

Ancora molto resta da fare, a cominciare dall’educazione socio affettiva e dall’educazione alla differenza di genere nelle scuole di ogni ordine e grado.