Qui, noi della compagnia, siamo un gruppo di amici, sono tanti anni che lavoriamo insieme in teatro. Questa sera ci sarà la prima e siamo tutti molto eccitati! Tutto è allestito, la scena è pronta, io sono l'elettricista del gruppo, ho 40 anni e lavoro nel teatro da almeno dieci, qui è tutto urgente e i tempi sono strettissimi.
Era un novembre freddo, la neve aveva cominciato a scendere già dalle prime ore del mattino. Quel giorno Matteo, titolare di una piccola azienda che si occupa di manutenzione delle aree verdi, dopo tanti anni che lavorava da solo, era con Paolo che gli era stato raccomandato dalla scuola agraria presso cui aveva seguito dei corsi di formazione.
Tommaso era un giovane operaio di 23 anni, stava lavorando su un tetto di un edificio usato come deposito di materiali. Quel giorno lui e il suo collega dovevano sostituire delle lastre in fibrocemento che si erano deteriorate. Avevano sistemato un asse di legno su cui sarebbero dovuti passare trasportando le nuove lastre.
In inverno in campagna c’è poco da fare, così Paolo ne approfitta per fare manutenzione sulle macchine agricole. In un pomeriggio di dicembre mette in funzione la rotoimballatrice collegandola con il trattore, dopo aver smontato tutti i ripari. Con la macchina in funzione è più facile ripulire gli ingranaggi dai residui, ma è anche più pericoloso, Paolo lo sa.
Giovanni non è più tanto giovane, arriva da una storia di vita travagliata, da qualche tempo è seguito dai servizi socio assistenziali della sua ASL. Per tornare a far parte della società ha bisogno di un lavoro, per questo viene inserito in un’azienda agricola: deve occuparsi di tenere puliti i vialetti delle pertinenze aziendali.
Un rapido sguardo al manometro, sembra tutto a posto. Si può procedere con i lavori di manutenzione. Questo pensa Achille, un lavoratore esperto che doveva intervenire insieme ad un collega su una turbina di una centrale elettrica.
Un tasto su un monitor, un banale F1 premuto per errore da una collega decreta la morte di Askan, un giovane operaio albanese che stava facendo manutenzione all’interno di un impianto di stampaggio a caldo per la produzione di vaschette ad uso alimentare.
Di lui parla la 54esima storia aggiunta al repertorio delle storie di infortunio. Samir lavora di notte in fonderia, non ha più il permesso di soggiorno e un regolare contratto di lavoro.