A fare le spese delle violenze di genere sono in molti casi anche bambini e ragazzi che vivono nel nucleo familiare.
Le violenze verbali e quelle fisiche generano nei figli inquietudine, ansia, aggressività, comportamenti adultizzati di accudimento verso i familiari, disturbi del sonno.
Nei casi di femminicidio, queste gravi conseguenze culminano in una situazione ancora più estrema e drammatica. Con il bambino che resta solo, traumatizzato, orfano della madre e con il padre in carcere, talvolta suicida.
Il trauma si accompagna a difficoltà materiali, sociali, economiche. Per questo motivo la legge 4 del 2018 ha introdotto una serie di tutele e previsioni di garanzia per gli orfani di crimini domestici.
Molte delle previsioni normative sono finalizzate a tutelare la condizione materiale degli orfani di crimini domestici. Come il patrocinio a spese dello stato, sia nel processo penale che in quello civile. Il sequestro conservativo dei beni dell’indagato, a garanzia del risarcimento dei danni civili subiti dai figli della vittima. Un anticipo (la cosiddetta provvisionale) non inferiore al 50% del presumibile danno per i figli costituiti come parte civile. La sospensione dalla successione per l’indagato e l’indegnità a succedere in caso di condanna per omicidio. In caso di rinvio a giudizio, è prevista l’attribuzione della pensione di reversibilità ai figli della vittima, senza obbligo di restituzione.
Accanto a queste misure patrimoniali, altre riguardano la corresponsione di servizi. Dal diritto di accesso ai servizi di assistenza, come il sostegno allo studio o l’avviamento al lavoro, all’assistenza gratuita medico-psicologica, con l’esenzione dalle spese sanitarie e farmaceutiche. E poi il diritto all’affidamento garantendo la continuità delle relazioni affettive consolidatesi tra il minorenne e i parenti prossimi.
È stata prevista possibilità di accesso al fondo di rotazione per la solidarietà, inizialmente istituito solo per le vittime dei reati di tipo mafioso. Il fondo è stato esteso per l’erogazione di borse di studio in favore degli orfani per crimini domestici e il finanziamento di iniziative di orientamento, formazione e sostegno lavorativo.
Sono inoltre state stabilite quote di riserva nelle assunzioni, analoghe a quelle previste dall’articolo 18 comma 2 della legge 68/1999. Nonché la decadenza dell’alloggio pubblico per il condannato, con garanzia per le altre persone conviventi di non perdere il diritto di abitazione.
Altri aspetti della riforma infine riguardano l’equiparazione dei rapporti coniugali a quelli di convivenza, modificando il codice penale dove prevedeva l’aggravante solo per i primi. E la possibilità di cambiare il cognome per i figli della vittima, se coincide con quello del genitore condannato per omicidio.
A partire dai dati sui femminicidi raccolti dalla Casa delle donne di Bologna attraverso l’analisi della rassegna stampa, è stato estratto un elenco di vittime tra 2016 e 2018. Le fonti non sempre consentono di risalire alla presenza di figli minorenni. Quando non specificata, è stata ipotizzata in base all’età della vittima, consentendo di selezionare quasi 150 casi nel triennio.
L’analisi di queste informazioni, ancorché frammentarie e parziali, offre uno sguardo drammatico del fenomeno. Dei 42 minori orfani di femminicidio, la grande maggioranza (78,6%) aveva meno di 12 anni al momento della morte della madre (33 in totale). Oltre un minore su 4 ha assistito direttamente all’omicidio della madre.
L’analisi si concentra anche su altri aspetti, come il collocamento dei minorenni dopo la morte della madre. Il primo decreto provvisorio ha previsto, per 11 procedimenti, il collocamento in ambito etero familiare. In 7 casi la comunità, in uno la casa famiglia, in 3 una famiglia affidataria.
Per gli altri procedimenti il collocamento è stato disposto presso i familiari materni (7 casi), quelli paterni (3 casi), entrambi (1 caso) oppure presso il padre non autore del reato (1). In quasi il 90% dei casi la decisione assunta nell’immediatezza dei fatti è stata confermata dal tribunale per i minorenni.
I dati sono tratti dall'articolo "Anche i minori sono vittime della violenza di genere" pubblicato il 23 novembre 2023, a cura dell'Osservatorio "Con i bambini. Impresa sociale. Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile".
Elena Coffano ricorda Sante Baiardi
Uno studio, condotto dal team di Psichiatria dell’Infanzia e dell’Adolescenza dell’Ospedale Meyer insieme all’Università di Firenze, pubblicato a ottobre 2023 sulla rivista Science Progress, ha identificato, attraverso il supporto dell’intelligenza artificiale, due nuovi fattori predittivi del rischio suicidario nei bambini sotto i 12 anni di età. La stessa intelligenza artificiale può essere inoltre di supporto ai medici per valutare più in generale il rischio suicidario.
Per superare la pandemia di COVID-19, lo sviluppo di vaccini sicuri ed efficaci è stato fondamentale. Questi vaccini sono stati prodotti rapidamente, in modo economicamente vantaggioso e con un basso rischio di infettività.
Pochi minuti di attività fisica integrati nella normali attività domestiche e lavorative della giornata incidono sulla longevità e sulla salute cardiovascolare.
L'alfabetizzazione alla salute (Health Literacy HL) è un fattore determinante della salute ed è importante per il processo decisionale autonomo. I migranti sono ad alto rischio di avere un HL limitato. Migliorare l'alfabetizzazione alla salute è importante per un'equa promozione della salute dei migranti.
CLINICAL GUIDANCE PM&R 2023Multi-disciplinary collaborative consensus guidance Statement on the assessment and treatment of mental health symptoms in patients with post-acute sequelae of Sars-Cov-2 infection (PASC) Cheng AL, et al. 2023, American Academy of Physical Medicine and Rehabilitation.
Long COVID and Mental Illness: New Guidance (medscape.com)
Le differenze epidemiologiche tra uomini e donne rispetto alla prevalenza dei disturbi psichiatrici comuni e dell'abuso di sostanza sono state ampiamente studiate e documentate. Alcuni ricercatori di alcune università e scuole di medicina statunitensi hanno cercato di spiegare queste differenze, al fine di individuare i fattori di rischio rilevanti, sviluppare interventi efficaci, e orientare le strategie di salute pubblica. Il collegamento tra i fattori biologici (aspetti genetici, ormonali, funzioni cerebrali) e i disturbi mentali è sempre più noto, così come il ruolo dei fattori sociali (aspettative specifiche rispetto al ruolo, socializzazione, strategie di coping apprese). L'impatto deleterio sulla salute mentale dello stress derivante da una vasta serie di esperienze di vita negative è un fattore di rischio ben documentato, in particolare le sue conseguenze psichiatriche per donne e uomini: sindrome post traumatica da stress, depressione maggiore, disturbo d'ansia generalizzato. Mentre è acclarato che le differenze di genere relative al "carico di stress" subìto possono giocare un ruolo chiave nel determinare la prevalenza e l'incidenza di questi disturbi, non è stato ancora preso in considerazione il ruolo degli agenti stressanti nella relazione tra genere e rischio di esiti di salute avversi. Questi ricercatori affermano che lo sviluppo di disturbi mentali è influenzato dall'esposizione a fonti di stress in un ambiente "gendered" (caratterizzato cioè da una differente "valutazione" delle persone in base al genere di appartenenza).
Mazure CM, Husky MM, Pietrzak RH. Stress as a Risk Factor for Mental Disorders in a Gendered Environment. JAMA Psychiatry. 2023;80(11):1087–1088. doi:10.1001/jamapsychiatry.2023.3138
Durante l' Africa Climate Week (ACW), l'evento annuale organizzato dalle Nazioni Unite a Nairobi a settembre di quest'anno, una sessione specifica ha riguardato gli effetti del cambiamento climatico sulla salute mentale della popolazione, da cui è emersa una consapevolezza crescente riguardo al tema, a fronte però di scarse ricerche e pochi interventi clinici.
Oltre alle difficoltà finanziarie, influiscono aspetti culturali: il benessere emozionale è scarsamente considerato in Africa, a molte persone ad esempio vengono prescritte terapie mirate per dei problemi fisici, mentre sarebbero più adeguati interventi di tipo clinico - come sostiene il dott. Caradee Yael Wright,leader del Climate Change and Human Health Research Programme, operante all'interno del South African Medical Research Council.
Inoltre, i dati sulla situazione psicologica della popolazione africana sono limitati poichè la sorveglianza non viene svolta in maniera costante nè dappertutto, e così resta sconosciuta la questione dell'impatto del cambiamento climatico sulla salute mentale delle persone, nonostante gli sforzi di molti ricercatori che si agganciano a fonti di finanziamento internazionali.
Queste ricerche evidenziano una connessione tra gli eventi climatici estremi (alluvioni e inondazioni, incendi forestali, siccità cronica, peggioramento della qualità dell'aria) e il cambiamento climatico, e un'associazione con disturbi psicologici quali ansia, depressione, disturbi post traumatico da stress; i risultati sono descritti nel capitolo dedicato all'Africa del recente VI report dell'IPCC - Intergovernmental Panel on Climate Change dell'ONU (https://www.ipcc.ch/report/ar6/wg2/downloads/report/IPCC_AR6_WGII_Chapter09.pdf). Il Report mette in evidenza in particolare la relazione tra i problemi mentali di contadini e agricoltori, la carestia e la perdita del bestiame causate dal cambiamento climatico, soprattutto per il Nord del Kenia e il Sud-Est dell'Etiopia, dove la siccità si è protratta per 5 anni consecutivi. Un altro grosso problema è rappresentato dall'aumento delle inondazioni, con gravi conseguenze in termini di distruzione di case e pozzi, e numerosi morti, che lascia le persone prive di riferimenti strutturali e affettivi.
L'APA - American Psychologica Association utilizza termini quali "eco-ansia" (la paura cronica di disastri ambientali) e "dolore ecologico": tra le poche ricerche che hanno indagato questo fenomeno nel territorio africano una survey del 2021, pubblicata sul Journal of Health and Pollution, con 46 partecipanti di Algeria, Congo, Gabon, Marocco e Ruanda ne ha rilevato la presenza e l'impatto negativo sulla vita quotidiana.(https://link.springer.com/article/10.1007/s10584-022-03402-2)
Suran M. As Climate Change Takes a Toll on Mental Health in Africa, Experts Call for More Research and Interventions. JAMA. Published online October 18, 2023. doi:10.1001/jama.2023.19182
L’ultimo numero di Forward cerca di non farci cogliere impreparati nella discussione che riguarda l’impatto che queste nuove figure (gli influencer) possono avere in un’area (la comunicazione in sanità) che diventa sempre più impegnativa e critica oggi – ma lo sarà anche domani.
Lo stigma pubblico nei confronti delle donne vittime di violenza da parte del partner (IPV) mina la loro guarigione. Tuttavia, le ricerche su questo argomento sono recenti. La revisione sistematica mirava ad analizzare il modo in cui questo stigma è stato studiato, i risultati della letteratura relativi o che descrivono la stigmatizzazione pubblica che hanno contribuito a comprendere come funziona e gli interventi e le raccomandazioni esistenti per combattere lo stigma. Le ricerche di articoli sottoposti a peer review pubblicati tra il 2010 e il 2021 sono state condotte in sei database. Gli articoli selezionati erano limitati a studi empirici in inglese, i cui i partecipanti risiedevano in paesi ad alto reddito e fornivano risultati sullo stigma pubblico dell’IPV. Sono stati inclusi un totale di 29 articoli. Lo stigma normalmente non era l’obiettivo principale degli studi, la maggior parte degli articoli non si basava su alcun modello teorico dello stigma per contestualizzare i propri risultati e predominavano le metodologie qualitative. È stata riassunta una serie di temi riguardanti il funzionamento dello stigma norme e percezioni sociali, reazioni pubbliche di stigmatizzazione e le sue conseguenze per le vittime. Fattori come l’etnia hanno aumentato o diminuito lo stigma. La mancata denuncia degli abusi e la mancata richiesta di aiuto sono state le conseguenze menzionate più frequentemente. Sono stati identificati solo un intervento e alcune strategie per ridurre lo stigma. Sono state discusse le implicazioni di questi risultati per la ricerca e la pratica.
In occasione del 10 ottobre, Giornata Mondiale della Salute Mentale, DoRS ha preparato un articolo sulle conseguenze negative della povertà sulla salute mentale e sulle raccomandazioni per far fronte a tale impatto. È ormai evidente da anni il rapporto tra salute fisica e mentale e condizioni economiche, grazie a studi autorevoli che hanno dimostrato che l'aspettativa di vita di una persona che vive in Europa, in America e in Giappone è doppia rispetto a quella di chi vive in Africa, e di un terzo superiore a quella di chi vive in India e Sud America (Marmot, M. 2017) : le persone socialmente e culturalmente svantaggiate vivono in luoghi degradati, sono spesso esposte a guerre e violenza, hanno un accesso limitato all'istruzione e scarsa aderenza alle cure. Per i problemi mentali sono fattori aggravanti lo scarso riconoscimento della malattia, la paura dello stigma, le minori possibilità di accesso ai servizi e di opportunità di cura e sostegno.
La prevalenza dei problemi di salute mentale nella popolazione è elevata e ha un effetto deleterio e ad ampio raggio su molti settori della società. Oltre all’impatto sugli individui e sulle famiglie, incidono negativamente anche i problemi di salute mentale sulla produttività nel luogo di lavoro.
Uno dei fattori che possono esacerbare l’impatto dei problemi di salute mentale è la mancanza di “alfabetizzazione sulla salute mentale” nel mondo fra la popolazione generale. Questa è stata definita come “conoscenza e credenze sui disturbi mentali, che aiutano il loro riconoscimento, gestione o prevenzione».
Mental Health First Aid (MHFA) è un breve programma di formazione sviluppato in Australia nel 2000; il suo scopo è migliorare l’alfabetizzazione in materia di salute mentale e insegnare strategie di primo soccorso per la salute mentale. Il corso è stato adattato a vari contesti, ma copre essenzialmente i sintomi di vari disturbi di salute mentale, insieme alle situazioni di crisi di salute mentale associate. I programmi insegnano inoltre ai tirocinanti come fornire aiuto immediato alle persone con problemi di salute mentale e come segnale per i servizi professionali. Si teorizza che una migliore conoscenza incoraggerà i tirocinanti a fornire supporto e a incoraggiare le persone a cercare attivamente aiuto, portando così a miglioramenti nella salute mentale. La revisione si concentra sugli effetti di MHFA sulla salute mentale e il benessere mentale degli individui e delle comunità in cui è stata fornita la formazione MHFA. Viene esaminato anche l’impatto sull’alfabetizzazione in materia di salute mentale
Gli obiettivi principali erano: Esaminare la salute e il benessere mentale, l'utilizzo dei servizi di salute mentale e gli effetti avversi della formazione MHFA sugli individui nelle comunità in cui viene erogata la formazione MHFA. Gli obiettivi secondari includevano l'esame di ulteriori effetti sugli individui (conoscenze e atteggiamenti), effetti sui tirocinanti stessi (conoscenze e atteggiamenti, contatto con persone con problemi di salute mentale, proprio benessere psicologico) ed effetti organizzativi (assenteismo e produttività).
Sono stati inclusi 21 studi nella revisione. Gli studi sono stati condotti in un'ampia varietà di contesti; c’è stata anche una variazione sostanziale nella natura dell’intervento MHFA.differenze.
Non si possono trarre conclusioni sugli effetti della formazione MHFA sui risultati primari a causa della mancanza di prove di buona qualità e spesso non sono sufficientemente ampi per poter rilevare le differenze. Per i risultati secondari sono state trovate alcune prove di potenziale beneficio per i tirocinanti MHFA sulla conoscenza della salute mentale e la riduzione dello stigma.
Si raccomanda che gli studi futuri reclutino un numero sufficiente di partecipanti per essere in grado di dimostrare con certezza se la formazione MHFA è un intervento efficace.
Richardson R, Dale HE, Robertson L, Meader N, Wellby G, McMillan D, Churchill R. Mental Health First Aid as a tool for improving mental health and well‐being. Cochrane Database of Systematic Reviews 2023, Issue 8. Art. No.: CD013127. DOI: 10.1002/14651858.CD013127.pub2. Accessed 04 October 2023.
Circa un milione e duecentomila persone in Italia fanno uso occasionale o regolare di sigarette elettroniche. La nicotina favorisce ipertensione e diabete, e il principio di precauzione sui potenziali danni delle sostanze aromatizzanti presenti nei prodotti senza nicotina dovrebbe farci riflettere. Nel caso del riscaldamento del tabacco si possono produrre formaldeide e acetaldeide, carcinogeni del gruppo 1, secondo lo IARC.
Più di un quinto degli adulti americani riferisce che spesso, o addirittura sempre, si sente solo o isolato dagli altri. La solitudine è una condizione soggettiva, in cui l’individuo si percepisce socialmente isolato anche quando si trova in mezzo ad altre persone. Infatti, sebbene tecnologia e globalizzazione possano aver migliorato la qualità di vita, hanno anche ribaltato i costumi sociali e interrotto il modo tradizionale di relazionarsi: il sovraccarico di informazioni, la connettività 24 ore su 24, le innumerevoli ma superficiali e talvolta dannose relazioni sui social media hanno “spalancato le porte” a questo stato emotivo.
Sebbene sia più probabile riscontrare in popolazioni a rischio di alienazione sociale, isolamento e separazione (come gli anziani privi di rete familiare, pazienti con disturbi psichiatrici o in condizioni di salute che limitano per molto tempo le loro capacità comunicative e/o di mobilità), chiunque può sentirsi solo in qualsiasi momento. Una relazione sociale può essere percepita da un individuo diversamente sulla base di differenti fattori, tra cui le precedenti esperienze, la situazione in cui si trova in quel momento e la generale preferenza verso quel tipo di contatto sociale. È quindi evidente che questa condizione non è limitata agli anziani che vivono soli, ma può manifestarsi in qualsiasi fascia di età, e persino tra quelle persone che hanno numerosi contatti/followers/amici sui social media.
Un recente studio riporta che la maggior parte delle persone che segnalano di vivere la solitudine hanno meno di 50 anni, redditi più bassi e non sono sposate. Dallo studio emerge anche che circa sei persone su dieci affermano l’esistenza di una causa specifica del sentirsi soli: la morte di una persona cara, problemi di salute fisica o mentale, il divorzio o l’allontanamento dalla propria famiglia. Di fatto, alcuni eventi negativi della vita possono esacerbare o mettere le persone a rischio di solitudine: ad esempio, è molto più probabile che chi riferisce di sentirsi solo affermi di aver subìto un cambiamento negativo nella propria situazione finanziaria, un grave infortunio o patologia, o la perdita del lavoro negli ultimi due anni.
La solitudine può contribuire ad una costellazione di disturbi psichici e/o fattori di rischio psicosociali, inclusa la sintomatologia depressiva, alcolismo, pensieri suicidi, impulsività e comportamenti aggressivi, ansia sociale. È anche un fattore di rischio per patologie cardiache e obesità e sembra contribuire alla progressione della malattia di Alzheimer.
Un rapporto sulla solitudine in America pubblicato dalla Graduate School of Education dell’Università di Harvard suggerisce che chiedere al paziente se si sente solo dovrebbe sempre essere un elemento da includere nella visita di controllo annuale, alla stregua degli esami del sangue o del controllo pressorio. Sarebbe auspicabile anche sviluppare campagne di educazione pubblica che forniscano alle persone informazioni e strategie che le aiutino ad individuare e gestire pensieri e comportamenti controproducenti, frutto della solitudine. Dovremmo infine lavorare tutti per ripristinare un maggiore senso di responsabilità, sia verso gli altri sia verso il bene comune.
Fattorini L. Solitudine e salute. Salute Internazionale. 11 settembre 2023
La letteratura scientifica parla di un aumento dei disturbi psichiatrici negli adolescenti e nei giovani dal 2020; un'altra lettura del fenomeno, invece, è di un aumento di disagio/stress psicologico collegato a disorganizzazione e ostacoli socio-politici. C'è comunque il rischio di una visione semplificata in cui il malato sia l'adolescente o la società, che può portare a una eccessiva medicalizzazione e/o alla difficoltà di inserire nel setting clinico l'attenzione ai determinanti socio-economici, e che va superato.
Gli adolescenti e i giovani devono affrontare più sfide: la pressione e le minacce on line dovute ai social media, le scarse prospettive di trovar lavoro e un alloggio a prezzi contenuti, l'impatto della crisi climatica sul loro futuro.
E' evidente come gli interventi clinici possano avere un ruolo limitato nel gestire/affrontare i problemi che principalmente sono conseguenze di un malfunzionamento della società.
La consapevolezza che la "crisi della salute mentale" dei giovani è intrecciata con la confusione socio-politica rende più sfumati i confini tra prospettiva medica e prospettiva sociale, e ciò dovrebbe aprire gli occhi sulla necessità di andare oltre i classici interventi di tipo farmacologico, psicoterapeutico, infermieristico (collaborative care), evitando di patologizzare/medicalizzare la vita psichica dei giovani, troppo spesso sottoposti a stress "disordinati" e "straordinari". L'esortazione è quindi di andare oltre l'etichettamento diagnostico con i criteri del manuale DSM, considerando che gli stressor psicosociali e ambientali si combinano con elementi di vulnerabilità e fattori di resilienza individuali, seguendo percorsi differenti.
Vengono inoltre fornite delle implicazioni per la pratica:
Aftab A, Druss BG. Addressing the Mental Health Crisis in Youth—Sick Individuals or Sick Societies? JAMA Psychiatry. 2023;80(9):863–864. doi:10.1001/jamapsychiatry.2023.1298
Uno studio pubblicato sul Journal of American Medical Association - JAMA ha dimostrato l'efficacia di un trattamento cognitivo-comportamentale (CBT Therapy) on line per la riduzione di ansia e depressione. Questo tipo di intervento, ideato e realizzato da un gruppo di ricercatori di alcune università degli Stati Uniti, del Messico e della Colombia, rientra nell'ambito della "medicina di precisione" * e ha vantaggi quali il basso costo, la tempestività e l'accessibilità.
Lo studio ha coinvolto 1319 studenti con problemi ansioso-depressivi, che sono stati assegnati in maniera casuale a 3 gruppi: due gruppi hanno effettuato l'intervento on line - in un caso guidato/gestito da un terapeuta, nell'altro in auto-gestione, il gruppo di controllo ha invece ricevuto una terapia standard nel setting ambulatoriale
I risultati:
*Medicina di precisione: si tratta di un modello medico che si è sviluppato grazie alle possibilità offerte dalle soluzioni digitali di aumentare i processi di verifica e monitoraggio del successo degli interventi/terapie. Le sue caratteristiche principali sono l'individuazione della terapia medica più appropriata per ciascuno, la verifica costante degli effetti, la possibilità di correggere/modificare e ri-adattare nel minor tempo possibile (https://www.bigdata4innovation.it/data-science/cose-la-precision-medicine-e-come-permette-di-realizzare-la-precision-care-grazie-alla-data-science/)
Benjet C, Zainal NH, Albor Y, et al. A Precision Treatment Model for Internet-Delivered Cognitive Behavioral Therapy for Anxiety and Depression Among University Students: A Secondary Analysis of a Randomized Clinical Trial. JAMA Psychiatry. 2023;80(8):768–777. doi:10.1001/jamapsychiatry.2023.1675
Per contrastare l'inquinamento dell'aria e il traffico intenso delle aree urbane numerose città in Europa hanno adottato misure per ridurre il traffico. Qual è il loro impatto sulla salute di chi vi risiede?
L'orto-terapia è un intervento non farmacologico per la riduzione dello stress ormai accettato e utilizzato, poiché molti studi hanno dimostrato i suoi effetti terapeutici in vari setting, vari gruppi di destinatari e varie tipologie di intervento. Una recente revisione sistematica ha analizzato la letteratura esistente sull'efficacia di questa metodologia per la riduzione dello stress, evidenziando: un significativo miglioramento degli indicatori riguardanti la salute psichica; un collegamento tra gli effetti mitiganti dello stress e le caratteristiche della popolazione target nonché del contesto; l'impatto positivo in particolare di interventi realizzati in un setting virtuale; una durata ottimale dell'intervento tra i 100 e i 500 minuti.
Lu S, Liu J, Xu M, Xu F. Horticultural therapy for stress reduction: A systematic review and meta-analysis. Front Psychol. 2023 Jul 26;14:1086121. doi: 10.3389/fpsyg.2023.1086121. PMID: 37564307; PMCID: PMC10411738.
Un recente studio (RCT - studio randomizzato controllato) ha indagato gli effetti biologici, psicologici e sociali dell'ortoterapia. La terapia orto-colturale si è rivelata efficace nell'abbassare i livelli dei marker infiammatori (indici che servono a determinare la causa e l'entità di una infiammazione a livello sistemico) e creare/rinforzare le * connessioni/relazioni sociali (social connectedness), entrambi considerati i due fattori di rischio più importanti per lo sviluppo di patologie quali la demenza e la depressione nella terza età; tali effetti permangono sino a 6 mesi dopo la fine delle attività. Rimangono però ancora sconosciuti i meccanismi di azione di tali attività: l'ipotesi degli autori è che la "connessione sociale" sia il fattore determinante principale, responsabile della riduzione/miglioramento dello stato infiammatorio nelle persone anziane.
* Con l'espressione "social connectedness" si intendono gli aspetti strutturali e funzionali delle relazioni sociali che alimentano la percezione individuale di significatività e legame reciproco con gli altri (van Bel et al., 2009) FROM Journal of Adolescence, 2021 (https://www.sciencedirect.com/topics/psychology/social-connectedness)
Ted Kheng Siang Ng, Daniel R.Y. Gan, Rathi Mahendran, Ee Heok Kua, Roger C-M Ho, Social connectedness as a mediator for horticultural therapy's biological effect on community-dwelling older adults: Secondary analyses of a randomized controlled trial, Social Science & Medicine, Volume 284, 2021, 114191, ISSN 0277-9536, https://doi.org/10.1016/j.socscimed.2021.114191.
Uno studio pubblicato quest'anno, realizzato da ricercatori dell'università di Tel Aviv e dall'Israel Center for Medical Simulation, ha dimostrato il ruolo terapeutico e il valore clinico dell'attività dei clownterapeuti o clown-dottori. Studi precedenti avevano valutato l'impatto positivo di questo tipo di intervento in situazioni specifiche, questo recente studio ha identificato 40 abilità utilizzate da questi professionisti, che vanno oltre l'uso dell'ironia e il far divertire i pazienti.
La metodologia è qualitativa, "immersiva", ha previsto 26 simulazioni video registrate e 12 interviste in profondità semi-strutturate con clown-terapeuti.Tra le abilità - individuate attraverso un processo di consensus-building - figurano:
Tra i principali obiettivi terapeutici: costruire una relazione, affrontare/gestire le emozioni, aumentare il senso di controllo, accudire/aver cura e sostenere/incoraggiare, motivare all'adesione al trattamento.
Karnieli-Miller O, Divon-Ophir O, Sagi D, Pessach-Gelblum L, Ziv A, Rozental L. More Than Just an Entertainment Show: Identification of Medical Clowns’ Communication Skills and Therapeutic Goals. Qualitative Health Research. 2023;33(1-2):25-38. doi:10.1177/10497323221139781
Una revisione di evidenze internazionali e di esperienze nazionali ha messo in luce che i richiedenti asilo, i rifugiati e gli altri profughi hanno una salute mentale "povera" rispetto alla popolazione generale.
Si tratta dell'International Horizon Scanning and Learning Report, che riporta dati e risultati di studi scientifici e letteratura grigia di alcuni Paesi EU, e analizza le esperienze concrete e gli approcci innovativi ed efficaci utilizzati da Paesi quali Germania, Irlanda, Paesi Bassi e Svezia per proteggere la salute mentale e il benessere dei profughi.
Molti dei problemi mentali identificati sono collegati alle esperienze che queste persone vivono prima e dopo l'abbandono della propria casa: spesso vanno incontro a una perdita personale importante, sofferenze fisiche e altre situazioni stressanti; si trovano in pessime condizioni lavorative, abitative e di vita; inoltre sono privi di informazioni, non hanno certezze rispetto al loro status di immigrati, incontrano la potenziale ostilità locale, si scontrano con diverse politiche governative, e vanno incontro a una lunga forma di detenzione protratta priva di dignità. Nei rifugiati e nei profughi sono presenti livelli più elevati di disturbi legati alle condizioni di stress (ad esempio disturbo post traumatico da stress), e hanno un passato di Esperienze Infantili Sfavorevoli (ACEs - Adverse Childhood Experiences).
È indubbio che il contributo positivo di richiedenti asilo e rifugiati verso la comunità può essere maggiore se si promuove e protegge la loro salute mentale e fisica, garantendo un accesso ai servizi di base, sicurezza e supporto sociale.
Public Health Wales - WHO Collaborating Centre on Investment for Health and Well-being.
International Horizon Scanning and Learning report: Mental Health and Well-being of Refugees and Asylum-Seekers
Report 45: luglio 2023
Gli International Horizon Scanning and Learning Reports sono nati come parte della risposta del governo gallese alla pandemia di Covid-19, si sono poi ampliati ad altri argomenti prioritari di salute pubblica quali la promozione/protezione della salute delle persone, e un focus è stato dedicato specificamente a questo gruppo di persone.
Lo studio aveva come obiettivo di indagare se le applicazioni di intervento psicosociale (app) siano efficaci nel prevenire la depressione postpartum.
È stata condotta una ricerca iniziale di articoli il 26 marzo 2020 e la ricerca è stata aggiornata il 17 marzo 2023 sui principali database elettronici. Sono stati identificati 2515 riferimenti, e sedici studi sono stati infine inclusi nella revisione. È stata inoltre condotta una metanalisi di due studi sull'insorgenza della depressione postpartum.
Lo studio presenta i risultati degli attuali RCT sugli interventi con le app, inclusa un'app con una componente psicosociale automatizzata per prevenire la depressione postpartum. Queste app hanno migliorato il punteggio EPDS (Edinburgh Postnatal Depression Scale); Hanno inoltre dimostrato di prevenire la depressione postpartum.
Miura Y, Ogawa Y, Shibata A, Kamijo K, Joko K, & Aoki T. (2023). App-based interventions for the prevention of postpartum depression: A systematic review and meta-analysis. BMC Pregnancy and Childbirth, 23(1), 441.
È stata sviluppata una panoramica delle revisioni sistematiche con metanalisi per riassumere le prove sull'efficacia degli interventi prenatali basati sullo yoga sul dolore, sui sintomi psicologici e sulla qualità della vita durante la gravidanza. La ricerca è iniziata il 15 dicembre 2022, con l’interesse finalizzato su qualsiasi intervento prenatale basato sullo yoga. Il dolore, i sintomi psicologici e la qualità della vita sono stati considerati come misure di esito). Sono state incluse un totale di dieci revisioni sistematiche, incluse quindici metanalisi. Non sono state trovate metanalisi sul dolore e sulla qualità della vita. La maggior parte delle metanalisi (93%) ha mostrato che gli interventi prenatali basati sullo yoga sono più efficaci degli interventi di controllo nel ridurre i sintomi di ansia, depressione e stress. Tuttavia, la qualità metodologica complessiva delle revisioni sistematiche è stata giudicata criticamente bassa e la sovrapposizione degli studi primari tra le revisioni sistematiche è stata molto elevata. Complessivamente, gli interventi basati sullo yoga prenatale potrebbero migliorare la salute mentale delle donne incinte, sebbene a causa degli importanti difetti metodologici rilevati, future revisioni sistematiche dovrebbero migliorare la loro qualità metodologica prima di trarre conclusioni definitive su questo argomento.
Villar-Alises O, Martinez-Miranda P, & Martinez-Calderon J. (2023). Prenatal yoga-based interventions may improve mental health during pregnancy: An overview of systematic reviews with meta-analysis. International Journal of Environmental Research and Public Health, 20(2).
Riconoscendo le somiglianze tra le abilità di cui un attore ha bisogno e quelle richieste a un medico nella comunicazione clinica, gli educatori medici hanno iniziato a creare interventi basati sul dramma per insegnare le abilità comunicative. Lo scopo della revisione era di riassumere gli interventi educativi esistenti che utilizzano la formazione teatrale per insegnare le abilità comunicative ai tirocinanti medici. Sono stati trenta gli articoli che hanno soddisfatto i criteri di inclusione. Venticinque articoli (83%) includevano esercizi di recitazione e improvvisazione, 9 (30%) utilizzavano alcune o tutte le convenzioni del teatro forum e 3 (10%) utilizzavano performance drammatiche. Gli interventi includevano studenti universitari, laureati e studenti in formazione medica continua. La maggior parte mostrava un miglioramento iniziale nelle capacità di comunicazione post-intervento. La revisione è la prima, a conoscenza degli autori, a concentrarsi sull'obiettivo curriculare di migliorare le capacità di comunicazione. Sebbene gli articoli inclusi rappresentino un gruppo eterogeneo di interventi, in genere hanno riportato il risultato di migliorare le capacità comunicative nei loro studenti. Sono necessari ulteriori studi di alta qualità per determinare le migliori pratiche e la generalizzabilità delle iniziative basate sul teatro.
Landry-Wegener BA, Kaniecki T, Gips J, Lebo R, Levine RB. Drama Training as a Tool to Teach Medical Trainees Communication Skills: A Scoping Review. Acad Med. 2023 Jul 1;98(7):851-860. doi: 10.1097/ACM.0000000000005121. Epub 2023 Jun 23. PMID: 36538658.
Le revisioni sistematiche convenzionali offrono poche informazioni su come funzionino gli interventi e per chi. Non è sufficientemente rigoroso il modo in cui le prove vengono identificate, valutate e sintetizzate. I ricercatori hanno sviluppato "revisioni sistematiche realistiche", affrontando domande simili alle revisioni realistiche ma utilizzando metodi rigorosi. Questo metodo è stato applicato alla sintesi delle prove sulla prevenzione scolastica della violenza negli appuntamenti e nelle relazioni (DRV) e sulla violenza di genere (GBV). Il documento riflette su metodi e risultati complessivi. Attingendo alle descrizioni degli interventi, alle teorie del cambiamento e alle valutazioni dei processi, sono state sviluppate le seguenti ipotesi iniziali: gli interventi che innescano meccanismi di "trasformazione scolastica" (prevenzione della violenza cambiando gli ambienti scolastici) otterranno effetti maggiori rispetto a quelli che innescano la "sicurezza di base" (fermare la violenza sottolineando la sua inaccettabilità) o meccanismi di "sviluppo positivo" (sviluppo di abilità e relazioni più ampie degli studenti); tuttavia, la trasformazione della scuola funzionerebbe solo nelle scuole con un'elevata capacità organizzativa. Sono state utilizzate varie analisi innovative, alcune delle quali miravano a testare queste ipotesi e altre erano induttive, attingendo ai risultati disponibili. Nel complesso, gli interventi sono stati efficaci nel ridurre la DRV a lungo termine ma non la GBV o la DRV a breve termine. La prevenzione DRV si è verificata in modo più efficace tramite il meccanismo di "sicurezza di base". I meccanismi di "trasformazione scolastica" sono stati più efficaci nella prevenzione della violenza di genere, ma solo nei paesi ad alto reddito. Gli impatti sulla vittimizzazione DRV a lungo termine erano maggiori quando si lavorava con una massa critica di ragazze partecipanti. Gli impatti sulla perpetrazione di DRV a lungo termine sono stati maggiori per i ragazzi. Gli interventi erano più efficaci quando si concentravano su abilità, atteggiamenti e relazioni, o mancavano il coinvolgimento dei genitori o le storie delle vittime. Il metodo ha fornito nuove intuizioni e dovrebbe essere utile ai responsabili politici che cercano i migliori interventi per i loro contesti.
Bonell C, Taylor B, Berry V, Filho SRP, Rizzo A, Farmer C, Hagell A, Young H, Orr N, Shaw N, Chollet A, Kiff F, Rigby E, Melendez-Torres GJ. Re-orientating systematic reviews to rigorously examine what works, for whom and how: Example of a realist systematic review of school-based prevention of dating and gender violence. Res Synth Methods. 2023 Jul;14(4):582-595. doi: 10.1002/jrsm.1644. Epub 2023 Jun 7. PMID: 37287195.
L’UCL – University College of London ha pubblicato un recente REPORT che sintetizza le ricerche svolte dal Social Biobehavioural Research Group negli ultimi 5 anni sul legame tra la partecipazione ad attività artistico-culturali e la salute/benessere della popolazione. Dors ha selezionato e approfondito alcuni ambiti tematici quali gli impatti sulla salute psicologica e sociale di bambini/adolescenti e sulla salute mentale degli adulti, e le disuguaglianze nell’accesso alle arti e alla cultura.
Le materie plastiche semplificano la nostra vita in vari modi, risultando spesso più leggere o meno costose rispetto ai materiali alternativi. Tuttavia, se non sono smaltite o riciclate correttamente, possono finire nell’ambiente, dove rimangono per secoli e si degradano in pezzi sempre più piccoli. Questi piccoli frammenti (solitamente più piccoli di 5 mm) sono chiamati microplastiche e destano preoccupazione.
In inglese li chiamano «zombie trial». Sono gli studi clinici su farmaci e terapie che contengono dati sbagliati o inventati di sana pianta. Un ricercatore del dipartimento di anestesiologia dell’ospedale di Torquay (UK), il dottor Carlisle, preoccupato che gli studi contenessero dati falsi, ha analizzato i dati riassuntivi degli studi randomizzati controllati sottoposti alla rivista Anesthesia da febbraio 2017 a marzo 2020. Ha classificato i processi con dati falsi come "zombie" se pensava che il processo fosse fatalmente difettoso.
Sono ormai ben noti gli effetti nocivi dell’abuso di alcol a livello mentale oltre che fisico, con conseguenze maggiormente gravi per fasce più vulnerabili quali gli adolescenti e i giovani. È oggetto di indagine anche la “relazione inversa”: le ricerche evidenziano un rischio aumentato di sviluppare una dipendenza per le persone con un disagio mentale. Dors presenta una panoramica delle conoscenze attuali, delle risorse informative e operative on line realizzate da associazioni internazionali, e delle raccomandazioni autorevoli a governi e servizi pubblici per un’azione sempre più necessaria.
Il consumo problematico di alcol aumenta il rischio di compiere atti di violenza o di esserne vittima. Gli uomini che partecipano a programmi educativi contro la violenza domestica presentano spesso, oltre al problema della violenza, anche quello dell’alcol. Circa la metà delle donne vittime di violenza riferiscono di un consumo problematico di alcol all’interno della coppia, anche se solitamente chi abusa di alcol è l’uomo. Essere sotto l'effetto dell'alcol si intreccia con una gamma di altri fattori di contesto che contribuiscono a influenzare la perpetrazione della violenza.
Gli infortuni sul lavoro legati al consumo di alcol rappresentano ancora un fenomeno diffuso, nonostante la legge 125 del 2001 abbia introdotto il divieto di assunzione e somministrazione di bevande alcoliche per alcune attività lavorative che possono essere soggette a rischio elevato.
Consumare alcol è dannoso per la salute, la società, l'economia, il lavoro e la produttività, eppure è un comportamento diffuso e trasversale, con una sempre maggiore e preoccupante presenza tra giovani e giovanissimi. Solo una strategia globale di misure politiche serie e rigorose può essere la risposta.
L'Organizzazione Mondiale della Sanità raccomanda l’utilizzo dei messaggi di salute da diffondere attraverso le etichette delle bevande alcoliche per aumentare la consapevolezza delle persone sui rischi per la salute derivanti dal consumo di alcol. Tale strategia si scontra però con la cultura di molti Paesi, tra cui l’Italia, in cui è diffusa la convinzione che il vino possa avere un effetto benefico, se consumato con moderazione.
Un recente articolo di Benedetto Saraceno, Segretario Generale del Lisbon Institute of Global Mental Health, pubblicato su Salute Internazionale di aprile 2023, delinea una mappa delle esperienze di riforma dell' assistenza psichiatrica nel mondo. La mappa è un tentativo di prima ricognizione, articolata in 5 aree, relative a nazioni, regioni o singole città, ispirate dalla riforma basagliana, e ogni area è contrassegnata da una "bandierina" di un diverso colore:
A conclusione di questa ipotesi di mappatura, Saraceno constata che anche laddove sono attivi servizi psichiatrici di qualità (ad esempio Nord Europa), permane il modello biomedico e il concetto di istituzioni totalizzanti, pur se riformate.
Un numero crescente di ricerche mostra l'efficacia degli interventi basati sulla tecnologia o digitali nel migliorare la salute e il benessere delle sopravvissute alla violenza da parte del partner (IPV). Inoltre, le comorbidità della salute mentale come ansia, disturbo da stress post-traumatico (PTSD) e depressione si verificano da tre a cinque volte più frequentemente nelle sopravvissute all'IPV, rendendo queste comorbilità obiettivi importanti degli interventi basati sulla tecnologia. Tuttavia, sta emergendo la ricerca sull'efficacia a lungo termine di questi interventi nel ridurre la vittimizzazione dell'IPV e gli effetti negativi sulla salute mentale sta emergendo. Questa metanalisi e revisione sistematica forniscono informazioni critiche da diversi studi randomizzati controllati (RCT) sull'impatto complessivo a breve e lungo termine degli interventi basati sulla tecnologia sulla salute e il benessere delle donne sopravvissute all'IPV.
L’obiettivo era di sintetizzare le prove attuali sugli effetti degli interventi basati sulla tecnologia o digitali sugli esiti di salute mentale (depressione, ansia e PTSD) e sugli esiti di vittimizzazione (abuso fisico, psicologico e sessuale) tra le sopravvissute all'IPV. Sono stati esaminati molteplici database tradizionali e grigi per gli studi pubblicati dal 2007 al 2021 e sono stati ammessi 64 studi e, Infine, 17 RCT sono stati conservati per la metanalisi.
I risultati sono promettenti ed evidenziano l'efficacia dell'intervento digitale di mitigazione dell'IPV come aggiunta (non sostitutiva) alle modalità tradizionali, utilizzando una strategia di risposta coordinata. I risultati contribuiscono all'attuale comprensione di "ciò che funziona" per promuovere la salute mentale, la sicurezza e il benessere delle sopravvissute .La ricerca futura potrebbe far progredire la scienza identificando gli ingredienti attivi dell'intervento, mappando i principi/meccanismi di azione dell'intervento, le migliori modalità di somministrazione, i livelli di dosaggio adeguati utilizzando il processo di corrispondenza dell'intensità del trattamento e le linee guida per aumentare la fattibilità e l'accettabilità.
Emezue C, Chase JD, Udmuangpia T, Bloom TL. Technology-based and digital interventions for intimate partner violence: A systematic review and meta-analysis. Campbell Syst Rev. 2022 Aug 27;18(3):e1271. doi: 10.1002/cl2.1271. PMID: 36909881; PMCID: PMC9419475.
Secondo l’OMS, nel mondo, il suicidio è la quarta causa di morte tra gli adolescenti . Dors ha già affrontato l’importante tema del suicidio in adolescenza in un precedente articolo: abbiamo reputato necessario un aggiornamento dei dati e delle evidenze, anche alla luce dell’emergenza creata dalla pandemia, che ha visto aumentare i segnali di disagio nei ragazzi e nelle ragazze, e più richieste di aiuto ai servizi di salute mentale.
L’OMS ha recentemente pubblicato una Guida allo scopo di identificare e diffondere gli interventi più efficaci per promuovere la salute mentale e prevenire il disagio psicologico delle donne – e delle loro famiglie - seguite dai servizi materno-infantili durante il percorso perinatale. Dors e la Struttura Complessa di Psicologia dell’ASL TO 3 ne hanno curato una sintesi, evidenziando modelli e strategie di intervento, e pianificazione/realizzazione/valutazione di programmi con particolare attenzione alle categorie più vulnerabili.
La carne sintetica potrebbe essere presto disponibile sul mercato, ma sono ancora numerose le incognite circa l'impatto che potrebbe avere su salute, ambiente ed economia.Come verranno accolti questi nuovi prodotti? In generale, tutto ciò che viene percepito come innaturale provoca una certa diffidenza e occorre tenere conto di possibili barriere culturali, etiche e religiose.
L'Università di Londra (Dipartimento di Scienze Comportamentali e Salute) e l'Università della Florida (Centro per le Arti in Medicina) hanno realizzato uno studio trasversale e longitudinale di portata nazionale per indagare l'esistenza di una correlazione tra il coinvolgimento in attività artistiche e solitudine / supporto sociale durante l'adolescenza.
Vi hanno partecipato più di 11.000 adolescenti di età compresa tra 11 e 21 anni, impegnati in attività di tipo artistico nel setting scuola (circolo di lettura, coro, gruppo teatrale, gruppo musicale, redazione di giornale scolastico, orchestra, cheerleading), per i quali sono stati rilevati il senso di solitudine e il supporto sociale percepito - da parte dei pari, ed effettuate analisi di tipo statistico.
I risultati non hanno evidenziato alcuna associazione con un conseguente o concomitante senso di solitudine; è stata rilevata l'associazione tra una o più attività artistiche school-based e un concomitante supporto sociale percepito, più alta (59%) rispetto ai ragazzi non coinvolti in attività artistiche - tale indice si riduceva (28%) un anno dopo. Gli autori ipotizzano che questa associazione positiva con le attività artistiche extra-curriculari potrebbe essere spiegata dall'opportunità di creare amicizie, sviluppare un senso di comunità, impegnarsi socialmente; inoltre, suggeriscono di esplorare e comprendere meglio questa correlazione, al fine di individuare strategie per rinforzare i legami sociali durante l'adolescenza.
Bone, J.K., Fancourt, D., Fluharty, M.E. et al. Cross-sectional and longitudinal associations between arts engagement, loneliness, and social support in adolescence. Soc Psychiatry Psychiatr Epidemiol (2022). https://doi.org/10.1007/s00127-022-02379-8
La condizione fisica è una componente fondamentale della salute, ma non è ancora chiara la sua relazione con l'isolamento e la solitudine. Uno studio di coorte ha indagato la relazione tra solitudine, differenti aspetti dell'isolamento sociale, e le capacità fisiche di performance nel tempo: si tratta dell'English Longitudinale Study of Ageing che ha seguito quasi 9.000 persone over 50, con un follow up di 8 anni, effettuando 3 cicli di misurazioni - con scale validate - inerenti la performance fisica, la solitudine, l'isolamento in varie forme (isolamento tra le mura domestiche, il ritiro sociale, scarse relazioni sociali). Questi tre fattori sono risultati associati a una riduzione della capacità fisica di performance nel corso degli anni; la singola scarsità di relazioni sociali non è invece stata associata alla condizione fisica. Gli autori concludono che la partecipazione a interazioni sociali significative influisce positivamente sulla performance fisica, e inevitabilmente rimanda a considerazioni sul possibile impatto delle misure di distanziamento fisico/socialedurante la pandemia di COVID-19.
Philip, K.E.J., Polkey, M.I., Hopkinson, N.S. et al. Social isolation, loneliness and physical performance in older-adults: fixed effects analyses of a cohort study. Sci Rep 10, 13908 (2020). https://doi.org/10.1038/s41598-020-70483-3
Le attribuzioni causali (individuare le spiegazioni del proprio o dell’altrui comportamento, da cui dedurre e generalizzare le cause che sono alla base di specifiche azioni) e i comportamenti di richiesta di aiuto (help-seeking) sono fenomeni che non vengono indagati tra gli adolescenti, mentre è stato dimostrato che per gli adulti la percezione delle cause dei problemi/difficoltà influenza l'aderenza alla terapia e la capacità di chiedere aiuto. Una revisione sistematica della letteratura e sintesi tematica qualitativa ha analizzato le cause percepite di stress emotivo da parte di adolescenti a elevato rischio di insorgenza di disturbi mentali e di adolescenti con sintomi clinici significativi, con l'obiettivo di: determinare sino a che punto le attribuzioni causali influiscono sulla capacità di chiedere aiuto; identificare potenziali differenze o analogie tra questi due gruppi. Dei sei temi principali riguardanti le cause percepite, tre erano comuni a entrambi i gruppi: 1. percezioni differenti riguardo a fattori sociali sfidanti, 2. dinamiche familiari problematiche, 3. una causa complessa e multifattoriale. Degli altri tre temi, invece, i primi due caratterizzavano il gruppo ad alto rischio (4. ingiustizia e mancanza di possibilità di azione/agency e 5. preoccupazione per sè e per gli altri), e l'ultimo era presente esclusivamente nel gruppo clinico (6. strategie di coping riguardo a un disturbo mentale).
Sono stati individuati altri quattro temi importanti inerenti alle attribuzioni causali e la richiesta/ricerca di aiuto: 7. cause e implicazioni dell'istinto di conservazione, 8. grado di conoscenza personale e comprensione delle cause, 9. livello di controllo percepito rispetto alla gestione della causa, 10. cause potenzialmente dannose nei confronti di altre persone.
I risultati di questa review dimostrano che le cause percepite rispetto allo stress emotivo influenzano in maniera importante il comportamento di ricerca/richiesta di aiuto negli adolescenti, e aiutano a comprendere le probabili differenze tra gli adolescenti a rischio di insorgenza di un disturbo mentale e gli adolescenti con sintomi conclamati rispetto alle attribuzioni causali e ai conseguenti comportamenti di richiesta di aiuto. Inoltre, emergono indicazioni utili rispetto alle modalità di fornire supporto ai giovani a rischio di problemi di salute mentale.
O‘Neill, A., Humphrey, N. & Stapley, E. A Systematic Review of Qualitative Research Focusing on Emotional Distress Among Adolescents: Perceived Cause and Help-Seeking. Adolescent Res Rev (2023). https://doi.org/10.1007/s40894-022-00203-7
In questo articolo si propone un estratto dei principali contenuti discussi all’incontro formativo che si è tenuto a Pinerolo (TO) il 21 febbraio 2023, organizzato dal Gruppo “FUMO” della S.C. SerD dell’ASL TO3 e intitolato “I TRATTAMENTI NELLA DIPENDENZA DA NICOTINA”.
In occasione dell’8 Marzo, Giornata internazionale dei diritti della donna, DoRS ha letto e sintetizzato una revisione che aveva come obiettivo di identificare interventi e programmi efficaci per la prevenzione e il superamento della violenza di genere fin dai primi anni di vita, dai 3 ai 12 anni, in ambiente scolastico.
La misura politica del congedo parentale supporta la famiglia in un momento delicato della sua vita, la nascita di un figlio. Ma incide e in che modo sulla salute psicologica di madri e padri?
La violenza e la discriminazione contro le donne sono gravi problemi che colpiscono la società odierna indipendentemente dalla cultura o dall'ambiente sociale. I programmi educativi e governativi che affrontano queste questioni di genere sono difficili da ampliare, insufficienti o, in alcuni casi, inesistenti. Le risorse digitali possono contribuire ad affrontare la discriminazione contro le donne e diverse iniziative tecnologiche sono in corso in tutto il mondo. I videogiochi e le risorse digitali hanno dimostrato la loro efficacia come strumenti per educare, prevenire e sensibilizzare sui problemi sociali. L’articolo presenta una revisione sistematica della letteratura di risorse digitali come videogiochi, app e simulazioni che affrontano questioni di genere tra cui violenza e stereotipi. Durante la revisione, sono state analizzate molteplici caratteristiche delle risorse trovate (strumenti di sviluppo, piattaforme, posizione, destinatari) in modo da classificare Lgli studi trovati. L'obiettivo principale della revisione è presentare lo stato delle risorse digitali incentrate sul genere, i loro studi di valutazione, comprese le metriche utilizzate e i campioni, nonché l'accettazione e l'impatto della loro applicazione. La maggior parte degli studi esaminati mirava ad aumentare la consapevolezza sulla violenza di genere utilizzando giochi seri rivolti agli adolescenti. Per le risorse valutate, sono stati comunemente utilizzati questionari pre-post. Tuttavia, molti dei progetti esaminati non disponevano di studi di valutazione o le risorse non erano apertamente disponibili, limitando così la loro massiccia applicazione e il loro potenziale impatto sulla società. I risultati forniscono un punto di partenza per comprendere meglio il ruolo delle risorse digitali nell'aumentare la consapevolezza sulle questioni di genere, evidenziando i loro limiti attuali e fornendo raccomandazioni per la ricerca futura nelle risorse digitali basate sul genere.
Yañez, A.G.B., Alonso-Fernández, C. & Fernández-Manjón, B. Systematic literature review of digital resources to educate on gender equality. Educ Inf Technol (2023). https://doi.org/10.1007/s10639-022-11574-8
Poco si sa di abusi e violenze sulle donne anziane, così come di strategie di prevenzione e intervento. Vengono presentati i risultati di un'indagine che ha come obiettivo l'elaborazione della Mappa di Localizzazione delle donne anziane vittime di violenza di genere, analizzando la loro distribuzione territoriale nel caso specifico della Comunità Autonoma della Galizia, Spagna, e il suo rapporto con i fattori ambientali, sociali, e variabili territoriali. I risultati della ricerca sull'ubicazione e la distribuzione dei tassi di donne anziane vittime di violenza di genere mostrano la sua relazione diretta con la bassa densità demografica, l'invecchiamento e la dipendenza, che è associata alle persone disabili. La mappatura risultante può facilitare la pianificazione territoriale dei servizi socio-sanitari rivolti alle donne anziane nelle zone rurali. La classificazione consente di delimitare a livello territoriale le aree di intervento, differenziando i comuni a maggiore e minore prevalenza.
Ferrás, C.; Ginzo Villamayor, M.J.; García, Y. Analysis of Location and Spatial Distribution of Elderly Women Victims of Gender Violence. Soc. Sci. 2023, 12, 72. https://doi.org/10.3390/socsci12020072
Le malattie dell’apparato muscoloscheletrico (MSD) comportano un notevole impatto sull’autonomia e sull’abilità lavorativa dell’individuo, oltre che una riduzione dell’aspettativa di vita in buona salute. Per contrastare la diffusione di queste patologie è necessario implementare opportune strategie di prevenzione primaria mediante la diffusione di interventi di contrasto alla sedentarietà e di promozione di stili di vita attivi.
Voices of Culture è una "piattaforma di dialogo strutturato" che vuole favorire il confronto tra i rappresentanti nazionali del settore culturale e la Commissione EU al fine di ragionare sull'impatto della cultura e delle arti su salute e benessere. I suoi partecipanti si riuniscono periodicamente su tematiche specifiche per condividere buone prassi e produrre documenti politici e strumenti operativi da proporre agli Stati membri.
A ottobre 2022 è stato organizzato un evento che prevedeva un brainstorming per la raccolta di suggerimenti, esperienze, evidenze a livello europeo sul tema della salute mentale dei giovani.
Il focus era: come possono le arti e la cultura aiutare i giovani, soprattutto in questi periodi di crisi?
L'obiettivo principale era: produrre delle Raccomandazioni per aumentare la partecipazione e il contributo del settore culturale-artistico alla promozione della salute dei giovani in Europa.
Ne è derivato un Report, pubblicato a gennaio 2023, che fornisce le evidenze sul potenziale preventivo e terapeutico delle attività culturali rispetto alla salute e al benessere.
Il Report è articolato in 5 capitoli, contenenti una panoramica dei progetti "di successo" (buone pratiche) realizzati da organizzazioni ed enti di vari Paesi, approfonditi dal punto di vista metodologico del processo e dei risultati, per i quali è stato valutato l'impatto positivo sulla salute mentale dei giovani.
L'alimentazione a base di farina di grillo negli ultimi anni sta diventando sempre più popolare a causa della crescente consapevolezza dei suoi numerosi benefici e vantaggi nutrizionali e ambientali.
L’obiettivo dello studio / progetto è stato identificare un profilo di stile di vita ottimale per proteggere dalla perdita di memoria negli individui più anziani. I partecipanti erano provenienti da aree rappresentative del nord, del sud e dell'ovest della Cina ed erano soggetti di età pari o superiore a 60 anni con cognizione normale e sottoposti a genotipizzazione dell'apolipoproteina E (APOE) al basale nel 2009. I partecipanti sono stati seguiti fino alla morte, all'interruzione o al 26 dicembre 2019. Sono stati valutati sei fattori di stile di vita sano: una dieta sana (aderenza all'assunzione raccomandata di almeno 7 dei 12 alimenti idonei), esercizio fisico regolare (≥150 min di intensità moderata o ≥75 min di intensità vigorosa, a settimana), contatto sociale attivo (≥due volte a settimana), attività cognitiva attiva (≥due volte a settimana), mai o precedentemente fumato e mai bere alcolici. I partecipanti sono stati classificati nel gruppo favorevole se avevano da quattro a sei fattori di stile di vita sano, nel gruppo medio per due o tre fattori e nel gruppo sfavorevole per zero a un fattore. La funzione della memoria è stata valutata utilizzando il test di apprendimento verbale uditivo dell'Organizzazione mondiale della sanità/Università della California-Los Angeles e la cognizione globale è stata valutata tramite il Mini-Mental State Examination. Sono stati utilizzati modelli misti lineari per esplorare l'impatto dei fattori dello stile di vita sulla memoria nel campione di studio. Sono stati inclusi 29 072 partecipanti (età media di 72,23 anni; il 48,54% (n=14 113) erano donne; e il 20,43% (n=5939) erano portatori di APOE ε4). Durante il periodo di follow-up di 10 anni (2009-19), i partecipanti del gruppo favorevole hanno avuto un declino della memoria più lento rispetto a quelli del gruppo sfavorevole . In conclusione uno stile di vita sano è associato a un declino della memoria più lento, anche in presenza dell'apolipoproteina E (APOE). Questo studio potrebbe offrire informazioni importanti per proteggere gli anziani dal declino della memoria.
Si stima che il 27% delle donne di età compresa tra 15 e 49 anni abbia subito violenza da parte del partner (IPV) nel corso della propria vita. Si ritiene che la povertà sia una delle principali cause dell'IPV e che i programmi di empowerment economico possano ridurre la violenza.
La revisione aveva come domanda di ricerca se gli interventi di microcredito siano associati a una riduzione della violenza da parte del partner. La revisione sistematica e metanalisi comprende 10 studi clinici randomizzati con 16136 partecipanti (il 98% erano donne, con un'età media di 28,9 anni. Ha identificato riduzioni statisticamente significative della violenza psicologica ed emotiva da parte del partner, dei comportamenti di controllo e della violenza sessuale associati agli interventi di microcredito. Rispetto a nessun intervento, la partecipazione alla microfinanza è stata associata a tassi più bassi di violenza psicologica ed emotiva (SMD, 0,87; 95% CI, 0,80-0,95; I2 = 46%; alta certezza), violenza sessuale (SMD, 0,76; 95% CI , 0,63-0,90; I2 = 44%; bassa certezza) e comportamenti di controllo (SMD, 0,82; 95% CI, 0,74-0,92; I2 = 54%; alta certezza). Non c'era alcuna associazione significativa con la violenza fisica (SMD, 0,89; 95% CI, 0,76-1,04; certezza molto bassa). In conclusione, la revisione ha riscontrato una riduzione dell'esposizione all'IPV psicologico ed emotivo, nonché comportamenti di controllo tra i partecipanti che ricevono interventi di microfinanza, con prove di alta certezza. È necessario un ulteriore lavoro per valutare quali tipi di interventi di microfinanza siano più efficaci nel ridurre le varie forme di IPV.
Allan-Blitz L, Olson R, Tran Q. Assessment of Microfinance Interventions and Intimate Partner Violence: A Systematic Review and Meta-analysis. JAMA Netw Open. 2023;6(1):e2253552. doi:10.1001/jamanetworkopen.2022.53552
Le misure scolastiche per contenere il diffondersi del SARS-CoV-2 implicano danni o benefici che è utile conoscere per decidere a favore o contro l’eventuale messa in atto, in modo informato e consapevole. Dors sintetizza una revisione Cochrane dedicata al tema.
Negli ultimi anni, le ricerche sulla disconnessione sociale, fenomeno che comprende l'isolamento sociale e la solitudine, hanno consentito di identificare il suo impatto sulla salute, paragonabile a comportamenti inerenti la dieta e l’attività fisica, e dannoso al pari di fattori quali il fumo e il consumo di alcol. Alcuni enti di ricerca del sistema sanitario statunitense hanno recentemente lanciato un invito all’azione – Call to Action - a livello mondiale. DoRS ha approfondito il tema.
Le donne sono particolarmente sensibili ai problemi di salute mentale durante il periodo perinatale. Con l'inizio della pandemia di COVID-19 nel 2020, è stata sollevata molta preoccupazione per l'impatto che l'isolamento, l'incertezza, il dolore, la perdita e lo sconvolgimento economico associati avrebbero avuto sulla salute mentale. Le donne hanno subito una quantità sproporzionata di stress ambientale durante questo periodo, compreso lo stress economico e le sfide associate all'essere lavoratori essenziali; i fattori di stress erano forse più diffusi nei gruppi di immigrati. Per le donne incinte durante il culmine della pandemia, è chiaro che lo stress, l'ansia e la depressione sono aumentati a causa dei cambiamenti nelle cure mediche e della diminuzione del sostegno sociale. È stato dimostrato che l'aumento delle sfide per la salute mentale nel periodo perinatale ha un impatto sulla salute socio-emotiva, cognitiva e comportamentale nei neonati e nei bambini, quindi le potenziali conseguenze dell'era COVID-19 sono grandi. Il documento discute questi potenziali impatti e descrive percorsi importanti per la ricerca futura.
Kerker BD, Willheim E, Weis JR. The COVID-19 Pandemic: Implications for Maternal Mental Health and Early Childhood Development. American Journal of Health Promotion. 2023;37(2):265-269.
Uno studio statunitense ha indagato l'esistenza di una associazione tra i sintomi di stress traumatico post pandemia e le difficoltà maggiori riguardanti le strategie di coping e i cambiamenti nei comportamenti per la salute, sperimentate dalle mamme con bambini. Lo studio di coorte multicentrico si è svolto tra aprile 2020 e agosto 2021, nell'ambito dell'ECHO Program (Environmental influences on Child Health Outcomes), vi hanno partecipato quasi 12.000 donne provenienti da differenti background socio-economici ed etnici, ed è stata confermata tale correlazione.I risultati suggeriscono la necessità di studi futuri per analizzare le complesse associazioni tra le conseguenze a lungo termine della pandemia di COVID-19 e i fattori socio-demografici, gli eventi di vita stressogeni, gli esiti sulla salute mentale. Coerentemente, i programmi politici per la salute mentale delle mamme in tempi di crisi, come è stata ad esempio la pandemia di COVID-19, dovrebbero prendere in considerazione la vasta e varia gamma e la "configurazione" delle difficoltà/disagi sperimentati, per orientare verso l'efficacia gli interventi di riduzione/mitigazione a lungo termine.
Bastain TM, Knapp EA, Law A, et al. COVID-19 Pandemic Experiences and Symptoms of Pandemic-Associated Traumatic Stress Among Mothers in the US. JAMA Netw Open. 2022;5(12):e2247330. doi:10.1001/jamanetworkopen.2022.47330
Secondo un recentissimo studio, interrompere il tempo passato seduti alla scrivania facendo una camminata di 5 minuti ogni mezz'ora è la pausa ottimale per migliorare il funzionamento cardio-metabolico e la salute mentale.
Si tratta di un piccolo studio randomizzato cross-over che aiuta a definire la soglia minima di movimento individuale per ridurre gli effetti nocivi dello stare troppo tempo seduti - sostengono gli autori, del Centro Medico dell'Università della Columbia (Center for Behavioral Cardiovascular HealthUniversity Medical Center, New York City).
Sono stati coinvolti 11 adulti di 40, 50 e 60 anni, e sono stati confrontati alcuni parametri di salute di coloro che restavano seduti per 8 ore senza interruzioni (gruppo di controllo) con quelli di chi nell'arco delle 8 ore di posizione seduta faceva una camminata di 1 o 5 minuti ogni mezz'ora o ogni ora (gruppo sperimentale).
Una camminata "leggera" di 5 minuti dopo ogni mezz'ora abbassava il livello di glucosio post prandiale del 58% rispetto a chi restava seduto tutto il giorno, valore "comparabile alla riduzione provocata dall'iniezione di insulina o dai farmaci antidiabetici orali nei soggetti diabetici" .
I valori maggiori di riduzione della pressione arteriosa sistolica sono stati osservati dopo camminate di 1 minuto ogni 60 minuti, e di 5 minuti ogni 30 minuti - valori che secondo gli autori sono paragonabili a quelli che ci si aspetta in persone che hanno fatto esercizio fisico quotidiano per 6 mesi.
Il messaggio lanciato dagli autori è perciò: se hai un lavoro o uno stile di vita in cui devi star seduto per lungo tempo, ti suggeriamo di interrompere ogni mezz'ora e fare una camminata di 5 minuti; questo cambiamento può aiutarti a ridurre i rischi per la salute derivanti dallo stare troppo tempo seduti.
La depressione è il secondo disturbo mentale più diffuso tra i bambini e gli adolescenti, ma solo una piccola parte cerca o riceve un trattamento specifico per il disturbo. Gli interventi di attività fisica sono promettenti come approccio alternativo o aggiuntivo al trattamento clinico per la depressione.
La revisione sistematica e metanalisi ha incluso 21 studi che hanno coinvolto 2441 partecipanti. I risultati indicano che gli interventi di attività fisica sono stati associati a significative riduzioni dei sintomi depressivi rispetto alla condizione di controllo.
Le prove disponibili supportano gli interventi di attività fisica come approccio alternativo o aggiuntivo per alleviare i sintomi depressivi nei bambini e negli adolescenti, confermando l'influenza benefica dell'attività fisica sulla salute mentale delle popolazioni pediatriche.
Maggiori riduzioni dei sintomi depressivi sono state rilevate fra i partecipanti di età superiore ai 13 anni e con una diagnosi di malattia mentale e/o depressione. L'associazione con parametri di attività fisica come la frequenza, la durata e la supervisione delle sessioni rimane poco chiara e necessita di ulteriori indagini.
Recchia F, Bernal JDK, Fong DY, et al. Physical Activity Interventions to Alleviate Depressive Symptoms in Children and Adolescents: A Systematic Review and Meta-analysis. JAMA Pediatr. Published online January 03, 2023. doi:10.1001/jamapediatrics.2022.5090