I risultati di una revisione sistematica di letteratura rilevano che l’efficacia degli screening nella prevenzione primaria delle malattie cardiovascolari è ancora da verificare, sia se effettuati negli ambulatori della medicina di base, sia in altri contesti quali farmacie, supermercati, luoghi di lavoro.
Sapere di essere portatori di mutazioni nel DNA che predispongono ad alcune malattie non influisce in modo significativo sul miglioramento dei comportamenti che potrebbero ridurre il rischio per le stesse malattie.