Quando un video è meglio del medicoa cura di Lidia Fubini, DoRSPubblicato il 10 Settembre 2012Aggiornato il RecensioniUna prova di efficacia in favore della medicina narrativa viene fornita da un trial clinico randomizzato controllato (RCT) condotto negli Stati Uniti del sud su un campione di 299 pazienti affetti da ipertensione. Contesto Il controllo della pressione è un problema complesso per ogni paziente iperteso e richiede tempi lunghi sia per l’adesione alla terapia farmacologica sia per l’adattamento a nuovi stili di vita riguardanti la dieta, l’attività fisica e il checkup medico periodico. La complessità di queste componenti rende difficile il controllo della pressione per tutti i pazienti, ma ancor di più laddove esistano barriere socioeconomiche o culturali: tale fatto rende alcune categorie di pazienti a maggior rischio per le patologie correlate all’ipertensione. Questo studio pertanto, è stato condotto su pazienti di origine afro-americana poiché presentano un maggiore rischio di ipertensione unito a una documentata mancanza di adeguamento alle terapie. L’intervento I pazienti, di origine afro-americana e con un’età media di 54 anni, sono stati assegnati in modo casuale al gruppo di intervento e al gruppo di controllo, e la pressione è stata misurata al momento dell’arruolamento, dopo 3 mesi, 6 mesi e 9 mesi. Il gruppo di controllo è stato sottoposto a cura tradizionale, mentre il gruppo di studio è stato dotato di 3 CD/DVD nei quali alcuni pazienti, selezionati nel contesto della stessa comunità locale, avevano il ruolo di narrare la loro esperienza di malattia ed il modo per controllarla. I pazienti-narratori, storytellers, sono stati scelti mediante la tecnica del focus group, e rappresentavano diversi tipi di esperienze (uomini o donne, giovani o anziani). Gli storytellers, aiutati da moderatori esperti, sono stati stimolati a raccontare la loro storia personale che includeva i colloqui con il medico curante, il modo per seguire correttamente la terapia e le strategie utilizzate per migliorare la dieta ed aumentare l’attività fisica. I filmati ottenuti sono successivamente stati montati da documentaristi. Il contenuto completo del DVD comprendeva 2 sezioni, la narrazione e l’approfondimento, nel quale veniva spiegato cosa è la pressione sanguigna. Alcuni esempi dei video sono disponibili sul sito www.annals.org. Le nuove evidenze La pressione sanguigna media basale era uguale in entrambi i gruppi all’inizio dello studio,133 mm Hg (SD 22). Dopo 3 mesi, nel gruppo in studio, ed in particolare nel sottogruppo con pressione di difficile controllo farmacologico, si è ottenuta una riduzione statisticamente significativa della pressione sia sistolica (11.21 mm Hg; P = 0.012) sia diastolica (6.43 mm Hg; P = 0.012), rispetto al gruppo di controllo. Nel periodo compreso tra i 6 e i 9 mesi la riduzione ottenuta è stata sempre a favore del gruppo di intervento di 6.43 mm Hg; P = 0.012 per la sistolica, e di 4.22 mm Hg; P = 0.119, per la diastolica. L’intervento di narrazione tramite video si è rivelato efficace nel produrre una riduzione sostanziale della pressione sanguigna in pazienti ipertesi. Limiti dello studio Lo studio è stato svolto presso un unico centro e conta una perdita al follow up del 23% dei pazienti. Conclusioni Lo studio dimostra l’importanza della narrazione in nuovi campi della medicina dove l’utilizzo di strategie comunicative culturalmente appropriate può aumentarne l’efficacia. E’ possibile richiedere a Dors copia dell’articolo originale in inglese, indicandone la bibliografia, compilando il modulo contenuto al seguente collegamento. http://www.dors.it/ricerche.php Bibliografia Houston TK, et al. Culturally Appropriate Storytelling to Improve Blood Pressure. A Randomized Trial. Ann Intern Med. 2011;154:77-84. TAG ARTICOLO