Italia in crisi: un’analisi delle implicazioni per la sanità pubblicaa cura di Silvano Santoro, DorsPubblicato il 06 Settembre 2012Aggiornato il DatiIntroduzioneImpatto sulla salutePolitiche sanitarie attuate per fronteggiare la crisiSuggerimenti per il futuroRiferimento bibliograficoIntroduzioneL'Italia è stata fra le nazioni più colpite dalla recessione globale rispetto ad altri stati membri dell'Unione Europea (UE). Nel 2008 e 2009, il prodotto interno lordo italiano (PIL) è diminuito rispettivamente del 1,2% e del 5,1%, mentre la media dei 27 paesi UE ha registrato rispettivamente un aumento dello 0,5% e una diminuzione del 4,3%. (OECD - Health data online database, 2011). Nel 2010, inoltre, la ripresa in Italia è stata leggermente più modesta da quella sperimentata dagli altri paesi della UE registrando un aumento del PIL di 1,5% invece che l’1,8% (OECD - National accounts online database, 2011). Questa crisi economico-finanziaria mondiale sta avendo un notevole impatto sul sistema sanitario italiano che negli ultimi anni sta subendo un processo di decentramento dal governo centrale alle amministrazioni regionali, molte delle quali (un terzo) si trovano ad affrontare grandi deficit finanziari. Il difficile scenario italiano, in sintesi, deve fronteggiare almeno due elementi principali. Da un lato, la lenta crescita economica che frena le spese del settore sanitario (pubblico e privato) e che rende difficile soddisfare le esigenze di salute e le aspettative della popolazione; dall'altro l’ammontare così significativo di debito pubblico che implica la necessità di migliorare le finanze pubbliche per evitare un collasso finanziario. Uno studio italiano, condotto da un gruppo di ricercatori dell’Istituto di Salute Pubblica e medicina preventiva dell’università cattolica “Sacro Cuore” (Roma) in collaborazione con il dipartimento di Policy Analysis and Public Management dell’Università Bocconi (Milano), descrive brevemente lo scenario generale e le principali soluzioni adottate per fronteggiare la crisi. Impatto sulla saluteE’ molto difficile stimare gli effetti sulla salute della crisi finanziaria a causa dei dati epidemiologici che sono raccolti in ritardo rispetto i fenomeni in atto (i dati di morbilità e mortalità hanno un periodo di latenza che varia da 2 a 5 anni). Pertanto è ancora troppo presto per svolgere un’analisi sistematica sui tassi di incidenza di malattie probabilmente determinate dalla crisi economica e da nuovi ostacoli all'accesso alle cure sanitarie. Tuttavia, i dati cominciano a emergere. Casi clinici e interviste con specialisti e medici di medicina generale indicano un peggioramento degli indicatori di salute. Un aumento dell'incidenza di disturbi psichiatrici [Lora, 2011], ridotto accesso alle cure odontoiatriche (anche per bambini) e sono in aumento anche le malattie legate alla povertà (in particolare, edentulia). Inoltre, è stato recentemente dimostrata una diminuzione del consumo di frutta, verdura e fibre, una diminuzione del tempo speso per sport/attività fisica (in particolare nelle regioni meridionali) e un aumento di pratiche malsane, come il consumo di cibo-spazzatura e l'abuso di alcol, tra i giovani e le donne [Rapporto Osserva salute 2011].Politiche sanitarie attuate per fronteggiare la crisiL'Italia ha avviato e attuato una serie di risposte politiche alla crisi economica globale che ha incluso i piani e interventi approvati dal governo centrale e autonomamente dalle regioni. Tuttavia, indipendentemente dalla crisi, l’Italia stava già da qualche anno lottando per rafforzare il controllo sulla spesa regionale attuando già alcune politiche restrittive di contenimento dei costi e quindi i principali effetti della crisi finanziaria globale in materia di politica sanitaria italiana hanno accelerato, piuttosto che attivato, i cambiamenti politici in corso. In breve sono state introdotte nuove misure di risparmio per ridurre la spesa farmaceutica, sono stati tagliati i fondi per una serie di politiche di benessere (l’infanzia, i migranti, …) che sono stati comunque garantiti da un aumento dei ticket per le prestazioni pubbliche (le visite specialistiche). Sono inoltre state previste forti riduzioni degli investimenti per la medicina preventiva, per le infrastrutture di medicina basata sulle evidenze, nei sistemi d’informazione sanitaria e di rinnovamento del capitale. È probabile che queste misure severe si sarebbero attuate a prescindere dalla crisi economica globale, ma il processo potrebbe essere stato accelerato dalla pressione per ridurre la spesa pubblica. Questa strategia di tagli e riduzione dei costi potrebbe avere ripercussioni negative, a lungo termine, anche per quanto riguarda il contenimento delle liste di attesa, il miglioramento della continuità nelle cure e la promozione dell'integrazione tra assistenza sociale e salute. Lo studio evidenzia i rischi dovuti ai tagli programmati delle risorse: sebbene giustificate dal grosso debito nazionale, le attuali politiche di bilancio potrebbero aumentare le disuguaglianze per quanto riguarda l’accesso alle cure, danneggiare gli aspetti della salute legati ai principali indicatori, danneggiare il benessere della popolazione e intensificare la differenza che già è evidente nella qualità delle cure tra le diverse regioni del paese.Suggerimenti per il futuroSegnaliamo i più significativi suggerimenti proposti dagli autori dello studio: Progettare interventi mirati al sostegno delle famiglie più povere (considerando che secondo i dati sono in aumento); Predisporre azioni decisive di protezione sociale per proteggere le famiglie dalla disoccupazione, dal debito e dalla perdita di potere d'acquisto. La mancanza di protezione sociale in questo momento porterebbe a gravi effetti sulla salute degli individui; Allestire azioni che possano contrastare la riduzione della domanda di servizi sanitari e programmi di prevenzione (i ticket e i tempi d’attesa sono elevati e le famiglie non si rivolgono al SSN per i loro problemi di salute); Offrire sostegno finanziario ai programmi esistenti per la promozione di stili di vita sani e medicina preventiva e pensare ad un sostegno supplementare per una loro tempestiva attuazione; Attuare rapidamente le disposizioni del Piano nazionale per la prevenzione 2012 relative alla prevenzione del suicidio (un’importante priorità della UE secondo il Parlamento Europeo); I tagli sulla spesa in sanità non dovrebbero essere lineari, anzi, dovrebbero concentrarsi su attività con priorità più bassa, su servizi costosi valutati come inefficaci e sul sostegno all’innovazione; Non interrompere e non tagliare quegli investimenti mirati a rendere il sistema più efficiente, efficace, appropriato e centrato sul paziente. E' essenziale, in un periodo storico come questo di forti vincoli economici, che le autorità sanitarie pubbliche tengano d’occhio l'incidenza delle malattie e l’accesso alle cure dei gruppi più vulnerabili per veicolare degli interventi specifici per quella parte di popolazione che può essere, più di altri, colpita dalla crisi. “Un circolo vizioso e complesso in cui si intrecciano fattori economici, sociali e santarie, può essere spezzato solo dando il via a nuovi cicli positivi”.Riferimento bibliograficoAntonio Giulio de Belvis, Francesca Ferrè, Maria Lucia Specchia, Luca Valerio, Giovanni Fattore, Walter Ricciardi, The financial crisis in Italy: Implications for the healthcare sector, Health Policy, Volume 106, Issue 1, June 2012, Pages 10-16, ISSN 0168-8510,TAG ARTICOLO