Smettere di fumare o limitare il numero di sigarette anche durante la mezza età riduce il rischio di mortalità per malattie cardiovascolari.
a cura di Lidia Fubini, Dors

Contesto

I danni alla salute causati dal fumo di sigaretta sono ormai ampiamente documentati così come i vantaggi della cessazione. Tuttavia, nonostante gli sforzi dei servizi sanitari nel finanziare programmi per aiutare nella rinuncia al fumo, molti fumatori non riescono a smettere. E’ riportata una percentuale di successo a 12 mesi del 13 – 25% in fumatori aiutati, e del 3 – 7% in fumatori non aiutati.

E’ descritta una relazione dose – risposta tra il numero di sigarette fumate giornalmente e i danni alla salute, tuttavia non ci sono dati significativi che dimostrino che la diminuzione nel numero di sigarette giornaliere sia correlata ad un aumento della sopravvivenza.

Le prove che la riduzione nel numero di sigarette porti al decremento delle malattie cardiovascolari e dei tumori polmonari, sono ancora insufficienti e talvolta incoerenti.

Le nuove evidenze

Uno studio di coorte prospettico è stato eseguito su 4633 lavoratori degli uffici pubblici in Israele per analizzare gli effetti dei cambiamenti di intensità nell’abitudine al fumo sulla mortalità per tutte le cause e per le malattie cardiovascolari.

Sono stati raccolti i dati di un campione della popolazione maschile di età media di 51 anni, dal1963 al 1965; il campione è stato seguito per 40 anni e i dati analizzati nel 2005.

Il comportamento dei lavoratori rispetto al fumo di sigaretta è stato rilevato mediante interviste personali, e sono stati creati i seguenti gruppi in studio: non fumatori, ex fumatori, 1 – 10, 11 – 20, più di 20. Durante gli anni, sono avvenuti dei cambiamenti nell’intensità dell’abitudine al fumo, e i partecipanti sono stati successivamente classificati in 4 categorie: fumo aumentato (8%), mantenuto (65%), diminuito (17%), cessato (10%).

I dati dei cambiamenti di intensità sono stati associati con i dati di sopravvivenza. Rispetto a coloro che hanno mantenuto uguale nel tempo il numero delle sigarette fumate, il rischio di mortalità (HR = Hazard Ratio) era significativamente aumentato nella categoria del fumo aumentato (HR = 1.14), e significativamente diminuito nella categoria del fumo diminuito (HR = 0.85) o cessato (HR = 0.78). L’aumento nella sopravvivenza è stato più evidente nella categoria di quanti erano forti fumatori e avevano ridotto il numero di sigarette, in relazione alla mortalità per eventi cardiovascolari.

I risultati di questo lavoro dimostrano che, oltre a sostenere programmi che aiutino nella cessazione al fumo, sono da tenere in considerazione anche strategie che portino a ridurre il numero di sigarette giornaliere fumate per quei fumatori che non riescono a rinunciare o a smettere bruscamente.

E’ possibile richiedere a Dors la versione originale dell’articolo in inglese, indicandone la bibliografia, compilando il modulo contenuto al seguente collegamento. http://www.dors.it/ricerche.php

Bibliografia

Yariv Gerber, Vicki Myers, and Uri Goldbourt. Smoking Reduction at Midlife and Lifetime Mortality Risk in Men: A Prospective Cohort Study. Am J Epidemiol. 2012;175(10):1006–1012.


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