I tumori naso sinusali: clinica ed epidemiologia
a cura di Anna Cacciatore, Jana Zajacova, ASL CN1

Il 25 maggio 2012  si è tenuto, a Saluzzo in provincia di Cuneo il convegno annuale “I tumori naso sinusali: clinica ed epidemiologia".
Ad aprire i lavori sono stati il Sindaco della città dott. Paolo Allemano e il dott. Santo Alfonzo, direttore dello SpreSAL della  ASL CN1.
Al Convegno, che ha voluto essere un momento di confronto anche per gli Anatomo-patologi in merito alla classificazione di questo tipo di tumori, hanno partecipato circa 100 operatori sanitari delle AA.SS.LL della Regione Piemonte. E’ stato ricordato che i tumori dei seni nasali e paranasali sono una patologia rara che colpisce nel nostro paese con un’incidenza pari a 1 caso ogni 100 mila persone, ma che il rischio di ammalarsi aumenta in modo rilevante negli esposti per motivi professionali a polveri di legno, polveri di cuoio, nichel e cromo.

Quali sono i risultati principali?

Nei suoi oltre dieci anni di attività sono stati intervistati  848 persone affette da tumori naso sinusali (TuNS). I dati sono stati elaborati dall’Osservatorio e dal Servizio Sovrazonale di Epidemiologia dell’ASL TO3 e restituiti agli SPRESAL. Un rapporto sull’attività dell’Osservatorio fino al 2006 è stato redatto nel 2008 ed è disponibile presso il sito della Regione Piemonte

Perché nasce in Piemonte un sistema di sorveglianza?

Secondo i dati del Registro Tumori (periodo 1983-1994), il Piemonte presentava un eccesso di mortalità per i tumori maligni del naso e seni paranasali rispetto alla media italiana, secondo solo alla Valle d’Aosta (fonte: ISTAT).  
Un tale trend di mortalità non poteva passare inosservato, e per questo motivo la Regione Piemonte decise di dotarsi di un sistema di sorveglianza nell’ambito del Progetto Regionale PRiOR (Programma per la sorveglianza dei rischi occupazionali nella Regione Piemonte) avviato nel 1996. Il sistema di sorveglianza consisteva nella ricerca attiva presso le Divisioni Ospedaliere regionali di Otorinolaringoiatria dei nuovi casi di tumore delle cavità nasali (TuNS).

Come si è evoluto nel tempo?

La Regione Piemonte, con DGR n.35-27997 del 02.08.1999, collocò, presso l’ex ASL 17 di Savigliano, il“Centro regionale permanente per la ricerca attiva dei tumori naso-sinusali (TuNS)” detto anche “Osservatorio TuNS”.
In seguito l’articolo 44 del D.Lgs 81/2008, comma 3, costituisce, presso l'ISPESL (attuale INAIL) il registro nazionale dei casi di neoplasia di sospetta origine professionale, con sezioni rispettivamente dedicate:
a) ai casi di mesotelioma, sotto la denominazione di Registro nazionale dei mesoteliomi (ReNaM);
b) ai casi di neoplasie delle cavità nasali e dei seni paranasali, sotto la denominazione di Registro nazionale dei tumori nasali e sinusali (ReNaTuNS)”.
In Regione Piemonte, i casi di mesotelioma sono raccolti dal COR - Registro Mesoteliomi Maligni (RMM) istituito presso la SCDU Epidemiologia dei Tumori dell’ASO S. Giovanni Battista di Torino nel 1990.
In analogia a quanto sopra, l’Osservatorio è stato trasformato in COR-TuNS con delibera della Giunta regionale n.24-660 del 27.09.2010 (B.U.R.P. 14.10.2010). Tale “Centro di riferimento regionale per il registro dei tumori naso-sinusali”si trova presso l’ASLCN1 di Cuneo.

Quali sono gli obiettivi di questo sistema di sorveglianza?

Gli obiettivi sono:

  • il monitoraggio nello spazio e nel tempo dei casi diagnosticati di tumore maligno naso-sinusale;
  • la stima della loro frequenza;
  • l’aumento del livello di notifica in Piemonte;
  • il miglioramento della comunicazione e della collaborazione tra figure professionali e strutture pubbliche diverse tra loro;
  • l’aumento delle segnalazioni di malattie professionali all’INAIL;
  • l’aggiornamento del questionario.


Come funziona?

Il sistema di sorveglianza (ricerca attiva di Malattie Professionali) si basa sui seguenti componenti principali:
Il COR -TuNS interpella attivamente (ogni 15 gg.) i centri clinici partecipanti al sistema.
Nella raccolta dei Casi sono presi in considerazione i tumori epiteliali perché sicuramente relazionabili a esposizioni professionali.
Una volta rilevato l’esame istologico dalla rete di centri clinici (ORL – radioterapia – chirurgia), che identificano i casi secondo definizioni concordate, il COR prende contatto con il paziente e chiede la disponibilità a un’intervista, durante la quale l’intervistatore compila un questionario che contiene domande specifiche sull’attività lavorativa che ha svolto la persona malata.
Il questionario compilato è rispedito al COR  che valuta la presenza di eventuali nessi causali professionali.
In caso di esposizioni lavorative significative, il COR invia all’INAIL la denuncia di Malattia Professionale.
Il COR dopo tutte le verifiche necessarie rimanda la notizia del Caso all’ASL nella quale ha avuto luogo l’esposizione più rilevante (prolungata nel tempo) per gli adempimenti di competenza. Copia di tutta la documentazione è, comunque, conservata dal COR.

E a livello nazionale?

E’ presente un coordinamento nazionale dei COR-TuNS, con sede a Roma presso ISPESL, ora INAIL.
Obiettivi condivisi con il COR TUNS Nazionale:

  • ultimazione modifiche software nazionale
  • standardizzazione istologica
  • inserimento nel questionario della lista dei sintomi
  • newsletter (1 volta all’anno insieme ai COR nascenti a livello nazionale)
  • approfondimento dei nessi causali probabili e possibili, verifica della latenza, durata d’esposizione .

Documentazione

 


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