Il pap-test per lo screening del tumore del collo dell’utero è superato?
a cura di Luisella Gilardi, DoRS

“Il rapporto riguarda lo screening per il cancro del collo dell’utero: dopo circa 70 anni da quando è stato proposto, il Pap test potrebbe cedere il passo al test per il papilllomavirus (HPV) come primo test di screening in Italia. Se il rapporto HTA sarà favorevolmente accolto, l’Italia sarebbe uno dei primi Paesi a effettuare questo cambiamento e applicarlo sistematicamente alla vasta rete degli screening organizzati messa in atto negli ultimi decenni.  Il rapporto HTA illustra l’evidenza scientifica che incoraggia questo cambiamento almeno nelle donne tra 35 e 64 anni”.

Questo è quanto scrive Silvia Franceschi dell’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro di Lione nella sua lettera di commento all’uscita del rapporto.

Sottolinea, inoltre, che il rapporto non è solo un confronto tra due test ma un esame delle implicazioni di questa scelta (la ricerca del papilloma virus) rispetto all’intero processo di accertamento diagnostico e trattamento delle lesioni precancerose del collo dell’utero. Il report suggerisce inoltre che il test HPV permetterebbe di ridurre del 30% i costi organizzativi, in virtù di intervalli quinquennali anziché triennali, e del 20% i costi di prelievi e attività di laboratorio, nonostante nei singoli passaggi di screening le prestazioni siano più onerose.

Segnaliamo la sintesi del rapporto   con raccomandazioni molto chiare e precise.

E’ disponibile anche il rapporto completo “Health Technology Assesment. Ricerca del DNA di papillomavirus umano (HPV) come test primario per lo screening dei precursori del cancro del collo uterino”.

 

Illustrazione: "Donne" di Gianni Coscarelli, 1997 http://www.coscarelli.net/pages/Coll_prec.html


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