Contrastare la medicina alternativa: è giusto o è una caccia alle streghe?
a cura di Lidia Fubini, Dors

In Gran Bretagna ed in Australia è in corso una campagna contro la medicina alternativa vista in tutte le sue modalità: agopuntura, omeopatia, naturopatia, chiropratica, reiki. Queste ed altre discipline vengono definite “pseudoscienze”, e sono accusate di togliere credibilità alle Università e alla professione medica. Sono inoltre imputate di costituire un rischio per la salute, in quanto distolgono l’attenzione dei pazienti dalle cure tradizionali creando false aspettative. I ricercatori a favore di questa campagna, che si sono nominati “Amici della Scienza in Medicina”, sostengono che non ci sono sufficienti prove di efficacia a favore delle medicine alternative.

 

Tuttavia, l’efficacia di queste pratiche rispetto agli esiti di salute è difficile da dimostrare; l’approccio diverso, la differente cultura di provenienza, e la visione olistica sono argomenti che non aiutano a sistematizzare.

Oggi la medicina scientifica è considerata essere quella “evidence based”, vale a dire una medicina le cui terapie hanno mostrato di migliorare esiti clinici ben definiti, attraverso sperimentazioni cliniche basate sul confronto tra gruppi di pazienti organizzati in base alla allocazione casuale al trattamento, i “randomized clinical trial” (RCT). Sulla base di questo metodo, risulta difficile sistematizzare l’efficacia delle “terapie non convenzionali” cui viene attribuito un approccio “olistico”; seguire tale approccio significa infatti adottare un punto di vista “multifattoriale” nello studiare l’insorgenza e lo sviluppo delle malattie, in base al quale la patologia è pensata come il risultato di una combinazione complessa di diversi elementi fisici, psicologici e sociali. Il riconoscimento di questa dinamica, per quanto possibile utilizzata anche negli studi epidemiologici, rende tuttavia delicata l’interpretazione dei risultati.

 

E’ su queste basi che si fonda il dibattito scientifico, contrapponendo la medicina “evidence-based”, alla medicina alternativa. Tuttavia, Ray Moynihan nel suo articolo, ricorda che anche molti interventi medici e chirurgici, sono largamente privi di prove di efficacia, e che la più autorevole guida alla pratica clinica “Clinical Evidence”, del BMJ Group, classifica molte delle pratiche mediche, anche usuali, di “efficacia sconosciuta”.

 

La soluzione auspicabile potrebbe essere da un lato il miglioramento della qualità degli studi a dimostrazione dell’efficacia di tutti gli interventi sanitari, e dall’altro l’integrazione dei migliori trattamenti disponibili in medicina tradizionale e olistica.

Questo processo purtroppo richiede un grande sforzo in termini di tempo e di finanziamento, e risulta quindi molto difficile in un periodo di crisi economica in cui le Università ed i Servizi Sanitari sono costretti a ridurre il più possibile i costi.

 

Potrebbe invece essere molto utile migliorare l’informazione ai cittadini comunicando quanto già noto in termini di efficacia e favorendo la trasparenza dei dati. Il pubblico sembra infatti inconsapevole che spesso la cura “alternativa” è priva anche di quei controlli e garanzie che la medicina tradizionale non può permettersi di trascurare, e che il prodotto “naturale”, ritenuto solitamente e per principio, meno tossico, può essere messo in commercio senza che vi sia un’adeguata valutazione.

 

Un impegno doveroso sarebbe inoltre quello di contrastare le strategie di marketing dei trattamenti di efficacia sconosciuta, che creano grande confusione dando origine a false aspettative. A questo scopo, anche i governi dovrebbero prendere atto di questi problemi realizzando una legislazione più coerente con i tempi e le conoscenze scientifiche.

 

 

Bibliografia

 

Raschetti R. La medicina delle evidenze scientifiche e le diverse culture della guarigione. Ann Ist Super Sanità. 1999 35(4):483-88

 

Moynihan R. Assaulting alternative medicine: worthwhile or witch hunt? BMJ 2012;344:e1075.

 

Walach H. The campaign against CAM and the notion of "evidence-based". J Altern Complement Med. 2009 Oct;15(10):1139-42.

 

Di Diodoro D. Per ora inefficaci, ma forse utili. 20/2/12.

 


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