Primi risultati dello studio sui lavoratori del polo chimico di Spinetta Marengo
a cura di Luisella Gilardi, DoRS

Breve storia del polo chimico di Spinetta Marengo


Il polo chimico di Spinetta Marengo nasce agli inizi del 1900 producendo solfato di rame, e qualche anno dopo, acido solforico e il “Super”, un concime chimico. Agli inizi degli anni Trenta la società acquisisce altri stabilimenti in varie regioni d’Italia, diventando così una fra le principali realtà italiane in aperta concorrenza con Montecatini, azienda nata nel 1888 per la lavorazione del rame dell’area toscana di Montecatini Val di Cecina.
Nel 1934 la Montecatini acquisisce l’azienda alessandrina e inizia il nuovo piano di sviluppo. Si producevano “colori” (arseniati di piombo, fluosilicati: sodio, bario, zinco, magnesio),  acido muriatico e acido concentrato. Nel 1954 si producono anche  pigmenti di ferro e di titanio e l’anno successivo la lana di vetro. Nel 1966 Montecatini si fonde con Edison, società per la produzione elettrica, diventando Montedison, che nel 1981 si trasformerà in una holding industriale. La branca della Montedison che operava nel campo dei prodotti chimici intermedi e finali per applicazioni industriali è stata chiamata Montefluos.  Nel 1992 la società assume il nome di Ausimont. Nel 2002 Ausimont fu acquisita dal Gruppo Solvay, un gruppo multinazionale che opera nei settori chimico con sede a Bruxelles. La società è tra le aziende leader a livello mondiale nella produzione di polimeri fluorurati ad elevate prestazioni.

Lo studio epidemiologico sulla coorte di lavoratori del  polo chimico di Spinetta Marengo.


Lo studio, realizzato da Bena e  Farina del Servizio di Epidemiologia dell’ASL To3, è stato richiesto dalla Procura della Repubblica di Alessandria a seguito dell’avvio di un’indagine per individuare eventuali responsabilità di inquinamento ambientale.

Obiettivo

L’obiettivo è dunque quello di studiare la morbosità di una coorte di lavoratori che hanno lavorato  presso il polo chimico di Spinetta Marengo.

Metodi

La coorte di lavoratori è stata ricostruita sulla base delle informazioni contenute negli archivi elettronici dell’INPS, disponibili dal 1981. Sono stati inclusi tutti gli uomini che hanno lavorato per almeno un anno nel periodo compreso tra il primo gennaio 1981 e il 30 giugno 2009. L’incidenza è stata ricostruita a partire dagli archivi regionali di dimissione ospedaliera relativi al periodo 01/01/1996-30/06/2009. Sono stati calcolati i rapporti standardizzati d’incidenza (SIR) con i relativi intervalli di confidenza al 90% e al 95% per 56 cause, utilizzando la popolazione della regione Piemonte come riferimento. Le analisi sono state stratificate per categorie di latenza e di durata.
Per la ricostruzione delle esposizioni, dalle informazioni disponibili, sono state individuate diverse sostanze, tra cui alcune attualmente in uso, classificate dalla IARC in classe 1 (cancerogeno certo) con alcuni organi bersaglio accertati (polmone, laringe) e altri per cui l’ evidenza è limitata (prostata, reni, cavità nasali e paranasali, fegato, cute, vescica). Altre sostanze sono invece classificate in classe 2A (probabili cancerogeni per l’uomo) e 2B (possibili cancerogeni per l’uomo) e possono essere cancerogene per: fegato, rene, polmone, testicolo, leucemie, stomaco, cervello, sistema nervoso centrale, pleura.

Risultati

La coorte è costituita da 1750 persone. Si evidenziano rischi aumentati per tutte le cause considerate (n=1068, SIR 126; IC 95% 118-134). Si osserva un aumento significativo del rischio di tumore al polmone (n=61, SIR=136; IC 95% 104-174) e un aumento non significativo del rischio per tumore alla pleura (n=5, SIR=184; IC 95% 59-429), per tumore allo stomaco (n=15, SIR=145; IC 95% 81-240) e per tumore al naso (n=2, SIR=228; 26-822). Si rilevano eccessi di patologie non tumorali del sistema nervoso centrale tra cui la sclerosi laterale amiotrofica (n=5; SIR=293; IC 90% 115-615) e il morbo di Parkinson (n=20, SIR=155; IC 90% 103-225). Anche le patologie dell’apparato digerente hanno un rischio aumentato (n=429; SIR=111; IC 95% 102-122). Le analisi stratificate evidenziano un eccesso per tutte le cause considerate all’aumentare di durata e latenza. Si rileva inoltre che la maggior parte dei casi si concentra nelle categorie superiori ai 20 anni.

Conclusioni

L’aumento nel rischio di tumore al polmone è di particolare importanza. Il risultato si basa su un alto numero di casi e, sebbene non sia possibile controllare per abitudine al fumo, è difficile supporre che nella coorte la percentuale di fumatori abituali sia così più alta di quella della popolazione di riferimento da poter spiegare tutto l’eccesso. Si può escludere inoltre che le malattie dell’apparato digerente siano dovute allo stile di vita poiché le patologie traccianti del consumo di alcool non risultano in eccesso. Alcuni studi hanno ipotizzato esposizioni professionali come responsabili di SLA e Parkinson: sono in corso accertamenti con il registro regionale. L’andamento del SIR per tutte le cause può essere interpretato come spia di un cattivo stato di salute conseguente ad esposizioni multiple. Un’analisi sulla mortalità della coorte servirà per esaminare meglio quest’aspetto. La scarsità delle informazioni sulle esposizioni rappresenta il limite più importante di questo lavoro: sarebbe necessario acquisire ulteriori informazioni sulle sostanze utilizzate e sugli anni di impiego.


DOWNLOAD & LINK


TAG ARTICOLO