Vulnerabilità sociale e democrazia: una sfida apertaa cura di Maurizio Marino, Servizio Regionale Epidemiologia, e Alessandro Coppo e Claudio Tortone, DoRSPubblicato il 13 Febbraio 2012Aggiornato il RecensioniCostruire partecipazione nel tempo della vulnerabilità è il tema caldo che si dibatterà nel primo incontro nazionale della rete dei Laboratori 'Spazio Comune' (24-25 febbraio a Lucca). Un'occasione proficua e cogente per continuare a riflettere "sul campo" la relazione tra Empowerment e Partecipazione, che in questi ultimi mesi abbiamo affrontato da diversi punti di vista sul nostro sito. Obiettivo dell'incontro di Lucca è quello di 'testare le ipotesi di lavoro maturate dentro Spazio Comune, un sistema di laboratori di promozione di iniziative di cittadinanza attiva che coinvolge circa 300 persone. Nato nel marzo del 2010 dall'iniziativa di un gruppo di persone provenienti dal terzo settore, dall'università, dai servizi di welfare, dall'impegno politico nelle amministrazioni locali, l'intento è di mappare le esperienze e connetterle per poi costruire nuove ipotesi di lavoro e promuovere nuovi percorsi'. 'Cresce la popolazione che risulta versare in condizioni di vulnerabilità. La ragione è che i sistemi sociali post-fordisti stentano a generare situazioni di vita sicure. Vulnerabilità sociale significa una quotidianità che si fa «normalmente» insicura, un lavoro non più a tempo indeterminato oppure sufficientemente remunerativo, famiglie sempre più lunghe e strette poste davanti al dilemma se lavorare entrambi, marito e moglie, oppure crescere i figli e assistere i vecchi... La vulnerabilità è oggi il problema della nostra società, confrontata con lo smarrimento del presente, la paura del futuro'. Così scriveva su 'Animazione Sociale' (agosto/settembre 2006) Nicola Negri, docente dell'Università di Torino, illustrando i contenuti della sua relazione al convegno sul progetto di contrasto della vulnerabilità sociale 'Fragili Orizzonti' della Provincia di Torino (17 marzo 2006). In questo articolo il diffondersi della 'vulnerabilità sociale', una 'quotidianità divenuta insicura' viene messa in relazione con la 'crisi' di tre importanti istituzioni che nel modello di società industriale nella fase fordista erano state elementi di stabilità, la famiglia il lavoro il welfare La crisi economico finanziaria di questi ultimi anni, che ha investito in particolare le economie dei paesi del sud Europa e la tenuta delle loro politiche pubbliche, ha accelerato i processi di caduta nella 'vulnerabilità' di fasce prima garantite, anche del ceto medio. Questo processo non sembra soltanto interessare la sfera economica delle persone, ma investe anche aspetti di 'cittadinanza', legati alla esigibilità di diritti fino a poco tempo prima garantiti, quali la salute, l'istruzione superiore, la casa di proprietà, un lavoro adeguato alla formazione professionale e remunerativo. Si tratta di un 'malessere' che, in molti casi, non trova ascolto e rappresentanza nelle forme tradizionali della politica, disegnata sugli interessi di classi sociali legate al modello fordista o su gruppi di interesse corporativo / clientelari. A fronte del 'vuoto' lasciato dalle forme tradizionali di rappresentanza si sono sviluppate, in particolare a livello di comunità locale, esperienze organizzative, di aggregazione e cittadinanza attiva che pongono al centro della loro azione obiettivi concreti (GAS, gruppi di autoaiuto, condomini solidali, ...) e che hanno come 'effetti collaterali', a volte non individuati come obiettivi, il consolidarsi di nuovi attori sociali capaci di esprimere progettualità e iniziativa politica a livello territoriale. Queste esperienze rappresentano forme di organizzazione particolarmente interessanti in quanto, attraverso la partecipazione attiva e la condivisione di risorse, tentano di rispondere ai bisogni che il sistema di welfare non è in grado di garantire. Effetto non secondario esse producono tra i soggetti che decidono di aderirvi senso di coesione, sostegno, sicurezza, nonché lo sviluppo di nuove competenze, andando così ad arricchire il capitale sociale di quella determinata comunità. Si tratta a tutti gli effetti di una nuova forma di partecipazione dei cittadini alla costruzione del bene pubblico che si discosta nettamente dalla tradizionale visione in cui erano esclusivamente gli amministratori ad individuare e ad agire sui problemi. Si può dunque partire da qui per innescare anche a livello politico una visione in cui i cittadini sono portatori di idee e di capacità che possono essere messe a disposizione del governo della comunità per il perseguimento dell'interesse generale. 'Spazio Comune' nasce come tentativo di condivisione e riflessione su queste esperienze, capace di arricchirsi vicendevolmente all'interno di un confronto regionale ed interregionale, a partire da alcune ipotesi raccolte nel saggio di Gino Mazzoli pubblicato su 'Animazione Sociale (agosto/settembre 2010) e che si vorrebbero testare a livello locale, L'incontro di Lucca sarà un primo momento di confronto e analisi a livello nazionale delle esperienze raccolte a livello regionale e delle riflessioni / proposte che ne sono scaturite. Le sessioni si concentreranno attorno a quattro temi: Verso una nuova geografia dei ceti sociali Nuove forme partecipative crescono Generare nuove risorse sociali Trasformazioni culturali e vulnerabilità. Per ulteriori informazioni consultare il sito: www.spaziocomune.eu Per ulteriori informazioni su: il tema della vulnerabilità sociale, contattare maurizio.marino@epi.piemonte.it su Empowerment e Partecipazione, contattare alessandro.coppo@dors.it e claudio.tortone@dors.i TAG ARTICOLO