Le revisioni brevi: una risposta rapida per i decisori?
a cura di Luisella Gilardi, dors

Sono in corso numerosi studi sulla traslazione delle conoscenze o “Knowledge Translation”  il cui obiettivo è quello di trasferire ai professionisti e ai decisori i risultati della ricerca.
Fra gli strumenti proposti dalle diverse organizzazioni che studiano le strategie perché questo scambio avvenga vi sono le revisioni brevi.

Un recente articolo di Abrami et al, pubblicato su “Evidence & Policy” nel 2010 ne descrive le caratteristiche salienti, i limiti e le potenzialità, fornendo anche alcuni suggerimenti per redigere revisioni brevi di buona qualità.
Dors ha tradotto e sintetizzato i punti salienti dell’articolo.

Riferimento bibliografico
Abrami  PC, Borokhovsky E, Bernard RM, Wade CA, Tamin R, Persson T, Bethel EC, Hanz K, Surkes MA. Isuues in conducting and disseminating brief reviews of evidence. Evidence & Policy . 2010: vol 6 no. 3: 371-389.


Cosa sono le revisioni brevi:

In questo documento si parla di revisioni brevi in alternativa a termini più popolari come per esempio revisione rapida per enfatizzare il fatto che non è solo il tempo ma anche l’ambito a distinguerle dalle revisioni sistematiche tradizionali.
Una revisione breve è un esame delle evidenze empiriche che copre un periodo temporale e un ambito limitato.
L’ambito può includere:

1) l’ampiezza del quesito che viene esaminato (per esempio: la revisione sull’efficacia di un programma personalizzato sull’uso dei computer verso una revisione sull’integrazione della tecnologia nella scuola)
2) la finestra temporale degli studi inclusi (per esempio gli ultimi 5 anni versus un periodo temporale illimitato)
3) i confini geografici (per esempio si possano cercare studi realizzati in una determinata regione o nazione verso l’inclusione degli studi internazionali tipica delle revisioni sistematiche tradizionali)
4) l’approfondimento e i dettagli delle analisi (per esempio si possono riportare soltanto i risultati finali verso l’analisi dettagliata della variabilità tra i diversi esiti)
5) criteri di inclusione dei singoli studi più restrittivi.

Ridurre gli ambiti di una revisione fa si che essa possa essere completata più velocemente e con meno risorse.

Perché le revisioni brevi sono importanti

Con l’aumentare dell’interesse verso la politica e la pratica basata sulle prove, si è creata lì opportunità per i revisori di influenzare sia  le decisioni politiche sia la pratica clinica quotidiana.
I policy maker e i professioni spesso fanno affidamento sulle opinioni di esperti esterni , panel di esperti, altri professionisti, evidenze recenti e/o selezionate (quali per esempio le revisioni non sistematiche).
Pertanto, nella presentazione di una revisione breve, il  revisore deve rispondere ai bisogni del clienti ed enfatizzare il valore aggiunto rispetto ad una revisione tradizionale.
I decisori politici solitamente non operano in totale assenza di prove. Come già detto, essi usano un ampio range di evidenze e di opinioni per prendere le decisioni. Le fonti che possono influenzare la presa di decisione sono molteplici, fra queste le prove che arrivano dalla ricerca ma anche l’opinione del pubblico, i valori e le credenze così come le priorità istituzionali. In questo contesto, la validità metodologica risulta meno importante rispetto alla pertinenza delle prove ottenute in contesti simili anche se di scarsa qualità. Infine alcuni politici sono interessanti ad avere risposte semplici alle domande che si pongono e queste ultime possono riguardare non solo l’efficacia di un intervento, ma anche l’efficienza, la popolarità e la sostenibilità. Le revisioni sistematiche raramente sono brevi, usano un linguaggio complesso e spesso sono focalizzate esclusivamente sulla valutazione di efficacia di una politica o di un intervento.

Indubbiamente, dunque, vi è una crescente necessità sia di revisioni sistematiche sia di revisioni brevi di alta qualità.
E’ compito di questo breve documento sottolineare la differenza tra una revisione breve ben fatta e una revisione non sistematica delle evidenze. Per esempio, citare una sola fonte anche molto recente e pertinente non è sufficiente e si corre il rischio di non rappresentare la realtà. Le revisioni brevi possono rappresentare un passo avanti rispetto a revisioni parziali e non sistematiche.

Standard per le revisioni brevi

Alcuni autori hanno ricercato e valutato una serie di revisioni brevi prodotte da agenzie che si occupano di "Health Technology Assessment".  Essi hanno riscontrato che, in confronto ad una revisione sistematica, le revisioni brevi:

• escludono, con maggiore facilità gli studi di bassa qualità;
• utilizzano esperti esterni e la revisione tra pari meno frequentemente;
• coprono ambiti molto ristretti, occupandosi maggiormente di efficienza ed efficacia; piuttosto che di sicurezza, sostenibilità economica, aspetti legali ed etici;
• usano, con minore frequenza, ricerche sistematiche su molti database, ricerche manuali e di letteratura grigia;
• includono diversi tipi di prove selezionate in modo soggettivo.

Gli autori concludono, dunque, che vi è una mancanza di una metodologia esplicita e standardizzata per le revisioni brevi.
Di conseguenza, raccomandano che siano realizzate tenendo conto dei seguenti criteri: replicabilità, oggettività ed accuratezza, e infine completezza.

Replicabilità

Le revisioni brevi sulle evidenze dovrebbero tentare di raggiungere elevati livelli di replicabilità e trasparenza. Come nella ricerca primaria, occorre che sia esplicitato con sufficiente dettaglio il protocollo che guida la revisione, in modo tale che un altro revisore la possa replicare esattamente. 

Oggettività ed accuratezza

Una revisione breve dovrebbe descrivere i passaggi fondamentali compiuti per  assicurare  che non vi siano bias e che le conclusioni siano le più accurate possibili. Utilizzare un solo database, non consultare la letteratura grigia, e non utilizzare le referenze di una buona revisione per trovare altri articoli è una strategia di ricerca debole che può inficiare l’integrità di una revisione breve. Essa dovrebbe citare anche il processo per la selezione e l’estrazione dei dati dei singoli studi.
L’utilizzo di criteri per la valutazione di qualità degli studi, il riportare i loro risultati separatamente nel caso in cui vi siano notevoli differenze di qualità e/o controllare statisticamente per le differenze nella qualità sono esempi di una pratica accettabile.

Completezza

Le revisioni brevi possono essere sintesi incomplete delle evidenze ma non sintesi inaccurate. Le differenze tra ciò che si può trovare una in revisione breve rispetto ad una sistematica devono essere usate per descrivere i limiti della revisione breve e far si che il lettore sia cauto nell’utilizzare i risultati.
I fattori che la limitano hanno bisogno di essere articolati in dettaglio insieme ad una spiegazione delle implicazioni per i risultati. La convenienza non deve essere il solo criterio per decidere i fattori limitanti.
 
Gli autori propongono una lista degli aspetti da considerare quando si realizza una revisione breve.

Aspetti chiave di una  revisione sistematica 

  • Domanda di ricerca
    Il questito di ricerca deve essere chiaramente enunciato e qualsiasi decisioni che limitino le condizioni del trattamento e delle misure di out come devono essere spiegate
  • Criteri di inclusione
    Deve essere fornita una spiegazione riguardo i criteri di inclusione e di esclusione, anche se la revisione ha dei limiti temprali, di fonti consultate, luogo, contesto o qualità metodologica.
  • Strategie di ricerca
    Le strategie di ricerca su database elettronici  dovrebbero essere dichiarate in modo esplicito così è chiara sia l’esaustività sia il fatto che non abbia bias.
  • Concordanza 
    La revisione dovrebbe descrivere i passi intrapresi per assicurare la concordanza durante le fase dell’identificazione degli studi, il calcolo degli effetti e la codifica delle caratteristiche degli studi.
  • Estrazione dei risultati
    Dovrebbero essere definiti i metodi usati per aggregare i risultati di ogni singolo studio
  • Caratteristiche dello studio 
    La revisione dovrebbe descrivere se e come la variabilità tra gli studi è stata esplorata e se no perché.
  • Analisi
    Dovrebbero essere riportate misure di tendenza centrale. Dovrebbe essere notata l’eterogenicità.
  • Interpretazione e implicazioni
    Deve contenere conclusioni chiare e le implicazioni (ad esempio per la teoria, per la ricerca, per la politica, per la pratica).
  • Cautele e limitazioni
    Le conclusioni dovrebbero sottolineare le differenze tra una revisione breve e una sistematica, in particolare i limiti metodologici e i rischi collegati alla vericidità dei risultati.
  • Altre 
    Le fonti delle evidenze dovrebbero essere disponibili ma on necessariamente incluse nel report della revisione breve.


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