I dati del diabete a Torino e l'efficienza del sistema di assistenza
a cura di Roberto Gnavi, Servizio di Epidemiologia, ASL TO3

ll diabete mellito è una malattia cronica in progressivo aumento a livello internazionale, che, nel 2003, rappresentava l’ottava causa di morte nei paesi sviluppati. La mortalità dei diabetici, in Italia, è circa il 30-40% superiore rispetto a quella della popolazione generale, prevalentemente a causa dell’aumentato rischio cardiovascolare. 
Per migliorare la qualità dell’assistenza al diabete e permettere la tempestiva identificazione di punti critici sui quali intervenire, è importante poter disporre di sistemi di sorveglianza in grado di monitorare la malattia e i suoi esiti nelle diverse fasce di popolazione (per età, residenza condizione socio-economica, caratteristiche cliniche…). Sono oggi disponibili archivi di soggetti con diabete raccolti per fini amministrativi (ricoveri ospedalieri, prescrizioni farmaceutiche, esenzioni ticket, mortalità) che possono essere associati tra loro per la ricostruzione di popolazioni di diabetici e per il monitoraggio di indicatori di qualità dell’assistenza.

L’obiettivo di questo studio è quello di verificare la fattibilità di un sistema  di sorveglianza basato sui flussi informativi correnti attraverso una rassegna di lavori recentemente realizzati a Torino.

Attraverso record linkage tra i diversi archivi sono stati stimati alcuni indicatori che descrivono, da un lato il fenomeno, dall’altro l’efficienza del sistema di assistenza.

Si stima una prevalenza di diabete a Torino nel 2003  del 4,8%, più elevata nelle persone con bassa scolarità, in particolare tra le donne. Solo un terzo delle persone con diabete noto è stato sottoposto ad accertamenti come raccomandato dalle attuali linee guida. Il processo assistenziale differisce in base all’età (gli anziani sono meno seguiti) e a variabili cliniche (i pazienti in trattamento insulinico sono più seguiti), ma non ci sono differenze socio-economiche. Le persone con diabete hanno una frequenza più elevata di eventi cardiovascolari e una mortalità più elevata rispetto ai non diabetici, ma le differenze sociali sono assenti fra le donne e di bassa entità fra gli uomini a fronte di differenze sociali evidenti nei non-diabetici.
L’autore conclude che è possibile realizzare un programma di sorveglianza, semplice e a basso costo, dell’assistenza al diabete utilizzando i più comuni sistemi informativi correnti.

Per maggiori informazioni potete rivolgervi a:

Roberto Gnavi: roberto.gnavi@epi.piemonte.it

L’intervento è descritto in maggior dettaglio nella scheda allegata.

Sono disponibili anche le slide della presentazione al “XXXIV Congresso Nazionale AIE”, tenutosi a Firenze dal 6 al 9 novembre 2010.


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