Evidenze scientifiche riportano che la deprivazione socio-economica in un’area di residenza, produce effetti sulla salute indipendentemente dall’influenza che hanno le condizioni socio-economiche individuali dei residenti. Tali effetti variano secondo le realtà urbane osservate.
Anche a Torino, secondo lo Studio Longitudinale Torinese, è possibile riscontrare come le condizioni socio-economiche individuali e contestuali abbiano influenzato in modo indipendente la mortalità della popolazione giovane-adulta, nel periodo dal 1971 al 2000.
Alcuni autori hanno ipotizzato come sia caratteristiche fisiche, materiali o infrastrutturali del territorio, che aspetti legati al grado e alla qualità delle relazioni sociali, possano spiegare l’influenza indipendente del luogo di residenza sulla salute. Tali meccanismi sono stati, tuttavia, empiricamente poco esplorati.

Lo studio, condotto dal servizio di Epidemiologia dell’ASLTO3 in collaborazione con il gruppo di Epidemiologia ambientale dell’ARPA Piemonte, si è proposto di analizzare la mortalità generale della popolazione torinese in funzione delle condizioni socio-economiche individuali, di quelle del quartiere e del livello di segregazione sociale dei residenti nelle circoscrizioni cittadine.
I risultati evidenziano un maggiore impatto della segregazione sociale sulla mortalità della popolazione torinese, rispetto la deprivazione socio-economica. A fronte di questi dati sarebbe auspicabile promuovere interventi che favoriscano e migliorino le relazioni tra gruppi sociali, il cui impatto sulla salute sembra superiore a quello legato alle caratteristiche materiali delle aree torinesi.

Per maggiori informazioni potete rivolgervi a:
Chiara Marinacci: chiara.marinacci@epi.piemonte.it

L’intervento è descritto in maggior dettaglio nella scheda allegata.
Sono disponibili anche le slide della presentazione al “XXXIV Congresso Nazionale AIE”, tenutosi a Firenze dal 6 al 9 novembre 2010.

Condizioni socio-economiche, segregazione sociale e impatto sulla salute Presentazione dello studio al XXXIV Congresso Nazionale AIE