La ricerca di evidenze di efficacia in Promozione della Salute: un ambito emergente
a cura di Paola Ragazzoni e Sonia Scarponi, Dors

Introduzione

Il tema dell'Evidence-Based Health Promotion viene affrontato in questo articolo attraverso due principali quesiti di base: esiste un' Evidence-based Health Promotion? E se esiste, viene utilizzata nella pratica?

Gli autori cercano di rispondere a questi interrogativi attraverso l'analisi di 26 casi studio che vengono qui sintetizzati, insieme ai principali risultati presentati nell'articolo.

 

Gli studi analizzati

Si tratta di 26 progetti internazionali, descritti e raggruppati secondo tre principali coordinate: il contesto geografico, i principali risultati e la popolazione target. Rispetto alla collocazione geografica i progetti rappresentano i 6 continenti: Africa (12%), Asia (4%), Australia (4%), Europa (23%), Nord America (38%) e Sud America (19%). I principali risultati sono stati categorizzati all'interno delle cinque azioni strategiche individuate nella Carta di Ottawa per la Promozione della Salute: costruire politiche di sanità pubblica (27%), creare ambienti di vita supportivi (12%); rafforzare le azioni comunitarie (23%); sviluppare le abilità personali (15%) e riorientare i servizi sanitari (23%). La popolazione target è stata invece categorizzata dagli autori in base al tipo di intervento:

  1. intervento rivolto a un gruppo ad alto rischio, ossia persone che presentano almeno un fattore di rischio elevato associato ad una malattia (12%);
  2. interventi rivolti alla popolazione, ossia a più persone indipendentemente dal loro livello di rischio (50%);
  3. interventi rivolti alla popolazione vulnerabile, identificata come gruppo sociale particolarmente predisposta a  sviluppare dei fattori di rischio specifici (39%).

 

 

Utilizzo delle evidenze

Le evidenze utilizzate dagli operatori sono state categorizzate a seconda della tipologia (qualitativa, quantitativa o entrambe) e della fonte (auto prodotta dagli operatori, proveniente da fonti esterne al gruppo di lavoro o entrambe le cose).

La gran parte dei progetti (81%) ha utilizzato contemporaneamente evidenze sia qualitative che quantitative. Per quanto riguarda la fonte, la maggior parte degli operatori (46%) ha scelto di utilizzare sia evidenze autoprodotte, sia evidenze ricavate da fonti esterne. Va sottolineato che solo in pochissime situazioni gli operatori hanno scelto di utilizzare esclusivamente fonti esterne. 

Dall'analisi globale dei casi emerge che le evidenze raccolte vengono in ogni caso riadattate alle proprie esigenze di implementazione pratica. Il passaggio dal risultato delle ricerche descritte in letteratura alla messa in pratica progettuale avviene attraverso un importante lavoro di mediazione e trasformazione. In molti casi, gli operatori sottolineano l'importanza di aver previsto una commissione interna in cui i risultati delle ricerche descritte in letteratura venissero discussi e adattati alla pratica. Queste commissioni interne erano composte da vari soggetti, tra cui  stakeholders di diversi gruppi target e rappresentanti dei membri della comunità locale in cui il progetto veniva realizzato. Queste commissioni interne sembrano particolarmente importanti nelle situazioni in cui vengono realizzati progetti che intendono incidere sulle politiche locali; in questi casi infatti le evidenze acquistano valore come elemento chiave da utilizzare nei dibattiti pubblici e nelle strategie di advocacy dirette all'opinione pubblica.

 

Lezioni apprese

Al termine dello studio, gli autori dei 26 casi studiati propongono alcune riflessioni rispetto all'utilizzo delle evidenze nella pratica.

Benché l'individuazione e l'utilizzo delle evidenze venga riconosciuto come un ingrediente fondamentale per avviare e implementare strategie di cambiamento, il contesto locale di intervento ha un ruolo fondamentale nella possibilità di utilizzo effettivo delle evidenze. Le evidenze nazionali ed internazionali possono essere impiegate come dei catalizzatori, ma le evidenze locali sono indispensabili. Le evidenze internazionali possono essere utili per individuare le domande o stimolare la consapevolezza dei problemi, ma le nozioni universali vengono spesso rifiutate dai decisori e attori locali che si confrontano con la sfida del cambiamento concreto. La trasferibilità delle evidenze tra differenti contesti locali è una questione cruciale per i decisori locali e gli operatori quando cercano di attuare dei cambiamenti nei propri contesti.

In aggiunta alle evidenze locali, gli approcci basati su evidenze adattate culturalmente vengono considerati particolarmente importanti per assicurare azioni partecipate e sostenibili.

Dagli studi emerge inoltre che l'accettabilità e la rilevanza delle evidenze di efficacia dipendono più dalla fiducia che ispira la fonte dell'evidenza, che dalla qualità dell'evidenza stessa. Diventa quindi particolarmente importante instaurare e mantenere un dialogo continuo tra ricercatori, operatori e decisori locali. L'advocacy è pertanto un elemento cruciale per preparare il terreno all'utilizzo delle evidenze nei programmi e nelle politiche di cambiamento.

 

 

Conclusioni

Rispetto alle due domande di base da cui muove questo studio, emerge l'esistenza di un'Evidence Based Health Promotion che gli operatori utilizzano per progettare e implementare i propri interventi. Le evidenze utilizzate sono ampie e variegate, poiché gli operatori utilizzano una vasta gamma di strategie creative e contestualizzate alla realtà di ogni singolo intervento.

Per quanto riguarda l'utilizzo delle evidenze, dai casi analizzati emerge che gli operatori utilizzano le evidenze in un'ampia varietà di situazioni e per differenti scopi; le evidenze compaiono al pari di altri strumenti di progettazione e di intervento.

Gli operatori mediano e adattano le evidenze alle proprie esigenze specifiche. In alcuni casi lo fanno attraverso un'ampia sintesi di valutazioni primarie, in altre collaborano direttamente con i ricercatori per raggiungere un miglior adattamento dei criteri di evidenza al proprio contesto.

Gli autori concludono auspicando una maggior attenzione verso questa tematica, in linea con quanto chiesto dagli operatori stessi. Sembra particolarmente importante che i ricercatori diventino maggiormente ricettivi al tipo di evidenze di cui vi è necessità nella pratica (evidenze con precisa descrizione del contesto locale e adattate culturalmente, con indicazioni e riflessioni circa la trasferibilità), assicurando così un più ampio utilizzo e diffusione di evidenze di efficacia che possano arricchire la pratica della promozione della salute.

Riferimento bibliografico

Juneau C.E., M.Jones C., McQueen D. V., Potvin L., Evidence-based health promotion: an emerging field. IUHPE Global Health Promotion 2011, volume 18, number 1, pp.79-89

 

 


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