CoAbitare, un progetto di co-abitazione tutto torinese
a cura di Rita Longo, Dors.

Il co-housing


Alcuni concetti chiave per comprendere il fenomeno: il co-housing è un modello di vita sociale che tende ad aumentare le opportunità relazionali (capitale sociale); favorisce la crescita dei bambini in contesti con altri adulti di riferimento altre ai genitori, e promuove l’autonomia e il ruolo attivo degli anziani (equità nella salute); investe su valori quali lla solidarietà e la condivisione come strumenti per contrastare l’isolamento e la solitudine e le patologie ad esse spesso correlate (prevenzione disagio psicologico); privilegia l’adozione di metodi di costruzione ispirati alla bio-architettura (sostenibilità ambientale); stimola la partecipazione collettiva alla progettazione e realizzazione di spazi individuali e comuni (cittadinanza attiva); tende a ridurre costi e consumi per i singoli e la collettività (decrescita).

In pratica, l’esperienza si concretizza quando più persone eterogenee (coppie giovani e anziane, famiglie con figli, singles con o senza figli, …) col desiderio di uno stile di vita meno individualistico e più sociale o “solidaristico” decidono di creare una realtà abitativa con spazi privati e spazi comuni: in essi i cohouser (coabitanti) possono coltivare molti dei propri interessi, singolarmente o in gruppo; partecipare alle assemblee; realizzare laboratori, ad esempio officine di riparazione; luoghi di uso comune come lavanderie, stirerie, palestre, biblioteche, ecc.; si può anche decidere di aprire occasionalmente tali spazi agli altri abitanti del quartiere in occasione ad esempio di cineforum, mostre e seminari, al fine di favorire la socializzazione e l’integrazione sociale. Tra gli spazi comuni figurano anche giardini, terrazzi, orti. La solidarietà si manifesta nella quotidianità: i cohouser si aiutano reciprocamente, si frequentano, organizzano occasioni d’incontro, pur mantenendo l'assoluta indipendenza del proprio spazio abitativo; particolare attenzione viene data alle cosiddette categorie fragili quali anziani e bambini (servizi baby sitting, ludoteche) .

A livello internazionale...

Questo tipo di esperienza è ormai consolidato in molti paesi tra i quali : Danimarca (paese in cui è nata l’idea nel 1960), Norvegia, Canada, Stati Uniti, Australia, Olanda, e su internet è possibile documentarsi approfonditamente.
Esistono varie forme di coabitazione (dai condomini solidali ai villaggi eco-compatibili), ma in genere ci sono alcuni criteri irrinunciabili, come abbiamo visto prima: l’esistenza di spazi comuni, l’attenzione agli aspetti legati al risparmio energetico e al rispetto ambientale. Inoltre,
Un esempio importante di eco-sostenibilità, di bio-architettura e di  progettazione partecipata è il quartiere Vauban di Friburgo, nel quale gli architetti continuano a operare lavorandoci e vivendoci.

Durante l’International Conference on Collaborative Housing di Stoccolma del maggio 2009, é stato evidenziato come il cohousing si sia sviluppato e si sviluppi tutt’ora seguendo percorsi e criteri diversi a seconda del contesto: il punto comune delle varie esperienze nazionali rimane la volontà di avere un progetto abitativo che sia collettivo e partecipato.

Il co-housing in Italia

In Italia il concetto di cohousing è invece recente.
Ha cominciato a diffondersi intorno agli anni ’80, grazie ad alcuni documenti di autori come Matthieu Lietaert

In varie località italiane si sono costituite da alcuni anni associazioni di promozione del cohousing (Firenze, Faenza, Roma, Varese, Ferrara, Bologna, Milano…. ) che hanno avviato azioni di sensibilizzazione e collaborazione con le Amministrazioni locali.
Tra queste merita di essere segnalata l’Associazione Mondo di Comunità e Famiglie (MCF), che deriva da una delle prime esperienze di cohousing, la “storica” Villapizzone di Milano (era il 1978).
Le associazioni italiane ad aprile 2010 hanno deciso di dare vita ad una Rete nazionale del Cohousing, al fine di fondere l’impegno di quanti si impegnano in questo stile di vita coabitativa, documentare e diffondere informazioni sulle realtà e i progetti esistenti attraverso il sito, fornire spunti ad aspiranti cohouser.

L'esperienza torinese

Nel 2007 nasce a Torino l’associazione di promozione sociale CoAbitare: soci fondatori sono professionisti provenienti da vari ambiti (socio-sanitario, architettura e urbanistica, marketing, ecc.) che hanno l’obiettivo di diffondere il modello della co-abitazione, a partire dalle esperienze già avviate in altre località italiane (soprattutto Lombardia e Toscana). Per avviare un percorso di riflessione teorica sul senso e il bisogno di tale modello, sono stati coinvolti docenti del Politecnico e Amministrazioni locali.
Viene successivamente costituita la cooperativa Numero Zero che ha l’obiettivo di realizzare un  progetto di coabitazione urbana nel centro storico di Torino (il primo in questa città).
Nel sito della cooperativa si dichiara che: “ …. il cohousing consiste prima di tutto in uno stile di vita, una modalità abitativa e di relazione con il prossimo, una scelta di cittadinanza attiva che investe sulla condivisione e sulla solidarietà come antidoto contro l’isolamento, la solitudine, la diffidenza, la paura”.

I pilastri del progetto sono (in linea con  la filosofia del co-housing):
- il metodo della progettazione partecipata: nel caso di Torino, professionalità indispensabili come ingegnere, sociologo, commercialista,  architetto,...  sono presenti all’interno del gruppo e non è quindi necessario reperirli all’esterno
- la gestione dei conflitti: le decisioni vengono condivise e mediate costantemente
- la collaborazione: ogni membro del gruppo, in base alla propria competenza e disponibilità, deve fare la propria parte attivamente
- la sostenibilità ecologica: il progetto utilizzerà soluzioni edilizie rispettose dell’ambiente, quali il risparmio energetico, l’utilizzo di materiali  ecologici e di recupero, lo sfruttamento di energie rinnovabili
- la riqualificazione urbana (recupero edifici storici degradati)

Il progetto prevede il recupero e la ristrutturazione di una palazzina ottocentesca sita nel quartiere popolare di Porta Palazzo (piazza della Repubblica), che avrà spazi privati e spazi comuni quali giardino, depositi, laboratori per attività ….

I lavori sono cominciati a giugno 2010 e dureranno almeno fino alla fine del 2011.

E’ importante sapere che tale iniziativa ha ricevuto il patrocinio del Comune di Torino attraverso l’Agenzia di Sviluppo Locale The Gate di Porta Palazzo ( nell’ambito dei programmi di rigenerazione urbana), e che tali lavori sono totalmente autofinanziati.

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