La salute mentale tra promozione e prevenzione: la sostenibilità del discorso
a cura di Claudia Alonzi, Dipartimento Integrato di Prevenzione, ASL TO1 Marina Penasso, Claudio Tortone,DoRS – Regione Piemonte

Proponiamo qui di seguito una breve intervista alla Dr.ssa Renata Magliola (Dipartimento Integrato di Prevenzione ASL TO1-TO2) che riflette sulle tematiche emerse nel corso dell’incontro.

Perché la giornata di studio è stata incentrata sul confronto tra la promozione della salute mentale e  la sua prevenzione?
La giornata di approfondimento sul tema della salute mentale è collegata alla formulazione dei piani locali della prevenzione; i piani locali della prevenzione rappresentano la declinazione operativa, a livello di ASL, degli obiettivi di salute presenti nel Piano regionale di prevenzione 2010-2012. L’iniziativa è stata organizzata per favorire una comunicazione tra servizi e attori differenti con lo scopo di aprire un discorso finalizzato allo sviluppo di progettualità condivise, alla ricerca di senso e di  significati ancorati alla realtà locale.
Nel piano locale della prevenzione, Torino è stata considerata nel suo insieme e non come due realtà amministrative; inoltre abbiamo progettato l’organizzazione di questa giornata con l’ASL di Asti che ha sviluppato nel campo sia della prevenzione sia della salute mentale progetti innovativi e con il DoRS che ha fornito supporto per l’approfondimento metodologico e la ricerca di buone pratiche.
Il primo importante segnale è stato la partecipazione: operatori appartenenti ai servizi dei differenti settori della salute mentale, dei consultori familiari e pediatrici, della neuropsichiatria infantile, dei servizi comunali e della prevenzione hanno aderito alla proposta facendo circolare la comunicazione dell’incontro e attuando un’iniziale raccolta di iniziative.
Le idee e le riflessioni della giornata sono state molteplici e meritano di essere valorizzate e sostenute nello sviluppo di processi comunicativi permanenti che favoriscano connessioni e integrazioni non solo sui contenuti ma anche sul piano metodologico e dei presupposti teorici, elementi fondamentali a supporto delle buone pratiche.
Occorre inoltre tentare di focalizzare azioni e processi in grado di introdurre svolte innovative nelle situazioni organizzative, superando la routine e la ripetitività delle attività quotidiane; le idee emerse nei progetti di inclusione degli stakeholders nella valutazione dei servizi, sulle cure no restraint, sull’integrazione e le collaborative care con il mondo dei servizi non sanitari o quantomeno non psichiatrici; e poi ancora idee che introducono dei modi di pensare, di vedere e di vedersi differenti: il concetto di  salutogenesi e di resilienza che meritano ulteriori incontri di formazione per conoscere e approfondire il  loro significato e le  loro applicazioni.
Vi sono inoltre segnali che ci indicano come sia necessario sviluppare progettualità anche a partire dalle incertezze, dalle conflittualità e dalle turbolenze all’interno dei servizi; vedo forti analogie e convergenze tra i servizi di salute mentale e il mondo della prevenzione: lo sviluppo della capacità di lavoro in rete, la multiprofessionalità all’interno dei servizi e, in negativo, la marginalità all’interno delle aziende ASL .

Salute mentale tra promozione e prevenzione: quale discorso sarà sostenibile?

A partire da queste riflessioni generali cercherò di porre in modo più diretto e chiaro l’attenzione su alcuni temi specifici.
Nel campo della promozione della salute mentale si possono registrare fattori comuni sottostanti e trasversali  a  progetti di prevenzione che riguardano ad esempio stili di vita, salute degli adolescenti e genitorialità; questo significa che alcune riflessioni sono già  state attivate, che esiste una pluralità di contributi e di conversazioni possibili e arricchibili da nuovi  confronti e interventi per modificare o precisare,  verifiche per la messa a punto delle azioni più efficaci.
Forse si può ipotizzare che per sviluppare una progettazione che raccolga alcuni segnali della giornata si debba prevedere un luogo d’incontro in grado di  connettere i diversi attori e di delimitare un ambito entro cui possano prendere consistenza alcune azioni specifiche. Proviamo a prefigurare in questo senso alcuni scenari di lavoro futuro:

  • La ricognizione delle attività: non è facile investire tempo ed energie per approfondire e riconsiderare i dati che derivano dalle azioni sperimentate, ma è necessario incentivare la ricognizione continua delle attività di promozione della salute mentale; ogni servizio, direttamente o con il supporto del dipartimento integrato di  prevenzione, potrebbe curare l’inserimento di progetti  nella banca dati PROSA, cercando così di costruire ponti e connessioni con il Centro di documentazione  DoRS allo scopo di incoraggiare approfondimenti metodologici rivolti in particolare alla valutazione degli esiti.
  • Teoria, metodologia e formazione: attivazione, in sinergia con il centro di documentazione DoRS, di un gruppo che lavori alla  ricerca di documentazione su salutogenesi, resilienza ed evidenze nel campo della promozione della salute mentale; il gruppo avrà il compito di  facilitare i servizi nell’accesso alle conoscenze, di diffondere   la documentazione, di proporre iniziative di formazione.
  • Azioni per la promozione dei fattori di resilienza: attenzione ai temi della salute mentale nei progetti di prevenzione che riguardano stili di vita, adolescenti e genitorialità. In concreto prevedere uno stretto raccordo operativo tra prevenzione e salute mentale nei progetti in atto (es.: GenitoriPiù, Guadagnare salute negli adolescenti)
  • Azioni dirette a favorire il benessere organizzativo: lavorare in sinergia con il servizio prevenzione e protezione perché si identifichino i settori con elevato rischio di stress lavoro correlato sostenendo e partecipando all’attivazione delle misure protettive verso gli operatori.


Che cosa ci auguriamo accada in futuro?
Ci auguriamo di avere la capacità e la convinzione di dare gambe operative alle intenzioni. Penso che occorra ripercorrere il modello operativo delineato nel piano regionale di prevenzione, continuando in particolare il confronto attraverso la formalizzazione di gruppi di lavoro, focalizzando l’attività su progetti condivisi da realizzare con il contributo trasversale tra settori, individuando referenti e interfaccia stabili tra prevenzione e salute mentale.
Ho trovato una citazione che si può adattare a questo momento in cui è chiara l’intenzione ma le parole non sanno (o non sembrano) ancora trovare metrica e armonia: “La lettura preventiva non si limita ad aumentare il raggio di azione dell’intervento, ma spinge a vedere in modo del tutto inedito l’intero problema psichiatrico “ (Piccione, 1995)


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