Cannabinoidi per uso terapeutico: prove di efficacia
a cura di Luisella Gilardi, DoRS

Lo scorso giugno è uscita la legge regionale numero 11 che rende più semplice l’accesso all’uso terapeutico della canapa. In estrema sintesi la legge permette ai medici di base di prescrivere terapie a base di cannabinoidi per chi soffre di dolori neuropatici cronici, sclerosi multipla o Sla e sulle quali non funzionano le terapie standard con gli antinfiammatori. La terapia sarà a carico del sistema sanitario regionale.

La cannabis o canapa è un genere di piante angiosperme della famiglia delle Cannabaceae. I preparati psicoattivi come l'hashish e la marijuana sono costituiti dalla resina e dalle infiorescenze femminili. La resina può contenere a seconda dei casi fino a 60 cannabinoidi, 100 terpenoidi, 20 flavonoidi. La struttura chimica dei cannabinoidi può essere descritta come quella di un terpene unito a un resorcinolo a sostituzione alchilica, oppure come quella di un sistema ad anello benzopiranico.

 

Alla luce di questa legge regionale, quali sono le evidenze a favore dell’uso di cannabinoidi nel trattamento di alcuni disturbi o patologie?

Una recente revisione sistematica con meta-analisi pubblicata lo scorso luglio su JAMA risponde in parte al quesito. Essa conclude che:

  • vi sono prove di qualità discreta a favore dell’uso di cannabinoidi per il trattamento del dolore cronico e della spasticità
  • vi sono prove di qualità bassa a favore di un’associazione tra l’uso di questi farmaci e il miglioramento dei sintomi di nausea e vomito causati dalla chemioterapia, aumento di peso nelle persone affette da HIV, per il miglioramento dei disordini del sonno e per la sindrome di Tourette.

 

L’uso di cannabinoidi è anche associato ad alcuni effetti avversi a breve termine.

Di seguito si riporta la sintesi della revisione sistematica dal titolo: Cannabinoids for medical use: A systematic review and Meta-Analysis.

La cannabis e i farmaci a base di cannabinoidi sono molto usati per trattare patologie o alleviare i sintomi ma la loro efficacia per indicazioni specifiche non è chiara.

L’obiettivo è realizzare una revisione sistematica sugli effetti benefici e su quelli avversi che derivano all’uso dei cannabinoidi.

Per fare questa revisione sono state consultati 28 database dall’inizio fino all’aprile 2015.

Sono stati selezionati trial randomizzati e controllati sull’uso dei cannabinoidi per i seguenti disturbi/patoligie: nausea e vomito dovuti alla chemioterapia, stimolatori dell’appetito in persone HIV positive o con AIDS, per il dolore cronico, spasticità causata da sclerosi multipla o paraplegia, depressione, problemi di ansia, disturbi del sonno, psicosi, glaucoma, sindrome di Tourette. La qualità degli studi è stata valutata usando lo strumento messo a punto dalla Cochrane per valutare il rischio di bias. Tutte le fasi della revisione sono state realizzate da due reviewer in modo indipendente. Ove possibile i dati sono stati combinati usando il metodo della meta-analisi a effetti random.

Come esiti ne sono considerati alcuni legati in modo specifico ai sintomi, altri alle attività quotidiane e alla qualità della vita e alcuni legati a una generale impressione di cambiamento. Sono stati valutati anche gli effetti avversi.

Sono stati inclusi 79 trials a cui hanno partecipato 6462 persone; 4 sono stati valutati a basso rischio di bias. Nella maggior parte dei trial si osservava un miglioramento dei sintomi associati all’uso di cannabinoidi ma molte di queste associazioni non erano significative dal punto statistico. In confronto al placebo i cannabinoidi erano associati con una diminuzione dei sintomi di nausea e vomito conseguenti la chemioterapia, una riduzione del dolore misurata con una scala apposita e del livello di spasticità rilevato con la scala di Ashworth. Si è anche osservato un aumento degli effetti avversi a breve termine. Quelli più comuni comprendevano vertigini, secchezza delle fauci, nausea, astenia, sonnolenza, euforia, vomito, disorientamento, indolenza, confusione, perdita di equilibrio e allucinazioni.

In conclusione vi sono prove di qualità discreta a favore dell’uso di cannabinoidi per il trattamento del dolore cronico e della spasticità. Vi sono prove di qualità bassa a favore di un’associazione positiva tra l’uso di questi farmaci e il miglioramento dei sintomi di nausea e vomito causati dalla chemioterapia, aumento di peso nelle persone affette da HIV, per il miglioramento dei disordini del sonno e per la sindrome di Tourette. L’uso di cannabinoidi è anche associato ad alcuni effetti avversi a breve termine

 

 

Whiting PF, Wolff RF, Deshpande S, Di Nisio M, Duffy S, Hernandez AV, Keurentjes JC, Lang S, Misso K, Ryder S, Schmidlkofer S, Westwood M, Kleijnen J. Cannabinoids for Medical Use: A Systematic Review and Meta-analysis. JAMA. 2015 Jun 23-30;313(24):2456-73. doi: 10.1001/jama.2015.6358.


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