Rapporto sulla ricostruzione degli infortuni mortali in Regione Piemonte. Anni 2005-2006.
a cura di Osvaldo Pasqualini, Servizio di Epidemiologia ASL TO3

Introduzione

Lo scorso 9 giugno è stato presentato a Torino il rapporto sulla ricostruzione degli infortuni mortali accaduti in Regione Piemonte nel biennio 2005-2006.
Il rapporto si propone l’obiettivo di illustrare i risultati sulla raccolta dei dati sugli infortuni mortali indagati e ricostruiti dai Servizi di Prevenzione e Sicurezza negli Ambienti di Lavoro (SPreSAL) del Piemonte.
Nel 2002-2004, la Regione Piemonte aveva partecipato al Sistema Nazionale di Sorveglianza Epidemiologica degli Infortuni sul Lavoro. Conclusa la fase sperimentale si è ritenuto utile dare continuità e rendere permanente questo sistema confermando la metodologia già utilizzata e prevedendo, nell’ambito del Piano Regionale di Prevenzione, la costituzione del Sistema di Sorveglianza sugli Infortuni Mortali della Regione Piemonte.

Risultati

Su 286 decessi accaduti in ambiente lavorativo, 95 sono stati ricostruiti secondo il protocollo “Sbagliando s’impara”, e sono stati inseriti nell’archivio nazionale ISPESL. I risultati di queste analisi sono presentate nel rapporto allegato, mentre gli elementi essenziali del modello ‘Sbagliando s’impara’ sono proposti in appendice.

Ancora una volta il comparto delle costruzioni risulta il più esposto agli infortuni mortali: nei due anni di osservazione gli eventi nel comparto sono stati oltre un terzo del totale (35%); segue il settore agricolo con il 28% degli infortuni, il trasporto-magazzinaggio con il 9% e il comparto della produzione di metalli e fabbricazione di prodotti in metallo con il 6%. La maggioranza degli infortuni mortali sono accaduti a lavoratori di piccole o piccolissime aziende; infatti il 61% dei lavoratori vittime di infortunio mortale operava all’interno di imprese con meno di 10 addetti. Le vittime degli infortuni sul lavoro in Piemonte sono solamente per circa il 50% lavoratori dipendenti o ad essi assimilati mentre sono nel 24% lavoratori autonomi o datori di lavoro.
La drammatica classifica delle situazioni lavorative da cui sono derivati infortuni sul lavoro mortali è guidata, come atteso, dalla caduta dall’alto dell’infortunato (34 casi), seguita dalla caduta di gravi sull’infortunato e dal contatto con oggetti, mezzi, veicoli in movimento nella loro abituale sede. In 13 eventi l’infortunio è accaduto nella variazione della marcia di un mezzo di trasporto (in sostanza si tratta di ribaltamento dei mezzi); ben 6 infortuni, nei due anni presi in considerazione, sono di natura elettrica, tre per contatto diretto ed altrettanti per contatto indiretto.
Alla luce dell’esperienza consolidata si possono evidenziare alcuni elementi di particolare rilievo nella prospettiva di miglioramento di un sistema che si fonda, a partire dal nome stesso, sul meccanismo virtuoso dell’apprendimento basato sugli errori commessi.

Gli aspetti più importanti sono

  • l’insieme dei casi raccolti fornisce una rappresentazione degli infortuni mortali sul lavoro che non sempre coincide con le precedenti aspettative;
  • l’immagine di quanto i SPreSAL operino sui casi mortali in occasione di lavoro restituita dall’osservazione dei casi dipinge un quadro con molti vuoti in quanto solo una quota minoritaria dei casi viene indagata;
  • la conferma della tendenza, anzi della prassi, della maggior parte dei Servizi, ad indagare gli infortuni mortali sul lavoro prevalentemente per ragioni di giustizia, mentre sembra passare in secondo ordine l’esigenza di raccogliere elementi con finalità di prevenzione;
  • il confronto tra le informazioni provenienti da fonti diverse induce a ritenere non sempre affidabili le codifiche predisposte da INAIL per la descrizione delle modalità di accadimento degli infortuni;
  • l’incertezza su quanti siano gli infortuni sul lavoro mortali, su quali siano in occasione di lavoro e quanti avvengano su “strada” o “in itinere”, rendono privi di significato confronti a breve su incrementi/decrementi di questa particolare casistica ed a maggior ragione sul significato di tali variazioni.


Ulteriori informazioni e approfondimenti sono disponibili all’interno del rapporto, nella cui appendice si è inserito un estratto del modello “Sbagliando s’impara” e la scheda di raccolta delle informazioni corredata delle tabelle di classificazione.


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