Crisi economica in Europa, aumento dei suicidi e conseguenze sulla salute mentale
a cura di Marina Penasso, Dors

Nel 2008, l'Europa è entrata in un periodo di crisi finanziaria senza precedenti a seguito di una crisi economica globale. Diversi paesi dell'Unione Europea hanno affrontato il calo del prodotto interno lordo (PIL) e l'aumento del debito pubblico, mentre le singole famiglie hanno sperimentato l’insicurezza finanziaria creata dalla perdita dei posti di lavoro e dai salari ridotti. La situazione è peggiorata all’inizio del 2010.

La Grecia (seguita pochi mesi dopo da Irlanda, Portogallo e Cipro) è diventata il primo paese UE a ricevere un pacchetto di salvataggio congiunto da parte del Fondo Monetario Internazionale, dall'Unione Europea e dalla Banca Centrale Europea.
L'effetto della crisi finanziaria sui sistemi sanitari europei era inevitabile. I singoli Paesi hanno adottato politiche diverse e molti hanno risposto alla crisi riducendo drasticamente i loro bilanci sanitari.

 

Scopo dello studio

Lo scopo dello studio è stato quello di identificare sistematicamente, valutare criticamente, e sintetizzare le evidenze empiriche sull'impatto della crisi finanziaria in Europa sullo stato di salute mentale.

Risultati

Dallo studio, che ha preso in considerazione pubblicazioni comprese fra gennaio 2008 e dicembre 2015, è emerso che la correlazione esiste: vi è stato un significativo aumento dei disturbi legati alla sfera della salute mentale e anche un sensibile aumento di suicidi, pur tenendo conto delle differenze fra i diversi paesi (la Spagna e la Grecia hanno fatto registrare il maggior numero di casi). La mortalità generale non ha invece fatto registrare un incremento e la sua tendenza rimane decrescente.

I ricercatori della Stanford University in California e della City University di Londra, coinvolti nello studio, imputano l’aumento delle patologie mentali al fatto che i servizi sanitari dei paesi dell’Unione Europea presi in esame hanno subito dei grandi tagli finanziari e i fondi destinati alla Sanità Pubblica hanno subito, in generale, le conseguenze delle misure di austerità adottate durante la crisi. Proprio questa crisi ha fatto sì che molte persone siano state oggetto di licenziamento o abbiano visto decurtare i propri stipendi.

La revisione ha messo in luce quali fasce della popolazione siano state maggiormente danneggiate dalla crisi, ovvero gli uomini in età lavorativa che hanno fatto registrare il più alto tasso di suicidi. I disturbi mentali, in generale, hanno invece colpito maggiormente il sesso femminile.

Vittime della crisi sono state anche le fasce più deboli della popolazione, ossia le persone immigrate (soprattutto quelle senza permesso di soggiorno) e quelle con un livello di istruzione basso, creando, rispetto alla salute, ulteriori diseguaglianze sociali come conseguenza della riduzione della possibilità di accesso alle cure mediche. Questi risultati risultano coerenti con gli studi precedenti che hanno mostrato gli effetti peggiori sui gruppi che non hanno protezione sociale.

Uno studio italiano

Nella revisione è stato selezionato uno studio italiano pubblicato nel 2014[1].   Nello studio vengono individuati 548 decessi imputabili a disordini mentali e comportamentali riconducibili alla congiuntura finanziaria in Italia. Licenziamenti e reddito basso possono essere considerati la causa delle morti in più, rispetto agli anni precedenti, registrate nel periodo che va dal 2007 al 2010. I ricercatori hanno stimato che il 22,4% di questi decessi potrebbero essere attribuiti alla perdita di reddito e il 16,4% alla disoccupazione.

Conclusioni

Nonostante l’immenso interesse suscitato dalle conseguenze della crisi finanziaria in Europa, il suo impatto sui risultati per la salute è ancora poco chiaro.

La revisione mostra comunque che la crisi finanziaria in Europa sembra aver avuto effetti eterogenei sui risultati di salute, con la prova di essere più consistente per tasso di suicidi e per le conseguenze negative sulla salute mentale.

La fase successiva, affermano i ricercatori, sarà quella di mettere in piedi studi empirici più approfonditi per analizzare i meccanismi sottesi alla crisi che influenzano lo stato di salute, in modo tale da creare azioni di contrasto per diminuire gli effetti negativi delle crisi economiche che spesso sono individuabili solo nell’arco di molti anni.

Bibliografia


TAG ARTICOLO