La formazione in promozione della salute: una scommessa nella ASL TO4
a cura di Gabriella Bosco, Struttura Semplice Dipartimentale Promozione della Salute ASL TO4, Simonetta Lingua, DoRS

Premessa

Il Piano Regionale della Prevenzione 2010-2012 della Regione Piemonte (PRP) ribadisce l’importanza della formazione come iter necessario all'acquisizione di competenze specifiche. La Direzione Integrata della Prevenzione (DIP) della ASL TO4, per la scrittura e realizzazione del Piano Locale della Prevenzione (PLP), nel 2010 presenta una proposta organizzativa con la costituzione di otto gruppi di lavoro tematici, che rispondono ai criteri di integrazione tra servizi, multidisciplinarietà, intersettorialità e omogeneità territoriale.
Si pone sin da subito l’esigenza di rendere effettiva l’integrazione e la collaborazione tra servizi professionalmente e territorialmente ancora troppo distanti, e si individua la formazione quale strumento cardine per avviare questa collaborazione, per dare corpo al tentativo di regia delle attività preventive messe in campo dall’ASL nella sua interezza.
La scelta della progettazione di un percorso formativo sui temi della promozione della salute è destinata a conseguire apprendimenti specifici e a produrre un vero e proprio ‘apprendimento organizzativo’ dei Servizi che si occupano, in modo diverso, di prevenzione.
Il piano di formazione risponde inoltre alle esigenze degli operatori sanitari che lavorano su progetti di promozione della salute di avere momenti formativi e di confronto concreti.

Nel 2011
dunque la SSD Promozione della salute provvede a formare circa 120 operatori nelle 6 edizioni del corso di I livello intitolato “Teorie e Metodi della Promozione della Salute”, nel quale vengono coinvolti vari servizi ospedalieri (cardiologia, pneumologia, farmacia, laboratorio analisi, dialisi, chirurgia, pronto soccorso), e del territorio (SerT, psichiatria, dipartimento materno infantile, assistenza domiciliare, distretto, farmacia), il servizio medico competente e il servizio prevenzione e protezione.
Al termine del corso nella prova di apprendimento dei partecipanti si chiede di dichiarare il proprio interesse a lavorare sui temi della promozione della salute sia in ambito professionale sia come cittadini e a fare proposte concrete di sviluppo di tale attività.
La registrazione di tali interessi e proposte costituisce un “database” sia di operatori sensibili sia di idee progettuali.

Nel 2012 la realizzazione del progetto diventa uno degli obiettivi di Miglioramento della Qualità della SSD Promozione della Salute, con lo scopo di portare la promozione della salute all’interno delle attività degli stessi, attraverso un loro coinvolgimento attivo in qualità di “moltiplicatori” dell’azione preventiva relativa alle iniziative di promozione della salute già in essere.

Nello stesso anno vengono attuate ulteriori 5 edizioni del corso di I livello e contestualmente viene avviato un laboratorio formativo con le caratteristiche della formazione sul campo (FSC), che rappresenta un corso di II livello e che richiede un considerevole impegno dei partecipanti, portando però al conseguimento di 31 dei 50 crediti previsti per l’anno.
Di seguito si descrive e analizza specificatamente questa nuova esperienza formativa per la quale, sin dalle prime battute, è stato necessario avvalersi di competenze esterne per la progettazione e la supervisione del progetto formativo fornite dal Centro di Documentazione DoRS.

Percorso formativo sul campo (FSC)

Nell’ambito di questa formazione sul campo, al fine di creare un reale miglioramento delle attività delle strutture coinvolte in attività di promozione della salute, sono stati reclutati, sia alcuni partecipanti del corso di I livello (50%) sia alcuni membri dei gruppi tematici a sostegno del PLP (50%).
La partecipazione a gruppi di miglioramento comporta attività per lo più multiprofessionali e multidisciplinari organizzate all’interno del contesto lavorativo in questo caso con la finalità della promozione alla salute.
L’attività svolta nell’ambito dei lavori del gruppo viene documentata e si rende necessario un momento di formazione sul campo dove si possa progettare e/o valutare progetti ed interventi portando gli operatori di territori diversi a doversi confrontare sulle prassi di lavoro, sulle specifiche e proprie peculiarità organizzative e su stili di conduzione delle attività. Lavorare fianco a fianco in un gruppo di pari produce così un apprendimento sia individuale che organizzativo.

Metodo

La Direzione Integrata della Prevenzione invia una e-mail informativa a tutti i partecipanti del corso di primo livello in cui si raccolgono i dati utili alla selezione (ruolo, area di interesse e attività di promozione effettivamente realizzabili nel servizio di appartenenza). In seguito, invia una lettera ai direttori delle strutture complesse e semplici interessate, per informare rispetto alla realizzazione del corso e rendere possibile la partecipazione di personale che possa effettivamente condurre le attività sul campo.

Per soddisfare le esigenze formative e coordinare i contributi dei formatori/facilitatori all’interno dell’intero percorso, per il gruppo della SSD Promozione della salute viene prevista un’attività preliminare di team building che consenta un adeguato livello di attività/formazione sul campo. Si affianca quindi alla supervisione metodologica (DoRS), una formazione specifica da parte di un formatore esterno esperto in sviluppo organizzativo e Teatro d’Impresa, per creare un vero e proprio team che abbia una adeguata competenza e consuetudine a lavorare in gruppo e che possa fare da facilitatore nei processi formativi.

Il gruppo in formazione, coadiuvato dai facilitatori, ha partecipato esso stesso ad un momento preliminare di team building in un contesto di formazione esperienziale presso il Parco Naturale del lago di Candia (outdoor training), partner di alcune attività di Promozione della salute della ASL TO4.
L’idea centrale del progetto formativo è un percorso a tappe in cui, si alternano incontri in aula di confronto e progettazione con momenti strutturati autonomamente dai sottogruppi (due gruppi sul tabagismo, un gruppo su alimentazione e un gruppo su attività fisica) in cui poter fare ricerca, studiare il Piano Locale della Prevenzione, approfondire la progettazione e fare esperienze sul campo relative all’ambito scelto.

In particolare, la programmazione dell’attività d’aula prevede:
modulo 1 – introduzione e attività di team building
modulo 2 – analisi dei bisogni                                                                       
modulo 3 – progettazione (definizione obiettivi e programmazione operativa)                        
modulo 4 – valutazione 1 (processo e risultato)                                
modulo 5 – valutazione 2 (team building)

Risultati

Si sottolinea come l’attività preliminare di team building e l’adozione di un metodo di lavoro basato sulla definizione di obiettivi e dei ruoli all’interno dei gruppi in formazione abbia pagato in termini di efficienza dei gruppi stessi, capaci di affrontare in modo quasi autonomo le attività.
I formatori e il supervisore hanno rilevato come la gestione delle giornate d’aula sia stata soddisfacente, anche quando sono stati accorpati i due gruppi “fumo” e il gruppo “attività fisica” e “alimentazione”. Questa modalità è stata vissuta dai partecipanti come una opportunità e ha consentito ai presenti lo scambio di impressioni, l’individuazione di risorse e affinità utili a risolvere le criticità incontrate nello sviluppo delle diverse attività.

Nel gruppo sull’ “attività fisica” è stato individuato il bisogno di una comunicazione volta ad attivare alleanze per valorizzare le risorse umane presenti.
Nei gruppi “fumo” si sono stabilite utili sinergie e collegamenti tra i progetti già in corso e i servizi che li attuano.
Nel gruppo “alimentazione” è stata affrontata la possibilità di miglioramento reciproco dei progetti seguiti.

Durante il corso di formazione sul campo sono nate per esempio alcune attività progettuali concrete:

  • corso di counselling breve per la disassuefazione dal fumo, che ha messo in rete il servizio del medico competente, i consultori, e i CTT (Centri di Trattamento Tabagismo) e la cui realizzazione permetterà sia di fare counselling ai dipendenti, sia alle donne in gravidanza e migliorare l’accesso ai CTT;
  • progetto sulla prevenzione della malnutrizione nelle case di riposo, sviluppato da SS Prevenzione Nutrizionale SIAN Dipartimento di Prevenzione e SS Dietetica e Nutrizione Clinica;
  • progetto “proteggiamo la salute” per la promozione dell’attività fisica dei bambini, attraverso la costruzione di alleanze con insegnanti e genitori e eventi sul territorio.


Alla fine del corso, come esplicitato negli obiettivi, i partecipanti hanno dunque prodotto un elaborato progettuale seguendo i criteri di buone pratiche individuati e riconosciuti a livello nazionale e in futuro saranno in grado, quale ricaduta professionale qualificante, di trasferire le competenze acquisite nella lettura e analisi di altri progetti di promozione della salute.

Direzione Integrata della Prevenzione

In particolare la supervisione metodologica ha permesso di trarre spunti di riflessione sulla necessità di delineare la funzione della Direzione Integrata della Prevenzione, le modalità di lavoro e i ruoli sia dei suoi componenti che dell’intero servizio. Tale riflessione ha condotto ad identificare gli argomenti relativi alla capacity building quale pensiero ispiratore di una revisione delle attività. Con il termine capacity building si fa riferimento a forme di assistenza offerte alle persone e alle organizzazioni (comprese le istituzioni, normalmente governi di paesi in via di sviluppo), che hanno bisogno di sviluppare certe abilità o competenze o, in generale, di far crescere le proprie prestazioni.

La funzione espressa dalla Direzione Integrata della Prevenzione, nell’ambito della capacity building, può essere concepita come la capacità di concentrarsi sulla comprensione degli ostacoli che inibiscono le persone e i servizi a realizzare i propri obiettivi di sviluppo, migliorando quelle abilità che permetteranno loro di conseguire risultati misurabili e sostenibili.

Dal lavoro è emerso che la Direzione Integrata della Prevenzione può svolgere la funzione di comunicazione e diffusione delle attività di prevenzione e in particolare potrebbe:

  • rendere visibile a tutti i soggetti potenzialmente interessati il lavoro svolto, anche attraverso la scrittura di un articolo e di un report da valorizzare sul sito dell’ASL e su tutti i canali di comunicazione utili;
  • costruire una valutazione di processo al proprio interno per monitorare gli sviluppi e i cambiamenti intercorsi dall’inizio della costituzione della direzione integrata ad oggi, rendendolo permanente nel tempo;
  • possibilità di rileggere la funzione della stessa direzione integrata in relazione alla capacity building degli operatori che a vario titolo si occupano di promozione della salute.

Sviluppo

I contributi dei partecipanti e le proposte del supervisore e dei docenti consentono di delineare un quadro ricco di possibili integrazioni e relazioni che necessita di un attento presidio nel tempo, per cui si propone di protrarre la formazione (follow up) anche nel 2013 con brevi sessioni (laboratori di 4 ore) che consentano anche il continuo scambio e confronto di esperienze.

Questa proposta potrà considerarsi un “filo rosso” sul quale innestare le riflessioni che scaturiranno dal gruppo in formazione e dai partecipanti al gruppo stili di vita del PLP e che avrà la possibilità di esplicitare le proprie idee e necessità relative al proseguimento del lavoro.

Conclusione

TEMPO DI CRISI: TEMPO DI FORMAZIONE? Sembra proprio che in un momento in cui mancano le risorse materiali, la lungimiranza di una ASL che punta sulla formazione come metodo per raggiungere gli obiettivi aziendali richiesti dal Piano Regionale della Prevenzione e declinati nel Piano Locale della Prevenzione, attraverso la valorizzazione delle proprie risorse umane, sia una risposta concreta su cui continuare ad investire.

DoRS come supervisore metodologico offre quindi la rilettura dell’esperienza in chiave di buona pratica organizzativa, dove la Direzione Integrata della Prevenzione, trova l’autorevolezza di perseguire i propri compiti di governance attraverso lo strumento della formazione sul campo che diventa un “luogo” che permette di:

  • pensare e ripensare in modo strutturato al proprio operato,
  • ragionare in gruppo anche avendo visioni differenti,
  • giocare dei ruoli in una situazione protetta, con il sostegno di personale esperto sia in promozione della salute che in percorsi formativi.


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