Conciliare lavoro e cura dei figli: gli effetti sul rischio di infarto tra le donne.
a cura di Luisella Gilardi, DoRS; Angelo d'Errico, Servizio Sovrazonale di Epidemiologia ASL TO3, Regione Piemonte

Lo studio

Negli ultimi decenni l’occupazione femminile in Italia è notevolmente cresciuta. Nel 2008, prima dell’inizio della crisi economica le donne occupate erano 9 milioni e 341 mila, circa 1 milione e 694 mila in più rispetto al 1993.

Il recente rapporto dell’OCSE: How is Life?2013. Measuring well being, rileva che le donne italiane sono quelle che dedicano il maggior numero di ore al lavoro domestico e alla cura dei figli tra quelle che vivono nei 28 paesi considerati: sono infatti impegnate per circa 36 ore a settimana in queste attività, 22 ore in più rispetto agli uomini e 4 ore in più rispetto alla media dei paesi OCSE (tra le donne). Sommando le ore di lavoro in casa e fuori casa (retribuito) le donne italiane lavorano 58 ore a settimana contro le 47 degli uomini.

Vi è poi una terza componente a rendere difficile la conciliazione tra lavoro retribuito e lavoro domestico (compresa la cura dei figli) ovvero la carenza di supporti per l’assistenza alle famiglie con figli: nel 2008 la spesa dei comuni per l’assistenza alle famiglie con figli è stata di soli 115 euro per componente all’anno e, sempre nello stesso anno, solo il 18% dei bambini con meno di due anni ha usufruito di asili nido e altri servizi integrativi.

Le donne italiane sono dunque sottoposte ad un notevole carico di lavoro, essendo, loro malgrado, il principale riferimento per la rete informale di aiuto nelle famiglie. Questa condizione può avere effetti sulla salute.

Due studi, entrambi statunitensi, avevano messo in evidenza l’esistenza di un legame tra le responsabilità legate alla cura dei figli e l’insorgere di malattie coronariche: nel Framingham Heart Study emerge che il rischio di malattia coronarica si raddoppia nelle donne occupate con più di 2 figli, rispetto a quelle senza figli; nel Nurses’ Health Study, si registra una relazione significativa (seppur marginalmente) tra il rischio di malattia coronarica e la cura dei figli da parte delle donne occupate che gestiscono i figli per più di 21 ore a settimana.

In questo contesto si inserisce lo studio di D’Ovidio e collaboratori che ha lo scopo di valutare: i) se la combinazione tra lavoro retribuito e cura dei figli comporti un aumento del rischio di malattia coronarica tra le donne residenti a Torino; ii) se il rischio di malattia coronarica differisca in relazione al genere dei figli.

E’ uno studio di coorte; sono state selezionate le donne che avevano tra i 25 e i 50 anni al censimento del 2001, residenti a Torino in famiglie mononucleari – caratterizzate cioè solo dalle presenza della coppia (o del monogenitore donna) con o senza figli, per un totale di circa 110 mila donne. Questa popolazione è stata seguita nel tempo e monitorata per un primo ricovero o morte per malattia coronarica (ICD IX: 410-414) attraverso l’archivio regionale dei ricoveri ospedalieri e l’archivio di mortalità cittadino per 9 anni: dal 2002 al 2010. Sono state escluse le donne che avevano avuto ricoveri precedenti per le stesse cause.

I risultati mostrano che tra le donne occupate il rischio di malattia coronarica aumenta in misura significativa del 20% per ogni figlio ed è significativamente più elevato tra le donne occupate con almeno tre figli (RR=2.30; 95% IC =1.26-4.21). Se si esamina separatamente il genere dei figli, nelle donne occupate la presenza di almeno 2 figli maschi nel nucleo familiare raddoppia significativamente il rischio di malattia coronarica (RR=2.14; 95% IC =1.43-3.22), rispetto a quelle occupate senza figli. Al contrario, tra le occupate non si osservano eccessi di rischio relativi alla presenza di figlie femmine nel nucleo familiare.Inoltre, tra le donne non occupate la presenza di figli non aumenta il rischio di malattia coronarica, indipendentemente dal genere dei figli.

Questo studio rappresenta l’unico contributo in Italia sulla relazione tra “doppio carico”della donna e rischio di sviluppare una malattia coronarica. I risultati confermano l’ipotesi che la conciliazione tra lavoro retribuito e domestico di cura dei figli incida sulla probabilità di sviluppare una malattia coronarica, suggerendo inoltre che è in particolare il lavoro di cura dei figli maschi ad incrementare il rischio; cosa che non ha precedenti in letteraturaconclude Fabrizio D’Ovidio, autore dello studio.

 

  1.  D'Ovidio F, Scarinzi C, Costa G, d'Errico A. L’effetto della conciliazione tra lavoro e cura dei figli sull’incidenza della  malattia coronarica nelle donne torinesi. Atti del XXVII Congresso dell’Associazione Italiana di Epidemiologia, Roma 4-6 novembre 2013
  2. Slide della presentazione dello studio: D'Ovidio F, Scarinzi C, Costa G,d'Errico A. L’effetto della conciliazione tra lavoro e cura dei figli sull’incidenza della  malattia coronarica nelle donne torinesi,  al XXVII Congresso dell’Associazione Italiana di Epidemiologia, Roma 4-6 novembre 2013

Riferimenti bibliografici e contatti

Brisson C, Laflamme N, Moisan J, Milot A, Mâsse B, Vézina M. Effect of family responsibilities and job strain on ambulatory blood pressure among white-collar women. Psychosom Med. 1999 Mar-Apr;61(2):205-13

Haynes SG, Feinleib M. Women, work and coronary heart disease: prospective findings from the Framingham heart study. Am J Public Health. 1980 Feb;70(2):133-41.

Lee S, Colditz G, Berkman L, Kawachi I. Caregiving to children and grandchildren and risk of coronary heart disease in women. Am J Public Health. 2003 Nov;93(11):1939-44

OECD (2013). How's life? 2013 Measuring well-being. OECD Publishing 

Sabbadini L. Relazione “Il lavoro femminile in tempo di crisi”.Istat. Atti del Convegno Stati Generali sul lavoro in Italia, CNEL, Parlamentino, 2 febbraio 2012 

 

Contatti

Per maggiori informazioni sui risultati dello studio è possibile contattare:

Angelo d'Errico, Servizio Sovrazonale di Epidemiologia, ASL TO3, Regione Piemonte

angelo.derrico@epi.piemonte.it


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