Keyword : EMPOWERMENT

Selezione tema : Salute mentale

Amering M, et al. Recovery in Austria: Mental health trialogue. International Review of Psychiatry, February 2012; 24(1): 11–18

Il modello del “trialogo” nasce in Europa agli inizi del 2000, grazie ai movimenti auto-organizzati di utenti ed ex utenti dei servizi psichiatrici che denunciano pubblicamente la mancanza di “umanità” del sistema psichiatrico, dovuta a un’assenza di dialogo e considerazione nei confronti della persona con problemi di salute mentale.


 In tal modo, esso contribuisce a un cambiamento di prospettiva da una cultura medica tradizionale (di tipo paternalista) a una cultura basata sulla collaborazione, la partecipazione, l’empowerment; promuovendo il coinvolgimento attivo degli utenti dei servizi di salute mentale e dei loro familiari/amici, il trialogo garantisce


a) lo sviluppo di prassi/ricerche nell’ambito dei servizi di cura/terapia orientate al “recupero” (recovery) della persona e delle sue risorse


b) il riconoscimento del valore dell’esperienza di utenti/familiari


c) il consolidamento di un nuovo tipo di relazione operatori – utenti/familiari con focus sulle scelte individuali e la condivisione delle decisioni


d) la scoperta di nuove modalità di comunicazione al di là dei ruoli stereotipati di medico, “paziente”, caregiver


 Il “trialogo” riguarda la comunicazione tra i tre principali gruppi di individui che hanno a che fare con i problemi/disturbi psichiatrici nell’ambito del sistema della salute mentale: le persone con grande sofferenza psichica, i loro familiari e amici, i professionisti sanitari.


 Il modello si articola in incontri e seminari, che si svolgono in “contesti neutri” (esterni perciò ai setting familiari, istituzionali, terapeutici) e prevede una modalità di comunicazione “tra pari” che coinvolge utenti, familiari e amici, operatori sanitari.


 L’obiettivo principale degli incontri di trialogo è comunicare e discutere – in maniera aperta - dell’esperienza del disturbo mentale, delle sue conseguenze, e del modo di affrontare/gestire la situazione.


 Per quanto riguarda l’adozione e l’uso del modello del trialogo in Europa:



  • l’ Austria è uno dei Paesi pionieri rispetto all’adozione del modello del trialogo, ha iniziato infatti nel 1994



  • ancora prima (fine anni ’80) la Finlandia aveva avviato una sperimentazione nazionale di un modello di trattamento psichiatrico pubblico per i pazienti schizofrenici e le loro famiglie, caratterizzato da estreme adattabilità e flessibilità (una terapia “su misura”), che ha poi dato vita al metodo del "Dialogo Aperto” (Open Dialogue) di Seikkula
    in Germania gli incontri di trialogo e gli “psico-seminari” sono ormai diffusi, si svolgono secondo regole comuni, e nel 2005 erano seguiti da più di 5000 persone, suddivise in 150 gruppi dislocati su aree urbane e rurali (Bock and Priebe, 2005)

  • negli ultimi anni sono nati gruppi di trialogo anche in Polonia, Francia e Irlanda. In particolare si è recentemente costituito il network irlandese (MHTNI – Mentale Health Trialogue Network Ireland) che nel 2011 ha elaborato e diffuso delle linee guida per la realizzazione di interventi col metodo del trialogo nell’ambito dei servizi di salute mentale .


EPHA (Alleanza Europea per la Salute Pubblica)

EPHA (Alleanza Europea per la Salute Pubblica) è la piattaforma europea che riunisce le organizzazioni che si occupano di salute pubblica quali i professionisti, i gruppi di pazienti/utenti, le ONG dedicate alla promozione della salute e alla prevenzione delle malattie, i gruppi accademici e altre associazioni.  La mission di EPHA è “proteggere” e promuovere la salute pubblica in Europa a livello di programmi politici e società civile.  I suoi membri (provenienti dai livelli locale, regionale, nazionale, europeo) si occupano di condividere/diffondere informazioni e mettere in primo piano i temi di salute nei confronti dei cittadini e dei decisori politico-istituzionali europei attraverso:
- lo sviluppo di competenze di salute sul territorio europeo
- l’empowerment a livello di salute pubblica nelle comunità