Amering M, et al. Recovery in Austria: Mental health trialogue. International Review of Psychiatry, February 2012; 24(1): 11–18a cura di Pubblicato il 23 Marzo 2016Aggiornato il 23 Marzo 2016Sintesi di studi/reviewIl modello del “trialogo” nasce in Europa agli inizi del 2000, grazie ai movimenti auto-organizzati di utenti ed ex utenti dei servizi psichiatrici che denunciano pubblicamente la mancanza di “umanità” del sistema psichiatrico, dovuta a un’assenza di dialogo e considerazione nei confronti della persona con problemi di salute mentale. In tal modo, esso contribuisce a un cambiamento di prospettiva da una cultura medica tradizionale (di tipo paternalista) a una cultura basata sulla collaborazione, la partecipazione, l’empowerment; promuovendo il coinvolgimento attivo degli utenti dei servizi di salute mentale e dei loro familiari/amici, il trialogo garantisce a) lo sviluppo di prassi/ricerche nell’ambito dei servizi di cura/terapia orientate al “recupero” (recovery) della persona e delle sue risorse b) il riconoscimento del valore dell’esperienza di utenti/familiari c) il consolidamento di un nuovo tipo di relazione operatori – utenti/familiari con focus sulle scelte individuali e la condivisione delle decisioni d) la scoperta di nuove modalità di comunicazione al di là dei ruoli stereotipati di medico, “paziente”, caregiver Il “trialogo” riguarda la comunicazione tra i tre principali gruppi di individui che hanno a che fare con i problemi/disturbi psichiatrici nell’ambito del sistema della salute mentale: le persone con grande sofferenza psichica, i loro familiari e amici, i professionisti sanitari. Il modello si articola in incontri e seminari, che si svolgono in “contesti neutri” (esterni perciò ai setting familiari, istituzionali, terapeutici) e prevede una modalità di comunicazione “tra pari” che coinvolge utenti, familiari e amici, operatori sanitari. L’obiettivo principale degli incontri di trialogo è comunicare e discutere – in maniera aperta - dell’esperienza del disturbo mentale, delle sue conseguenze, e del modo di affrontare/gestire la situazione. Per quanto riguarda l’adozione e l’uso del modello del trialogo in Europa: l’ Austria è uno dei Paesi pionieri rispetto all’adozione del modello del trialogo, ha iniziato infatti nel 1994 ancora prima (fine anni ’80) la Finlandia aveva avviato una sperimentazione nazionale di un modello di trattamento psichiatrico pubblico per i pazienti schizofrenici e le loro famiglie, caratterizzato da estreme adattabilità e flessibilità (una terapia “su misura”), che ha poi dato vita al metodo del "Dialogo Aperto” (Open Dialogue) di Seikkula in Germania gli incontri di trialogo e gli “psico-seminari” sono ormai diffusi, si svolgono secondo regole comuni, e nel 2005 erano seguiti da più di 5000 persone, suddivise in 150 gruppi dislocati su aree urbane e rurali (Bock and Priebe, 2005) negli ultimi anni sono nati gruppi di trialogo anche in Polonia, Francia e Irlanda. In particolare si è recentemente costituito il network irlandese (MHTNI – Mentale Health Trialogue Network Ireland) che nel 2011 ha elaborato e diffuso delle linee guida per la realizzazione di interventi col metodo del trialogo nell’ambito dei servizi di salute mentale . DOWNLOAD & LINKArticolo (full text in lingua inglese)Linee guida per la realizzazione di interventi con il metodo del trialogo (in lingua inglese)TAG ARTICOLOEMPOWERMENT; OPEN DIALOGUE; PARTECIPAZIONE DEL PAZIENTE; PAZIENTI PSICHIATRICI; TERAPIE PSICOLOGICHE;