L'adolescenza è una fase critica della vita per la salute mentale e l'ansia, una sfida emergente per gli adolescenti. Sono necessari interventi psicoeducativi per promuovere l'alfabetizzazione alla salute mentale (MHL) e l’ansia negli adolescenti. Lo studio mirava a testare l'esito di uno studio su vasta scala: miglioramento dei componenti MHL dell'ansia degli adolescenti, strategie di prevenzione e strategie di auto-aiuto. L'intervento psicoeducativo ProLiSMental consiste in quattro o otto sessioni settimanali di 90 o 45 minuti per adolescente, utilizzando diversi metodi e tecniche pedagogiche attive. Ci sono anche sessioni iniziali e finali con adolescenti, tutori legali e insegnanti. C'è stato un miglioramento significativo con una dimensione dell'effetto da piccola a relativamente forte in molte dimensioni dei componenti MHL dell'ansia. Questo studio suggerisce la progressione verso lo studio su vasta scala e valorizza l'importante ruolo degli infermieri psichiatrici e della salute mentale nell'empowerment degli adolescenti per MHL nelle scuole.
Morgado, Tânia, Luís Loureiro, Maria A. Rebelo Botelho, Maria I. Marques, José R. Martínez-Riera, and Pedro Melo. 2021. "Adolescents’ Empowerment for Mental Health Literacy in School: A Pilot Study on ProLiSMental Psychoeducational Intervention" International Journal of Environmental Research and Public Health 18, no. 15: 8022
La review sistematica e metanalisi vuole indagare l’associazione tra le esperienze di deprivazione e l’esposizione a esperienze di minaccia/rischio - durante l’infanzia e l’adolescenza - e una riduzione di un buon “funzionamento psicologico”, ossia una organizzazione di personalità sana ed equilibrata (risultante del rapporto tra le pressioni interne, esercitate dai propri bisogni psicologici ed emotivi, e le sollecitazioni che provengono dall'ambiente).
Sono stati considerati 91 studi, da cui è risultato che episodi di deprivazione durante l’infanzia sono fortemente associati a riduzione di alcuni ambiti del “funzionamento psicologico” quali il controllo degli impulsi e la “memoria operativa” (funzione mnemonica che consente di immagazzinare temporaneamente le informazioni e utilizzarle per svolgere compiti cognitivi complessi come la comprensione del linguaggio, la lettura, le abilità matematiche, di apprendimento o ragionamento); tale correlazione è maggiore rispetto all’impatto di esperienze di minaccia/rischio subite in età evolutiva.
Ne deriva perciò che:
- le avversità affrontate durante periodi precoci della vita sono precursori di funzioni mentali ridotte o deficitarie nei bambini e negli adolescenti;
- coloro che sono esposti a esperienze di deprivazione hanno un maggior rischio di difficoltà nelle “funzioni esecutive” (abilità mentali corrispondenti a funzioni corticali e sotto corticali superiori deputate al controllo e alla pianificazione del comportamento) rispetto a coloro esposti a sole situazioni di minaccia/rischio
Johnson D, Policelli J, Li M, et al. Associations of Early-Life Threat and Deprivation With Executive Functioning in Childhood and Adolescence: A Systematic Review and Meta-analysis. JAMA Pediatr. 2021;175(11):e212511.
Le applicazioni per smartphone ("app") hanno il potenziale per migliorare la scalabilità degli interventi di salute mentale per i giovani, tuttavia, l'efficacia delle app autonome nella gestione della salute mentale rimane poco chiara. La revisione sistematica, con metanalisi, fornisce un riepilogo aggiornato delle prove di alta qualità disponibili. Sono stati selezionati undici studi randomizzati controllati, che coinvolgono un campione aggregato di 1706 adolescenti e giovani adulti (fascia di età da 10 a 35 anni). Gli interventi sulle app hanno prodotto un miglioramento significativo dei sintomi in più risultati. Non è stato possibile stabilire benefici a lungo termine, sebbene studi individuali abbiano riportato tendenze positive fino a 6 mesi dopo. In conclusione: le app per smartphone promettono di essere uno strumento autonomo di autogestione nella fornitura di servizi di salute mentale. Sono necessari ulteriori studi controllati con dati di follow-up per confermare questi risultati e determinare l'impegno e l'efficacia del trattamento tra i diversi gruppi di partecipanti.
Leech T, Dorstyn D, Taylor A, & Li W. (2021). Mental health apps for adolescents and young adults: A systematic review of randomised controlled trials. Children and Youth Services Review, 127, 106073.
Qual è la prevalenza globale di sintomi di ansia e depressione clinicamente elevati nei bambini e negli adolescenti durante il COVID-19? In questa metanalisi di 29 studi, che includevano 80879 giovani a livello globale, le stime di prevalenza aggregate di depressione e ansia clinicamente elevate nei bambini e negli adolescenti erano rispettivamente del 25,2% e del 20,5%. La prevalenza dei sintomi di depressione e ansia durante COVID-19 è raddoppiata, rispetto alle stime prepandemiche, e le analisi hanno rivelato che i tassi di prevalenza erano più alti negli adolescenti più grandi e nelle ragazze. Le stime globali della malattia mentale di bambini e adolescenti osservate nel primo anno della pandemia di COVID-19 in questo studio indicano che la prevalenza è aumentata in modo significativo, continua a rimanere alta e quindi merita attenzione per la pianificazione del recupero della salute mentale. Sono state interrogati quattro database (PsycInfo, Embase, MEDLINE e Cochrane Central Register of Controlled Trials) dal 1 gennaio 2020 al 16 febbraio 2021. Stime aggregate ottenute nel primo anno della pandemia di COVID-19 suggeriscono che 1 giovane su 4 a livello globale sta vivendo sintomi di depressione clinicamente elevati, mentre 1 giovane su 5 sta vivendo sintomi di ansia clinicamente elevati. Queste stime aggregate, che sono aumentate nel tempo, sono il doppio delle stime prepandemiche.
Sebbene la metanalisi sostenga l'urgente necessità di interventi e sforzi di recupero volti a migliorare il benessere di bambini e adolescenti, evidenzia anche che le differenze individuali devono essere considerate quando si determinano gli obiettivi di intervento (ad esempio, età, sesso, esposizione a COVID- 19, fattori di stress). La ricerca sugli effetti a lungo termine della pandemia di COVID-19 sulla salute mentale, compresi studi con misurazioni da pre- a post-COVID-19, è necessaria per aumentare la comprensione delle implicazioni di questa crisi sulle traiettorie di salute mentale dei bambini e degli adolescenti.
Racine N, McArthur BA, Cooke JE, Eirich R, Zhu J, Madigan S. Global Prevalence of Depressive and Anxiety Symptoms in Children and Adolescents During COVID-19: A Meta-analysis. JAMA Pediatr. Published online August 09, 2021.
Il Fondo di Beneficenza di Intesa Sanpaolo ha organizzato il 13 luglio 2021 il seminario online #checovidfatigue, per affrontare il tema del long Covid e della Covid Fatigue legato alle le conseguenze psicologiche del confinamento prolungato causato dalla pandemia.
Obiettivo del seminario era richiamare l’attenzione delle organizzazioni del Terzo settore su questo aspetto ancora poco noto, lanciando contestualmente la proposta di presentazione e finanziamento di progetti innovativi rivolti al contrasto di un disagio che rischia di accentuare le fragilità – e farne nascere di nuove – nei prossimi anni Tornare a una vita normale, per giovani e adulti, per chi ha avuto perdite o chi ha curato i familiari, comporta sforzi e scelte da supportare.
L’incontro è stato moderato da Maria Beatrice Toro, direttrice didattica della Scuola di specializzazione di Psicoterapia Cognitivo Interpersonale SCINT di Roma, e autrice di un libro riguardante proprio il superamento di stress, ansia e rabbia in tempi di pandemia.
Qui di seguito una sintesi degli interventi.
Per quanto riguarda le possibilità di recupero, secondo il dott. Vicari sarà “un’onda lunga”: <<l’aspetto di impulsività sembra aver lasciato segni profondi...insieme alla perdita di prospettiva, al senso di mancanza di futuro (mi è stato tolto un anno e mezzo di vita che non recupererò più, dicono i 14enni)>>. Viene sottolineato che il disturbo mentale in età evolutiva non nasce col COVID-19. Secondo l’OMS, infatti, riguarda il 20% degli adolescenti: <<Sono dati noti da tempo, ma non è mai diventata una priorità, … ci sono attualmente Regioni italiane dove non ci sono posti letto per ragazzi che tentano il suicidio e si ritrovano ricoverati in reparti psichiatrici per adulti con schizofrenici cronici>>.
Sempre secondo il dott. Vicari, a partire dalla sua esperienza, “La richiesta di aiuto è molto alta, la capacità di risposta del servizio sanitario pubblico è scarsa” , sottolineando come nell’80% dei casi le psicoterapie e di sostegno per i minori vengano erogate da strutture private in Italia, ed evidenziando la necessità di una presa in carico di bambini e adolescenti che non dimentichi i genitori e in particolare le madri (impatto di genere della pandemia è stato accertato)
Sono stati citati alcuni documenti istituzionali internazionali ( OMS e IASC, 2020) che hanno tempestivamente dato attenzione alla salute mentale, soprattutto alla luce della definizione di benessere mentale in una visione sistemica (che si esplica nel contesto fisico, ambientale, sociale, laddove è possibile operare per prevenire e mitigare ), per far comprendere come questo tema riguardi tutta la popolazione. E’ stato illustrato il ruolo e l’operato del Gruppo di lavoro Iss Salute mentale ed emergenza Covid-19, in particolare: - la redazione tempestiva delle lndicazioni ad interim dell’ISS, per orientare i servizi: 7 rapporti tecnici preparati in 2 mesi, tenendo conto di alcune vulnerabilità specifiche, in particolare ad esempio la categoria degli operatori sanitari, situati all’interno di strutture che non erano preparate ad affrontare il carico di stress e il forte shock. <<L’esperienza della pandemia può diventare una opportunità per mettere in atto dei suggerimenti per rendere il luogo di lavoro del mondo dell’assistenza più gestibile rispetto allo stress.>> Per individuare i bisogni e i suggerimenti da fornire si è fatto riferimento agli studi e alla letteratura, e sono state avviate alcune indagini qualitative ad hoc all’interno del mondo delle corsie e reparti ospedalieri (laddove erano interdetti i rapporti tra familiari e residenti, e gli operatori sanitari hanno dovuto gestire la perdita/lutto dei propri assistiti e imparare a comunicarlo ai familiari). - Il programma di intervento per non perdere il contatto con il paziente psichiatrico, a maggior rischio di mortalità (in Italia come nel mondo), a partire dall’individuazione di alcune variabili per capire i problemi di discontinuità dell’assistenza (progetto di ricerca con il Ministero della Salute per indagare cosa succede nei territori rispetto ai bisogni di salute mentale e individuare modalità di azione da utilizzare in futuro, al di là della pandemia)
3.Massimo Buratti, psicologo clinico della Fondazione, Soleterre - Strategie di Pace onlus, e consulente tecnico del Fondo nazionale per il supporto psicologico, si è occupato del benessere degli operatori sanitari.
Ha raccontato la prosecuzione del lavoro di supporto psicologico con gli operatori sanitari dell’IRCSS di Pavia, in presenza, soprattutto nei PS e nelle terapie intensive, che ha previsto la presa in carico anche di alcuni familiari: <<L’aspetto più potente di questa situazione è che non c’è un luogo sicuro: si passa dalla paura di contagiarsi alla paura di contagiare i familiari>>. Poiché c’erano molti casi di operatori che non tornavano a casa, sono state predisposte modalità virtuali per mantenere la continuità dei rapporti. A giugno 2020, la fondazione ha cominciato a occuparsi anche di pazienti, persone che avevano subito intubazione e ricovero, che avevano necessità di avere qualcuno presente (pur se con l’aspetto di un astronauta per via dei dispositivi di sicurezza indossati). Grazie al fondo di beneficienza del San Paolo, l’esperienza si è via via estesa ad altre province e ospedali. Alla fine del 2020, con la riapertura delle scuole, l’allarme si è esteso, la delusione è aumentata, su richiesta è stato avviato un intervento in presenza con gli studenti in un istituto comprensivo di Pavia, in remoto, e parallelamente è stato effettuato un supporto psicologico per i genitori,… << arrabbiati e delusi che si sentivano condannati a ripercorrere il trauma dei mesi precedenti … persone che avevano una stanchezza che non avevano recuperato.>> Un intervento analogo è stato realizzato in un istituto scolastico di Taormina, dove la situazione era più critica: mentre in Lombardia lo smart working aveva preservato dei posti di lavoro, in Sicilia ciò non è accaduto, anche perché molte occupazioni sono legate al turismo. Alla domanda se “I progetti possono servire a ricostruire la fiducia? “, lo psicologo risponde: <<Solo facendo cultura si può ricostruire e fare squadra, il nemico è solo uno, il covid, non è lo stato;… fare cultura e non fare contrapposizione è anche non additare chi non mette la mascherina ma capire le ragioni e spiegare e motivare>>, esortando a diventare protagonisti e partecipanti attivi al controllo dell’emergenza, cioè “diventare parte della soluzione anzichè parte del problema”
4.Roberto Vignola, vice direttore di CESVI – Cooperazione e Sviluppo di Bergamo, ha analizzato il tema del mondo degli anziani e del caregiver, evidenziando come la prima risposta all’emergenza covid sia stata sanitaria, poi clinico-assistenziale: sono stati realizzati dei progetti per over 65 su Bergamo e provincia, per rispondere inizialmente ai bisogni primari (es. la spesa); successivamente ci si è organizzati per fornire assistenza psicologica (domiciliare e help line telefonica), estendendo il raggio di azione al supporto digitale per gli over 65 in condizioni socio economiche di fragilità del V municipio di Milano (attraverso un monitoraggio fisico e psicologico con gli operatori del Centro Famiglie del territorio). Si tratta del “Progetto relazioni resilienti”, la cui I fase si è svolta da aprile a giugno 2020 (per coordinatori dei servizi socio assistenziali) e la ll fase (per tutti gli altri operatori) è terminata a fine ’20, una volta terminata la fase acuta dell’emergenza. Il covid ha fatto da detonatore in quelle famiglie già vulnerabili (chiusure e isolamento dovuto al lockdown)
Alcuni concetti-chiave emersi dal dibattito finale tra i relatori ei partecipanti collegati on line: - le criticità riguardanti l’incapacità di controllo dei gesti impulsivi e l’aumento di atti autolesionistici da parte degli adolescenti sono state rilevate da molti insegnanti, anche durante il lavoro/didattica on line, spesso in affiancamento alla sensazione di “genitori che non si accorgono”. La pandemia e i conseguenti “blocchi” ci ricordano che la scuola va vista come agenzia educativa che favorisce la creazione di relazioni positive e la gestione delle emozioni, e che per molti ragazzi è l’unico elemento di supporto. C’è inoltre un gran bisogno di lavorare sull’educazione alla genitorialità: se i genitori educano i propri figli a gestire le emozioni ed essere autonomi, questi ragazzi avranno maggiori probabilità di fronteggiare le situazioni difficili nella propria vita da adulti. I genitori non fungono solo come organizzatori del tempo dei propri figli, ma come educatori.
“Fare cultura”: si è scoperto che il contesto familiare non è garanzia di attenzione e vicinanza; che la scuola non è solo la lezione sui banchi ma anche le pause nei corridoi con i compagni, abbiamo scoperto che il luogo di lavoro (anche l’ospedale) è anche la pacca sulle spalle del coordinatore e la pausa caffè col collega: la relazione, lo spazio che sembra perso è un tempo impiegato a sentirci in relazione e costruire reti. Bisogna saper usare lo smart working e la DAD, comprendendone potenzialità e insidie." Il covid a livello simbolico lascia proprio questa ferita del respirare come fonte di contagio e dell’abbraccio che diventa rischioso, ci toglie il contatto con cui nasciamo, dobbiamo perciò forzarci per tornare nella comunità, in condizioni di sicurezza, senza essere travolti dalla modalità di vita esclusivamente virtuale – che agevola ma non è sostitutiva".
https://group.intesasanpaolo.com/it/sociale/fondo-di-beneficenza
La crisi COVID-19 si è trasformata in una crisi di salute mentale per i giovani:
La salute mentale dei giovani (15-24 anni) è peggiorata in modo significativo nel 2020-21. Nella maggior parte dei paesi, i problemi di salute mentale in questa fascia di età sono raddoppiati o più. Con un supporto adeguato e un intervento tempestivo, i giovani potrebbero essere in grado di ma c'è il rischio che le conseguenze della crisi COVID-19 continuino a gettare un'ombra sulla vita dei giovani e la loro salute mentale;
Le incertezze e gli impatti generali di COVID-19 non hanno colpito tutte le persone nella stessa misura: i giovani avevano dal 30% all'80% di probabilità in più di segnalare sintomi di depressione o ansia e livelli più elevati di solitudine rispetto agli adulti in Belgio, Francia e Stati Uniti nel marzo 2021.
Il sostegno alla salute mentale per i giovani, in particolare nelle scuole, nelle università e nei luoghi di lavoro, è stato gravemente interrotto. I giovani si rivolgono a piattaforme come hotline per la salute mentale e centri giovanili per il supporto, mentre i servizi di salute mentale offrono teleconsulti e forme di assistenza a distanza per mantenere la continuità dei servizi.
La chiusura delle istituzioni educative a tutti i livelli ha contribuito all'indebolimento dei fattori protettivi, comprese le interazioni sociali e di routine quotidiane che aiutano a mantenere una buona salute mentale. I giovani provenienti da contesti svantaggiati sono particolarmente colpiti dalla chiusura delle scuole.
L'impatto del COVID-19 sui mercati del lavoro colpisce in modo sproporzionato i giovani, riducendo le opportunità di lavoro part-time e di apprendimento basato sul lavoro per gli studenti e lasciando i futuri laureati e neolaureati ad affrontare un compito arduo per trovare e mantenere un lavoro, esponendoli a un rischio elevato di sperimentare problemi di salute mentale durante il corso della vita.
È necessaria una risposta politica integrata, come richiesto dalla Raccomandazione OCSE sulla salute mentale, le competenze e la politica del lavoro integrate, per proteggere la salute mentale dei giovani, sia ora sia a lungo termine:
Un supporto aggiuntivo per la salute mentale - attraverso la diffusione di informazioni, servizi telefonici o online e un accesso più facile ai servizi di persona - dovrebbe essere una priorità per i giovani e, laddove i servizi di supporto alla salute mentale nelle scuole e nelle università non possono essere ripristinati, è necessario trovare alternative con urgenza;
Il sostegno ai giovani a rischio di abbandono scolastico, compresi i giovani con esperienza di problemi di salute mentale, dovrebbe avere la priorità per evitare interruzioni dell'apprendimento che abbiano un impatto a lungo termine sui risultati del mercato del lavoro dei giovani e sul benessere generale.
La disoccupazione è un importante fattore di rischio per la cattiva salute mentale: sostenere i giovani nella ricerca, nel mantenimento e nella permanenza nel mondo del lavoro deve essere una priorità politica economica, sociale e di salute pubblica. La formazione dei manager di linea sul posto di lavoro in materia di salute mentale può anche promuovere una migliore salute mentale tra i giovani adulti già al lavoro.
Il 16 marzo 2021 l’OMS Europeo ha organizzato un webinar per analizzare e condividere alcune azioni implementate in alcune città italiane per rispondere ai bisogni psicologici e sociali della popolazione, in particolare per i gruppi maggiormente vulnerabili, durante la pandemia di COVID-19. Ecco il resoconto di DoRS che ha partecipato in qualità di uditore.
Le scuole possono fornire una rete di supporto sociale e servizi di salute mentale per adolescenti vulnerabili. Tuttavia, la chiusura delle scuole durante la pandemia COVID-19 ha portato via lo strato protettivo del supporto per la salute mentale basato sulla scuola. La chiusura delle agenzie comunitarie rende la situazione ancora più difficile. Al contrario, la quarantena ha offerto tempo ai legami familiari. Tuttavia, alcuni studenti potrebbero aver bisogno di ulteriore supporto per il loro benessere. Gli incontri virtuali con i consulenti di orientamento delle scuole possono facilitare il riconoscimento precoce e l'invio ai servizi di assistenza primaria e di salute mentale. In un ambiente pandemico di permessi e tagli di posti di lavoro, le famiglie possono avere difficoltà ad acquistare tecnologia per studenti delle scuole superiori.. Dovrebbero essere compiuti sforzi per un accesso equo alla tecnologia per gli adolescenti che cercano servizi di teleassistenza psicologica attraverso la scuola e gli operatori della comunità. Cinque strategie per supportare la salute mentale degli studenti delle scuole superiori durante la pandemia COVID-19. • Migliorare la resilienza degli studenti delle scuole superiori con strategie di auto-aiuto: l'impatto psicologico del COVID-19 sugli adolescenti si farà sentire sia a breve sia a lungo termine, e dovrebbero essere compiuti sforzi per dotare gli adolescenti di strategie per costruire la resilienza. Gli studenti possono essere incoraggiati a creare obiettivi e programmi a breve termine e insegnare tecniche di consapevolezza per costruire la resilienza. Anche gli atti di gratitudine e compassione, come aiutare i bisognosi attraverso attività di volontariato, possono aiutare. • Sviluppo di reti di supporto tra pari (sistema di amici): la creazione di un sistema di amici consente agli studenti delle scuole superiori di formare connessioni tra pari e controllare gli amici tramite hub di rete o supporti di mentoring, creati da adolescenti collegati tra loro (ad esempio, club sportivi, club per hobby ) o facilitato da organizzazioni giovanili. • Sfrutta la tecnologia digitale per il supporto della salute mentale: gli studenti delle scuole superiori possono accedere alle opzioni digitali per il supporto e le risorse esplorando portali online che offrono hub di risorse e strumenti di autovalutazione. Le app di auto-aiuto, la consulenza digitale ei servizi di telemedicina continueranno a consentire un maggiore accesso ai servizi di salute mentale da casa • Partnership collaborative: le organizzazioni comunitarie per la salute mentale dovrebbero collaborare con gli studenti delle scuole superiori, le loro famiglie e le scuole per co-creare programmi di promozione della salute mentale. La pandemia COVID-19 ci ha fornito l'opportunità di essere connessi digitalmente e lavorare su progetti collaborativi, come le sessioni di consapevolezza della comunità. • Supporto governativo costante attraverso le sue reti: con una maggiore coesione nella governance a tutti i livelli - regionale, provinciale e nazionale - per mobilitare e investire nelle risorse della comunità che promuovono il coinvolgimento con le organizzazioni giovanili locali. (Articolo scritto da uno studente delle scuole medie superiori)
Thakur A. Mental Health in High School Students at the Time of COVID-19: A Student's Perspective. J Am Acad Child Adolesc Psychiatry. 2020;59(12):1309-1310. doi:10.1016/j.jaac.2020.08.005
C’è una crescente preoccupazione sul fatto che la pandemia da COVID-19 possa danneggiare la salute psicologica e aggravare il rischio di suicidio. Durante la pandemia, la mortalità per suicidio in Giappone è cambiata. I tassi mensili di suicidio sono diminuiti del 14% durante i primi 5 mesi della pandemia (da febbraio a giugno 2020). Ciò potrebbe essere dovuto a una serie di ragioni complesse, tra cui i generosi sussidi del governo, la riduzione dell'orario di lavoro e la chiusura delle scuole. Al contrario, i tassi mensili di suicidio sono aumentati del 16% durante la seconda ondata (da luglio a ottobre 2020), con un aumento maggiore tra le donne (37%) e i bambini e gli adolescenti (49%).
Lo studio longitudinale ha indagato i cambiamenti dei suicidi tra la prima e la seconda ondata. Gli autori mostrano che le morti per suicidio sono in generale aumentate in modo significativo con la seconda ondata.
Il tasso di suicidi tra bambini e adolescenti, in seguito ad un iniziale riduzione, è aumentato significativamente nella seconda ondata di pandemia in corrispondenza con la fine della chiusura delle scuole (IRR = 1,49, IC 95% 1,12-1,98). Studi precedenti hanno riportato che la frequenza scolastica potrebbe essere un fattore di rischio per la violenza e il suicidio tra gli studenti. Dopo un periodo di alcuni mesi a casa durante la pandemia, lo stress derivante dal rientro a scuola potrebbe aggravarsi. Questi fattori possono aver amplificato la depressione psicologica dei bambini e degli adolescenti.
L'aumento dei suicidi ha riguardato anche le donne. Il precedente tasso di suicidi tra i maschi era 2,3 volte superiore a quello tra le donne e l'aumento dei suicidi tra i maschi dopo le precedenti crisi finanziarie è stato maggiore di quello tra le donne. Al contrario, durante la seconda ondata della pandemia COVID-19 l'aumento del tasso di suicidi tra le è stato circa cinque volte maggiore di quello tra i maschi, con un aumento superiore tra le casalinghe. La diminuzione dell'occupazione femminile è stata più pronunciata rispetto alla diminuzione dell'occupazione maschile, e c'è stato un effetto maggiore sui lavoratori non regolari. È inoltre aumentata la violenza domestica che può aver contribuito a danneggiare la salute psicologica delle donne.
La nuova pandemia di coronavirus (COVID-19) ha apportato cambiamenti rapidi e senza precedenti al panorama della cura della salute mentale.
Gli individui a livello globale sono incoraggiati a mantenere la distanza fisica dagli altri per ridurre al minimo il rischio di contagio (Organizzazione mondiale della sanità, 2020).
Mentre la terapia è delegata alle piattaforme di telemedicina per prevenire interruzioni nella cura della salute mentale, prove emergenti suggeriscono che i giovani sono a rischio di maggiore ansia e disagio psicologico sulla scia del COVID-19 (Golberstein et al., 2020, Liang et al., 2020, Loades et al., 2020).
È probabile che ciò sia aggravato dalle raccomandazioni per l’apprendimento sicuro durante l'anno accademico 2020-2021 e dalle riduzioni delle opportunità sociali per molti giovani.
Una combinazione di maggiore ansia, minori opportunità sociali e il passaggio alla fornitura di servizi di telemedicina presenta particolari sfide per il trattamento del disturbo d'ansia sociale (SAD) nei giovani, che si basa fortemente sull'esposizione a situazioni sociali con coetanei, adulti o altri soggetti sociali.
Il SAD, una paura persistente delle situazioni sociali, è il disturbo d'ansia più comune a livello nazionale (Kessler et al., 2005), con esordio tipico durante la tarda infanzia o l'adolescenza (Grant et al., 2005, Knappe et al., 2015). Non trattato, il SAD è persistente e associato a una significativa compromissione funzionale, nonché all'insorgenza di depressione e condizioni psichiatriche comorbili aggiuntive (Beidel et al., 2019, Beidel e Turner, 2006). I sintomi del SAD sono mantenuti attraverso l'evitamento o il coinvolgimento limitato con stimoli temuti e una maggiore attenzione alla minaccia (ad esempio, valutazioni e giudizi negativi); l'ansia disadattiva si perpetua attraverso l'assenza di apprendimento correttivo sul vero livello di minaccia della situazione e la capacità di tollerare il disagio (Rapee & Heimberg, 1997).
La terapia cognitivo-comportamentale (CBT), il principale trattamento psicosociale con dati di efficacia che ne supportano l'uso con i giovani affetti da SAD (Higa-McMillan et al., 2016, Radtke et al., 2020), pone un forte accento sull'uso dell'esposizione - terapia (Banneyer et al., 2018). L'esposizione consiste nel supporto guidato dal terapeuta affinché i giovani si impegnino con gli stimoli temuti, riducano i comportamenti di evitamento disadattivi, migliorino la capacità di tollerare situazioni paurose, promuovano un nuovo apprendimento della sicurezza sociale e migliorino l'autoefficacia nell'affrontare le situazioni sociali. Attraverso esposizioni ripetute e nuove, gli individui apprendono nuove informazioni sullo stimolo temuto (p. es., Non è veramente pericoloso, possono tollerare l'ansia che provoca, l'evitamento non è l'unica risposta per affrontare l'ansia), che li aiuta a superare l'evitamento problematico (Abramowitz, 2013, Craske et al., 2014). L'esposizione per i giovani con SAD spesso include la facilitazione delle interazioni sociali sia durante che tra le sessioni di terapia per fornire ai giovani l'opportunità di impegnarsi nella pratica; quando necessario, la pratica dell'esposizione può anche incorporare il coaching delle abilità per quei giovani che mostrano anche deficit di abilità sociali.
Le raccomandazioni di allontanamento fisico e la dipendenza dalla telemedicina pongono difficoltà uniche per condurre esposizioni efficaci per il SAD.
L'articolo presenta una breve panoramica di come COVID-19 e le sue sequele possano avere un impatto unico sui giovani affetti da SAD e viene discussa l'importanza di continuare a fornire la terapia dell'esposizione. In secondo luogo, vengono discusse le considerazioni chiave per i medici che lavorano con i giovani affetti da SAD per supportare la fornitura continua di trattamenti basati sull'esposizione. Vengono forniti anche esempi concreti per illustrare come le esposizioni possano essere adattate per ottimizzare il loro successo tramite la telemedicina aderendo alle raccomandazioni di salute pubblica. In conclusione le considerazioni per continuare il trattamento con i giovani affetti da SAD nel futuro a breve e lungo termine.
Khan AN, Bilek E, Tomlinson RC, Becker-Haimes EM. Treating Social Anxiety in an Era of Social Distancing: Adapting Exposure Therapy for Youth During COVID-19. Cogn Behav Pract. 2021 Feb 5
Molti professionisti della salute mentale segnalano un aumento di situazioni di disagio riguardanti la popolazione, anche la fascia in età evolutiva, correlati alla situazione di pandemia di COVID-19 e delle misure restrittive adottate. Da più fonti arriva il monito ad agire tempestivamente ed efficacemente a vari livelli (politico, organizzativo, sanitario, educativo, sociale), e la messa a disposizione di risorse a supporto delle famiglie, in particolare quelle più vulnerabili.
Da quando è stata annunciata la pandemia da COVID-19,si è registrato un cambiamento senza precedenti nel modo in cui ci organizziamo socialmente e nella nostra routine quotidiana. Anche i bambini e gli adolescenti sono stati fortemente influenzati dal brusco ritiro dalla scuola, dalla vita sociale e dalle attività all'aperto. Alcuni di loro hanno anche sperimentato una crescita della violenza domestica. Lo stress a cui sono sottoposti ha un impatto diretto sulla loro salute mentale a causa dell'aumento dell'ansia, dei cambiamenti nella loro dieta e nelle dinamiche scolastiche, paura o incapacità di ridimensionare il problema. Scopo dello studio è di avviare una discussione sotto diversi aspetti e di allertare gli operatori della sanità pubblica e del governo sulla necessità di sorveglianza e cura di bambini e adolescenti, affinché pongano in essere interventi adeguati e tempestivi.
I ricercatori, ai fini della discussione, pongono in luce i cambiamenti neurobiologici innescati dallo stress causato dalle diverse sfaccettature dell'epidemia di COVID-19, gli effetti dello stress e ventilano la possibilità dell’innesco di disturbi psichiatrici come ansia e depressione. Si discute inoltre di neuroinfiammazione, delle diete, della plasticità cerebrale, del comportamento sociale e della salute pubblica
De Figueiredo CS, Sandre PC, Portugal LCL, Mázala-de-Oliveira T, da Silva Chagas L, Raony Í, Ferreira ES, Giestal-de-Araujo E, Dos Santos AA, Bomfim PO. COVID-19 pandemic impact on children and adolescents' mental health: Biological, environmental, and social factors. Prog Neuropsychopharmacol Biol Psychiatry. 2021 Mar 2;106:110171.
Uno studio longitudinale di coorte, che ha coinvolto 1174 giovani tra i 19 e il 20 anni,ha evidenziato che il supporto sociale percepito è statisticamente e significativamente associato a una riduzione di problemi di salute mentale nel periodo di transizione dalla fase adolescenziale alla fase di giovane adulto, in particolare: riduzione di sintomi depressivi e ansiosi, riduzione di tentativi di suicidio al follow up di 1 anno, anche in situazioni di pregressi problemi psichiatrici durante l'adolescenza. Perciò, fornire e garantire supporto sociale agli adolescenti e ai giovani ha un ruolo importante nella prevenzione e gestione dei problemi di salute mentale.
Scardera S. et al, Association of Social Support During Adolescence With Depression, Anxiety, and Suicidal Ideation in Young Adults, JAMA Netw Open. December 2020;3(12)