Buone prassi locali a supporto della salute psicologica e sociale della popolazione durante la pandemia: il webinar dell’OMS Europaa cura di Rita Longo, DorsPubblicato il 27 Aprile 2021Aggiornato il 26 Maggio 2021RecensioniINTRODUZIONEFONDAZIONE SOLETERRE DI PAVIAAZUSL DI BOLOGNA: PROGETTO -PARLA CON NOI. COMUNITÀ IN CONNESSIONE-ASP DI PALERMO: INTEGRAZIONE TRA ISTITUZIONI E TERZO SETTORE NEL SETTING COMUNITÀDIBATTITO CONCLUSIVOBIBLIOGRAFIA E SITOGRAFIAINTRODUZIONEIl 16 marzo 2021 si è svolto il webinar dal titolo: “La risposta italiana al COVID-19: quali soluzioni adottate a livello locale per proteggere i più vulnerabili?”, organizzato dall’OMS – sezione Europa, in specifico dal Network COVID-19 Italy Vulnerabilities (CIV-N) Il webinar, a cui DoRS ha partecipato in qualità di uditore, aveva lo scopo di presentare alcuni progetti che sono stati implementati a livello locale in alcune Regioni italiane per rispondere ai bisogni psicologici e sociali della popolazione durante la pandemia di COVID-19. Le esperienze raccontate sono state indicate come “buone prassi” a supporto della salute e del benessere dei vari gruppi di popolazione, in particolare quelli maggiormente vulnerabili, e sottolineavano il ruolo delle realtà locali (Regioni, aziende sanitarie, associazioni) nel fronteggiare in maniera sinergica l’emergenza sanitaria nell’ultimo anno. FONDAZIONE SOLETERRE DI PAVIANel primo intervento, il dott. Mangiagalli della Fondazione Soleterre di Pavia ha raccontato l’attività dell’associazione per la popolazione colpita dalla pandemia, in particolare due progetti: - supporto psicologico per pazienti, familiari, operatori sociosanitari presso i reparti Covid-19 dell’IRCCS Policlinico San Matteo - aiuto ai genitori e agli insegnanti per il ritorno a scuola dei ragazzi presso l’istituto comprensivo Cavour e altre scuole del territorio pavese Il progetto di consulenza psicologica nei reparti covid19 del Policlinico San Matteo di Pavia è stato avviato da un anno, sin dall’inizio della pandemia, con l’introduzione degli psicologi di Soleterre all’interno dei reparti ospedalieri per supportare i pazienti e i loro familiari, e gli operatori socio-sanitari; la Fondazione era già presente da tempo all’interno del reparto di Oncoematologia pediatrica, nell’ambito di una Rete nazionale, e ciò è stato un elemento facilitante (è bastato ampliare la convenzione). In questa terza ondata, il lavoro di supporto psicologico appare ancora più importante: la situazione del personale è al limite del burn out: allo stress per l’attività clinica (la gestione dei casi, i decessi, ecc) si aggiungono fattori organizzativi (l’ impossibilità di fare ferie da un anno, i continui spostamenti di sede e cambi di mansione, la riorganizzazione dei reparti, ecc.) e, non ultimo, la gestione dei rapporti con i familiari dei pazienti ricoverati (attività che l’anno scorso veniva svolta direttamente dall’équipe degli psicologi). Da settembre è stata avviata una ricerca, tutt’ora in atto, per valutare l’effetto del supporto psicologico sugli operatori, svolto nella maggior parte dei casi in presenza. I vertici ospedalieri hanno anche commissionato all’équipe della Fondazione una valutazione psicologica delle persone che hanno avuto un ricovero in rianimazione, che dopo la dimissione sono state ri-contattate dal Policlinico per verificare l’esistenza di eventuali conseguenze di tipo neurologico e psicologico (con particolare attenzione a segnali di una sindrome post traumatica da stress) Il progetto di supporto rivolto a genitori, insegnanti e studenti prevedeva dei colloqui gratuiti con insegnanti, genitori, studenti (3 aree di lavoro distinte), si è svolto da settembre a dicembre 2020 nelle scuole che hanno aderito all’iniziativa, in parte in presenza in parte in remoto, e ha coinvolto 1800 ragazzi/e. L’intervento coi ragazzi era articolato in tre aree tematiche sequenziali, su “lo spazio temporale del passato, presente e futuro”: il passato riguardava il racconto delle emozioni vissute; il presente comprendeva le fatiche del ritorno a scuola; il futuro invitava a dire come avrebbero voluto vivere il proprio futuro (a causa della chiusura delle scuole quest’ultimo incontro è saltato). Grazie al “Fondo nazionale per il supporto psicologico Covid-19” è stato possibile “esportare” il format utilizzato per le scuole di Pavia a un istituto comprensivo di Giardini Naxos (Messina), su richiesta del dirigente scolastico che aveva contattato l’équipe, rimodulandolo (totalmente in remoto e con l’utilizzo della LIM – lavagna interattiva multimediale). AZUSL DI BOLOGNA: PROGETTO -PARLA CON NOI. COMUNITÀ IN CONNESSIONE-Nel secondo intervento, la dott.ssa M. Errante, psicologa psicoterapeuta dell’Unità di Psicologia Territoriale dell’Az.usl di Bologna ha descritto il progetto “Parla con noi. Comunità in connessione”: servizio di supporto psicologico nell’emergenza Covid-19 nel territorio bolognese. La nascita del progetto deriva da una domanda/esigenza: come mettere “a sistema” le risorse pre-esistenti per creare un contesto efficace e rispondere all’emergenza? La ricognizione delle risorse da impegnare in maniera diretta ha incluso: gli psicologi del DSM, il personale del reparto di Psichiatria e di NPI - Neuropsichiatria, la Scuola di specializzazione in Psichiatria, i familiari delle associazioni; a cui si aggiungono le altre risorse rappresentate dai servizi territoriali dell’azienda sanitaria (ad esempio il SERD), le strutture ospedaliere, i medici di medicina generale (MMG), i pediatri di libera scelta (PLS), i servizi sociali comunali, i covid hotel, ecc. L’azione degli psicologi è stata articolata in livelli e per destinatari. Per quanto riguarda l’ “utenza cittadina”, l’iter prevedeva 3 livelli: primo contatto telefonico per accoglienza, analisi della domanda, individuazione di possibili strategie di coping individuali individuazione di strategie di risposta con intervento di consulenza breve o percorso più articolato (se la richiesta era più complessa). Il percorso più articolato prevedeva l’ attivazione del Programma Leggieri , incrociandosi così con una risorsa attiva da tempo, in collaborazione con la facoltà di medicina: si tratta di un programma regionale attivo dal 2008 che prevede l’integrazione dell’intervento psicologico con la consulenza di psichiatri rivolta ai MMG per il trattamento di disturbi psichiatrici minori, consentendo perciò di intervenire anche farmacologicamente, laddove necessario, supplendo alla chiusura dei DSM (attivi solo per le emergenze) causata dal lockdown. attivazione della rete di associazioni di familiari, afferenti ai servizi di psichiatria e NPI, che hanno dato la propria disponibilità a sostenere attraverso un servizio telefonico altri cittadini e utenti, “forti” della propria “competenza” che li rende “esperti per esperienza”: il servizio tel di “sostegno relazionale” è stato efficace soprattutto per le persone con disagio emotivo, vissuti di solitudine, ecc La rete delle associazioni si chiama C.U.F.O. ed è un organismo valorizzato e riconosciuto dal Dipartimento di Salute Mentale (https://www.sogniebisogni.it/). Per quanto riguarda gli utenti psichiatrici (che si trovavano in situazione di particolare fragilità per la chiusura dei DSM), i passaggi erano: collegamento con l’èquipe curante (i clinici di riferimento, raggiunti in modalità telematica) attivazione della rete delle associazioni consulenza specifica su tematiche emotive relative al covid 19 (con l’attenzione a non sovrapporsi al percorso terapeutico strutturato avviato in precedenza) Per quanto riguarda gli operatori socio sanitari (ospedale e USCA – Unità Speciali di Continuità Assistenziale), la richiesta di aiuto riguardava soprattutto indicazioni e informazioni su COME gestire gli aspetti emotivi dei propri pazienti; è stata anche attivata una linea telefonica ad hoc per il supporto psicologico degli operatori e l’ascolto dei loro vissuti. Sono state attivate altre linee di intervento, in itinere, dagli psicologi specializzati in psicologia delle emergenze e nel Disturbo post traumatico da stress (PTSD): interventi in presenza per il personale dei reparti covid (interventi in piccolo gruppo per la decompressione emotiva; apprendimento di strumenti per gestire lo stress); sostegno ai ricoverati nei reparti covid, ai familiari che avevano persone ospedalizzate o che avevano subito un lutto; assistenza tel agli operatori dell’azienda sanitaria; diffusione di messaggi attraverso i canali social per raggiungere i più giovani. Alcuni dati sulla tipologia dei chiamanti (497 il totale degli interventi ad aprile – maggio 2020): 13 % in situazioni di povertà relazionale e isolamento 54% in situazioni di disagio psicologico 148 le consulenze brevi attivate 62 gli interventi a cura delle associazioni 3 le azioni degli “spazi giovani” 219 le chiamate risoltesi con la consulenza breve ASP DI PALERMO: INTEGRAZIONE TRA ISTITUZIONI E TERZO SETTORE NEL SETTING COMUNITÀNel terzo intervento, la dott.ssa Enza Dino, sociologa dell’ ASP di Palermo / distretto di Corleone, ha descritto un progetto complesso di integrazione tra Istituzioni e Terzo Settore nel setting comunità. L’ambito territoriale è la città metropolitana di Palermo, che ha un indice di vulnerabilità molto alto rispetto al dato italiano: 103% rispetto al 99,3 %. L’attività istituzionale è stata portata avanti dai Comuni e dalla ASP – Azienda Sanitaria Provinciale, in collaborazione con le associazioni e la Protezione Civile. Le azioni di contrasto alla vulnerabilità durante l’epidemia sono state: potenziamento dei servizi sanitari, con l’attivazione di servizi specifici (ad esempio USCA, sostegno psicologico e sociale, …) azioni di orientamento e accompagnamento ai servizi sociali (ad esempio linee telefoniche ad hoc) supporto concreto per rispondere ai bisogni dei più fragili (situazioni di malattie pregresse, problemi economici, persone anziane che vivono da sole, persone contagiate dal virus) In particolare, sono state illustrate due linee di lavoro attivate e tutt’ora in fase di realizzazione, denominate “buone pratiche sociali”, che …”non fanno riferimento a progetti standardizzati ma a risorse innovative che prevedono l’attivazione di risorse collettive a livello di comunità” Progetto Life Skills e Resilienza: strategie efficaci per promuovere salute a scuola, attivo su 4 Distretti Socio Sanitari, coinvolge vari partner (capofila: ASP di Palermo, Assessorato Regionale alla Salute, Ufficio Scolastico Provinciale, Istituti Comprensivi, Associazione Lifeskills Italia, A.M.S Onlus - Associazione per la Mobilitazione Sociale). Il focus sono i bisogni di studenti e adulti (insegnanti e genitori), e il modello teorico di riferimento poggia sulle 10 life skills (competenze di adattamento per far fronte efficacemente alle sfide) promosse dall’OMS – Organizzazione Mondiale della Sanità. I Risultati del progetto sono i suoi principali punti di forza: la stipula di accordi formali e istituzionali la sinergia tra i gruppi coinvolti nella progettazione partecipata il rafforzamento della rete scuole e associazioni l’ampliamento del bagaglio culturale grazie alla formazione erogata agli insegnanti per potenziare le competenze di resilienza la predisposizione di strumenti concreti forniti per la DAD – didattica a distanza. Il progetto continua in modalità on line; prevede un monitoraggio sistematico e una consensus conference finale con le associazioni. Progetto di sviluppo di comunità, attivo nel distretto socio sanitario di Prizzi (Palermo) Il progetto è la ripresa e ampliamento di un procedente progetto, Legami, attivo dal 2017: anche in questo caso il coinvolgimento “formalizzato” delle associazioni è stato il nucleo fondante (Croce Rossa Italiana, associazione Aress Fabiola), che ha consentito la realizzazione di azioni concrete quali ad esempio la consegna al domicilio di beni di prima necessità, farmaci, dispositivi digitali, ecc. La formazione per i volontari ha consentito ai partecipanti di aumentare le competenze informative e comunicative e favorito l’adozione di comportamenti responsabili da parte dei volontari stessi e dei cittadini raggiunti. Le strategie più efficaci dichiarate: l’ approccio fiducioso e inclusivo delle diverse generazioni (FNES, 2020), la valorizzazione delle risorse locali con conseguente potenziamento del capitale sociale, il focus sul contrasto alle disuguaglianze nel contesto emergenziale pandemico. DIBATTITO CONCLUSIVOAlla fine delle presentazioni, i partecipanti hanno posto alcune domande ai relatori inerenti la trasferibilità delle esperienze presentate: 1. Come replicare il progetto di assistenza psicologica nelle scuole? Quali step per entrare nelle scuole? Il dott. Mangiagalli di Soleterra sottolinea che il Decreto 2020 prevede l’obbligo della presenza di uno psicologo nelle scuole, la cui assegnazione avviene attraverso un bando. Inoltre, viene consigliato l’affiancamento di un progetto extra didattico che preveda il coinvolgimento unanime di tutti i genitori: importante illustrare il senso del progetto per ridurre le resistenze (sfatare il pregiudizio: “non voglio che psicoanalizzate mio figlio”), e dare la disponibilità di interventi di sostegno. La Fondazione è disponibile a condividere l’esperienza e fornire consulenza. 2. Come ha coordinato l’az.usl bologna il progetto “Parla con noi”? Secondo la dott.ssa Errante, il coordinamento è stato facilitato dall’infrastruttura organizzativa già esistente (ad esempio i progetti Prisma tra istituzioni e associazioni sono un esempio di collaborazione avviata da anni), che prevedeva e regolava la collaborazione e utilizzava la Rete come strumento di lavoro quotidiano; a ciò vanno aggiunte le relazioni personali e la voglia di impegnarsi e far qualcosa di utile per reagire alla pandemia, che ha abbattuto molti ostacoli. 3.Quale è il valore aggiunto dell’integrazione tra i vari servizi ed enti? La dott.ssa Dino evidenzia il potenziamento delle relazioni tra generazioni, e del capitale sociale, che è avvenuto ad esempio quando i volontari della Croce Rossa sono entrati in diretto contatto con la popolazione sofferente (dopo il percorso formativo). Inoltre, l’attivazione di cittadini e volontari nei quartieri vuol dire individuare le risorse e metterle in contatto tra loro: il contatto diretto tra giovani residenti, i volontari e l’amministrazione ha consentito un avvicinamento e una comprensione di come funzionano i meccanismi istituzionali. A conclusione dell’incontro, la relatrice bolognese ha voluto condividere i versi di un poeta persiano del 1200: “Mai perdere la speranza, cuore mio, i miracoli dimorano nell’invisibile” (Jalal ad-Din Rumi). BIBLIOGRAFIA E SITOGRAFIA Fondazione Soleterre di Pavia Progetto Parla con noi dell’AUSL di Bologna (puoi scaricare qui la locandina del progetto) Progetto Life Skills e Resilienza dell’ASP di Palermo FNES - Fédération Nationale d’Education et de promotion de la Santé, LA VACCINATION CONTRE LA COVID-19: 10 RECOMMANDATIONS POUR UNE APPROCHE CONFIANTE ET SOLIDAIRE - 27/11/2020 World Health Organization. Division of Mental Health. (1994). Life skills education for children and adolescents in schools. Pt. 1, Introduction to life skills for psychosocial competence. Pt. 2, Guidelines to facilitate the development and implementation of life skills programmes, 2nd rev. Documento OMS su LIFE SKILLS (II revisione) e articolo di commento di DoRS DOWNLOAD & LINKIl programma del webinar OMSAZUSL di Bologna - il progetto PARLA CON NOIASP PALERMO | L’integrazione tra Istituzioni e Terzo Settore: buone pratiche e strategie di intervento nelle comunità localiTAG ARTICOLOADOLESCENTI; COVID19; POPOLAZIONE; SALUTE MENTALE; VULNERABILITÀ;