II Convegno Regionale sul tema Violenza di genere: in Piemonte un impegno a fare rete
a cura di Selene Bianco, Università degli Studi di Torino e Marta Girotto, Servizio Sovrazonale di Epidemiologia ASL TO3

Il fenomeno della violenza di genere è un problema grave che affligge l’Italia. Nell’ultimo decennio, sono più di cento le donne che ogni anno perdono la vita per il cosiddetto femminicidio. Uno studio effettuato dall’ISTAT nel 2006 stima che il 31,9% delle donne di età compresa tra i 16 e i 70 anni sono state vittime di violenza fisica o sessuale nel corso della loro vita. Ma non bisogna dimenticarsi che spesso a subire violenza sono anche altri soggetti vulnerabili, come anziani e bambini.

La violenza di genere è stata il tema portante del II Convegno Regionale del Coordinamento della Rete sanitaria per l'accoglienza e presa in carico delle vittime di violenza sessuale e domestica della Regione Piemonte istituita ai sensi della DGR n. 14 – 12159 del 21/09/2009, dal titolo “Medicina e Violenza: un altro passo insieme per affrontare la violenza di genere”, tenutosi a Biella in data 15 novembre 2012 ed organizzato dalla Dott.ssa Antonella Tedesco, Dirigente Medico della Direzione Medica Ospedale e Referente dell’ASL di Biella per le violenze di genere.

Il Convegno riprende i temi del I Convegno Regionale svoltosi un anno fa alle Molinette “Medicina e Violenza un legame da riconoscere”: si sono affrontati i temi delle origini della violenza, dal punto di vista storico e sociologico, delle varie sfaccettature del fenomeno, che va dalla violenza fisica a quella psicologica e che ha ripercussioni anche sui figli delle donne che la subiscono (violenza assistita).

E’ stato sottolineato quanto sia importante creare una rete di sostegno e accoglienza per le vittime, che possa dare loro un supporto medico, psicologico e legale. Anche per questo, è indispensabile formare tutti i rappresentanti degli enti chiamati in causa, a iniziare dai medici e gli infermieri. Questi, infatti, sono i primi che possono riconoscere un episodio di violenza in una paziente (o un paziente) che si rivolge al pronto soccorso per un trauma, spesso presentato come accidentale. Per esempio i radiologi, che seguono la/il paziente senza che questo possa essere accompagnato, possono individuare segni di pregresse violenze subite dalla vittima e possono indurre la persona a confidarsi e a denunciare.

Sono stati esposti argomenti riguardo ai danni biologici della violenza domestica come fattore di invecchiamento cellulare, oggetto degli studi che hanno portato E. Blackburn all'attribuzione del Premio Nobel della Medicina del 2009.

In Piemonte è stato istituito il Centro di Coordinamento Regionale contro la Violenza alle Donne, con lo scopo di creare una rete tra i vari soggetti del territorio che si occupano di prevenzione e contrasto alla violenza contro le donne e di accoglienza delle vittime. Tra i progetti proposti, sono state delineate linee guida da fornire a tutti i medici della Provincia e sono stati effettuati corsi di formazione specifici nell’ASL di Biella per la gestione della persona vittima di violenza di genere.

Sempre a Biella, inoltre, da un anno è partito un progetto sperimentale che si sta svolgendo al Pronto Soccorso dell’Ospedale degli Infermi; consiste nella compilazione di una “Scheda raccolta dati” per verificare quante “vittime” di violenza accedono al Presidio Ospedaliero.

Il Servizio Sovrazonale di Epidemiologia ASL TO3 da anni segue alcune attività relative agli esiti sanitari derivanti da traumi e violenze (incidentalità stradale, domestica, infortuni sul lavoro). Uno dei possibili sviluppi di questo filone di attività potrebbe riguardare il monitoraggio e la raccolta di informazioni relative alle violenze interpersonali, in particolare quelle rivolte a donne ed altri  soggetti fragili (es. minori e anziani).


DOWNLOAD & LINK


TAG ARTICOLO