Se hai bevuto troppo l'auto non parte: il dispositivo alcohol ignition interlock a cura di Paola Capra, DorsPubblicato il 17 Aprile 2011Aggiornato il 03 Febbraio 2017Sintesi di studi/reviewIL CONTESTOChi è stato condannato per guida in stato di ebbrezza ha una probabilità molto più alta rispetto alla media dei conducenti di essere coinvolto in incidenti ad esito mortale; inoltre i guidatori in stato di ebbrezza plurirecidivi sono particolarmente resistenti ai tentativi di riabilitazione. Le misure tradizionalmente usate per dissuadere i guidatori in stato di ebbrezza più ostinati vanno dalle multe, al carcere, alla revoca temporanea della patente di guida. Se la multa sembra essere un deterrente poco efficace e il carcere troppo costoso, la revoca della patente ha dei limiti, non ultimo il fatto che, oltre il 75% dei conducenti che ha avuto una sospensione della patente continua a guidare illegalmente, come riferiscono i dati della letteratura, anche se guida molto meno, per paura di essere colto in flagrante e punito. I DISPOSITIVI CHE BLOCCANO L'ACCENSIONE DEL VEICOLO - ALCOHOL IGNITION INTERLOCKOltre alle punizioni standard esistono dispositivi che installati direttamente sulla vettura, in presenza di un’alta concentrazione di alcol nell’aria, ne bloccano l’accensione (alcohol ignition interlock). Concretamente, il dispositivo entra in azione dopo che il conducente ha fornito un campione del suo alito: la concentrazione di alcol nel respiro corrisponde alla concentrazione di alcol nel sangue e non deve superare una soglia prestabilita, per poter permettere all’auto di partire. Per impedire che il dispositivo venga in qualche modo aggirato, il conducente è tenuto a fornire più volte il campione del suo respiro e i vari tentativi vengono memorizzati su un supporto per la registrazione dei dati.Il conducente condannato per guida in stato di ebbrezza che alla sospensione della patente di guida preferisce l’installazione del dispositivo alla vettura, mantiene il privilegio di guidare e di viaggiare a condizione che sia sobrio. Questo sistema ha un impatto forte sul comportamento del guidatore: richiede un cambiamento all’abitudine di guidare dopo avere bevuto e fornisce una risposta immediata rispetto al consumo eccessivo di bevande alcoliche; spesso un programma completo include l’addestramento all’uso del dispositivo e la visita periodica di controllo ad un centro autorizzato. I costi di installazione e manutenzione del dispositivo sono a carico dal conducente. . I dispositivi alcohol ignition interlock sono diffusi in America, Canada e Australia mentre nell’Unione Europea sono in corso studi di fattibilità: i paesi che offrono un programma che prevede l’utilizzo di interlock concedono incentivi quali la riduzione dei premi dell’assicurazione e del tempo occorrente per ottenere il ripristino della licenza di guida. Tuttavia, in contrasto con le aspettative, la maggioranza dei conducenti colpevoli di guida in stato di ebbrezza seguitano a scegliere la sospensione della patente e meno del 10% degli individui partecipano a programmi che installano i dispositivi: i bassi tassi di partecipazione riducono il contributo che gli alcohol ignition interlock hanno rispetto alla riduzione della guida in stato di ebbrezza nei guidatori recidivi. LA REVISIONE COCHRANE E LA REVISIONE DELLA COMMUNITY GUIDE Nel 2004 e nel 2011 sono state effettuate 2 revisioni sistematiche per valutare l’efficacia dei dispositivi alcohol ignition interlock rispetto alla guida in stato di ebbrezza in guidatori recidivi, che hanno già subito condanne. La revisione Cochrane Willis 2004 seleziona 14 studi, un RCT e 13 studi controllati; gli outcome presi in esame sono le percentuali di recidiva, cioè di ricaduta nel reato di guida in stato di ebbrezza, durante il periodo di installazione dei dispositivi e dopo la rimozione del dispositivo dal veicolo.La revisione riporta evidenza scientifica che il dispositivo di ignition interlock è efficace a contrastare il comportamento di guida in stato di ebbrezza fino a quando è installato sul veicolo, ma che perde la sua efficacia dopo la rimozione. In riferimento agli studi inclusi nella revisione la maggioranza di studi sono di qualità mediocre (solo uno è un RCT), i bassi tassi di partecipazione non permettono di condurre una sperimentazione rigorosa e di conseguire conclusioni sicure in merito all’efficacia dei dispositivi. La revisione Elder 2011 a cura della Community Guide , riprende la precedente revisione Willis 2004 e la aggiorna con l’inclusione della letteratura più recente (da marzo 2003 a dicembre 2007): in aggiunta agli studi già inclusi dalla revisione Willis 2004 vengono identificati ulteriori 4 studi. Oltre agli outcome presi in esame dalla revisione Cochrane (tassi di recidiva durante e dopo l’intervento), viene valutato anche il tasso di incidenti stradali, cioè se in presenza del dispositivo si riduca la percentuale di incidenti stradali.La revisione Elder 2011 suggerisce che l’installazione dei dispositivi interlock su una vettura riduce i tassi di recidiva, anche se gli effetti non sono a lungo termine, non mutano la propensione a guidare dopo avere bevuto e cessano dopo la rimozione del dispositivo. Inoltre, in riferimento alla percentuale di incidenti stradali occorsi nel periodo di installazione del dispositivo, solo uno dei quattro studi che prendono in esame questo outcome riferisce una riduzione del tasso di incidentalità; tuttavia i risultati non sono affidabili, considerato il basso numero di incidenti studiati. CONCLUSIONI E PROSPETTIVE FUTURE Le due revisioni Willis 2004 e Elder 2011 sono concordi nel confermare che esiste una forte evidenza scientifica a supporto dell’efficacia dei dispositivi di ignition interlock rispetto alla riduzione di recidive per guida in stato di ebbrezza, ma l’efficacia è limitata al periodo in cui i dispositivi sono installati sulla vettura.Le evidenze scientifiche supportano la conclusione che i dispositivi non hanno effetti a lungo termine sulla riduzione delle recidive; inoltre la bassa percentuale di partecipanti limita comunque l’efficacia di questi interventi, in confronto al problema della guida in stato di ebbrezza riferita a tutta la popolazione. Entrambe le revisioni individuano alcuni azioni su cui concentrare gli sforzi futuri per aumentare l’utilizzo e l’efficacia dei programmi di ignition interlock: accrescere i tassi di partecipazione ai programmi, aumentando il numero dei conducenti idonei ed eventualmente mediante la concessione di incentivi; combinare l’uso di ignition interlock con programmi di riabilitazione dall’abuso di alcol, per ridurre il rischio di ricaduta dopo la rimozione dei dispositivi e per incidere sui comportamenti; identificare con maggiore chiarezza la popolazione che può essere maggiormente influenzata dall’uso dei dispositivi e trarne maggiori benefici; investigare se un aumento del periodo temporale di installazione dei dispositivi può ridurre il rischio di ricadute, anche se non è stato ancora individuato un arco temporale ideale. RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI Willis C, Lybrand S, Bellamy N. Alcohol ignition interlock programmes for reducing drink driving recidivism. Cochrane Database of Systematic Reviews 2004, Issue 3. Art. No.: CD004168. DOI: 10.1002/14651858.CD004168.pub2. Elder RW, Voas R, Beirness D, Shults RA, Sleet DA, Nichols JL, Compton R, Task Force on Community Preventive Services. Effectivenes of ignition interlocks for preventing alcohol-impaired driving and alcohol-related crashes. A Community Guide systematic review. American journal of preventive services 2011; 40 (3): 362-76 TAG ARTICOLOABUSO DI ALCOL; COMPORTAMENTI DEL GUIDATORE; GUIDA IN STATO DI EBBREZZA;