L’Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare fa il punto sulla tossicità del Bisfenolo Aa cura di Luisella Gilardi, DoRSPubblicato il 12 Settembre 2010Aggiornato il 28 Settembre 2015Sintesi di studi/reviewIl bisfenolo A (BPA), nome comune del 4,4'-isopropilidendifenolo identificato dal numero CAS 80-05-7, è una sostanza chimica usata prevalentemente in associazione con altre sostanze chimiche per produrre plastiche e resine. Queste resine sono usate per produrre recipienti per uso alimentare. Residui di BPA sono presenti anche nelle resine epossidiche usate per produrre pellicole e rivestimenti protettivi per lattine e tini. Il BPA può migrare in piccole quantità nei cibi e nelle bevande conservati in materiali che lo contengono. L’Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare (EFSA), ha stabilito una dose tollerabile giornaliera (DGT) pari a 0.05 milligrammi/chilogrammo di peso corporeo. Tale valore rappresenta la quantità che può essere assunta tutti i giorni senza che sia abbiano effetti apprezzabili sulla salute. Gli studi effettuati di migrazione dai contenitori agli alimenti hanno mostrato che l’esposizione sia degli adulti sia dei neonati è nettamente inferiore al valore di DGT. Il BPA appartiene a un gruppo di sostanze chimiche potenzialmente in grado di interagire con i sistemi ormonali dell’organismo (ossia che alterano il sistema endocrino). Fin dagli anni 1930 è noto che il BPA è in grado di imitare gli estrogeni, gli ormoni sessuali femminili. Gli effetti sulla fertilità e la riproduzione nonché sul sistema endocrino (ormonale) sono stati oggetto di numerosi dibattiti scientifici, anche a fronte di segnalazioni di effetti a basse concentrazioni nei roditori. Nel 2008, lo studio di Lang et al, pubblicato su JAMA, mette in luce una correlazione tra l’aumento della concentrazione urinaria di BPA e l’insorgenza di diabete, l’alterazione degli enzimi epatici e problemi cardiovascolari. L’EFSA, interpellata dalla Comunità Europea, ha reputato che lo studio non fornisse prove sufficienti di un nesso causale tra il BPA e tali patologie e pertanto non ha ritenuto di dover mettere in discussione la DGT già fissata. Intanto la Danimarca ha stabilito che tutti i contenitori per cibi e bevande indirizzati a bambini da 0 a 3 anni devono assolutamente essere privi di Bisfenolo A. A partire dal 1° luglio 2010 è diventato illegale vendere biberon, tazze e piatti con il Bpa. Il bando è stato deciso in via precauzionale e resterà in vigore fino a quando non ci saranno evidenze precise sull'innocuità della sostanza. La decisione si è basata sugli esiti di alcuni studi ed in particolare sullo studio di Stump et al, del 2010 condotto sui ratti in cui veniva testata la correlazione tra esposizione della madre nel periodo gestazionale e durante l’allattamento alla sostanza e i danni morfologici e/o funzionali sul sistema nervoso della generazione F1 dei figli. L’EFSA è stata nuovamente interpellata dalla Comunità Europea, ed ha avviato la ricerca e l’analisi della letteratura in merito. Sono stati reperiti oltre 800 riferimenti bibliografici. Nel luglio 2010 ha fornito una prima risposta, non definitiva, alla Comunità Europea in cui conferma la DGT di 0.05 milligrammi/chilogrammo di peso corporeo, anche alla luce dei nuovi studi, ritenendo possibile che tale valore possa passare da definitivo a provvisorio e quindi possa essere modificato sulla base di nuovi studi. Nei prossimi mesi verrà espresso un parere definitivo.Maggiori approfondimenti sul sito dell’EFSA.Classificazione ed etichettatura della sostanza attribuita dalla Comunità Europea TAG ARTICOLO