Uno studio pilota su un programma italiano di promozione della salute mentale nel setting scuolaa cura di Rita Longo, DorsPubblicato il 16 Ottobre 2015Aggiornato il 22 Ottobre 2015Sintesi di studi/reviewIntroduzioneMateriali e metodiRisultatiConclusioniRaccomandazioni dalla letteraturaIntroduzioneE’ sempre più evidente che i vari programmi di promozione della salute rivolti agli adolescenti, sui temi della salute sessuale, la corretta alimentazione, l’uso di sostanze, il tabagismo, ecc. possono essere controproducenti se agli aspetti informativi non si affiancano strategie e politiche per promuovere abilità (Slater, 1989) quali l’auto efficacia e l’auto consapevolezza, le strategie di coping e di problem solving, l’empatia e le competenze socio-emotive (Barry, Clarke, Jenkins, & Patel, 2013; Busch, de Leeuw, de Harder, & Schrijvers, 2013; National Institute for Health and Clinical Excellence, 2009; St Leger, Young, Blanchard, & Perry, 2010). In particolare, sembra che le ultime menzionate siano tra i fattori protettivi più importanti rispetto allo sviluppo di comportamenti a rischio in età adolescenziale. Alcuni studi dimostrano che i programmi più efficaci sono quelli che hanno l’obiettivo di promuovere le competenze socio-emotive e l’autoefficacia, e che rientrano all’interno delle attività curricolari scolastiche (Greenberg, 2010; Jennings & Greenberg, 2009): la scuola è un contesto che può contribuire in maniera significativa al benessere dei propri studenti, come riconoscono ormai tutti gli organismi internazionali (es. WHO, CDC, IUHPE, UNICEF, UNESCO), per tale motivo le strategie e i programmi sviluppati negli ultimi 20 anni in varie parti del mondo utilizzano un approccio di comunità per la promozione della salute (Markham & Aveyard, 2003). A partire da queste evidenze, in Italia il settore salute mentale che fa capo all’ISS – Istituto Superiore di Sanità ha proposto un programma per la promozione del benessere psicologico degli adolescenti e dei giovani nel setting scolastico (Gigantesco, Del Re, & Cascavilla, 2013; Mirabella, 2010), che mirava allo sviluppo di sviluppo delle competenze socio-emotive a partire dall’elaborazione di un manuale strutturato in parecchie “sessioni di lavoro” (“work units” in inglese), ciascuna articolata in 1 o 2 incontri di circa 1 ora. Trai contenuti trattati all’interno delle unità: life skills abilità relazionali capacità di riflettere su di sè strategie di problem solving intelligenza emotiva La consapevolezza del raggiungimento/miglioramento delle competenze su indicate è un elemento fondamentale del programma. L’articolo descrive le caratteristiche del programma e i risultati in termini di efficacia del primo studio pilota, condotto con disegno quasi-sperimentale: gli autori hanno messo a confronto le classi i cui studenti avevano usufruito del programma a partire dalle indicazioni del manuale, e le classi di controllo in cui non era stato realizzato alcun intervento di promozione del benessere. Oggetto di indagine sono state le dimensioni auto-percepite di autoefficacia, benessere e coping emozionale.Materiali e metodiIl programma si rivolge ad adolescenti di età compresa tra i 14 e 16 anni (studenti del biennio delle scuole medie superiori), e ha la finalità di promuovere nei ragazzi le competenze necessarie per: individuare e perseguire obiettivi realistici definire e risolvere i problemi migliorare le abilità comunicative e l’assertività sviluppare l’auto-disciplina migliorare le abilità di negoziazione e cooperazione saper gestire la rabbia e i comportamenti aggressivi I fondamenti teorici del programma derivano da: - le componenti sociali ed emotive delle cosiddette life skills, raccomandate dall’OMS (Marmocchi, Dall’Aglio, Tannini, 20014), e sull’intelligenza emotiva (Goleman, 1995) - il Piano Europeo di Azione per la Salute Mentale (Mental Health Action Plan for Europe – disponibile anche sul sito dors), che promuove una visione “salutogenica” della salute mentale, in termini di benessere emozionale, sociale, spirituale e fisico: poiché tale benessere è correlato allo sviluppo di sottostanti tratti e competenze (Cloninger, 2006), per essere efficaci gli interventi devono rafforzare queste capacità di resilienza, ottimismo, comunicazione, costruzione di relazioni soddisfacenti, individuazione e gestione delle fonti di stress, ecc. Il manuale base comprende le indicazioni per la realizzazione delle attività previste all’interno delle varie sessioni, e gli strumenti di valutazione. Le sessioni di lavoro sono condotte in aula da alcuni facilitatori (o assistenti): studenti, insegnanti e psicologi che hanno ricevuto una specifica formazione sul manuale, e usufruivano di incontri periodici di supervisione. Le attività previste dalle 18 sessioni di lavoro del manuale sono state realizzate nell’anno scolastico 2010 – 2011, all’interno di 2 classi di due diversi istituti di istruzione secondaria: il liceo pedagogico Galanti e l’Istituto di Lingue Pertini di Campobasso. In parallelo, sono state individuate altre due classi delle stesse scuole come gruppo di controllo. Il disegno dello studio pilota è quasi-sperimentale (la composizione di ciascuna aula era pre-eistente all’intervento), e ha previsto una valutazione in forma pre e post intervento: sono stati utilizzati strumenti che rilevavano l’autoefficacia percepita (Perceived Self-Efficacy APEN-G/APEP-G Questionnaire), la presenza di problemi emotivi e comportamentali in adolescenza (Strenghts and Difficulties Questionnaire), la presenza di stati d’animo positivi o negativi nei confronti della vita (Health and Wellness Questionnaire).RisultatiLe classi erano composte da 79 studenti di età compresa tra i 14 e i 16 anni, di cui 74 ragazze e 5 ragazzi. Per quanto riguarda le dimensioni oggetto di analisi (autoefficacia percepita, problemi emotivi ei comportamentali, salute e benessere), è stato osservato un miglioramento generale e statisticamente significativo nel gruppo sperimentale rispetto al gruppo di controllo. L’obiettivo di questo intervento è promuovere la salute mentale, il benessere psicologico, e l’intelligenza emotiva. Al termine dell’intervento gli studenti hanno dato feedback molto positivi rispetto al programma, hanno manifestato piena accettazione nei confronti dell’intero gruppo classe, e studenti hanno dichiarato di sentirsi più competenti rispetto alla gestione dei propri problemi. I risultati del programma testimoniano dei miglioramenti rispetto all’autoefficacia percepita, all’acquisizione di strategie di coping, e al benessere emotivo, rilevati solo per gli studenti delle classi sperimentali, se raffrontati coi dati delle classi di controllo. Ad esempio, gli studenti delle classi sperimentali avevano aumentato la propria percezione di “utilità”, si sentivano maggiormente in grado di affrontare i propri problemi, si sentivano più felici, si approcciavano alla vita con un atteggiamento orientato a un processo continuo di apprendimento, cambiamento e crescita. Inoltre, questi risultati depongono a favore dell’uso di un manuale strutturato per aumentare l’efficacia di un intervento. Sono state individuate alcune criticità: l’intervento prevede un elevato coinvolgimento da parte degli insegnanti e dei familiari degli studenti, e ciò non è purtroppo avvenuto (gli studenti hanno infatti riferito di non sentirsi supportati dai propri familiari): perciò, l’intervento in teoria doveva avere un “carattere olistico”, ma nella pratica si è frammentato, coinvolgendo solo gli studenti questo tipo di approccio richiede “esercitazioni” continue, ad esempio rispetto agli aspetti comunicativi e relazionali quotidiani; ma il mancato coinvolgimento delle famiglie ha impedito che i risultati appresi a scuola fossero replicati e rinforzati dall’ambiente familiare nelle classi sperimentali erano presenti dei ragazzi con evidenti problemi comportamentali alcuni strumenti di valutazione utilizzati erano a-specifici e quindi “poco sensibili” rispetto alla rilevazione del cambiamento il tempo necessario per completare il programma era maggiore di quanto si fosse ipotizzato, e la pausa dovuta alle vacanze estive ha influito negativamente un “quaderno per i compiti a casa” (non previsto) avrebbe potuto in parte compensare l’assenza di supporto genitoriale. I limiti individuati rappresentano un’opportunità di apportare dei miglioramenti al manuale attraverso una sua parziale revisione: ad esempio, emergono indicazioni rispetto all’inversione dell’ordine di presentazione di alcune sessioni, al focus primario sulla mappatura degli stati emotivi degli studenti, alla predisposizione di compiti per casa, all’introduzione di brevi momenti con attività dedicate alla riduzione dello stress, ecc.ConclusioniI risultati ottenuti dallo studio pilota dimostrano che l’intervento è efficace rispetto ai cambiamenti positivi nelle dimensioni psicologiche, in particolare l’autoefficacia, in linea con la letteratura (Durlak, Weissberg & Pachan, 2010). Inoltre, la valutazione della soddisfazione da parte dei partecipanti è elevata, in particolare rispetto ai “vantaggi psicologici” percepiti rispetto al proprio benessere (ad esempio “il sentirsi migliori”). Il programma si è rivelato utile anche per creare un buon clima in aula e facilitare lo svolgimento delle attività tra pari. I risultati sarebbero stati maggiormente incisivi se si fossero evitati alcuni limiti: la selezione delle classi sperimentali ad opera degli insegnanti non “pilotata” dalla presenza di ragazzi con problemi comportamentali l’uso di questionari maggiormente specifici e “sensibili” Gli autori perciò raccomandano l’adozione di questo programma per promuovere la salute mentale in termini di aumento delle life skills, dell’efficacia della comunicazione, delle abilità di problem solving e definizione degli obiettivi; in previsione la revisione del manuale, l’adattamento dell’intervento alle classi inferiori, l’introduzione di un quaderno per “i compiti a casa” con funzione di guida.Raccomandazioni dalla letteratura I risultati confermano che i programmi/interventi di promozione della salute mentale a scuola sono efficaci se: sono progettati/articolati in maniera accurata e fondati su teorie e prassi validate (Green, Howese, Waters, Maher & Oberklaid, 2005; Weare & Nind, 2011); coinvolgono la scuola, la famiglia, la comunità (Adj, Schrader McMillan, Kiloran & Stewart-Brown, 2007; Patton et al., 2006); coinvolgono gli studenti, gli insegnanti, le famiglie e le comunità in maniera attiva e coerente rispetto al cambiamento comportamentale proposto (StLeger et al.,2010; Weare & Markham, 2005); incoraggiano lo sviluppo di relazioni basate sul rispetto e il sostegno reciproco tra gli studenti, gli insegnanti, e i genitori; aumentano il livello qualitativo delle relazioni e della vita sociale degli studenti (Blum, McNeely & Rinehart, 2002; McNeely, Nonnemaker & Blum, 2002). foto: shutterstock.comDOWNLOAD & LINKPromoting the psychological well-being of Italian youth: a pilot study of a high school mental health programTAG ARTICOLOADOLESCENTI; LIFE SKILLS; PROMOZIONE DELLA SALUTE MENTALE;