Il Piemonte contro il bullismo: approvata a febbraio la legge regionale.
a cura di Grazia Bertiglia, Dors

Il percorso  per l’approvazione della legge regionale n. 2 del 5 febbraio 2018, che entrerà in vigore il 15 maggio prossimo, è iniziato a marzo 2017,  poco prima che  fosse varata la legge nazionale n. 71 del 29 maggio 2017  (di cui abbiamo riferito nell’articolo “Cyberbullismo: cosa c’è di nuovo?”)

L’attenzione di studiosi e educatori sul fenomeno del bullismo come forma di prevaricazione e violenza  fra adolescenti, è cresciuta nell’ultimo decennio in relazione al diffondersi dei social network, grazie ai quali  essere connessi è uno status abituale per la maggioranza della popolazione, fra cui ragazze e ragazzi sempre più giovani. Il cyberbullismo  -  si legge anche nella relazione di presentazione della legge regionale - costituisce una violazione del codice civile, del codice penale e anche del Codice della privacy. Come nel bullismo tradizionale il molestatore on line prende di mira chi è ritenuto «diverso», solitamente per aspetto fisico, carattere, orientamento, sessuale, abbigliamento non convenzionale e così via; tuttavia, l'uso dei mezzi elettronici conferisce al cyberbullismo alcune caratteristiche proprie, quali l’anonimato del molestatore e la sua difficile rintracciabilità per la vittima, che la rendono una forma di molestia ancora più subdola. (…)  E’ inoltre frequente che gli adolescenti che hanno dichiarato di aver subìto ripetutamente azioni offensive attraverso i nuovi canali comunicativi siano anche vittime di comportamenti vessatori non attuati attraverso tali tecnologie.

Il Report 2015 dell’Istat “Il bullismo in Italia: comportamenti offensivi e violenti tra i giovanissimi” ( disponibile in allegato) evidenzia che ben l’88% di quanti hanno lamentato continui comportamenti scorretti on line ha dichiarato di aver subito altrettante molestie anche in altri contesti del vivere quotidiano.

Gli effetti per le vittime e anche per i bulli stessi sono  gravi: i casi più tragici, in cui i giovani giungono a commettere omicidi o spingono al suicidio vanno sulle cronache dei giornali e in TV;  la gran parte delle volte però le conseguenze, pur meno eclatanti,  perdurano nel tempo, fino a non cessare mai: sono conseguenze sul piano psicologico,  che peggiorano la salute fisica e psichica delle vittime e hanno effetti  sul livello di educazione, di occupazione e  sulle relazioni sociali.

In Piemonte, quindi, si mettono in campo risorse e azioni ulteriori, rispetto a quelle previste dalla norma nazionale, per prevenire e contrastare in maniera più efficace i fenomeni del bullismo e del cyberbullismo, allo scopo di (art.1 della legge  regionale):

a) tutelare e valorizzare la crescita educativa, psicologica e sociale dei minori, proteggendo, in particolare, i soggetti più fragili;

b) valorizzare il benessere tra pari;

c) prevenire il rischio nell'età dell'infanzia e dell'adolescenza;

d) supportare i soggetti che, a vario titolo, ricoprono un ruolo educativo con i minori

Un cifra considerevole, di 200.000 euro all’anno, viene stanziata per sostenere gli interventi specifici: campagne di sensibilizzazione e di informazione, iniziative di carattere culturale, sociale, ricreativo e sportivo, corsi di formazione e programmi di assistenza e recupero e gruppi di supporto messi in campo dagli attori sociali e istituzionali maggiormente vicini ai ragazzi; progetti a carattere multidisciplinare finalizzati a diffondere la cultura della legalità, il rispetto della dignità personale, la valorizzazione di ogni forma di diversità, il contrasto di qualsiasi forma di discriminazione, la tutela dell’integrità fisica e, soprattutto, psicologica dei bambini e degli adolescenti, anche attraverso la promozione di un utilizzo più consapevole della Rete e degli strumenti informatici e azioni volte al recupero del disagio scolastico. L'ambito scolastico resta centrale per queste azioni, ma non esclusivo.

Per coordinare queste azioni, finanziare i progetti più meritevoli e verificarne gli effetti,  la legge regionale, istituisce la Consulta regionale sul bullismo e cyberbullismo. La Consulta si avvale del supporto del Garante regionale per l’infanzia e l’adolescenza, del Comitato.Regionale per le Comunicazioni  e dell’Osservatorio permanente sul fenomeno, istituito presso l’Ufficio scolastico regionale.
Analogamente alla norma nazionale,  la legge regionale prevede che ogni anno sia presentata al Consiglio Regionale una relazione sullo stato di attuazione della legge e sui risultati raggiunti.

Il sistema sanitario non è individuato quale promotore dei progetti, ma  sarà chiamato a intervenire sulle azioni di supporto rivolte alla collettività, sia in ambito scolastico che nei luoghi di aggregazione diversi, potrà mettere in campo le proprie competenze in tema di  salute e benessere psicologico e  intervenire anche nella fase di valutazione, affiancando le analisi dei dati di salute a quelle sul piano del  rendimento scolastico e dell’andamento di denunce e condanne.

In questo contesto il sito Dors, nell’area tematica Web & Salute,  proseguirà a segnalare esperienze e buone pratiche; a offrire recensioni e suggerimenti per un utilizzo consapevole delle nuove tecnologie, a sostegno del benessere dei “nativi digitali” e degli adulti che, a vario titolo, sono chiamati a educarli e a sostenerli nella crescita.


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