Non voltiamo la testa. Resistere e combattere la violenza sulle donne
Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, 25 novembre
a cura di Marina Penasso, Dors

La Giornata, che si celebra il 25 novembre, è nata partendo dall’assunto che la violenza contro le donne sia una violazione dei diritti umani. Questa violazione è una conseguenza della discriminazione contro le donne, dal punto di vista giuridico e pratico e, delle tuttora persistenti, disuguaglianze di genere.

La Giornata venne istituita il 17 dicembre 1999 dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite. La ricorrenza viene celebrata il 25 novembre di ogni anno per ricordare le tre sorelle Patria, Minerva e María Teresa Mirabal, che, con l’accusa di essere rivoluzionarie, furono barbaramente torturate, violentate e trucidate nella Repubblica Dominicana nel 1960, su ordine del dittatore Trujillo .

La violenza contro le donne continua a rappresentare un ostacolo allo sviluppo, alla pace così come alla realizzazione dei diritti, umani, civili, politici delle donne per il raggiungimento dell’uguaglianza.

Nell’ambito della manifestazione, quest’anno, è stata promossa l’iniziativa “The Global 16 Days Campaign”, al fine di sensibilizzare l’opinione pubblica e le istituzioni al problema e per trovare soluzioni per il contrasto e il cambiamento. La campagna globale della durata di 16 giorni, lanciata dal Center for Women’s Global Leadership (CWGL) nel suo primo Women’s Global Leadership Institute nel 1991, è stata utilizzata in tutto il mondo per chiedere l'eliminazione della violenza di genere.Si svolge ogni anno dal 25 novembre  al 10 dicembre (Giornata internazionale dei diritti umani) al fine di collegare simbolicamente la violenza contro le donne e l’affermazione dei diritti umani.

Le  misure di confinamento dettate dalla pandemia hanno acuito il fenomeno della violenza contro le donne, costrette a rimanere chiuse nelle loro case in compagnia dei loro aguzzini. I centri anti-violenza e le case rifugio hanno dovuto così fare fronte a un’emergenza nell’emergenza. Il periodo di pandemia ha fatto infatti registrare un aumento vertiginoso di stupri, femminicidi, violenze domestiche e omolesbobitransfobiche, in tutto il mondo.

In Italia, tra marzo e giugno 2020, vi è stata una crescita del 119,6 per cento delle chiamate al numero telefonico antiviolenza  e un incremento del 74,5 per cento, solo nel primo mese di lockdown, delle richieste di aiuto ai centri antiviolenza. Secondo un dossier del Viminale, nei giorni di confinamento sono stati 58 gli omicidi in ambito familiare-affettivo che si vanno ad aggiungere ai 60 femminicidi avvenuti negli altri 279 giorni. Anche un’indagine Istat conferma come le violenze siano più che raddoppiate durante il periodo di isolamento.  Il numero delle chiamate, sia telefoniche sia via chat, nel periodo compreso tra marzo e giugno 2020 è più che raddoppiato rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, passando da 6.956 a 15.280.

La regione che ha registrato il più alto numero di richieste d'aiuto per violenze accertate è la Lombardia (990), seguita da Lazio (759) e Campania (642). Nella maggior parte dei casi la violenza è di tipo psicologico ancora prima che fisico e, come verificato  molto spesso, le violenze si perpetravano da molti anni.

Le risorse destinate a iniziative di contrasto alla violenza sulle donne sono ancora carenti e fanno sì che il fenomeno persista e si accresca.

Il Segretario Generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres ha dichiarato recentemente:

“La violenza sessuale contro le donne e le ragazze affonda le sue radici in secoli di dominazione maschile. Non dimentichiamoci che quelle disuguaglianze di genere che alimentano la cultura dello stupro, costituiscono fondamentalmente una questione di squilibri di potere”.

UN Women,  organo delle Nazioni Unite dedicato all'uguaglianza di genere e all'emancipazione delle donne, ha pubblicato il 17 novembre 2020 un decalogo, rivolto a tutta la comunità, intitolato Agire: 10 modi per aiutare a porre fine alla violenza contro le donne, anche durante una pandemia.

Ecco i dieci modi in cui si può fare la differenza, in maniera sicura e di impatto:

  1. Ascolta e credi alle sopravvissute: Quando una donna condivide la sua storia di violenza, fa il primo passo per spezzare il ciclo degli abusi. Spetta a tutti noi darle lo spazio sicuro di cui ha bisogno per parlare ed essere ascoltata. È importante ricordare che quando si discutono casi di violenza sessuale, la sobrietà, i vestiti e la sessualità di una vittima sono irrilevanti. La volontà di violenza di chi ne è stato autore è l'unica motivazione dell’aggressione e deve assumersi la responsabilità da solo. Non dire: "Perché non è andata via?" Dì piuttosto: "Ti ascoltiamo. Ti crediamo. Siamo con te”.
  2. Insegna alla prossima generazione e impara da loro: Gli esempi che diamo alle nuove generazioni definiscono il modo in cui pensano al genere, al rispetto e ai diritti umani. Inizia presto le conversazioni sui ruoli di genere e sfida le caratteristiche tradizionalmente assegnate a uomini e donne. Sottolinea gli stereotipi che i bambini incontrano costantemente, sia nei media, per strada o a scuola, e fai loro sapere che va bene essere diversi. Incoraggia una cultura dell'accettazione. Parla di consenso, autonomia corporea e responsabilità a ragazzi e ragazze, e ascolta anche quello che hanno da dire sulla loro esperienza del mondo. Fornendo informazioni ai giovani e istruendoli sui diritti delle donne, possiamo costruire un futuro migliore per tutte per tutti..
  3. Esigi che i servizi diano risposte adeguate alle sopravvissute alla violenza. I servizi per le sopravvissute sono servizi essenziali. Ciò significa che rifugi, hotline, consulenza e tutto il supporto per le sopravvissute alla violenza di genere devono essere disponibili per chi ne ha bisogno, anche durante la pandemia di Coronavirus. I governi devono colmare le lacune di finanziamento per affrontare la violenza contro donne e ragazze, garantire che i servizi essenziali per le sopravvissute alla violenza siano mantenuti durante questa crisi, attuare misure di prevenzione e investire nella raccolta dei dati necessari per adattare e migliorare i servizi salvavita.
  4. Comprendi che cosa sia il vero consenso. Il consenso sessuale deve essere ogni volta incondizionato. Assicurati che ci sia un "sì" veritiero da parte di tutte le parti coinvolte. Frasi come "lei lo voleva" o "i ragazzi sono ragazzi" tendono a offuscare il concetto di consenso sessuale, attribuendo la colpa alle vittime e scusando gli autori dei crimini. "Non hanno detto di no" ."Eravamo ubriachi" ... Abbiamo già sentito queste affermazioni. Le persone le usano come un tentativo di offuscare i confini intorno al consenso sessuale, attribuire la colpa alle vittime e giustificare gli autori dei crimini. Quando si tratta di consenso, non ci sono e non ci devono essere percezioni sfocate. https://medium.com/@UN_Women/when-it-comes-to-consent-there-are-no-blurred-lines-1dfd02cebe10
  5. Impara a riconoscere i segni di abuso e come puoi aiutare. Esistono molte forme di abuso e tutte possono avere gravi effetti fisici ed emotivi. Se sei preoccupato/a per un’amica che potrebbe subire violenza o non si sente al sicuro con qualcuno, esamina questi segnali e scopri i modi per aiutarla a trovare sicurezza e sostegno. Se pensi che qualcuno ti stia abusando, un aiuto è disponibile. Non sei sola. Se desideri parlare con un avvocato qualificato presso una linea di assistenza, ecco un elenco di risorse disponibili. https://www.unwomen.org/en/what-we-do/ending-violence-against-women/faqs/signs-of-abuse
  6. Inizia una conversazione. Dichiarati. La violenza contro donne e ragazze è una violazione dei diritti umani che si perpetua da decenni. È diffusa, ma non è inevitabile, a meno che non restiamo in silenzio.
    Mostra la tua solidarietà con le sopravvissute. Metti in evidenza la tua posizione nella lotta per i diritti delle donne postandolo sul tuo profilo nei social media nei 16 giorni di attivismo. Puoi scaricare il banner per Facebook e Twitter qui: https://trello.com/c/qatPhM36/54-change-your-social-media-banners. Su Instagram, puoi utilizzare il face filter di UN Women per spargere la voce e incoraggiare la tua comunità a fare lo stesso: https://www.instagram.com/unwomen
  7. Schierati contro la cultura dello stupro. La cultura dello stupro è l'ambiente sociale che consente di normalizzare e giustificare la violenza sessuale, alimentata dalle persistenti disuguaglianze di genere e dagli atteggiamenti riguardo al genere e alla sessualità. Nominarlo è il primo passo per smantellare la cultura dello stupro. Ogni giorno abbiamo l'opportunità di esaminare i nostri comportamenti e le nostre convinzioni, alla ricerca dei pregiudizi che consentono alla cultura dello stupro di continuare. Pensa a come definisci la mascolinità e la femminilità e come i tuoi pregiudizi e stereotipi ti influenzino.
    Dagli atteggiamenti che abbiamo nei confronti delle identità di genere, alle politiche che sosteniamo nelle nostre comunità, possiamo tutti agire per opporci alla cultura dello stupro.
  8. Finanzia le organizzazioni per le donne. Fai una donazione alle organizzazioni locali che danno potere alle donne, amplificano la loro voce, supportano le sopravvissute e promuovono l'accettazione di tutte le identità di genere e di orientamento sessuale.
  9. Riteniamoci reciprocamente responsabili. Non sei sola. La violenza può assumere molte forme, comprese le molestie sessuali sul posto di lavoro e nei luoghi pubblici. Prendi una posizione urlando ad alta voce quando la vedi: commenti sessuali inappropriati e battute sessiste non vanno mai bene.
    Crea un ambiente più sicuro per tutti sfidando i tuoi coetanei a riflettere sul proprio comportamento e parlando quando qualcuno supera il limite, oppure chiedendo l'aiuto di altri se non ti senti al sicuro.
    Come sempre, ascolta le sopravvissute e assicurati che abbiano il supporto di cui hanno bisogno.
  10. Conosci i dati e chiedine di più. Per combattere efficacemente la violenza di genere, dobbiamo comprendere la questione. La raccolta di dati rilevanti è fondamentale per attuare misure di prevenzione efficaci e fornire ai sopravvissuti il giusto supporto. Poiché la violenza di genere è aumentata durante la diffusione di COVID-19, le lacune nella raccolta di dati sensibili al genere sono diventate più evidenti che mai. Invita il tuo governo a investire nella raccolta di dati sulla violenza di genere.

Porre fine alla violenza contro le donne è affare di tutte e di tutti: nessuno volti la testa.

 

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