I dati Istat e la violenza di genere in ItaliaNuova legge in materia di statistiche e report su Case rifugio e Centri antiviolenza (CAV)a cura di Renata Leardi e Marina Penasso, DoRSPubblicato il 27 Giugno 2022Aggiornato il 21 Luglio 2022DatiLa nuova normativa Il 24 maggio è stata pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale n. 120 la legge n. 153 del 05 maggio “Disposizioni in materia di statistiche in tema di violenza di genere”. Questo provvedimento si compone di 7 articoli e sistematizza la raccolta di dati e informazioni sulla violenza di genere “al fine di progettare adeguate politiche di prevenzione e contrasto e di assicurare un effettivo monitoraggio del fenomeno” (art. 1). In base a quanto stabilito dalla norma, il Dipartimento per le pari opportunità si avvale dei dati e delle rilevazioni effettuate dall'Istituto nazionale di statistica (ISTAT) e dal Sistema statistico nazionale (SISTAN) per la conduzione di indagini campionarie interamente dedicate alla violenza contro le donne. Tali rilevazioni, con cadenza triennale, hanno lo scopo di produrre stime relative ai diversi tipi di violenza (fisica, sessuale, psicologica, economica, nonché agli atti persecutori), anche con riguardo alla parte sommersa dei diversi tipi di violenza e alla presenza sul luogo del fatto dei figli degli autori o delle vittime (art.2). L'articolo 3 dispone che la relazione annuale al Parlamento sulle attività svolte dall’ISTAT sia integrata con una relazione in merito all’attuazione dell’articolo 2. Viene inoltre stabilito che tutte le strutture sanitarie pubbliche e in particolare le unità operative di pronto soccorso forniscano i dati e le notizie relativi alla violenza contro le donne. (art.4). Nell’articolo 5 è stabilito che il Ministero della giustizia e il Ministero dell’Interno prevedano nei rispettivi sistemi informativi, in base a un preciso elenco dei reati, la relazione tra la vittima e l’autore del reato. È prevista anche l’istituzione di un sistema interministeriale di raccolta dati. L’articolo 6 predispone modifiche al regolamento per l'esecuzione del codice di procedura penale per quanto riguarda la disciplina del registro delle notizie di reato: saranno annotati dati relativi alla relazione autore-vittima del reato, alle caratteristiche di età e genere degli autori e delle vittime, alla presenza sul luogo del fatto dei figli degli autori o delle vittime, ai luoghi in cui è avvenuto il fatto e all'eventuale tipologia di arma utilizzata. Infine, è previsto un approfondimento delle rilevazioni condotte da ISTAT e SISTAN inerenti le prestazioni e i servizi offerti rispettivamente dai Centri antiviolenza e dalle Case rifugio, con rilevazioni distinte a seconda dell'accreditamento o meno del centro o della casa rifugio e disaggregati (art.7). La pubblicazione Istat A tale proposito l’Istat ha pubblicato, a maggio 2022, il report Il sistema di protezione per le donne vittime di violenza - anni 2020 e 2021, di presentazione dei dati sulle prestazioni e i servizi offerti dalle Case rifugio per le donne maltrattate e dai CAV, negli anni 2020 e 2021. In sintesi i principali risultati: è aumentata l’offerta dei servizi sia dei CAV sia delle Case rifugio ma la maggior parte delle strutture è ubicata nell’Italia del Nord (il 70 % delle Case e quasi la metà dei CAV si trova in Settentrione) il personale dei CAV e delle Case rifugio risulta essere altamente formato e a elevata specializzazione anche se molte operatrici dei CAV operano come volontarie le Case e i CAV sono quasi tutti raggiungibili 24 ore su 24 quasi il 90% delle Case è a indirizzo segreto e molte di queste prevedono altri sistemi di sicurezza per proteggere le donne ospiti dagli autori della violenza oltre l’80 % delle Case rifugio e il 92% dei CAV ricevono fondi pubblici per la conduzione delle attività le richieste di aiuto delle donne ai centri antiviolenza sono in aumento: sono 54.609 le donne che hanno contattato almeno una volta i Centri antiviolenza nel 2020, 3.964 in più rispetto al 2019 nel periodo di pandemia la risposta dei CAV è stata la seguente: al 12,6% delle donne è stato offerto il servizio di pronto intervento e messa in sicurezza, al 14,2% il percorso di allontanamento dalle situazioni della violenza e al 18% il sostegno per l’autonomia i servizi maggiormente offerti dai Centri nel 2020 sono l’ascolto (99,6%) e il servizio di accompagnamento e orientamento ad altri servizi (98,1%) le misure restrittive determinate dal Covid-19 hanno avuto come conseguenza una diminuzione delle donne ospitate presso le Case rifugio nel 2020. Tale diminuzione è stata determinata sia da una riduzione della capienza delle strutture, in ottemperanza alle regole per la sicurezza sanitaria, sia da una maggiore difficoltà di allontanare la donna dal nucleo familiare. Le donne ospitate sono state circa il 19% in meno rispetto al 2019 il 45,2% delle donne ospiti esce dalle Case rifugio perché ha concluso il percorso di uscita dalla violenza il 20% è trasferita in altra struttura o abitazione mentre per il 23,3% l’esito è negativo (l’11,4% abbandona il percorso e l’11,9% ritorna dal maltrattante) nel 2021 prosegue l’incremento del numero di chiamate valide al numero 1522 (in totale 36.036), pari a +13,7% rispetto al 2020 (31.688). Il 1522 svolge anche un importante ruolo per l’attivazione di servizi a supporto delle donne vittime di violenza. Nel 2021 il 68,7% delle vittime è stato indirizzato verso un servizio territoriale, di queste, il 90,1% (10.074 chiamate) è stato inviato a un CAV, il 4,4% (492) alle forze dell’ordine (Carabinieri o Commissariato di Polizia) e l’1,7% (190) alle Case rifugio. TAG ARTICOLOCase Rifugio; Violenza di genere ;