Dors soffia quindici candeline!
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Quindi ci siamo: ebbene sì, DoRS compie 15 anni.

Era la primavera del 1998 (la DGR istitutiva è del  10.11.97, ma la convenzione tra Regione e ASL5 data al 23 febbraio) quando il primo gruppetto del Centro di Documentazione si è riunito intorno ad un tavolo della sede di Grugliasco per capire, prendersi le misure, integrare approcci e competenze, insomma disegnare un percorso credibile, rispetto allo sterminato ed impegnativo mandato che la Regione ci assegnava, …e darci un nome. L’acronimo DoRS (Documentazione Regionale Salute) nacque così, accompagnato inizialmente da una porta aperta, a suggerire la nostra mission:  rendere la documentazione accessibile e realmente fruibile, anche attraverso l’accompagnamento dei processi di cambiamento, al fine di orientare le scelte individuali e collettive che hanno una influenza sulla salute.

Abbiamo camminato, esplorato, dissodato, incontrato molte guide e compagni di viaggio, qualche volta anche imboccato strade impervie o bloccate: DoRS si è andato strutturando così come un “luogo” in cui, attraverso una contaminazione accorta di culture e metodi, visioni e modelli, si continua ad apprendere, sperimentare, costruire e disseminare quanto serve ad una prevenzione e promozione della salute efficace e sostenibile, documentando percorsi, cambiamenti  e apprendimenti.

Ecco allora il nuovo logo che da qualche anno contraddistingue le nostre iniziative, quella spirale aurea che si amplia senza deformarsi, mantenendosi in equilibrio dinamico con le proprie componenti e con il contesto.

Siamo passati dalla carta al web, ma continuiamo a credere che sono le relazioni, le reti, gli scambi di saperi ed esperienze a “fare la differenza”: ringraziamo allora tutti i nostri compagni di viaggio, che in questi anni ci hanno supportato, pungolato, accompagnato, aiutandoci a coniugare creatività e rigore, curiosità e approfondimento e a “stare” anche nell’incertezza dei mandati e dei finanziamenti, consapevoli, per dirla con Morin, che “il reale comprende un possibile ancora invisibile”.

Elena Coffano

 


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